[[Proseguiamo con le note biografiche e curricolari più importanti]

da
http://www.roccobuttiglione.it/chifra.htm

ROCCO BUTTIGLIONE
Rocco Buttiglione è nato a Gallipoli (LE) il 6/6/1948.
Ha compiuto gli studi liceali a Torino dove ha conseguito la maturità classica presso il Liceo "Massimo D'Azeglio" nell'anno 1966.
Ha studiato Giurisprudenza a Torino ed a Roma, dove si è laureato con una tesi in Storia delle Dottrine Politiche condotta sotto la guida del prof. Augusto Del Noce di cui diverrà assistente ed amico e con il quale vivrà un sodalizio intellettuale durato oltre vent'anni.
E' coniugato, padre di quattro figlie e vive a Roma.
Attualmente è professore ordinario di Scienza della Politica presso l'Università S. Pio V di Roma. Si è occupato di Filosofia, Etica sociale, Economia e Politica presso l'Accademia Internazionale di Filosofia del Principato del Liechtenstein di cui è stato Prorettore ed ha tenuto lezioni e seminari di Etica presso l'Università Cattolica di Lublino che gli ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia nel maggio del 1994.
Ha svolto attività di corsi, seminari, incontri, lezioni negli Stati Uniti promossi in collaborazione con i più autorevoli rappresentanti dell'intellighenzia nordamericana.
Frequenta l'American Enterprise Institute di Washington diretto da M. Novak, l'Ethics and Public Policy Center di G. Weigel a Washington, il The Acton Institute di R. Sirico nel Michigan, Il Religion and Public Life di R. Neuhaus a New York.
Membro del consiglio di redazione di numerose riviste italiane ed estere nonché editorialista di diversi quotidiani.

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[un po' di fritto misto]

da
http://www.gustavoselva.it/voiedio/p_voiedio.htm

[domanda di un lettore e risposta di Gustavo Selva]
Il 27 maggio 2001 ricorre il 30° anniversario di una grande manifestazione avvenuta a Milano, forse la prima grande manifestazione popolare della Destra (MSI, ma non solo) nell'Italia settentrionale, Destra allora raccoltasi sotto la famosa definizione di "maggioranza silenziosa". Mi auguro che la cosa possa essere di Suo interesse per una menzione nella posta dei lettori del Secolo d'Italia, Gaspare Buccino, Milano.
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Nel 1971 io mi trovavo al'’estero come corrispondente della RAI ma seguivo attentamente le vicende italiane. Sapevo che a Milano la sinistra spadroneggiava, che il movimento studentesco agli ordini di Mario Capanna era padrone delle piazze e dell'Università, che i cortei quasi quotidiani erano diventati l'incubo dei cittadini. Chi non era di sinistra si tappava in casa ed evitava di mettere il naso fuori. E se qualcuno si azzardava a dire di averne abbastanza di quel clima invivibile veniva tacciato subito di 'fascista' e additato alla pubblica esecrazione. Ci volle del coraggio per organizzare la manifestazione definita dai giornali della 'maggioranza silenziosa', cioè dai milanesi stufi delle sopraffazioni e delle violenze. I promotori dovettero superare le ostilità perfino dei responsabili dell'ordine pubblico, tremebondi e proni davanti ai 'padroni' della città. Il sindacato unitario CGIL-CISL-UIL definì la manifestazione , come ha ricordato il Corriere della Sera "una provocazione reazionaria e filofascista contro la coscienza democratica dei lavoratori milanesi" e invitò gli iscritti a 'vigilare', cioè ad adoperarsi per contrastare l'iniziativa. Nonostante le difficoltà apparentemente insormontabili, la 'maggioranza silenziosa' marciò per le strade di Milano e registrò una valanga di adesioni. Si scoprì che la sinistra, in realtà, era rappresentata da una minoranza vociante e intollerante e che c'erano migliaia e migliaia di persone non più disposte a subire. Non si trattava di 'fascisti' ma di moderati appartenenti a partiti diversi, accomunati dalla volontà di liberarsi da una egemonia che di democratico non aveva nulla e alla quale non poteva essere riconosciuta alcuna legittimazione. Dice il lettore Buccino che quella fu la svolta rivelatrice della presenza di una Destra radicata nella coscienza popolare, la premessa del successo che finalmente ha arriso alla Casa delle Libertà.

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da
http://www.gazzettino.it/

IL LIBERALE SOLITARIO
di ALBERTO SENSINI

Strano Paese, il nostro. Tutti oggi si dicono liberali, anche i nipotini di Marx o Gentile ma i liberali autentici - quelli tanto per capirci che hanno compreso le grandi lezioni di Benedetto Croce e Luigi Einaudi - sono tanto pochi da essere contati facilmente sulle dita di due mani.
Uno di questi è l'attuale presidente del Senato, Marcello Pera che sarebbe stato il miglior ministro della giustizia del governo di centrodestra ma per le strane alchimie che ancora dominano la scena politica si è ritrovato alla guida di palazzo Madama, senza mostrare (cosa che gli fa onore) un eccessivo entusiasmo per la prestigiosa carica che gli è stata attribuita. A differenza di certi suoi predecessori che amavano fare scandalo, come per esempio Cesare Merzagora, o che si sentivano Padri della Patria, Pera parla poco.

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[siamo di sicuro i più simpatici...]

da http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2002/03/11/3129755

"Il governo Berlusconi è il più popolare di Europa"

PARIGI, 11 MARZO 2002 - Silvio Berlusconi batte in popolarità il francese Lionel Jospin, lo spagnolo Josè Aznar, il britannico Tony Blair e il tedesco Gerhard Schroeder: in patria nessuno di questi quattro premier gode di un indice di gradimento più alto. Un sondaggio Ipsos, realizzato ogni trimestre per l'agenzia di stampa francese Afp, ha oggi segnalato che in quanto ad «opinioni favorevoli» il governo Berlusconi è al primo posto: il 45 per cento degli italiani se ne dice soddisfatto. Al momento negli altri quattro più importanti paese dell'Ue non c'è governo che lo sopravanzi. Il presidente del Consiglio è davanti a Jospin (42%) e ad Aznar (41%). Rispetto a novembre, quando è stato realizzato l'ultimo sondaggio Ipsos di questo tipo, appaiono invece in spettacolare caduta libera Tony Blair (39%, -20) e Gerhard Schroeder (29%, -11). In effetti anche Berlusconi risulta in flessione di sei punti percentuali in confronto a novembre mentre Jospin è salito di due punti e Aznar di tre.

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In giornata, da Bruxelles, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è intervenuto oggi sul confronto in atto sull'articolo 18 aprendo all'ipotesi di cambiamento del progettoIl governo «non ha mai pensato ad accantonare le riforme»; quindi, per evitare lo scontro sociale, si può pensare a modifiche della posizione sull'articolo 18, ma senza cedere alle pressioni della piazza e salvaguardando l'obiettivo di introdurre una maggiore flessibilità. Ma anche puntualizzando: «Non vorrei che qualcuno pensasse che ho preso paura per le iniziative proposte da Cofferati».

Parlando dell'articolo 18, il premier ha esordito sottolineando che «il governo non ha mai pensato di fare un passo indietro». Ma «mi rendo conto che il sindacato fa dell'articolo 18 un totem, un simbolo, una bandiera e siccome non voglio lo scontro sociale ho tentato e tenterò tutte le strade» per evitarlo. E dopo aver ricordato di aver lavorato per due giorni insieme a tutti i suoi esperti su altre possibili soluzioni, ha avanzato l'ipotesi di una modifica della riforma che «magari non tocchi così direttamente l'articolo 18; deve però produrre risultati concreti».

E sul conflitto d'interessi, il premier ha ribadito la sua convinzione: «Questa è una buona legge». Tuttavia «sono ancora convinto che fosse assolutamente inutile perchè nell'ordinamento italiano ci sono già tutti i controlli che ci vogliono per quanto riguarda l'attività di governo». Comunque, ha aggiunto «siamo aperti anche all'introduzione di ulteriori sanzioni». Rivolgendosi all'opposizione Berlusconi ha poi sottolineato che «ci vuole una faccia tosta che va al di là del credibile» per dire che noi facciamo solo ciò che ci interessa direttamente dopo che, dall'inizio della legislatura, sono stati varati 132 disegni di legge, di cui 52 già divenuti legge dello Stato.

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[... e fra poco potremo legare i cani con le salsiccie]

da http://www.ilfoglio.it.

Economia, Fazio è ottimista: "Siamo in ripresa " ha detto il capo di Bankitalia al vertice tra i governatori del G-10 . "Anche a marzo ci sarà un aumento della produzione industriale". Sull'Europa: "C'è bisogno di flessibilità e riforme strutturali". Eddie George, governatore della Banca d'Inghilterra, sugli Stati Uniti: "Il quadro è positivo". Sul Giappone: "Fra pochi mesi potrebbero esserci i primi segnali di miglioramento". Giulio Tremonti, ministro dell'Economia: "Lo shock dell'11 settembre sembra superato e, di solito, dopo un trauma l'economia rimbalza". [e si frantuma a terra].

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[lezioni di democrazia]

da http://www.gazzettino.it/

Caro Gazzettino
quando un Paese è guidato da governanti eletti dai cittadini, con libere elezioni, si dice che in quel Paese c'è la democrazia. Questo elementare concetto sembra non faccia parte del centrosinistra - pensiero. Per cercare di capire le ragioni della difficoltà dell'opposizione ad accettare il responso delle urne, mi sono avventurato in un'analisi semiseria, e credo di aver scoperto l'arcano. Democrazia significa, dal greco, governo del popolo. La parola «popolo» o il derivante aggettivo sono ritenuti proprietà privata dei partiti di sinistra: la parola "popolare", ad esempio, è ben inserita nel nome di una grande nazione comunista, la Repubblica Popolare della Cina; poi c'è il Partito Popolare Europeo che non voleva l'ingresso di Forza Italia, eccetera.
Quindi, se uno Stato è governato dalla sinistra, va da sè che si definisca democratico, cone accadde in quel campione di democrazia rappresentato dalla Repubblica Democratica Tedesca. Si può concludere quindi che la parola democrazia significa, per i leader del nostro orto botanico all'opposizione, semplicemente governo della sinistra.
Ecco perché, se le urne danno loro ragione, il popolo è sovrano, saggio e maturo; ma se invece le elezioni portano al governo i partiti del centrodestra, gli elettori, oltre a non essere più "popolo", diventano dei rimbambiti, e i vincitori vengono visti come degli Ufo da cacciare immediatamente. Può filare questo ragionamento?

Claudio XXXX - Venezia Lido

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ARTICOLO 18/2

Ma perchè il sindacato parla anche per i disoccupati?

Come giovane disoccupato, il putiferio scatenato sull'art.18 mi fa parecchio arrabbiare. Mi chiedo: le modifiche proposte non riguardano chi oggi non lavora? E allora, come si permette il sindacato in generale di minacciare scioperi su questioni che non riguardano chi dovrebbe rappresentare, ossia i lavoratori ad esso iscritti? Chi lo legittima ad occuparsi di altro e di altri?

E poi: se io, che sono disoccupato, preferisco lavorare senza la "protezione" dell'art.18, anzichè restare a casa con quell'articolo, chi mai può permettersi di interferire a tal punto nella mia vita da decidere il contrario anche per me? Mi si dirà: ma noi vogliamo che lavori con l'art.18, non che non lavori! Bene: allora, signori sindacalisti, non limitatevi a dire ad altri che devono assumere con certe regole, ma date voi il buon esempio ed assumete voi tutti quanti!

Luca R.

Spinea (Ve)

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[comica finale]

da www.alleanzanazionale.it

UE: BERLUSCONI, BOSSI E' UN CONVINTO EUROPEISTA

Trieste, 8 mar. (Adnkronos) - ''Bossi e' un convinto europeista, come d'altronde ha piu' volte affermato''. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna a difendere il ministro delle Riforme al termine del vertice italo-tedesco di Trieste dopo le polemiche scatenate dalle sue affermazioni sull'Europa. ''Bossi non aveva mai usato il termine fascista rispetto alla Commissione europea'', ha aggiunto Berlusconi, sottolineando di aver risentito la cassetta contenente l'intervento ''incriminato'' del leader leghista. ''Essere europeisti, credere nell'Europa come necessita', volonta', ambizione, soggetto forte sulla scena mondiale complementariamente agli Stati Uniti, non significa non poter fare delle critiche a questo o quell'aspetto dei temi europei e non significa dover sempre essere d'accordo con cio' che decide un commissario della Commissione europea'', ha poi tenuto a precisare il premier. Convinto che ''poter fare critiche alla Commissione rientri nella normale dialettica tra chi e' amministrato da una parte e chi amministra dall'altra, in questo caso i governi degli Stati da una parte e la Commissione europea dall'altra''. (Afv/Pe/Adnkronos)

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notizie dall'altro mondo
contenuto a cura di Antonio Pudda
grafica Nino

spigolature in rete che mostrano le cose assai bizzarre e curiose che si possono trovare...

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domenica 17 marzo anno di grazia 2002

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