12 May, 2002

 

Mi scuso dell'interruzione della rassegna stampa quotidiana dovuta a ... problemi tecnici e vi scodello subito cosa dice comunione e liberazione, articolo su Il Corriere di Brescia....

Docenti a convegno, al Sancarlino, con relazioni di Giuseppe Meroni, Enrico Gori e Giuseppe Bertagna
Scuola, la scommessa degli insegnanti
Identità, qualità e nuovo stato giuridico per dare sostanza alla riforma
La scuola cambia. Ma può cambiare senza gli insegnanti? Quale ruolo e quale identità del corpo docente dentro il nuovo orizzonte educativo proposto dal ministro Moratti? Saranno attori o semplici comparse sul nuovo palcoscenico scolastico? Sono queste alcune delle domande che hanno percorso il convegno, organizzato dall’associazione Diesse (Didattica ed innovazione scolastica), tenutosi ieri al Sancarlino, alla presenza di numerosi insegnanti bresciani. Centrale il tema scelto: «La scuola che cambia: quale professione do- cente?». Aperto dal saluto dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Roberto Faustinelli, e del neo-nominato dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Colosio, il convegno s’è snodato intorno a tre grandi temi: l’identità dell’insegnante, sviluppata da Giuseppe Meroni, presidente nazionale di Diesse; il progetto di riforma, presentato da Giuseppe Bertagna, padre del disegno adottato dal ministro Moratti; gli strumenti della valutazione della qualità, affrontati da Enrico Gori, presidente del Comitato tecnico scientifico dell’Istituto Nazionale per la valutazione dei sistemi di istruzione.
L’identità
Innanzitutto il nodo: chi è l’insegnante. Quale il suo compito? Quale la sua identità dentro un orizzonte culturale (e dunque educativo) caratterizzato dal terrore della certezza, da un infinito processo di ricerca che diviene fine a se stes- so? Non è forse, l’identità dell’insegnante, legata al significato profondo della missione di colui che, a partire dal proprio rapporto col reale, introduce lo studente al significato stesso della realtà. Giuseppe Meroni ha insistito su questo «a priori» determinante, che a catena ha provocato perdita di senso della propria missione, autosvalutazione, mancanza di identità sociale. Tutti elementi - ha detto il presidente di Diesse - che si sono accompagnati ad un’operazione culturale e sindacal-politica tesa a ridurre l’insegnante ad uno stato di «minorità mentale, di subalternità culturale». Una situazione insostenibile - ha detto Meroni - cui occorre reagire. Innanzitutto rivendicando un «nuovo statuto giuridico dell’insegnante», che nasca dai docenti e senza vincoli contrattuali. Nuovo statuto e, insieme, nuova capacità di percorsi culturali comuni che pongano il docente al centro del cammino di ricerca del vero che nella scuola si vive. Tutto questo presuppone il superamento della dimensione individualistica dell’insegnante per passare ad una nuova, fondamentale dimensione comunitaria e associativa.
Nella nuova scuola
Ed eccola la nuova scuola, delineata da Giuseppe Bertagna, incentrata sulla persona e, dunque, sulla personalizzazione dei percorsi educativi, in cui alunno e famiglia divengono protagonisti e corresponsabili dei processi formativi. Nuova scuola che richiederà tempi lunghi e una buona dose d’impegno e di cratività e che tuttavia - ha spiegato il protagonista della riforma - supera l’astrazione degli antichi programmi per entrare nel vivo dell’esperienza umana di ciascuno, per comprendere prima e poi rispondere alle esigenze di crescita, e dunque di senso, dello studente. Secondo caratteristiche proprie, secondo percorsi propri. Si tratta - lascia intendere Bertagna - di una grande sfida, ma insieme di una grande possibilità per l’insegnante, chiamato a ripensare radicalmente il proprio ruolo e a diventare fulcro di un processo educativo complesso ed insieme entusiasmante. Costruzione di profili educativi e professionali da conseguire, articolazione in obiettivi specifici di apprendimento e loro definizione, costruzione di profili personali in dialogo con la famiglia e dentro un orizzonte comunitario definito: queste le prime grandi sfide che attendono il corpo insegnante nella nuova scuola. Un cammino umano e culturale inedito che prevede, ad esempio, l’inedita figura del tutor, che seguirà l’alunno dalla prima elementare all’università e costruirà, dopo un check-up iniziale, il percorso per il raggiungimento degli obiettivi. E lo farà con la famiglia chiamata a partecipare alla costruzione dell’iter scolastico del figlio. Un cammino che - ha concluso Bertagna - aprirà spazi nuovi anche alla carriera degli insegnanti.
La valutazione
Come valutare la bontà di un sistema, la positività di un processo, il livello di qualità di una scuola? Sulla scorta delle esperienze europee, è spettato ad Enrico Gori illustrare alcune ipotesi di lavoro utili alla costruzione di un sistema di valutazione dei percorsi educativi. Sistema che appare come risultato dell’interazione di diversi processi. Uno interno: la valutazione dell’alunno nelle sue fisionomie formative e sommative; uno esterno, di rendicontazione del sistema scuola, con particolare attenzione al «valore aggiunto» di ogni singolo istituto, inteso come capacità di portare ogni studente, in condizioni di partenza date, a livelli di qualità sempre più alti. Un’analisi - ha spiegato Gori - che necessita di indicatori sempre più precisi e universali, capaci di offrire il quadro della situazione di ogni singola scuola e di renderlo confrontabile nel e con l’intero sistema. Quella che si delinea - ha concluso Meroni - è dunque una grande sfida, per l’intera scuola, ma innanzitutto per l’insegnante. Senza il concorso della sua umanità, non solo nessuna riforma della scuola è possibile, ma viene a cadere l’idea stessa di educazione. Dunque la scuola stessa. Giacomo Scanzi

************************

Mentre a Parma si è discusso sulla delega che viene presentata in parlamento dalla Moratti, articolosu La Gazzetta di Parma....

Dibattito sulla riforma Moratti Soliani: «La scuola
del futuro al centro della politica» La proposta di legge sulla riforma scolastica del ministro Letizia Moratti è stata al centro del dibattito tenutosi ieri pomeriggio al cinema Astra. Un incontro al quale hanno partecipato, oltre ai tanti docenti, dirigenti scolastici e studenti, anche la senatrice Maria Grazia Pagano, della commissione Istruzione del Senato, l'assessore regionale alla Formazione Mariangela Basatico e la candidata sindaco del centrosinistra Albertina Soliani. Futuro della scuola pubblica, del corpo docente e tagli organici del personale le tematiche emerse dalle domande che gli intervenuti hanno rivolto ai relatori.
«Il disegno di legge sulla riforma scolastica - ha spiegato la Pagano - è in discussione al Senato in questi giorni: mercoledì ci sarà la discussione generale e poi passeremo alle audizioni. La situazione in cui ci stiamo muovendo in commissione è a dir poco paradossale: tutte le associazioni intervenute, comprese quelle dell'area di destra, hanno mostrato avversione al disegno di legge. Il risultato è un coro di no all'aziendalizzazione della scuola che è preventivata dalla riforma: l'unica associazione che ha rifiutato l'audizione è quella nazionale dei presidi. La futura fase sarà quella degli emendamenti. Attualmente le nostre critiche sono rivolte più alla gestione ordinaria della scuola che alle idee su quella del futuro: presenteremo presto una mozione su questo, e non sul fantomatico disegno che la Moratti ha in mente». Poi la parola è passata ad Albetina Soliani: un intervento duro, il suo, nel quale ha parlato spesso della differenza tra cultura di destra e cultura di sinistra: «Stiamo vivendo in un periodo - ha detto la senatrice - in cui la nazione è governata dalla destra, non dobbiamo dimenticarlo. E proprio per questo ho in mente una cosa riguardo alla scuola del futuro, alla scuola di Parma: lavorare per reggere il sistema pubblico dell'istruzione, contro la sua disgregazione e il suo disfacimento. No alla cultura aziendalistica e tecnocratica. Il tema della scuola deve tornare ad essere al centro del dibattito cittadino e di quello regionale».
**************************

E su Il Piccolo di Trieste un documento firmato da insegnanti di Trieste contro la controriforma...

Riforma Moratti,
docenti in rivolta


I sottoscritti docenti di Trieste esprimono la loro totale contrarietà alle proposte di riforma della scuola successivamente diffuse dal ministro dell’Istruzione Letizia Moratti. Protestano in primo luogo per l’assenza di informazione in ambito scolastico essendo completamente mancata qualsiasi discussione negli organi collegiali, senza che una chiara documentazione fosse messa a disposizione dei docenti. Protestano per l’assenza di progetti seriamente elaborati su basi culturali e pedagogiche, tanto che la stessa proposta Bertagna, per quanto discutibile, sembra ormai accantonata. Protestano per la riduzione del personale della scuola a cifra economica o a calcolo matematico, evidente nelle ventilate riduzioni massicce di personale e nella costituzione degli organici considerati in base al numero degli alunni e non delle classi. Protestano per l’ipotizzato aumento dell’orario dei docenti, senza alcuna e adeguata contropartita economica. Nel merito delle informazioni diffuse tramite la stampa si contesta: la scelta dei due canali, di istruzione e di formazione, poiché prevede una discriminazione tra cittadini evidentemente basata su criteri economici e censitari. La scelta del percorso formativo in età precoce, attorno ai 13 anni. L’abolizione del tempo pieno gratuito, per sostituirlo con offerte di prolungamenti a pagamento. L’indicazione di materie obbligatorie e altre facoltative, ma a richiesta delle famiglie. L’incertezza determinata dall’età di inizio dell’obbligo scolastico (5 anni e mezzo - 6). L’incertezza nella composizione e nelle prerogative degli organi collegiali. L’aspetto peggiore delle proposte del ministro Moratti riguarda: la totale assenza di indicazioni sull’articolazione interna alle discipline; la mancanza di indicazioni sulla ripartizione oraria delle discipline; la determinazione di quali istituti rientrino nella categoria di «Liceo» e quali di «Istituto professionale»; l’incertezza dei metodi di valutazione (sia degli studenti, che delle scuole stesse); la confusione traumatica tra ruolo dello Stato e ruolo delle Regioni nel campo dell’istruzione, nonché tra scuola pubblica e scuola privata assistita finanziariamente dallo Stato. Particolarmente grave risulta l’incertezza dei rapporti tra scuola e mondo del lavoro, di cui molto si parla (ma non nelle scuole) senza produrre una linea programmatica trasparente e non penalizzante per la scola e soprattutto per gli studenti e le studentesse. Infine se dalle scarne e mutevoli proposte finora enunciate appare evidente la motivazione economica (un risparmio nel bilancio dello Stato), altrettanto evidente è la mancanza di un piano culturale, pedagogico, didattico a sostegno della scuola e della sua riforma. I sottoscritti docenti esprimono infine profonda preoccupazione per l’incertezza globale sul ruolo della scuola nella formazione dei e delle giovani, per l’organizzazione stessa dell’istruzione pubblica e privata, per il rischio occupazionale dei cittadini italiani nell’Europa di domani.
Luciana Rigotti,
Donatella Gerin, Silvio Marini, Gabriella Bologna, Furio Marsilli, Marisa Giraldi, Serena Paolin, Loredana Maraspin, Antonio Di Pietro, Marialuisa Petrini, Evelina Batagelj, Rosita Strona, Liliana Acciani, Laura Bobbio, Adriana Luglio, Patrizia Bucco, Eddi Roncadin, Maura Marzotti, Monica Nicoli, M. Rita Busdon, Adriana Macor, Franco Cecotti, Laura Sardella, Sirio Muscia, Alga Cosolini, Giuliano Santoli, Damiana Crisman, Antea Aguiari, Gianfranco Orecchia, Claudio Cianciolo, Guido Pesante, Mario Zucca, Elisa Iappelli, Marisa Giraldi, Nadia Bolletti, Gerda Duca, Lorraine Colarich.

***********************

Su Il Tirreno un documento di critica della controriforma ad opera di insegnanti e genitori del consiglio di istituto di Certaldo...
I docenti
criticano
la «Moratti»


CERTALDO. Il consiglio di istituto dell'istituto comprensivo si è riunito (c'erano numerosi genitori e insegnanti, il sindaco Rosalba Spini e l'assessore alla pubblica istruzione Andrea Campinoti) per criticare alcuni aspetti della riforma Moratti. Vari i punti su cui l'Istituto comprensivo e l'amministrazione esprimono dissenso: il taglio degli organici, che comporta il numero eccessivo di alunni per classe e una riduzione drastica delle classi a tempo prolungato della media; la decisione di anticipare l'ingresso alla scuola di infanzia ed elemetare. Nel mirino anche la distinzione tra il sistema dei licei e quello dell'istruzione professionale, che rischia di creare una selezione irreversibile. Preoccupa la forte riduzione dell'autonomia della scuola in favore di un accentramento di tipo regionale: in discussione progetti che collegano scuola e territorio, di particolare importanza nel contesto certaldese.

*******************


Se avete commnenti o notizie utili contattate il responsabile di pagina

torna alla home page