11 March, 2002

E' uscito il nuovo numero di fuori registro, riportiamo come sempre il sommario

Sommario
Fazzoletti che si annodano, arcipelago che si ricompone
di Emanuela Cerutti
"FAZZOLETTI BIANCHI PER LA SCUOLA"
di Fuoriregistro
I primi commenti all'Appello: venti di libertà?
di Gianni Mereghetti - Corrada Cardini
Il Disegno di Legge in discussione
di Didaweb
La proposta della Minoranza
di Cgil Scuola
Dibattito in Aula : prime battute
di Edscuola
A quale scuola si sta pensando?
di Antonio Limonciello
Continuità didattica in situazione di handicap
di Lucia Balboni
Documenti Gilda su OO.CC. e Ordinamenti
di Gilda
Per non cancellare il passato
di Cristoforo Berritta
Vigilanze
di Lucia Bonaffino - Roberto Bertinetti
Infanzia e adolescenza: indagine sulla Campania
di Rolando Alberto Borzetti
Precariato:un problema da non dimenticare
di Giovanna Nigrelli
SSIS e graduatorie permanenti: impegno per la qualità
di Coordinamento Nazionale Specializzati e Specializzandi SSIS
L'Istituto Professionale non rinuncia ad educare
di Francesco Nappo - Ernesto Detto
"Noi non siamo stati consultati"
di Il coordinamento degli operatori degli istituti professional
Formazione Alternativa
di Paolo Manzelli

 

E riportiamo per esteso un articolo tratto da fuori registro sulla iniziativa dei fazzoletti bianchi, iniziativa che è rimbalzata più volte in internet e che dovrebbe vedere più di centomila insegnanti oggi e domani, in classe, con una fascia bianca al braccio, in segno di protesta per l'atteggiamento governativo sugli organi collegiali.

 

Fazzoletti che si annodano, arcipelago che si ricompone
di Emanuela Cerutti

L'Appello lanciato su queste pagine come su molte altre negli ultimi giorni, ha corso lungo il doppio binario dell'opposizione e della proposta.
Opposizione ad una riforma restrittiva e limitante degli organismi "partecipativi" della scuola italiana, in cui molti di noi credono nonostante i limiti ed i malfunzionamenti da più parti sottolineati.
Perchè rinunciare alla "partecipazione" è come togliere alla scuola il passaporto democratico che da almeno trent'anni l'ha connotata e che, forse, la sta rendendo perdente di fronte alle logiche aziendali mai come ora in auge.
Proposta perchè non si è "contro" e basta.
Qualcuno lo ha recentemente ricordato e mi piace ripeterlo: "Nessun vento e' favorevole per chi non sa dove andare, ma per chi sa, anche la brezza sarà preziosa". ( Rilke)
Proposta, da costruire con il contributo di tutti, perchè la conoscenza si muove tra condivisione e comunicazione, approdando alle regioni aspre del cambiamento.
Proposta per un recupero ed una riappropriazione di quei valori condivisi che danno significato e sostanza all'avventura educativa e all'impegno conoscitivo.
Non forzature ideologiche o sterili polemiche, dunque: il nostro mestiere ci insegna l'analisi spassionata,la critica e l'autocritica, la costruzione di progetti sulla base di dati reali, ipotesi verificabili, principi irrinunciabili.
Piuttosto richieste di apertura, che diventano necessarie perchè la stessa autonomia non perda il suo significato, trasformandosi in burocrazia spicciola e poco interessante; e di circolarità, o villaggio globale, categorie dell'oggi che non possiamo dimenticare ogni tanto.
Sarebbe auspicabile che al Collegio Docenti, cuore pulsante della comunità scolastica, con tutte le sue articolazioni e specificazioni, continuassero ad affiancarsi gli organismi di partecipazione degli studenti, dei genitori, del personale non docente , in quanto realtà "appartenenti" di diritto e di fatto; e si aggiungessero nuovi organismi "misti" aperti alle sperimentazioni progettuali che l'autonomia suggerisce, rappresentanze sindacali e territoriali che giochino con la scuola la partita degli interventi locali, centri sociali e culturali che permettano l'ampliarsi della proposta formativa in più direzioni.
Ma ancor più sarebbe auspicabile, per un problema di coerenza interna al sistema che si va costruendo, che la gestione di tutte queste realtà aperte ed in interrelazione non si costruisse su un modello "centralizzato" o "dirigenziale", vanificando gli sforzi fin qui compiuti.
E, soprattutto, su un modello "decentrato", che toglie ai soggetti la propria identità riducendoli ad oggetti, più o meno consenzienti, delle decisioni altrui.
La demotivazione si colloca nella sfera di quella libertà personale che è difficile scalfire: ma certamente non la si risolve deresponsabilizzando .
Coordinamento, dunque, nell'organismo chiamato Consiglio di Scuola, equilibrio ed autonomia delle parti , distinzione di ruoli e loro chiara definizione, costruzione di protocolli, trasparenza dei bilanci, trasparenza degli accordi e delle convenzioni, incentivi economici che non siano obolo misericordioso, ma reale riconoscimento della qualità del lavoro, investimenti sulla scuola pubblica che dimostrino credibilità, offerte formative aperte alla valutazione e all'autovalutazione.
Professionalità docente: non solo parole.
Su questa scommessa annodiamoli i nostri fazzoletti e non stanchiamoci di creare spazi di dialogo.

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Riportiamo da tutto scuola news un punto che interessa la carriera degli insegnanti e l'orientamento governativo. Poiché è difficile risolvere la questione sul piano negoziale con i sindacati, allora ... faranno una legge...

7. Carriera dei docenti: legge o contratto?
Il convegno promosso dalle associazioni professionali APEF e Diesse
(Roma, 8 marzo), dedicato al tema dello sviluppo della carriera degli
insegnanti ­ anzi, di un “sistema di carriere”, come preferisce dire
Sandro Gigliotti, presidente APEF ­ ha messo in luce alcuni aspetti
della strategia che l'attuale maggioranza di governo intende assumere
in materia di rinnovamento della professionalita' docente e di
relazioni sindacali. La tesi sostenuta dagli organizzatori, recepita
con qualche cautela anche dall'on. Ferdinando Adornato, presidente
della Commissione Cultura della Camera, e' che la via contrattuale
alla diversificazione delle figure professionali e delle retribuzioni
all'interno della scuola italiana si e' dimostrata inefficace, e che
quindi la via maestra per infrangere il tabu' dell'unicita' della
funzione docente e' quella legislativa.
La contrattazione dovrebbe svolgersi a valle e nel contesto delle
decisioni assunte dalla legge: a tale proposito e' stato indicato come
esempio positivo il disegno di legge Moratti, che all'art. 5, punto f)
attribuisce alle universita' il compito della “formazione in servizio
degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di
tutorato e di coordinamento dell'attivita' educativa, didattica e
gestionale delle istituzioni scolastiche e formative”. Tali figure
insomma sarebbero introdotte con i decreti legislativi attuativi della
legge di riforma, e non per via negoziale. Gigliotti ha lamentato che
non si sia voluto introdurre norme analoghe anche nel disegno di legge
sugli organi collegiali (per es. la suddivisione del Collegio in
Dipartimenti), ma il sottosegretario on. Aprea, ha replicato
difendendo il principio dell'autonomia del Collegio in materia.
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Su La Provincia Pavese notizia di una scioppero con manifestazione degli studenti, a Voghera...

La protesta
degli studenti


VOGHERA. Studenti di nuovo in piazza per dire «no» alla riforma Moratti. Ieri mattina oltre 200 alunni delle medie superiori vogheresi hanno manifestato, in corteo, per opporsi ad un modello che, secondo loro, «vuole trasformare la scuola in un'azienda che produce merce da mettere sul mercato».
Particolarmente scatenati nella loro forma di mobilitazione i ragazzi della sezione professionale dell'Itis «Maserati-Maragliano» che in un volantino, diffuso nel corso della manifestazione, hanno denunciato: «La nuova riforma Moratti ha scontentato tutti, soprattutto noi studenti delle professionali. Nonostante le continue mobilitazioni degli alunni contrari al suo progetto, il ministro ha portato a termine il percorso».
«Prima - si legge ancora sul volantino diffuso dagli studenti - è stata bloccata la riforma Berlinguer, perché si è sostenuto che non coinvolgesse il personale della scuola, gli allievi e le famiglie. Adesso, però, non ci sembra di essere stati tanto più coinvolti».
La parola d'ordine degli studenti dissidenti ieri di nuovo in piazza per l'ennesima manifestazione cittadina?
«Una scuola che garantisca una cultura di base e che permetta al singolo individuo di decidere con la propria testa, al di là di ogni mercificazione», hanno detto. Quindi qualche precisazione sulle motivazioni della mobilitazione: «La vivacità e la ricchezza di proposte degli istituti professionali sono qualità che non possono essere ignorate dal ministro Moratti e la preparazione di base degli studenti che frequentano tali scuole è un elemento imprescindibile. Se la riforma voluta dal ministro Moratti passasse si correrebbe il rischio di tornare indietro di trenta anni. E' da rifuggire il pericolo di corsi di formazione professionale legati solo alle realtà regionali, con una riduzione sensibile delle materie non professionalizzanti».
A levare alta la loro voce contro il modello di scuola azienda, semplice passerella verso il mondo lavorativo, anche i ragazzi delle altre realtà scolastiche vogherese.
Determinati, in questo senso, i liceali del"Galilei" a rivendicare una chiara distinzione fra scuola e mondo del lavoro.
Dopo cori, canti e slogan il corteo studentesco si è raccolto in piazza Duomo dove la manifestazione è terminata, intorno alle 9.30, con cappuccini e brioches nei bar del centro.
Sono previsti altri momenti d'incontro e di dibattito nelle scuole superiori cittadine sempre sul fronte della riforma scolastica.

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Inno alla riforma Moratti invece su Il Tirreno di Domenica...

domenica 10 marzo 2002 Troppa disinformazione sulla riforma scolastica Moratti

Carmela Negro Responsabile Istruzione Scuola Prof. Livorno F.I.

PIOMBINO. In questo periodo sta montando una campagna denigratoria senza alternativa nei confronti della Riforma Moratti. Sembra di essere ritornati in dietro negli anni quando si proponeva un cambiamento, giusto o sbagliato che fosse, le stesse persone che oggi parlano di «disastro», «pericolo» e di quant'altro, usano esattamente lo stesso linguaggio, come se non volessero rendersi conto che il mondo è cambiato. C'è disinformazione sull'argomento. Proviamo a leggere in maniera diversa le proposte di riforma del ministro Moratti: 1) Si parla della introduzione (finalmente!) delle carriere degli insegnanti: 1) avremo il collaboratore del Preside; 2) il ricercatore; 3) il progettista, con stipendi differenziati e quindi l'annullamento dell'appiattimento. 2) Si tende ad eliminare gradualmente il sacco del precariato umiliante per ogni docente, che non vuol dire diminuire il numero, non si manda a casa nessuno, si razionalizza. È vero che ci sarà una diminuizione di 8.500 posti, ma su 750.000 un numero così esiguo non giustifica la «caccia alle streghe» di coloro che strumentalizzano per mestiere. (Anche i posti mancanti nel processo di razionalizzazione non creeranno problemi). 3) Possiamo alle Passerelle. Sappiamo che la Scuola sarà divisa in Istruzione scolastica (licei) e Istruzione professionale (vera). Con possibilità di passare dall'uno all'altro indirizzo quando lo studente, in fase di crescita, lo riterrà opportuno. Ciò determinerà non scelte precoci ma reali. 4) L'intervento della Regione funzionerà da vigilanza sull' armonizzazione dei programmi attraverso il buon funzionamento della «rete» delle scuole «superiori». 5) Per quanto riguarda l'Istruzione tecnica professionale essa necessiterà della frequenza di quattro anni più l'eventuale quinto anno per accedere all'Università in qualsiasi facoltà. Saranno invece sufficienti quattro anni per accedere alla Ifts ossia «l'Università Tecnica». Questi a mio avviso sono punti essenziali sui quali la Scuola non poteva più soprassedere. Così verrà sbloccato l'appiattimento economico e di carriera dei docenti, appiattimento che non si riscontra in nessun altro ambito del mondo del lavoro. Agli studenti viene data la scelta tra gli studi teorici e quelli pratici superando così la promisquità attuale. Da una parte i licei con accesso all'Università (gestione statale), dall'altro lato l'istruzione professionale con la possibilità di frenquentare l'Università tecnica. A 21-22 anni lo studente è pronto per essere inserito proficuamente in un lavoro altamente qualificato.

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E su Il Nuovo notizia della manifestazione nazionale di domenica:

Scuola: i sindacati minacciano lo sciopero generale


Contro la "controriforma Moratti" e per il rinnovo del contratto. I sindacati, uniti questa volta, minacciano lo sciopero generale della scuola. Colorata e affollatissima assemblea di Cgil, Cisl e Uil a Roma.


ROMA- Tempi celeri e certi per il rinnovo del contratto degli insegnanti e gli attesi aumenti retributivi,
oppure si arriverà allo sciopero nazionale unitario con una stagione caldissima di proteste. Cgil, Cisl e Uil della scuola, lanciano il loro 'ultimatum' al governo e al ministro Moratti nella giornata della manifestazione nazionale a Roma ''a difesa della scuola statale e dei suoi lavoratori''.


Un appuntamento fissato dai sindacati confederali unitariamente, perché comune è il 'no' a molti punti della
politica governativa sulla scuola, pur naturalmente nelle specificità delle organizzazioni. Uniti, dunque, per rivendicare ''il mantenimento del carattere nazionale di tutta l'istruzione; il rafforzamento della scuola statale; una politica di investimenti reali; il rinnovo del contratto e una gestione democratica della scuola dell'autonomia''.

Per aprire, insomma, una vertenza a 360 gradi per la scuola e la formazione. Per ribadirlo i segretari
generali di Cgil, Cisl e Uil scuola - Enrico Panini, Daniela Colturani e Massimo Di Menna - hanno scelto il palco di una manifestazione nazionale alla quale hanno partecipato oggi, secondo gli organizzatori, oltre 1.500 tra insegnanti, delegati e rappresentanti del personale tecnico e amministrativo provenienti da tutta Italia.

Un'assemblea colorata e arrabbiata, giunta a Roma 'armata' di cartelloni contro il ministro Moratti, con bandiere targate Cgil, Cisl o Uil, di cappellini colorati. I segretari generali hanno anche ribadito le critiche alla riforma degli organi collegiali e dei cicli scolastici. Applausi e tifo da stadio quando i leader sindacali si sono appellati all'unità, prospettando l'eventualità di uno sciopero generale unitario ''se non ci saranno risposte in tempi brevi''.

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