Il Mattino di Padova pubblica una lettera che addebita le colpe maggiori della Moratti a Berlinguer. Noterete che stamattina ci sono di nuovo notizie sulla scuola, dopo un periodo di relativo silenzio stampa...
Scuola-azienda? Purtroppo se ne parlava già alla fine degli anni Ottanta
Filippo Franciosi Insegnante di Padova
Sul mattino di sabato 20 aprile è apparsa la lettera che il professor
Michele Boato di Mestre aveva letto lunedì 15 a un'affollata assemblea
tenutasi nella stessa città al «Pacinotti». E' invero difficile
dichiarare futili o del tutto infondate le preoccupazioni che il collega esprime
in prosa poetica ed in immagini spesso suggestive.
Tuttavia, allo scopo di conferire maggiore chiarezza al dibattito in corso
in modo che esso si appunti sull'essenziale e non perda di efficacia proprio
in vista della possibilità di conseguire qualche risultato finché
l'iter parlamentare della legge ancora lo consente, mi permetto di ricordare
alcune cose. Di «scuola-azienda», di «manager» invece
che di preside, di alunni da chiamare «clienti» sentiamo parlare
da ben prima dell'attuale governo: a partire almeno dalla fine degli anni
'80 in incontri, corsi di aggiornamento, ecc., dove non mi risulta che nessuno,
insegnante o preside, sia mai insorto all'udire queste, che nell'ottica del
carattere pubblico della scuola, sono vere e proprie bestemmie. Io stesso
ho ricevuto dal mio preside (o manager o dirigente scolastico, ora addirittura
Ds) comunicazioni, che posso esibire, indirizzate non al professor Tale o
semplicemente al signor Tale, ma «Al dipendente Tal dei Tali»,
e questo non adesso, ma nel 2000... Ma insomma: il responsabile del settore
formazione della Confindustria, Lombardi, ministro della Repubblica all'istruzione
chi ce lo mise? Berlusconi o un altro governo, e sostenuto da quali partiti?
Proprio per poter opporci meglio a queste tendenze che non possiamo accettare,
è quando meno opportuno averne chiare le origini storiche. Scuola pubblica-scuola
privata. Sono convinto - potrò anche aver torto, per carità
- che bonus o non bonus la stragrande maggioranza degli italiani continuerebbe
comunque a mandare i propri figli alla scuola di Stato appena questa continuasse
ad essere quello che deve essere, un'istituzione della polis.
Il pericolo è piuttosto un altro: quello di una denaturazione del carattere
pubblico della scuola avviata verso una deriva privatistica (ogni scuola fa
per conto suo, secondo le richieste dell'«utenza» o della «committenza»
- che «belle» parole, ma dove eravamo anni fa, quando cominciavano
a circolare?).
La sostanziale abolizione dell'esame di maturità - contenuta sia ben
chiaro, non nel progetto di riforma, ma nella legge finanziaria - ha dato
indubbiamente una potente spinta in tale deprecabile direzione. Ma anche qui
quanti fra docenti, genitori da tempo ascoltavano, o si univano al coro: «Sarebbe
meglio che li esaminassero i loro stessi insegnanti»? Tra l'altro l'abolizione
degli esami di maturità conduce dritto a demandare la selezione esclusivamente
alle prove d'ingresso delle Università, con tutto ciò che consegue
e che non posso esporre qui: intanto dove sono, su questo punto, i paladini
del diritto allo studio?
E studenti, e genitori, sanno che, tranne medicina e forse legge, le università
metteranno loro in mano lauree brevi? «Ma dopo il tre ci sarà
il due»: ma i rubinetti del due di che natura saranno e in mano a chi?
Comunque la preparazione di base sarà ormai quella da laurea breve.
E tutto ciò di quale governo è opera? Dell'attuale o del precedente?
Ultima cosa, a noi più vicina. Giova tener presente che se la riforma
Moratti non passasse, il prossimo settembre entrerebbe automaticamente in
vigore la riforma Berlinguer-De Mauro, che è già legge dello
Stato: un anno di scuola in meno, la distruzione della scuola media, gli insegnanti
delle medie per i due terzi alle elementari e l'altro terzo al primo biennio
delle superiori (tralascio qui di illustrare le caratteristiche di tale biennio:
chi ne vuol sapere qualcosa prenda il Documento di lavoro per il riordino
dei cicli del gennaio 1997). E altro che tagli! Un tredicesimo del servizio
in meno, unitamente ad accorpamenti, superamento del gruppo classe, accorciamento
delle ore, insegnamento per moduli... tutta bella roba contenuta nella Bassanini
o in Finanziarie di anni precedenti e di cui pochissimi, stranamente, si erano
accorti.
Ben a ragione nella legge 30/2000 (sottolineo, nella legge) si parla apertamente
di «risorse rese disponibili con l'attuazione della riforma».
In conclusione ritengo di poter dire questo: 1) la riforma Moratti è
certamente meno organica della precedente, fondata su basi dottrinali perverse
ma solide: 2) anche per questo è più suscettibile di modifiche;
3) è tutt'altro che positiva in tutto: gli aspetti e i punti più
negativi sono naturalmente quelli, non pochi, mutuati proprio dalla riforma
Berlinguer-De Mauro, in virtù anche della collaborazione con personaggi
già al seguito di questi due ministri; 4) quanto alle critiche che
nella lettera del collega Boato trovano maggiore spazio, quelle di aziendalismo,
efficientismo, educazione al consumismo, cavalierrampantismo, ecc. inviterei
- e non solo lui - a leggere, oltre al citato Documento di lavoro (di Berlinguer,
attenzione!), i seguenti due libri: «Segmenti e bastoncini» di
Lucio Russo, ed. Feltrinelli 1998 e più ancora «L'agonia della
scuola italiana» di Massimo Bontempelli, ed. C.R.T. Pistoia 2000.
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E sul Tirreno viene pubblicato un altro intervento di un responsabile di Forza Italia dal titolo significativo...
INTERVENTO
Forza Italia: «Basta mistificazioni sulla Moratti
Ecco come funziona la riforma della scuola»
Giovanni Luchetti coordinatore provinciale di Forza Italia
PRATO. Cara redazione del Tirreno, la pervicace volontà di vari esponenti,
politici ed istituzionali, della sinistra di diffondere notizie e circostanze
false sulla proposta di legge delega sulla riforma della scuola, mi impone
di chiedere accoglienza sulle pagine del vostro giornale per riepilogare ai
vostri cortesi lettori alcuni capisaldi della riforma Moratti.
1. Articolazione degli studi con scuola dell'infanzia, un primo ciclo di otto
anni (scuola primaria e secondaria di primo grado) e un secondo ciclo strutturato
nel sistema dei licei e nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale.
2. Studio obbligatorio di una lingua comunitaria dai 6 anni e la seconda lingua
dagli 11 anni.
3. A scuola anche prima dei tre anni e alle elementari anche prima dei sei
anni.
4. 12 anni complessivi per i quali vale il diritto/dovere dell'istruzione.
5. Possibilità di stage, dopo i 15 anni, sotto la responsabilità
delle istituzioni scolastiche e formative.
6. Per tutto il percorso di istruzione e formazione sarà sempre aperto
e assistito dalle istituzioni scolastiche il passaggio tra i licei e il sistema
dell'istruzione e della formazione professionale; è quindi una menzogna
sostenere che gli studenti siano obbligati a fare scelte definitive all'età
di 13 anni.
7. Il liceo sarà sempre di cinque anni, con gli assi tradizionali classico,
scientifico, artistico ma anche economico, tecnologico, musicale (del tutto
falsa quindi la posizione di chi sostiene che con la riforma si penalizzi
l'insegnamento musicale), linguistico e delle scienze umane.
In questi nuovi settori potrà anche trovare pieno diritto di cittadinanza
il nostro Buzzi per il futuro del quale si sprecano allarmi e denunce del
tutto infondati anche alla luce delle assicurazioni fornite in proposito dallo
stesso Ministro Moratti.
8. Viene reintrodotto il principio della valutazione nella constatazione dell'illusione
fallimentare ed ingenua di poter avere un'istruzione efficiente senza strumenti
di giudizio.
9. Interventi precisi per il migliore funzionamento della scuola pubblica:
solo il Ministro Moratti è riuscito a far iniziare l'anno scolastico
senza cattedre scoperte nell'interesse delle famiglie, degli studenti ma anche
del futuro della scuola di Stato.
10. Rivoluzione professionale della docenza, con un nuovo quadro di aggiornamento
permanente, di livello retributivo, di autonomia.
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E l'attacco concentrico continua con un articolo pubblicato su la Gazzetta di Parma, in cui viene riportata la posizione di Brocca. Tutto il gran can can che stiamo facendo è frutto dell'inerzia e immobilismo della scuola contro le vere riforme...
CONVEGNOL'ex sottosegretario alla Pubblica istruzione all'hotel Stendhal
«Passo avanti con la Moratti» Brocca (Udc): Sì al cambiamento,
contro gli immobilismi nella scuola Il dovere di una forza politica moderata?
«Propugnare l'innovazione e il cambiamento rifiutando l'immobilismo
ma anche il qualunquismo dei nuovisti di sinistra». Insomma, tutto il
contrario di un conservatorismo fine a se stesso. Un modo di fare politica
che secondo Beniamino Brocca - ex sottosegretario alla Pubblica istruzione
e ora responsabile nazionale dell'Udc sempre per i temi dell'istruzione -
va applicato in primo luogo al tormentato universo della scuola italiana,
sempre nel bel mezzo di infiniti guadi, fra riforme tentate e riordini naufragati.
Proprio Brocca ne ha parlato ieri a un convegno promosso all'hotel Stendhal
dall'Unione dei democratici cristiani (l'Udc, la nuova sigla che riunisce
Ccd, Cdu e Democrazia europea), alla presenza del sindaco Elvio Ubaldi. L'affollato
incontro, introdotto dal segretario provinciale del Ccd Giuseppe Pellacini,
è stato moderato dal vice segretario Maria Antonietta Castagnoli. Erano
presenti anche gli assessore Costantino Monteverdi e Maria Teresa Guarnieri.
Cambiare, dunque, è necessario. Ma con moderazione e, soprattutto,
nel rispetto di ciò che di buono c'è nel passato. Ecco perché
Brocca ha difeso ieri a spada tratta la riforma della scuola varata dal ministro
dell'Istruzione Letizia Moratti: «Non un ritorno al passato, ma un progetto
del quale apprezziamo la distinzione fra elementari e medie, il rinnovamento
della scuola media, la trasformazione della scuola secondaria superiore in
una visione quinquennale, l'abolizione di alcuni bienni che rappresentavano
elementi di rigidità».
Il vero passo all'indietro, secondo Brocca, era rappresentato invece dalla
riforma Berlinguer, «un insieme di vecchie idee copiate da proposte
degli anni '60 che ci hanno propinato come cose nuove». L'aziendalizzazione
della scuola? «I presidi-manager li ha introdotti il centrosinistra
con la sua riforma». L'eccessiva anticipazione della scelta educativa
per i ragazzi? «Era un'idea di Berlinguer, che imponeva la scelta a
13 anni; noi a 13 anni prevediamo solo una scelta fra due indirizzi di istruzione
che hanno pari dignità».
Una difesa a spada tratta ma pur sempre, ha precisato Brocca, nella massima
disponibilità al dialogo, purché dall'altra parte ci sia la
«rinuncia a quella faziosità che troppo spesso ha fatto degenerare
il dibattito sulla scuola in Italia. Una scuola che ha definito "di qualità
discreta"», e che specie in questa fase di riforma deve rimanere
immune da tendenze come «l'enfasi esterofila, per cui tutto ciò
che viene da fuori è migliore», dalla «deriva tecnologica
che va a discapito della cultura», e da una certa «frenesia realizzativa».
«Uscire dalle strettoie delle ideologie». Per il sindaco Ubaldi
è questo il punto da cui partire nel dibattito sulla scuola, tenendo
sempre presente che «abbiamo una concezione della scuola che non deve
essere dispersa in omologazioni ad altri sistemi, e che deve aiutarci a mantenere
gli elementi essenziali, anche se con una grande capacità di innovazione».
E per Anna Mazzieri, responsabile provinciale dell'ufficio scuola dell'Udc,
«le radici della libertà sono le stesse dell'educazione, e la
scuola moderna rifiuta la strada dell'omologazione della sinistra e imbocca
quella della libertà e del merito».
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Ma intanto a Vignola salta il tempo prolungato nella scuola media e i genitori e insegnanti, immobilisti come sono, protestano... (articolo su La Gazzetta di Modena)...
Vignola. Protestano docenti e famiglie della scuola 'Muratori' per gli effetti
dei minori finanziamenti
Medie, tagliato il tempo prolungato
Coinvolgerà tre classi e 80 studenti, riforma Moratti sotto accusa
VIGNOLA. C'è agitazione e aria di mobilitazione alla scuola media Muratori
di Vignola dopo aver appreso che il prossimo anno il taglio ai finanziamenti
destinati alla scuola taglierà che il tempo prolungato in tre classi.
«A Vignola 80 ragazzi delle nuove prime - spiegano i genitori eletti
nel consiglio d'istituto - saranno costretti a passare dal tempo prolungato
a quello normale».
Le tre sezioni di tempo prolungato in meno, ne rimangono due su cinque, stanno
alimentando le proteste degli insegnanti e di gran parte dei genitori della
scuola media, in particolare i rappresentanti eletti al consiglio d'istituto.
Una protesta forte e che sembra unire un po' tutti i protagonisti della scuola.
«Nella provincia di Modena, sappiamo oggi, vengono tagliate 40 sezioni
a tempo prolungato e 3 di queste sono quelle che le famiglie di Vignola non
avranno - dicono i genitori eletti al consiglio d'istituto - Sono tagli incomprensibili
e inaccettabili. Perchè, ci chiediamo, perdere un diritto che fino
all'anno scorso era acquisito. Ci sentiamo davvero presi in giro dal ministro
Moratti, nelle sue dichiarazioni alla stampa rassicura tutti che nessuno perderà
nulla con questa riorganizzazione della scuola».
Saranno circa un'ottantina i ragazzi ai quali il prossimo anno scolastico
sono state eliminate sei ore di lezione settimanali, pari a 198 ore di scuola.
«Il decreto legge mette fine a tutto ciò che sta funzionando
bene nella scuola - commentano poi i componenti del collegio docenti - noi
non siamo d'accordo e faremo il possibile per opporrci. Chiediamo a quanti
hanno a cuore la scuola pubblica e la scuola di qualità di unirsi a
noi». E così rappresentanti dei genitori e degli insegnanti fanno
appello alle forze politiche affinchè ciascuno si adoperi, per le proprie
competenze, affinchè i servizi tagliati vengano ripristinati.
«Siamo di fronte ad una scelta scellerata - ha commentato l'on. Paola
Manzini, questore della Camera dei Deputati - che determinerà contraccolpi
pesanti sulla qualità della scuola pubblica. L'esigenza della scuola
non è il contenimento della spesa: una scelta politica in controtendenza
con gli altri Paesi europei e con l'impellente priorità di investire
in formazione. Modena è particolarmente penalizzata dalle decisioni
del Governo perchè aveva compiuto passi in avanti rispetto ad altre
realtà presenti sul territorio nazionale. Rispondo positivamente all'appello
dei genitori eletti in consiglio d'Istituto e sono disponibile a raccogliere
iniziative e proposte che possano avere ricadute a livello parlamentare».
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E a Paòermo i docenti si riuniscono in megaassemblee per discutere contro la riforma Moratti...
Venerdì e sabato i primi gruppi di studio in vista dell'assemblea
del 18 maggio allo Zen
Lavoro e università, professori all'opera
[]
GRUPPI di studio al via. Il movimento dei professori, dopo i due grandi raduni
a Ingegneria, parte con la fase delle elaborazioni e delle analisi dei temi
proposti durante le assemblee. I primi due appuntamenti di lavoro si terranno
il 3 e il 4 maggio, entrambi alle 16. Il gruppo di studio su "Economia
e lavoro" si riunirà venerdì nella facoltà di Scienze
politiche, in via Maqueda. Il confronto, preceduto da un'introduzione di Mario
Centorrino, Alessandro Garilli e Donatella Natoli, tenderà a elaborare
proposte da tradurre in articolati legislativi, riferiti alle politiche per
lo sviluppo, alle politiche attive per il lavoro e alle pratiche per l'inclusione
sociale.
Il secondo forum, su "Scuola e università", si terrà
sabato nell'aula magna della facoltà di Lettere. «Chiamiamo a
raccolta i docenti - dice Salvatore Nicosia, ex preside di Lettere - per dare
vita a un vasto movimento di opposizione alla riforma Moratti». Il forum
su "Scuola e università" intende proporsi come struttura
di coordinamento per le iniziative organizzate nei dipartimenti, negli istituti
e all'esterno. Sarà lanciata per l'occasione l'idea di un libro bianco
per raccogliere, garantendo l'anonimato, le testimonianze di docenti che,
per necessità di punteggio, hanno lavorato nei «diplomifici»
privati. Chi vuole, per lasciare suggerimenti o tracce dei propri interventi,
potrà mettersi in collegamento prima dei forum con il sito dei professori
(www.9marzo.too.it) o con l'email sito9marzo@tiscali.it). La prossima assemblea
aperta del movimento dei professori si terrà invece il 18 maggio allo
Zen.
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E per finire segnaliamo il sito di quelli di Palermo.... http://www.9marzo.too.it
riportato nell'articolo di cui sopra. E' interessante, andate a vedere...
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