1 May, 2002

 

Il Mattino di Padova pubblica una lettera che addebita le colpe maggiori della Moratti a Berlinguer. Noterete che stamattina ci sono di nuovo notizie sulla scuola, dopo un periodo di relativo silenzio stampa...

Scuola-azienda? Purtroppo se ne parlava già alla fine degli anni Ottanta

Filippo Franciosi Insegnante di Padova

Sul mattino di sabato 20 aprile è apparsa la lettera che il professor Michele Boato di Mestre aveva letto lunedì 15 a un'affollata assemblea tenutasi nella stessa città al «Pacinotti». E' invero difficile dichiarare futili o del tutto infondate le preoccupazioni che il collega esprime in prosa poetica ed in immagini spesso suggestive.
Tuttavia, allo scopo di conferire maggiore chiarezza al dibattito in corso in modo che esso si appunti sull'essenziale e non perda di efficacia proprio in vista della possibilità di conseguire qualche risultato finché l'iter parlamentare della legge ancora lo consente, mi permetto di ricordare alcune cose. Di «scuola-azienda», di «manager» invece che di preside, di alunni da chiamare «clienti» sentiamo parlare da ben prima dell'attuale governo: a partire almeno dalla fine degli anni '80 in incontri, corsi di aggiornamento, ecc., dove non mi risulta che nessuno, insegnante o preside, sia mai insorto all'udire queste, che nell'ottica del carattere pubblico della scuola, sono vere e proprie bestemmie. Io stesso ho ricevuto dal mio preside (o manager o dirigente scolastico, ora addirittura Ds) comunicazioni, che posso esibire, indirizzate non al professor Tale o semplicemente al signor Tale, ma «Al dipendente Tal dei Tali», e questo non adesso, ma nel 2000... Ma insomma: il responsabile del settore formazione della Confindustria, Lombardi, ministro della Repubblica all'istruzione chi ce lo mise? Berlusconi o un altro governo, e sostenuto da quali partiti?
Proprio per poter opporci meglio a queste tendenze che non possiamo accettare, è quando meno opportuno averne chiare le origini storiche. Scuola pubblica-scuola privata. Sono convinto - potrò anche aver torto, per carità - che bonus o non bonus la stragrande maggioranza degli italiani continuerebbe comunque a mandare i propri figli alla scuola di Stato appena questa continuasse ad essere quello che deve essere, un'istituzione della polis.
Il pericolo è piuttosto un altro: quello di una denaturazione del carattere pubblico della scuola avviata verso una deriva privatistica (ogni scuola fa per conto suo, secondo le richieste dell'«utenza» o della «committenza» - che «belle» parole, ma dove eravamo anni fa, quando cominciavano a circolare?).
La sostanziale abolizione dell'esame di maturità - contenuta sia ben chiaro, non nel progetto di riforma, ma nella legge finanziaria - ha dato indubbiamente una potente spinta in tale deprecabile direzione. Ma anche qui quanti fra docenti, genitori da tempo ascoltavano, o si univano al coro: «Sarebbe meglio che li esaminassero i loro stessi insegnanti»? Tra l'altro l'abolizione degli esami di maturità conduce dritto a demandare la selezione esclusivamente alle prove d'ingresso delle Università, con tutto ciò che consegue e che non posso esporre qui: intanto dove sono, su questo punto, i paladini del diritto allo studio?
E studenti, e genitori, sanno che, tranne medicina e forse legge, le università metteranno loro in mano lauree brevi? «Ma dopo il tre ci sarà il due»: ma i rubinetti del due di che natura saranno e in mano a chi? Comunque la preparazione di base sarà ormai quella da laurea breve. E tutto ciò di quale governo è opera? Dell'attuale o del precedente?
Ultima cosa, a noi più vicina. Giova tener presente che se la riforma Moratti non passasse, il prossimo settembre entrerebbe automaticamente in vigore la riforma Berlinguer-De Mauro, che è già legge dello Stato: un anno di scuola in meno, la distruzione della scuola media, gli insegnanti delle medie per i due terzi alle elementari e l'altro terzo al primo biennio delle superiori (tralascio qui di illustrare le caratteristiche di tale biennio: chi ne vuol sapere qualcosa prenda il Documento di lavoro per il riordino dei cicli del gennaio 1997). E altro che tagli! Un tredicesimo del servizio in meno, unitamente ad accorpamenti, superamento del gruppo classe, accorciamento delle ore, insegnamento per moduli... tutta bella roba contenuta nella Bassanini o in Finanziarie di anni precedenti e di cui pochissimi, stranamente, si erano accorti.
Ben a ragione nella legge 30/2000 (sottolineo, nella legge) si parla apertamente di «risorse rese disponibili con l'attuazione della riforma». In conclusione ritengo di poter dire questo: 1) la riforma Moratti è certamente meno organica della precedente, fondata su basi dottrinali perverse ma solide: 2) anche per questo è più suscettibile di modifiche; 3) è tutt'altro che positiva in tutto: gli aspetti e i punti più negativi sono naturalmente quelli, non pochi, mutuati proprio dalla riforma Berlinguer-De Mauro, in virtù anche della collaborazione con personaggi già al seguito di questi due ministri; 4) quanto alle critiche che nella lettera del collega Boato trovano maggiore spazio, quelle di aziendalismo, efficientismo, educazione al consumismo, cavalierrampantismo, ecc. inviterei - e non solo lui - a leggere, oltre al citato Documento di lavoro (di Berlinguer, attenzione!), i seguenti due libri: «Segmenti e bastoncini» di Lucio Russo, ed. Feltrinelli 1998 e più ancora «L'agonia della scuola italiana» di Massimo Bontempelli, ed. C.R.T. Pistoia 2000.

*************************

E sul Tirreno viene pubblicato un altro intervento di un responsabile di Forza Italia dal titolo significativo...

INTERVENTO
Forza Italia: «Basta mistificazioni sulla Moratti
Ecco come funziona la riforma della scuola»

Giovanni Luchetti coordinatore provinciale di Forza Italia

PRATO. Cara redazione del Tirreno, la pervicace volontà di vari esponenti, politici ed istituzionali, della sinistra di diffondere notizie e circostanze false sulla proposta di legge delega sulla riforma della scuola, mi impone di chiedere accoglienza sulle pagine del vostro giornale per riepilogare ai vostri cortesi lettori alcuni capisaldi della riforma Moratti.
1. Articolazione degli studi con scuola dell'infanzia, un primo ciclo di otto anni (scuola primaria e secondaria di primo grado) e un secondo ciclo strutturato nel sistema dei licei e nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale.
2. Studio obbligatorio di una lingua comunitaria dai 6 anni e la seconda lingua dagli 11 anni.
3. A scuola anche prima dei tre anni e alle elementari anche prima dei sei anni.
4. 12 anni complessivi per i quali vale il diritto/dovere dell'istruzione.
5. Possibilità di stage, dopo i 15 anni, sotto la responsabilità delle istituzioni scolastiche e formative.
6. Per tutto il percorso di istruzione e formazione sarà sempre aperto e assistito dalle istituzioni scolastiche il passaggio tra i licei e il sistema dell'istruzione e della formazione professionale; è quindi una menzogna sostenere che gli studenti siano obbligati a fare scelte definitive all'età di 13 anni.
7. Il liceo sarà sempre di cinque anni, con gli assi tradizionali classico, scientifico, artistico ma anche economico, tecnologico, musicale (del tutto falsa quindi la posizione di chi sostiene che con la riforma si penalizzi l'insegnamento musicale), linguistico e delle scienze umane.
In questi nuovi settori potrà anche trovare pieno diritto di cittadinanza il nostro Buzzi per il futuro del quale si sprecano allarmi e denunce del tutto infondati anche alla luce delle assicurazioni fornite in proposito dallo stesso Ministro Moratti.
8. Viene reintrodotto il principio della valutazione nella constatazione dell'illusione fallimentare ed ingenua di poter avere un'istruzione efficiente senza strumenti di giudizio.
9. Interventi precisi per il migliore funzionamento della scuola pubblica: solo il Ministro Moratti è riuscito a far iniziare l'anno scolastico senza cattedre scoperte nell'interesse delle famiglie, degli studenti ma anche del futuro della scuola di Stato.
10. Rivoluzione professionale della docenza, con un nuovo quadro di aggiornamento permanente, di livello retributivo, di autonomia.

***********************

E l'attacco concentrico continua con un articolo pubblicato su la Gazzetta di Parma, in cui viene riportata la posizione di Brocca. Tutto il gran can can che stiamo facendo è frutto dell'inerzia e immobilismo della scuola contro le vere riforme...

CONVEGNO—L'ex sottosegretario alla Pubblica istruzione all'hotel Stendhal «Passo avanti con la Moratti» Brocca (Udc): Sì al cambiamento, contro gli immobilismi nella scuola Il dovere di una forza politica moderata? «Propugnare l'innovazione e il cambiamento rifiutando l'immobilismo ma anche il qualunquismo dei nuovisti di sinistra». Insomma, tutto il contrario di un conservatorismo fine a se stesso. Un modo di fare politica che secondo Beniamino Brocca - ex sottosegretario alla Pubblica istruzione e ora responsabile nazionale dell'Udc sempre per i temi dell'istruzione - va applicato in primo luogo al tormentato universo della scuola italiana, sempre nel bel mezzo di infiniti guadi, fra riforme tentate e riordini naufragati. Proprio Brocca ne ha parlato ieri a un convegno promosso all'hotel Stendhal dall'Unione dei democratici cristiani (l'Udc, la nuova sigla che riunisce Ccd, Cdu e Democrazia europea), alla presenza del sindaco Elvio Ubaldi. L'affollato incontro, introdotto dal segretario provinciale del Ccd Giuseppe Pellacini, è stato moderato dal vice segretario Maria Antonietta Castagnoli. Erano presenti anche gli assessore Costantino Monteverdi e Maria Teresa Guarnieri.
Cambiare, dunque, è necessario. Ma con moderazione e, soprattutto, nel rispetto di ciò che di buono c'è nel passato. Ecco perché Brocca ha difeso ieri a spada tratta la riforma della scuola varata dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti: «Non un ritorno al passato, ma un progetto del quale apprezziamo la distinzione fra elementari e medie, il rinnovamento della scuola media, la trasformazione della scuola secondaria superiore in una visione quinquennale, l'abolizione di alcuni bienni che rappresentavano elementi di rigidità».
Il vero passo all'indietro, secondo Brocca, era rappresentato invece dalla riforma Berlinguer, «un insieme di vecchie idee copiate da proposte degli anni '60 che ci hanno propinato come cose nuove». L'aziendalizzazione della scuola? «I presidi-manager li ha introdotti il centrosinistra con la sua riforma». L'eccessiva anticipazione della scelta educativa per i ragazzi? «Era un'idea di Berlinguer, che imponeva la scelta a 13 anni; noi a 13 anni prevediamo solo una scelta fra due indirizzi di istruzione che hanno pari dignità».
Una difesa a spada tratta ma pur sempre, ha precisato Brocca, nella massima disponibilità al dialogo, purché dall'altra parte ci sia la «rinuncia a quella faziosità che troppo spesso ha fatto degenerare il dibattito sulla scuola in Italia. Una scuola che ha definito "di qualità discreta"», e che specie in questa fase di riforma deve rimanere immune da tendenze come «l'enfasi esterofila, per cui tutto ciò che viene da fuori è migliore», dalla «deriva tecnologica che va a discapito della cultura», e da una certa «frenesia realizzativa».
«Uscire dalle strettoie delle ideologie». Per il sindaco Ubaldi è questo il punto da cui partire nel dibattito sulla scuola, tenendo sempre presente che «abbiamo una concezione della scuola che non deve essere dispersa in omologazioni ad altri sistemi, e che deve aiutarci a mantenere gli elementi essenziali, anche se con una grande capacità di innovazione». E per Anna Mazzieri, responsabile provinciale dell'ufficio scuola dell'Udc, «le radici della libertà sono le stesse dell'educazione, e la scuola moderna rifiuta la strada dell'omologazione della sinistra e imbocca quella della libertà e del merito».
************************

Ma intanto a Vignola salta il tempo prolungato nella scuola media e i genitori e insegnanti, immobilisti come sono, protestano... (articolo su La Gazzetta di Modena)...

Vignola. Protestano docenti e famiglie della scuola 'Muratori' per gli effetti dei minori finanziamenti
Medie, tagliato il tempo prolungato
Coinvolgerà tre classi e 80 studenti, riforma Moratti sotto accusa


VIGNOLA. C'è agitazione e aria di mobilitazione alla scuola media Muratori di Vignola dopo aver appreso che il prossimo anno il taglio ai finanziamenti destinati alla scuola taglierà che il tempo prolungato in tre classi. «A Vignola 80 ragazzi delle nuove prime - spiegano i genitori eletti nel consiglio d'istituto - saranno costretti a passare dal tempo prolungato a quello normale».
Le tre sezioni di tempo prolungato in meno, ne rimangono due su cinque, stanno alimentando le proteste degli insegnanti e di gran parte dei genitori della scuola media, in particolare i rappresentanti eletti al consiglio d'istituto. Una protesta forte e che sembra unire un po' tutti i protagonisti della scuola. «Nella provincia di Modena, sappiamo oggi, vengono tagliate 40 sezioni a tempo prolungato e 3 di queste sono quelle che le famiglie di Vignola non avranno - dicono i genitori eletti al consiglio d'istituto - Sono tagli incomprensibili e inaccettabili. Perchè, ci chiediamo, perdere un diritto che fino all'anno scorso era acquisito. Ci sentiamo davvero presi in giro dal ministro Moratti, nelle sue dichiarazioni alla stampa rassicura tutti che nessuno perderà nulla con questa riorganizzazione della scuola».
Saranno circa un'ottantina i ragazzi ai quali il prossimo anno scolastico sono state eliminate sei ore di lezione settimanali, pari a 198 ore di scuola. «Il decreto legge mette fine a tutto ciò che sta funzionando bene nella scuola - commentano poi i componenti del collegio docenti - noi non siamo d'accordo e faremo il possibile per opporrci. Chiediamo a quanti hanno a cuore la scuola pubblica e la scuola di qualità di unirsi a noi». E così rappresentanti dei genitori e degli insegnanti fanno appello alle forze politiche affinchè ciascuno si adoperi, per le proprie competenze, affinchè i servizi tagliati vengano ripristinati.
«Siamo di fronte ad una scelta scellerata - ha commentato l'on. Paola Manzini, questore della Camera dei Deputati - che determinerà contraccolpi pesanti sulla qualità della scuola pubblica. L'esigenza della scuola non è il contenimento della spesa: una scelta politica in controtendenza con gli altri Paesi europei e con l'impellente priorità di investire in formazione. Modena è particolarmente penalizzata dalle decisioni del Governo perchè aveva compiuto passi in avanti rispetto ad altre realtà presenti sul territorio nazionale. Rispondo positivamente all'appello dei genitori eletti in consiglio d'Istituto e sono disponibile a raccogliere iniziative e proposte che possano avere ricadute a livello parlamentare».

****************************

E a Paòermo i docenti si riuniscono in megaassemblee per discutere contro la riforma Moratti...

Venerdì e sabato i primi gruppi di studio in vista dell'assemblea del 18 maggio allo Zen
Lavoro e università, professori all'opera


[]
GRUPPI di studio al via. Il movimento dei professori, dopo i due grandi raduni a Ingegneria, parte con la fase delle elaborazioni e delle analisi dei temi proposti durante le assemblee. I primi due appuntamenti di lavoro si terranno il 3 e il 4 maggio, entrambi alle 16. Il gruppo di studio su "Economia e lavoro" si riunirà venerdì nella facoltà di Scienze politiche, in via Maqueda. Il confronto, preceduto da un'introduzione di Mario Centorrino, Alessandro Garilli e Donatella Natoli, tenderà a elaborare proposte da tradurre in articolati legislativi, riferiti alle politiche per lo sviluppo, alle politiche attive per il lavoro e alle pratiche per l'inclusione sociale.
Il secondo forum, su "Scuola e università", si terrà sabato nell'aula magna della facoltà di Lettere. «Chiamiamo a raccolta i docenti - dice Salvatore Nicosia, ex preside di Lettere - per dare vita a un vasto movimento di opposizione alla riforma Moratti». Il forum su "Scuola e università" intende proporsi come struttura di coordinamento per le iniziative organizzate nei dipartimenti, negli istituti e all'esterno. Sarà lanciata per l'occasione l'idea di un libro bianco per raccogliere, garantendo l'anonimato, le testimonianze di docenti che, per necessità di punteggio, hanno lavorato nei «diplomifici» privati. Chi vuole, per lasciare suggerimenti o tracce dei propri interventi, potrà mettersi in collegamento prima dei forum con il sito dei professori (www.9marzo.too.it) o con l'email sito9marzo@tiscali.it). La prossima assemblea aperta del movimento dei professori si terrà invece il 18 maggio allo Zen.

***************************

E per finire segnaliamo il sito di quelli di Palermo.... http://www.9marzo.too.it riportato nell'articolo di cui sopra. E' interessante, andate a vedere...

Se avete commnenti o notizie utili contattate il responsabile di pagina

torna alla home page