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[ de XVIII ARTICULO ]

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[sublime]

da
http://www.leganord.org/politica/

22 /03/ 02 - Lavoro, art.18;
Castelli: "sindacati responsabili disinformazione"
"Ha prevalso la disinformazione, ma in questo i sindacati hanno avuto e
continuano ad avere una grossa responsabilità". Lo ha detto, durante
un'intervista a Radio Padania Libera, il ministro della Giustia [SIC] Roberto
Castelli a proposito della riforma dell'art. 18 dello Statuto dei la-
voratori.

"Ai cittadini - ha aggiunto - sono state raccontate bugie in totale
malafede. Anche i media e le Tv spesso non mantengono una posizione di
imparzialità nell'informazione e nella comunicazione e questo non consente
ai cittadini di formarsi una propria opinione sulla base della
verità dei fatti". [de te fabula narratur]

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da
http://www.ilfoglio.it./lettere.php

Signor direttore - Ma perchè sul pacchetto delle mie sigarette deve esserci
scritto un minaccioso "nuoce gravemente alla salute" e sulla copertina dello
statuto dei lavoratori continua a mancare un onesto "chi tocca muore"?
Luigi XXXXXXXX, Napoli

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da
http://www.ideazione.com/settimanale/1.politica/60_01-03-2002/mathieu.html

Cofferati insiste: sciopero generale per il 5 aprile. La minaccia è seria.
Uno sciopero generale può mettere in ginocchio la nazione. Se comincia
il 5 aprile, ci si domanda, quando finirà? Ma la risposta è: il 5 aprile.
Allora non è uno sciopero, è solo un giorno di festa in più .
La differenza è che si fermeranno i mezzi pubblici (come a Natale) an-
ziché i privati (come nelle domeniche ecologiche). Lo sciopero generale
è un arma terribile se a tempo indeterminato, come la guerra. Se si sa
prima quanto durerà, è un arma spuntata. Si faranno le provviste il
giorno prima, e si eviterà di uscire di casa. Come per un influenza.

Scarsa influenza, scarsa affluenza: quanti parteciperanno? Non che la
percentuale cambi molto. In alcuni campi, basse percentuali di astensioni
dal lavoro impediscono di lavorare agli altri. Molti pendolari saranno
penalizzati dalla mancanza di mezzi di trasporto: perderanno il
salario, o guadagneranno un giorno di ferie? Ma il vero problema è un
altro. Non tutte le confederazioni, a quanto pare, aderiranno allo
sciopero [overamente ?]. Dunque, si potrà essere sindacalizzati e krumiri a un tempo.
Ma non basta. Circa la metà degli aderenti alla CGIL, che proclama lo
sciopero, sono pensionati. Ammesso che tutti gli aderenti a quella confederazione
ne seguano i dettami, come faranno i pensionati a scioperare?
[questo problema ci toglie il sonno]
Potrebbero chiedere che venga tolto loro un giorno di pensione. [buona idea]
Un tempo c'era qualche professore che aderiva ad uno sciopero, perché lo
trovava giusto, ma non voleva abbandonare la classe e faceva lezione,
dandosi assente solo ai fini dello stipendio. Ai professori universitari
il ministro chiedeva espressamente di dire se volevano esser pagati
o no nel giorno di sciopero, perché nessuno era in grado di capire se
facessero lezione, o facessero ricerca, o scioperassero. Gli enti
pensionistici, per ora, [ma si spera che presto...]
non sono autorizzati a stornare le somme dovute, se
non per ordine dell'autorità giudiziaria. Quindi i pensionati non
dispongono di questo modo per scioperare.

Mi si dirà che molti cominciano a lavorare appunto nel momento in cui
vanno in pensione. Spesso è così. Si lascia la banca e si scopre la
vocazione di amministratore di stabili; si lascia l'azienda, e si riparano
rubinetti per tutto il giorno. L'economia prospera grazie a questo,
e prospererebbe ancor più se l'abitudine fosse ufficialmente riconosciuta
e regolata. Ma chi lavora in proprio o in nero è difficile che vo-
glia scioperare e possa permetterselo. Credo che ci accorgeremo dello
sciopero generale solo perché aspetteremo l'autobus un po' pi a lungo.

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da
http://www.ideazione.com/settimanale/1.politica/60_01-03-2002/zanetto.htm

Palavobis: il galà decadente della sinistra sconfitta
di Paolo Zanetto

Dopo lo show degli scorsi giorni, sembra proprio che la sinistra abbia l'abbonamento al Palavobis.
E dire che a Milano ci sono tante strutture per fare convegni. Ma l'Ulivo preferisce il Palavobis, il posto
dei concerti dei gruppi semi-famosi, quelli che non riescono a riempire il più rinomato Forum di Assago.
Al Palavobis ci fanno le manifestazioni nazional-popolari, tipo Galà della Pubblicità, e le convention
delle assicurazioni, dei promotori finanziari. Ma l'Ulivo ormai è affezionato. Forse perché lo scorso
ottobre fu proprio al Palavobis di Milano che venne presentata la candidatura ufficiale di Francesco Rutelli.
I risultati sono ben noti.
La sinistra non ha il coraggio di andare in piazza, dopo le figuracce degli ultimi tempi, gli intellettuali
al massimo si permettono un girotondo attorno a un palazzo (di giustizia). Ma per i politici veri sono
molto meglio gli ambienti chiusi. La sala del palazzetto milanese, l'aula universitaria degli intellettuali a
Firenze, qualche sala conferenza romana. Perché la sala dove organizzare un evento politico si dimensiona
secondo una formula bipartisan, nota a ogni politicante di periferia: numero di persone stimate diviso due.
Così c'è tanta gente in piedi, e l'organizzatore può dire che è stato un successo.

Nel caso del Palavobis poi si è raggiunto un nuovo livello di sofisticazione: per dare l'idea di piazza,
il pubblico in sala è stato costretto a sorbirsi un pallosissimo convegno sulla giustizia, mentre i ritardatari
in piedi nel parcheggio si sono goduti gli interventi (con microfono e amplificatori adeguati) dei capi-popolo
Di Pietro, Zaccaria e Manettaro Scanio. I milanesi sono rimasti colpiti: erano rimasti al Tonino che si toglie
la toga in tribunale, con la sua simpatica inflessione meridionale e il mitico "che c'azzecca?", e hanno
riscoperto un contadino molisano che ha bisogno dei sottotitoli per farsi capire dal Po in su. Non può
funzionare, si sono detti i Ds, non ci riprenderemo il Nord con questa gente.

I dirigenti diessini hanno qualche esperienza in proposito: negli scorsi anni hanno investito bei soldi
per creare a Milano il coordinamento del Nord del partito, affittando prestigiose stanze in corso Venezia
a due passi da via Montenapoleone. Responsabile dell’iniziativa era Pietro Folena, che di Milano conosceva
forse il Duomo e il risotto allo zafferano. Dopo la batosta elettorale alle politiche, e la riconferma del sindaco
Albertini con un abisso di voti rispetto ai candidati di sinistra, le stanze sono state chiuse per mancato
utilizzo, anche se vogliono riaprirle presto, per il nascente coordinamento del Nord dell'Ulivo. Il neo incaricato
dovrebbe essere un intellettuale: Massimo Cacciari, appena arrivato nel capoluogo lombardo per presiedere
la facoltà di filosofia dell'università San Raffaele.

Viva gli intellettuali, dunque, e viva le élite culturali, il salotto buono, quelli che leggono Repubblica ma
comprano anche Il Foglio, perché fa chic. Potrebbero fondare un partito: leader Nanni Moretti, vice presidente
"Pancio" Pardi, segretario Antonio Di Pietro. Tra poco anche Borrelli va in pensione, potrebbero arruolarlo.
Avrebbe un patrimonio di voti notevole: tutti i lettori di MicroMega, manettari vari , procuratori frustrati e
abbonati all'Unità (era Furio Colombo). I quarantamila del Palavobis e i loro parenti: su scala nazionale è
poco più dello zerovirgolauno percento. Già Platone aveva fatto capire che delegare la politica agli intellettuali
duri e puri non era un'idea eccezionale. Nel frattempo Massimo D'Alema è partito per l'America: un ciclo di
conferenze, dice. Una vacanza, dicono altri. Certamente per uno che viene dalle Frattocchie e da una scuola
politica seria, vedere questo spettacolo decadente dev'essere una tristezza.

1 marzo 2002

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da
http://www.iltempo.it/giornale/ultima/iltempo/nazionale/spettacoli/LDAPE.htm

Giovedì 21 Marzo 2002
La sinistra è soltanto capace di dire «no»

L'ACCANIMENTO dell'opposizione contro la C.d.L. ed in particolare contro
il suo Capo Silvio Berlusconi non conosce limiti, eppure non e trascorso
ancora un anno da quando la maggioranza degli elettori, desiderando
ottenere una politica diversa e migliore, sfiduci proprio coloro che,
attualmente, nel Parlamento, dalle file della minoranza contrastano col
voto negativo sempre e comunque qualsiasi azione governativa e col ricorrere
alle piazze, alle marce, ai cortei, ai girotondi vari ed agli scioperi
di settore o generali, arrecano solo danni e creano solo difficoltà alla
stragrande maggioranza dei cittadini. Per la verità l'opposizione è
legittimata a rivolgere alla maggioranza tutte le sue critiche [bontà
loro] anche le più assurde [intendete ? anche le più assurde],
ma deve per sempre e comunque rispettare le regole del confronto civile
e non giungere alle conseguenze estreme del muro contro muro.
[Insomma, criticate, ma siate pronti a non opporvi....]
......
E veniamo all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori redatto nel lontano
1970. Contro Berlusconi violenta è esplosa l'ira di Cofferati, che da
Capo del sindacato Cgil, forse mira a divenire capo dei Ds per poter
condurre la sua vera battaglia 'politica' contro il centrodestra, per
cui Berlusconi se vuole portare avanti il programma di modernizzazione
del Paese, promesso agli elettori, ed in particolare la riforma strutturale
del mercato del lavoro, già richiesta piu volte dall'Unione Europea
e dal Fondo monetario, deve agire senza timore e paura alcuna,
perchè se è facile riempire le piazze e giocare con i caroselli,
più difficile sara' riempire le urne di voti favorevoli quanto le promesse
non vengono mantenute.
Ed infine solo pochi righi sul cosiddetto 'conflitto d'interesse',
perchè un giorno si e l'altro pure gli avversari di Berlusconi ne parlano
sino alla noia e ne parleranno ancora per poter screditare sempre più
la sua persona [cattivoni!]. La legge sul 'conflitto d'interesse' è stata approvata
alla Camera giorni addietro ed è già passata al Senato, dove il
Presidente Marcello Pera ha assicurato che, nel riesame, verranno
apportati non pochi emendamenti migliorativi [!!!]. Francamente tutto
ci fa piacere, ma occorre rilevare che alle persone di buonsenso [!],
ai cittadini dotati di un certo criterio[!!], questo conflitto
non importa assolutamente niente; per loro ciò che conta è che Berlusconi
continui a governare bene e che faccia prosperare l'economia del Pa-
ese.

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[...i cattivi maestri... nunc et semper]

da
http://www.iltempo.it/giornale/ultima/iltempo/nazionale/politica/PO1NOT.htm

Giovedì 21 Marzo 2002
L'ex leader di Potere operaio contro chi esaspera il clima anti Berlusconi
Scalzone accusa gli intellettuali.

PARIGI - Sono stati gli intellettuali a capo della protesta contro Berlusconi
a esasperare il clima fino a conseguenze tragiche. Ne è convinto Oreste
Scalzone, ex leader di Potere Operaio che vive da anni in Francia, per il
quale dunque sarebbe 'empio e infame' tentare di addossare al governo una
segreta connivenza o qualche inconfessabile compiacimento con l'omicidio di
Marco Biagi. "Se qualcuno avesse detto a suo tempo che l'uccisione di Massimo
D'Antona serviva a Bassolino o D'Alema si sarebbe levata una reazione di
stigmatizzazione e di orrore - ha detto Scalzone - non si può che dire la
stessa cosa con Maroni e l'attuale governo al posto dei loro predecessori
Alludere a "cointeressenze" tra il campo colpito e gli assassini di uno dei
suoi membri è "empio e infame sempre", aggiunge. L'origine dell'omicidio di
Bologna è, secondo Scalzone, da ricercare altrove: "Nelle tematiche del
Palavobis e del "Resistere, resistere, resistere" di Borrelli e nell'atteggiamento
dell'attuale leadership dell'opposizione e del nuovo Movimento guidato dagli
intellettuali come Gianni Vattimo o Nanni Moretti. "Lo avevo detto appena pochi
giorni fa in un dibattito qui a Parigi, seguito ad una conferenza di Violante"
sottolinea. Un Gianni Vattimo, e anche gli altri suoi sodali, da Nanni Moretti
in giù, non può continuare a mostrar di non sapere che straparlando di
fascismo o usando toni da guerra civile necessariamente si finisce col dare a
chi la cerchi, voglia convincersi di averla o si senta investito da una missione,
una sensazione di legittimità e consenso di massa per un "passaggio all'atto".
In altri termini, l'aver esacerbato lo scontro col governo sul terreno della
legalità e della giustizia avrebbe potuto spingere qualche gruppuscolo all'azione
armata convinto che fosse il momento buono. "Le parole - sostiene Scalzone - pesano;
sono importanti le parole".
In ogni caso, secondo Scalzone, l'effetto primario dell'assassinio di Biagi
è sicuramente quello di far allungare "l'ombra di un'ipoteca pesantissima" sulla
manifestazione dei sindacati confederali in programma per il 23 marzo prossimo.
Di fatto, questo è "un attacco a quel poco di autonomia sociale che era possibile
intravedere nella manifestazione del 23 in cui si sarebbero finalmente potuti
vedere in piazza dei proletari su tematiche proletarie".

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TENSIONE PERICOLOSA
SCIOPERI DA INUTILI A OFFENSIVI

IN UN Paese normale, dopo l'assassinio di Marco Biagi, ultima di una serie di
vittime uccise per le loro idee da chi, non avendo idee ricorre alle pistole,
ci si sarebbe attesa una pausa di riflessione. Una pausa tesa, innanzitutto,
a sdrammatizzare, da una parte e dall'altra, le polemiche sulle modifiche
(peraltro limitate) che il Governo intende apportare a uno degli articoli
dello Statuto dei Lavoratori del 1970 al fine di rendere la normativa pi—ù
vicina a quelle del resto d'Europa. Una pausa diretta a riaffermare che, in
democrazia, il Governo ha il dovere, prima ancora che il diritto, di dare
indirizzo e che spetta al Parlamento, non a corpi intermedi, di legiferare.
La pausa avrebbe dovuto prevedere una sospensione, un differimento o meglio
ancora un annullamento di manifestazioni di piazza già programmate, anche di
quelle più legittime e meglio organizzate, per un necessario raccoglimento
sulla vita che è stata spenta nel tentativo di ucciderne le idee.
.....
La leadership della Cgil ha deciso di seguire un'altra strada, quasi a sottolineare
che non siamo, o non vogliamo essere, un Paese normale. Un comunicato informa
che la guerra continua.
Cambierà, come ovvio, in parte carattere (della manifestazione in programma
a Roma sabato 23 marzo, nd.r.): sarà una giornata per la lotta al terrorismo,
per la democrazia e per l'affermazione dei diritti. Si farà anche lo sciopero
generale.
Prima delle 20 del 19 marzo, la manifestazione di sabato 23 marzo era semplicemente
inutile: avrebbe portato a Roma, treni e pullman di manifestanti che avrebbero
cercato di rimpiazzare i voti e le maggioranze parlamentari con demonizzazioni,
slogan, grida e balli in piazza. Dato che, come scritto su Il Tempo del 18 marzo,
il sindacato si è deliberatamente tirato fuori dallo sforzo, di tutto il Paese,
di partecipare a pieno (anche con i riassetti normativi) al processo d'integrazione
europea e internazionale, il Parlamento avrebbe proseguito il suo lavoro.
Ci sarebbero state altre marce e nuovi girotondi.
Il percorso, però, sarebbe rimasto nel solco tracciato da uomini come Marco Biagi
e dalla forza delle loro idee. Dopo le 20 del 19 marzo, la manifestazione diventa
offensiva non soltanto nei confronti di Biagi e della sua famiglia ma di tutti
coloro (la stragrande maggioranza degli italiani) che vogliono fare diventare
l'Italia un Paese normale, dove a vincere sono le idee e i voti non i complotti,
le azioni extra-parlamentari e le pistole. Anche lo sciopero generale del 5 aprile
(o altra data ravvicinata), da inutile diventa un offensivo tentativo di rimettere
l'orologio indietro di molti anni.
"Il giacobinismo che non ha altri strumenti per colpire le idee e il funzionamento
dei sistemi democratici. Il giacobinismo offensivo - scrive l'economista
Daron Acemoglu, studioso distinto e distante dai nostri problemi - dei "politicamente
perdenti", intrinsecamente reazionari, pronti a utilizzare qualsiasi arma per
bloccare quel progresso che è alla base di società più moderne, più prospere,
e più giuste e soprattutto più libere.


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[... e chudiamo con una nota cultural-rasserenante ]

da
http://www.governo.it/sez_ministeri/biografie/pisanu_giuseppe.html

Nato a Ittiri (Sassari) il 2 gennaio 1937. Coniugato, ha tre figli.
Risiede a Sassari.
E' vicedirettore di una società finanziaria industriale (SFIRS) per la
rinascita della Sardegna. Dirigente provinciale, regionale e nazionale
della Democrazia Cristiana, è stato capo della segreteria politica nazionale
dal 1975 al 1980 (segreteria Zaccagnini).

Aderisce a Forza Italia nel 1994, dal 1996 è membro del comitato
di Presidenza di Forza Italia. Deputato della DC dal 1972 al 1992,
nella VIII legislatura è sottosegretario di Stato al Tesoro dal 23
ottobre 1980 al 1 febbraio 1983; nella IX e X legislatura è sottosegretario
di Stato alla Difesa dal 1 agosto 1986 al 4 luglio 1990.

E' eletto deputato di Forza Italia nelle liste per la quota proporzionale
della XXVI circoscrizione Sardegna nel 1994 e nel 1996.

Nella XII legislatura è vicepresidente vicario del gruppo parlamentare di
Forza Italia e membro della IV Commissione Difesa.

Nella XIII legislatura è Presidente del Gruppo parlamentare di Forza Italia,
membro della IV Commissione Difesa e della delegazione italiana al
CSCE.

Eletto nel maggio 2001 alla Camera dei deputati.

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[alle prossime]


?!
notizie dall'altro mondo
contenuto a cura di Antonio Pudda
grafica Nino

spigolature in rete che mostrano le cose assai bizzarre e curiose che si possono trovare...

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lunedì 25 marzo anno di grazia 2002

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