Un primo articolo dall'Alto Adige, l'assessore provinciale a colloquio con la Moratti chiede più autonomia per la sua regione...
«Riforma, vogliamo essere autonomi»
Oggi a Roma l'assessora Gnecchi a colloquio col ministro Moratti
ISTRUZIONE E POLITICA
di Maurizio Dallago
BOLZANO. Autonomia nella riforma. Questo, in primo luogo, è quanto
chiederà oggi l'assessora provinciale alla scuola italiana al ministro
dell'Istruzione, Letizia Moratti. In sostanza, che la revisione del sistema
scolastico predisposta da Roma passi, in Alto Adige, attraverso atti normativi
della Provincia. Per Luisa Gnecchi, i punti più controversi della riforma
riguardano l'abbassamento dell'obbligo scolastico, la riduzione del ciclo
delle superiori e le modalità del percorso scuola/ lavoro.
Assessore Gnecchi, cosa si attende dall'incontro che avrà domani (oggi,
ndr) con il ministro dell'Istruzione?
«Innanzitutto vogliamo spiegare al ministro dell'Istruzione lo specifico
quadro istituzionale della Provincia di Bolzano in materia di istruzione elementare
e secondaria, nonché in materia di istruzione e formazione professionale,
in modo che la riforma che si vuole attuare, tenga conto degli aspetti peculiari
dell'autonomia».
La nostra situazione scolastica è in parte diversa dal resto d'Italia.
Può costituire un esempio per le altre realtà nazionali?
«Abbiamo la competenza concorrente della Provincia in materia di istruzione
elementare e secondaria, esercitata dal 1972 e sulla quale si è andato
definendo, nel rispetto dei principi fondamentali riservati alla normativa
statale, l'intero ordinamento scolastico provinciale, con particolare riguardo
alla disciplina degli organi collegiali scolastici, ai programmi e ai curricoli,
all'organizzazione e al funzionamento della scuola. Può essere un esempio
anche per gli altri».
C'è il rischio che la riforma predisposta dalla Moratti intervenga
in modo massiccio sulla realtà scolastica altoatesina?
«Il nostro modello scolastico e formativo deve essere salvaguardato
e sviluppato. Per questo motivo chiederemo di prevedere nel ddl sulla riforma
del sistema scolastico una disposizione generale che stabilisca come la Provincia
di Bolzano disciplini con propri provvedimenti normativi la materia oggetto
di revisione, nel rispetto delle norme autonomistiche vigenti».
Lei non è andata agli Stati generali della scuola ed anche i suoi colleghi
delle altre regioni si sono dimostrati critici, soprattutto sul modo in cui
la riforma è stata portata avanti fino ad oggi. Perché?
«Vedremo i chiarimenti che ci verranno forniti domani (oggi, ndr) a
Roma. Il rischio è quello che venga meno il raccordo della programmazione
dell'offerta formativa con le reali esigenze del territorio, mentre la netta
separazione dei percorsi di istruzione e formazione rischia di vanificare,
di fatto, il progetto del sistema integrato, ispirato al principio di una
reale pari dignità dei canali di istruzione e formazione professionale».
Cosa vi preoccupa maggiormente della riforma ministeriale?
«Ci preoccupano e meritano degli approfondimenti alcuni punti, come
l'abbassamento dell'obbligo scolastico a 14 anni, la riduzione di un anno
del percorso della scuola superiore, le modalità di regolamentazione
del percorso in alternanza scuola/lavoro e il riconoscimento dell'anno di
credito attribuito alla scuola dell'infanzia, spendibile solo per il conseguimento
della qualifica professionale e conseguente avvio precoce all'attività
lavorativa».
*********************
Sul Messaggero Veneto il segretario dei socialisti del Fvg scrive un articolo
critico sulla riforma Moratti: è il concetto di scuola-azienda che
non va bene, anzi va benissimo nel quadro berlusconiano...
Gli alunni sono numeri
per il ministro Moratti
A giudicare dagli atti di questi primi mesi sembra che il nuovo governo abbia
le idee molto chiare. Per esempio, per quanto riguarda la riforma della scuola,
il ministro Moratti sa esattamente cosa vuole. Anzi, la sua idea di scuola
si inserisce esattamente nel quadro dei principi che sorreggono il progetto
di Berlusconi, teso a dividere la società di domani fra coloro che
diventeranno classe dirigente e chi dovrà diventare semplice manovalanza.
Il progetto deve essere fatto subito con un forte efficientismo aziendalistico,
senza perdere tempo perché il tempo è denaro.
Limpianto della proposta Moratti si regge sullequiparazione fra
scuole pubbliche e scuole private, sulla decomposizione delle commissioni
desame (con commissari interni anche nelle private), sullaffidamento
della commissione per la formulazione del codice deontologico degli insegnanti
a un cardinale di Santa Romana Chiesa, sullassunzione in ruolo
senza pubblico concorso degli insegnanti di religione, sulla reintroduzione
di fatto dellavviamento professionale, mandato in soffitta più
di mezzo secolo fa, dal centro-sinistra, con la creazione della scuola media
unificata. Il tutto dettato da una estrema coerenza, quasi a pensare che ci
sia un chiaro disegno, un lucido calcolo politico, che passa furbescamente
con il finto coinvolgimento dei vari corpi della scuola attraverso i cosiddetti
Stati generali.
Forse non tutti hanno capito che, anche sotto il profilo puramente mercantile,
questa politica produrrà anche un grosso calo delloccupazione,
con teatcheriana espulsione di una buona fetta di insegnanti. Il disegno di
favorire le scuole private poi è di una lapalissiana chiarezza.
Nella scuola è proprio la logica del mercato che dovrebbe essere bandita
perché listruzione non appartiene ai beni di consumo, ma alla
cultura, ai saperi e alle conoscenze. Trasformare lesame di Stato a
pura formalità significa far conseguire a chiunque, dietro lauto pagamento,
il diploma di Stato, e magari da gestori di scuole private che devono far
quadrare i loro bilanci. Un affare enorme. Entro pochi anni, se questa riforma
andrà in porto, solo chi non avrà voglia o non disporrà
di sufficiente denaro non avrà il diploma.
LItalia rischia di diventare un paese di diplomati senza istruzione
e cultura o ritornerà a quello che era cinquantanni fa, senza
le garanzie delle pari opportunità e il diritto, uguale per tutti,
alla cultura e allistruzione.
Ma oggi contano solo i numeri e per la Moratti gli alunni sono numeri, che
devono costare sempre di meno, come nelle scuole private, che sono, oggi,
più economiche e quindi migliori. Perché tutto ciò non
accada ci vorrà una grande battaglia politica con chiari obiettivi
fatti propri dai docenti, dagli studenti e dalle famiglie.
Questa battaglia dovrà puntare su alcuni obiettivi fondamentali quali
la difesa del primato della scuola pubblica e della capacità e serietà
di insegnamento (quindi laicità dellinsegnamento, reclutamento
diverso rispetto alle scuole private, controllo sistematico delle capacità
didattiche) assieme alla centralità dellalunno quale titolare
di diritti che non possono essere assoggettati a logiche di interesse aziendalistico
il quale introdurrebbe una brutale discriminazione, quella economica. Le battaglie
di civiltà superano la logica materialistica del mercato, battaglie
che il centro-sinistra deve portare avanti con coerenza e convinzione e quella
della scuola è una delle più importanti.
segretario regionale Socialisti del Fvg
*************************
Sul Nuovo invece un articolo che mostra come la macchina schiacciasassi
va avanti comunque, è pronto pare il ddl sulla riforma (dopo la riunione
avuta con i responsabili scuola della maggioranza, riunione infuocata di cui
vi abbiamo riferito ieri):
Riforma della scuola, è pronto il DdlDodici anni di percorso di istruzione,
divisi in due cicli. Dopo i quindici anni si potrà alternare studio
e lavoro. I dettagli della bozza Moratti sul tavolo del prossimo Consiglio
dei ministri.
[]
ROMA - Dodici anni di percorso di istruzione e/o formazione, con cinque anni
di elementare. Si potrà sedere sui banchi già dall'età
di 5 anni e mezzo. E' previsto lo studio di almeno una lingua straniera. Le
scuole superiori dureranno ancora 5 anni. Sono alcune delle principali novità
della riforma della scuola, così come è impostata nella bozza
del disegno di legge messa a punto dal ministro Moratti. Il testo potrebbe
approdare già al prossimo Consiglio dei ministri. Da viale Trastevere
comunque fanno sapere che la bozza è aperta a modifiche e il ministro
sta ancora concludendo la carrellata di incontri con le parti. Ecco i principali
punti del disegno di legge:Percorso: Almeno 12 anni per il "Sistema educativo
di istruzione e formazione 'finalizzato alla crescita e alla valorizzazione
della persona''. Tale Sistema si articola in: scuola dell'infanzia, un primo
ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado,
e un secondo ciclo con il sistema dei licei, dell'istruzione e della
formazione professionale. Materne: La scuola dell'infanzia è di durata
triennale. Possono iscriversi i bambini e le bambine che compiono i 3 anni
entro il 31 marzo dell'anno scolastico di riferimento.Primo ciclo: Si può
accedere già a 5 anni e mezzo. Il primo ciclo di istruzione è
costituito dalla scuola primaria, della durata di 5 anni, e dalla scuola secondaria
di primo grado della durata di 3 anni. Al primo ciclo iscrizione aperta ai
bambini che compiono i 6 anni entro il 31 marzo dell'anno scolastico di riferimento.Lingue
straniere: Almeno una alle elementari e due alle medie. Alle elementari è
previsto l'apprendimento di almeno una lingua dell'Unione europea e programmi
di "alfabetizzazione tecnologica". Al termine del primo ciclo di
istruzione bisognerà superare un esame di Stato. L'esito dovrà
comprendere anche un'indicazione orientativa non vincolante per la successiva
scelta di istruzione e di formazione. Secondo ciclo: E' costituito dal sistema
dei licei e da quello dell'istruzione e formazione professionale. Dal quindicesimo
anno di età, i diplomi e le qualifiche si possono conseguire non solo
attraverso il semplice studio, ma anche con un'alternanza di scuola e lavoro
o attraverso l'apprendistato. I licei (l'artistico, il classico, l'economico,
il linguistico, il
musicale, lo scientifico, il tecnologico, e delle scienze umane) durano cinqueanni,
almeno quattro i corsi di istruzione o formazione professionale (con anno
integrativo per iscriversi all'università).Cambio di percorso: E' possibile
passare dal sistema dei licei al sistema dell'istruzione e formazione professionale,
o anche viceversa, "mediante apposite iniziative didattiche finalizzate
all'acquisizione di una preparazione adeguata alla nuova scelta". Prima
dell'accesso ai corsi universitari è comunque prevista una verifica
delle conoscenze e delle abilità. Scuola.lavoro: Prima degli studi
universitari e dopo i 15 anni di età, si possono alternare allo studio
periodi di tirocinio e stage presso le imprese convenzionate con le scuole.Formazione
docenti: Per tutti gli insegnanti si prevede una formazione iniziale per tutti
i docenti (materne, elementari, medie e superiori) di "pari dignità
e durata" che passerà attraverso corsi di laurea specialistica.
Il numero dei posti disponibili dipenderà dai posti di lavoro effettivamente
a disposizione. (10 GENNAIO 2002, ORE 22:35
***********************
Intanto riprendono le agitazioni, vediamo dunque un articolo sul Mattino
on line...
ANCORA SCONTRO
SULLA RIFORMA
ANNA MARIA ASPRONE
Prove tecniche di occupazione. Leffetto boomerang del Liceo Genovesi
che ha riaperto, in concomitanza con la riapertura degli istituti, il fronte
della mobilitazione studentesca, è stato immediato e dirompente. Ieri
molti Istituti, Licei, Professionali e Istituti Tecnici - ma non sono mancate
anche manifestazioni di protesta da parte delle scuole medie ed elementari
- sono stati sul piede di guerra, in bilico tra occupazione e assemblee.
Al Liceo Scientifico Mercalli ieri si è consumata una giornata di estenuanti
dibattiti, confronti e trattative tra gli studenti decisi ad occupare la sede
di via Andrea DIsernia e i professori che, pur solidarizzando in linea
di massima con le iniziative dei ragazzi contro la riforma Moratti, non ne
condividono tuttavia la linea dazione, che porta dritto alloccupazione
e non, come suggerito dai docenti nel corso dellintero pomeriggio, ad
altre forme di protesta meno dure. Allassemblea del Mercalli hanno partecipato
anche alcuni studenti del Genovesi. In tardo pomeriggio infine la sofferta
decisione di occupare listituto. La preside, insieme ad un gruppo di
docenti ha deciso di restare anche lei nella scuola: in serata la decisione,
da parte degli studenti, di lasciare le aule. La protesta sfocierà
in un confronto, questa mattina, con il corpo insegnanti. Poi si vedrà.
E mentre la decisione di occupare lo Scientifico è arrivata solo dopo
quasi un giorno di ripensamenti e discussioni da parte degli studenti, i loro
colleghi del Classico ieri, già dalla prime ore del mattino, hanno
tentato di passare direttamente alle vie di fatto. Ieri mattina, infatti,
poco prima delle sette, un manipolo di studenti (tre per lesattezza)
dellUmberto si è introdotto, attraverso unuscita di sicurezza,
nellistituto con la chiara intenzione di replicare lazione di
forza compiuta solo due giorni prima dai colleghi del Genovesi. Dopo aver
bloccato ogni altra via daccesso alla scuola i tre studenti sono rimasti
allinterno in attesa dellarrivo degli altri studenti con il progetto
di occupare la scuola ed impedire a docenti e bidelli di entrare. Ma, poco
prima delle otto, sono arrivati i bidelli che, constatata limpossibilità
di accedere alledificio, hanno subito pensato che nella scuola fossero
entrati i ladri ed hanno avvertito le forze dellordine.
Sul posto sono quindi giunte in una manciata di minuti alcune volanti della
polizia. Ma quando gli agenti hanno fatto irruzione nei locali della scuola
hanno trovato solo i tre studenti al primo piano. Dopo averli fermati li hanno
condotti subito in commissariato dove sono stati identificati. Naturalmente
sono stati avvertiti i genitori che però hanno potuto portare via i
ragazzi solo dopo qualche ora, perchè si era diffusa la voce che nel
liceo ci fosse ancora un altro studente. Notizia che è poi risultata
priva di fondamento. «Non crediamo, almeno nellimmediato che riproveremo
ad occupare listituto - hanno spiegato alcuni degli studenti - ma continueremo
comunque ad adottare altre forme di protesta perchè, oltre alle legittime
rivendicazioni che vedono uniti tutti gli studenti contro la riforma Moratti,
per noi cerano anche delle questioni più specificamente collegate
al nostro istituto». La mobilitazione allUmberto, era iniziata
già alla ripresa delle attività scolastiche quando al rientro
in aula si sono resi conto che: «non erano state mantenute le promesse
che ci aveva fatto la preside - come hanno spiegato i ragazzi - prima delle
vacanze. Si era parlato delle palestre, degli armadietti dellassistenza
sanitaria e della biblioteca scolastica. E, tranne che su questultimo
punto che richiedeva un tempo organizzativo più lungo, per le altre
questioni ci era stata garantita una soluzione già alla ripresa del
7 gennaio. Cosa che non si è verificata». Su queste tematiche
e sulla conseguente decisione di passare alloccupazione la scuola si
è «spaccata» tra chi ha deciso di aspettare ancora qualche
giorno e chi, invece, era dellopinione di scegliere la linea dura.
**********************
Sempre sul Mattino on line, riparte il problema della valutazione delle
scuole, degli studenti e degli insengnanti:
GLI ESAMI
DI MATURITÀ
ELENA ROMANAZZI
Latino al liceo classico, matematica allo scientifico, lingua straniera al
linguistico. Sul sito del ministero della Pubblica istruzione sono uscite
le materie della seconda prova scritta degli esami di maturità. La
prima prova, come di consueto, sarà il tema ditaliano. Questanno
gli esami cominceranno il 19 giugno. Con una novità inserita nella
legge Finanziaria: le commissioni esaminatrici saranno composte da membri
interni dellIstituto (la regola vale anche per le scuole private). Solo
il presidente sarà esterno. Un primo passo questo verso la vera riforma
dellesame di maturità che dovrebbe essere presentata a breve
e che si è resa necessaria - così aveva spiegato il ministro
- dopo lo screening effettuato e stabilito per legge dellattuale prova
varata dallex ministro della Pubblica istruzione tre anni fa. Dallo
studio dei dati è emerso che il numero di promossi è sensibilmente
aumento.
Riforma dei cicli
Il ministro della Pubblica Istruzione stringe i tempi per arrivare entro la
fine di gennaio alla stesura di un disegno di legge che modifichi la legge
varata da Berlinguer-De Mauro. Letizia Moratti, dopo il vertice con i responsabili
scuola dei partiti della maggioranza, ha convocato oggi i sindacati per presentare
le sostanziali modifiche apportate alla proposta del comitato ristretto presieduto
dal professor Giuseppe Bertagna. Modifiche delle quali il presidente della
commissione non è stato informato. Spiega Bertagna: «Quello che
condivido è quello che ho scritto, contenuto nelle 174 pagine degli
annali e nelle 34 cartelle del rapporto di sintesi, il resto non lo commento».
Sono due le novità principali che il ministro oggi presenterà
anche ai sindacati: il mantenimento dei licei a 5 anni, con un percorso di
formazione dunque che si conclude a 19 anni e non a 18; la possibilità
per i genitori di mandare i figli alla scuola dellobbligo a 5 anni (nellipotesi
si offre questa possibilità solo ai bambini che compiono i 6 anni entro
la fine di giugno) per farli uscire a 18 anni. In questo caso lingresso
alla scuola materna viene anticipato a due anni e mezzo.
La valutazione
Partirà il prossimo 15 marzo la prima prova generale per la valutazione
delle scuole italiane. La commissione presieduta dal professore Giacomo Elias
ha messo a punto un progetto pilota che interesserà 2.500 scuole sparse
sul territorio nazionale. Le prove si articoleranno in due momenti distinti.
Ci sarà - ha spiegato Elias - prima una valutazione dellapprendimento
degli alunni. E questa verrà effettuata attraverso un questionario
a risposta multipla, riguardante litaliano e la matematica. Il questionario
verrà calibrato per ogni ordine di scuola e riguarderanno la quinta
elementare, le terze medie e il secondo anno di liceo. La seconda prova, invece,
è tutta puntata sugli istituti ed ha lo scopo di rilevare lefficienza
della scuola. Le 2.500 scuole, comprese le materne, dovranno compilare un
questionario relativo al grado di attuazione dellofferta formativa.
Il progetto pilota ha lo scopo di mettere a punto quella che sarà nel
futuro la valutazione della scuola a livello nazionale. Un sistema che ogni
anno dovrà fornire al ministero dellIstruzione, attraverso lIstituto
nazionale di valutazione del sistema d'istruzione (Invalsi), indicazioni in
base alle quali si decideranno le misure più opportune per migliorare
il sistema educativo e sanare le aree di crisi delle diverse realtà
scolastiche. Pur non essendo significativo in termini numerici il campione
del progetto pilota, lobiettivo è quello di effettuare una stima
in termini organizzativi delle risorse finanziarie e umane necessarie per
mettere in moto il servizio di valutazione su scala nazionale.
***********************