13 February, 2002

 

Un articolo de Il Manifesto ricorda i vari appuntamenti per il 15 febbraio e le varie posizioni dei vari sindacati, dai cobas alla cgil e alla corrente cambiare rotta della cgil:


La scuola scende in piazza il 15
Cobas, Snals e Gilda confermano le mobilitazioni. La Cgil rimanda a marzo. Oggi tocca agli studenti
CINZIA GUBBINI - ROMA
Si sono perfino autotassati per riuscire a far pubblicare a pagamento dai quotidiani locali le ragioni dei 600 insegnanti e lavoratori della scuola. Scatta da Padova la mobilitazione "dal basso" per lo sciopero del 15. "A prescindere dalle nostre personali appartenenze sindacali e politiche, rimangono valide tutte le motivazioni per aderire alla manifestazione di Roma" sostengono in un documento che grazie ad Internet (rete-di-scuolepd@email.it) sta raccogliendo consensi anche nelle scuole di Treviso, Venezia e Vicenza. "E stiamo anche organizzando un'assemblea cittadina, perchè vogliamo ribadire che non si è esaurita la necessità di opporsi alla riforma Moratti" sottolinea Giuliana Beltrame a nome del coordinamento padovano.
Insomma, l'iniziativa dei professori di Padova testimonia del clima di mobilitazione che si respira nella scuola. Non da oggi, certo; ma molte aspettative erano maturate proprio in vista dello sciopero del 15 febbraio poi revocato dai confederali e confermato invece dai Cobas, dallo Snals, dalla Gilda e dall'Unicobas. Tanto più che l'intesa firmata il 4 febbraio con il governo non fa troppa presa sui lavoratori della scuola, perché il vero scontro sul rinnovo del contratto deve ancora inziare. Si prevede, quindi, che l'astensione dal lavoro sarà consistente.
A Roma si terrà anche una manifestazione nazionale (da piazza Esedra alle 10), indetta dai Cobas, dal Sincobas, dallo Slai e dalla Cub a cui parteciperanno tutte le categorie del pubblico impiego. Ma va da sé che il settore della scuola sarà uno dei più forti. Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas scuola, di ritorno da Porto Alegre, spiega: "Alla manifestazione parteciperanno anche gli studenti e parti importanti del movimento dei movimenti che in Brasile ha ribadito l'intenzione di mettere al centro della contestazione il tema della scuola". Proprio ieri gli studenti hanno annunciato per oggi lo Student action day che interesserà, oltre Roma, il Veneto, la Liguria, la Campania, la Lombardia e l'Emilia Romagna. Blitz e cortei in difesa della scuola pubblica e per la riappropiazione di spazi culturali. E se la parola d'ordine della manifestazione del 15 sarà un netto "no alla guerra", per i lavoratori della scuola e gli studenti riparte la battaglia contro la riforma Moratti: "Ma lo sguardo è anche all'Europa - continua Bernocchi - per cui con la moneta unica torna forte il richiamo ai salari europei. Per non parlare dell' articolo 18. Non solo per difenderlo, ma per affermare che è ora di pensare a un nuovo Statuto dei lavoratori che estenda le garanzie anche all'area del precariato".
E se i Cobas si riconfermano gli "irriducibili" della scuola, questa volta a dare battaglia c'è anche lo Snals. Un bello scacco per Cgil, Cisl e Uil, ma non mancano frecciatine contro il secondo sindacato della scuola che è stato praticamente assente dalle mobilitazioni di novembre e di dicembre, veri mesi caldi. "Ma noi siamo un sindacato autonomo", si difende il segretario dello Snals, Fedele Ricciato. Che critica aspramente, invece, il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati: "E' tempo che il leader della Cgil faccia cadere la maschera e dica chiaramente se vuole battersi per i lavoratori o assumere una leadership politica". E i toni del sindacato sono davvero sorprendenti: "Scioperiamo perché la riforma sia discussa in parlamento, contro la devolution che indebolisce l'autonomia scolastica, contro una concezione aziendalistica della scuola e contro l'esternalizzazione dei servizi Ata", spiega Ricciato che quasi quasi rimpiange la mancata occasione di uno sciopero unitario: "non aderivamo allo sciopero dei confederali, ma la scelta della data era stata fatta apposta..". E la Cgil? "Abbiamo sempre detto che l'intesa del 4 febbraio non esaurisce i problemi politici con cui la scuola ha a che fare in questo momento - spiega deciso il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini - tant'è che abbiamo già individuato una prossima scadenza di mobilitazioni, che partirà la prima settimana di marzo. Ma lo sciopero del 15 era stato convocato su una serie di obiettivi, il governo ha fatto dei passi indietro. Occorre essere conseguenti".
All'interno della Cgil non sono mancati malumori: "Più che altro c'è un po' di delusione, perché è ovvio che gli aspetti significativi dello sciopero per i lavoratori erano altri - spiega Pino Patroncini, di "Cambiare rotta" - purtroppo queste sono le regole del gioco. Forse la Cgil doveva essere in grado di rilanciare subito un grande appuntamento di mobilitazione, perché il clima è quello giusto".
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Pare che al Ministero abbiano deciso di ridurre i tagli di organici per la Sardegna. Ma leggendo bene si vede che è solo una promessa:

Il Governo rivede i criteri di definizione degli organici nell’Isola. Cisl: ora il decreto Scuola, il ministro taglia 163 posti Il piano della Moratti salva 576 insegnanti su 739
La forte azione dei sindacati e l’operato della direzione generale dell’istruzione contribuiranno a ridurre il numero dei docenti che perderanno il posto nelle scuole della Sardegna. A fronte di una riduzione di iscritti pari a circa 12 mila studenti (l’anno scorso erano stati 9.000), l’isola subirà infatti un “taglio” meno penalizzante. Dei previsti 739 posti (249 nelle elementari, 223 nelle medie e 267 nelle superiori) da cancellare, se ne salveranno 576.
Secondo le nuove indicazioni fornite dal ministero, l’isola perderà 163 insegnanti, distribuiti nei tre ordini di scuola. In particolare le previsioni indicano 47 posti in meno nelle elementari, 41 nelle medie e 75 nelle superiori. Attendiamo con ansia - ha detto Pino Ciulu, segretario regionale della Cisl Scuola - il decreto della Moratti che sancisca le decisioni assunte su questo aspetto. La preoccupazione nasce dal fatto che la decisione di non penalizzare il Meridione e la Sardegna, ha scatenato le rimostranze di regioni forti, come la Lombardia e il Veneto. Non vorremmo che si tornasse indietro su indicazioni che ci sono state presentate come definitive. Il fatto che il ministro abbia rivisto i criteri di definizione degli organici e quelli per la formazione delle classi - ha aggiunto Ciulu - rappresenta senz’altro un fatto positivo. Vorremmo però che il principio enunciato a Roma venisse confermato con il decreto».
Negli ultimi 4 anni, la Sardegna ha perso 3.500 docenti (-13%), pagando un alto tributo di sacrifici. «Anche quest’anno - ricorda Ciulu - era stata annunciata un’ulteriore riduzione che ci ha indotti a vigilare. La nuova ipotesi su cui dovranno operare i direttori generali dell’Istruzione è quella di non penalizzare la parte più debole del Paese. In questo senso anche l’intervento del direttore generale per la Sardegna Armando Pietrella, che ha inviato una lettera al ministro Moratti, ha contribuito a far conoscere la realtà dell’isola. In questo contesto - ha ricordato Ciulu - va rimarcato anche l’intervento degli assessori provinciali della Pubblica Istruzione, con particolare riferimento alle norme sulla sicurezza. Rivolgiamo un appello ai capi d’istituto affinchè operino per salvaguardare i posti di lavoro che sono le vere risorse della scuola».
L’applicazione della legge sulla sicurezza, che impone limiti al numero degli alunni per classe in considerazione degli spazi disponibili e delle norme antincendi può costituire un’ulteriore arma per difendere la qualità della formazione e i posti di lavoro. Il problema degli organici, nonchè quello del piano pluriennale di investimenti nel comparto scuola, la riforma e la professionalità docente costituiscono temi “caldi” su cui il sindacato intende dare battaglia. «Quello che è stato firmato nei giorni scorsi - spiega la Cisl sarda - non è il contratto del comparto scuola, ma solo un accordo per il recupero dell’inflazione programmata. Ora occorre al più presto discutere il nuovo accordo e i temi della riforma. Una scuola di qualità ha bisogno anche di investimenti e ci batteremo - ha concluso Ciulu - perchè si faccia uno sforzo significativo». Sulla questione degli organici, alla luce delle iscrizioni degli alunni, si terrà lunedì prossimo un incontro a Cagliari, nei locali della direzione generale.
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Presa di posizione della cgil cisl uil di Vercelli a proposito del 15 febbraio. Dall'articolo, pubblicato su La Stampa, non si riesce a capire se sono le categorie della scuola o le confederazioni:

(Del 13/2/2002 Sezione: Vercelli Pag. 37)

«MANIFESTIAMO IL 9 MARZO A ROMA»
Scuola, i confederali contro lo sciopero previsto per venerdì
VERCELLI
Il personale della scuola ha bisogno di scioperare venerdì per protestare contro la firma dell´accordo contrattuale o no? Cgil-Cisl e Uil provinciali, caso abbastanza raro, hanno scritto alla Stampa per puntualizzare cosa e quanto i sindacati confederali hanno ottenuto al tavolo delle trattative. «Il sindacato confederale - scrivono i segretari della triade - hanno vinto una prima battaglia con il governo proprio nella difesa di quei lavoratori della scuola che oggi qualche sigla, a sua detta `´movimentista´´, intende assumere. L´accordo del 4 febbraio ci ha dato 211 mila lire medie mensili, il riconoscimento della politica dei redditi, l´avvio immediato del contratto scuola, un tavolo permanente di confronto, il progressivo superamento del divieto di cumulo e lo sblocco del Tfr». Anche Cgil-Cisl e Uil ribadiscono dubbi sulla riforma Moratti. «Contrasteremo ogni tentativo di riforma a scatola chiusa - scrivono -. Dopo l´accordo non ci fermeremo e chiederemo al governo una riforma che non obbedisca a logiche di mercato». Quindi propongono una manifestazione a Roma per il 9 marzo. «A dimostrazione del nostro impegno a difesa degli operatori della scuola, tutti e non solo una parte, perchè non siamo corporativi».
d. b.
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Movimento autoconvocato alla manifestazione del 15 a Napoli, interessante il movimento che si sta sviluppando alla base...

Auto-organizzazione
contro la riforma Moratti
SERENA MARTUCCI
Sciopero, non sciopero: venerdì la scuola vivrà un altra giornata di incertezza. Infatti mentre Cgil, Cisl e Uil hanno bloccato l’agitazione, Snals, Cub, Cobas, Cib-Unicobas, Lab, Slaicobas, Unicobas, Usi-Ait, Ucs e Cnl hanno confermato l’astensione del lavoro e organizzato una manifestazione a Roma. Si tratta di una protesta sindacale, ma non solo. Si scende in piazza per difendere gli interessi dei prof, ma anche quelli dell’intera scuola pubblica. E il no alla riforma Moratti ha coinvolto anche chi non aderisce a nessun disegno politico, non ha nessuna tessera in tasca e la destra e la sinistra le riconosce a stento. Lo slogan?Autorganizzazione. Prima sono nati piccoli comitati di genitori e insegnanti, poi questi hanno iniziato a confrontarsi tra di loro, fino ad arrivare a costituire dei veri coordinamenti democratici perchè "l'unione fa la forza".
Il 15, nonostante la revoca delle sciopero da parte dei confederali, a Roma, i docenti di alcune scuole superiori napoletane sfileranno dietro lo striscione «Docenti Autoconvocati Napoli».Fanno parte di un osservatorio costituitosi ad ottobre che da diversi mesi si dà appuntamento ogni martedì in due licei della città (Pansini o Giordani).Durante le assemblee si discute, ci si confronta e si prendono decisioni. Per aderire al movimento basta mandare una mail all'indirizzo docentinapoli@yahoogroups.com per ricevere tramite newsletter tutte le informazioni riguardo iniziative ed incontri del coordinamento. Inoltre tramite Internet i prof sono in contatto con altri movimenti di tutte le regioni italiane. A Roma sfileranno con i «Docenti per la Resistenza» di Milano.
Ma anche tra i genitori la riforma non riscuote consensi . «Vogliono cacciarci via dai consigli di classe per inserire rappresentanti esterni, che del mondo scuola conoscono ben poco e che soprattutto non lavorano in trincea ogni giorno come noi» protesta Federica, mamma di una studentessa del Sannazzaro. Intanto la risposta al progetto Moratti da parte dei vari genitori non si è fatta attendere.In particolare, da pochi mesi si sta facendo largo anche un nuovo coordinamento, promosso dell'architetto Angela Cangiano, che raggruppa genitori di molte scuole superiori di Napoli e provincia e collabora con l'osservatorio dei docenti.
«Tutto è nato da una domanda: perché i nostri ragazzi occupano le scuole? - spiega la Cangiano - Così mi sono avvicinata al mondo che mia figlia conosce benissimo e ho scoperto che le attività fervono sia tra i ragazzi che tra i professori. Ben presto si sono aggiunti altri genitori e con loro abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione allo scopo di creare un'associazione vera e propria che promuova le occasioni di incontro e di confronto tra chi partecipa e vive questa realtà». Il movimento per ora conta più di 40 « Vorremmo creare delle autorganizzazioni sul modello delle Banche del tempo che interagiscono con gli enti Locali preposti all'istruzione - spiega la mamma Stiamo pensando di aprire anche degli sportelli negli istituti per monitorare le condizioni scolastiche». L'appuntamento per tutti è al megaconvegno che si terrà giovedì 14 febbraio ore 16 presso la sala Gemito della Galleria Principe Umberto.
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Studenti in manifestazioni varie e poi concentramento a Roma per il 15 a Rovigo, in un articoletto apparso su Il Resto del Carlino:

Studenti, tre giorni di fuoco: da domani

la protesta contro la Moratti e i «buoni»


«Tre giorni di fuoco»: gli studenti usano questo slogan per racchiudere la serie di manifestazioni che li vedranno protestare da domani contro la riforma Moratti e i buoni scuola. «Abbiamo deciso — spiegano i ragazzi del Comitato Interistituto — dopo aver analizzato e discusso sulla nuova riforma Moratti-Bertagna e sulla legge regionale dei buoni scuola di indire nella giornata di giovedì uno sciopero studentesco con astensione dalle lezioni ed un corteo lungo le strade della città per dare visibilità anche a Rovigo alla problematica della scuola». Gli studenti prenderanno parte anche domani a Venezia allo Student Action Day, quando gli studenti scenderanno per le calli del capoluogo regionale e concluderanno le tre giornate di mobilitazione venerdì manifestando a Roma assieme ad insegnanti, personale Ata, lavoratori, precari ed immigrati. Per domani il ritrovo è alle 7.30 alla stazione dei treni.
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Anche De Mauro avrebbe voluto lo sciopero dei confederali il 15 e tende a rimarcare la differenza fra pubblico impiego e scuola, in un articolo apparso su Il Manifesto...

De Mauro: "Che peccato non scioperare"
"La rinuncia allo sciopero del 15 da parte dei sindacati confederali dell'istruzione e' un vero peccato. Era un modo per marcare la differenza fra i temi della scuola e quelli del pubblico impiego". A bacchettare Cgil, Cisl e Uil della scuola è stato niente meno che Tullio De Mauro ex ministro della pubblica istruzione (quando ancora si chiamava così), colui che ha dato gli ultimi ritocchi alla legge sui cicli di Berlinguer cancellata dalla riforma Moratti. De Mauro ha tuttavia sollecitato i sindacati confederali a "cogliere le prossime occasioni che certamente non mancheranno". "C'è un movimento nella società che bisogna saper assecondare - ha continuato - e invece vedo che c'è, su questi argomenti, anche un pesante silenzio della stampa". De Mauro, che ha parlato dal palco del convegno sulla riforma del centrodestra organizzato dalla commissione cultura del Campidoglio, non ha mancato di sottolineare la propria contrarietà alle posizioni del governo in materia di scuola. "Il governo sembra non sapere che il rapporto una a trenta fra insegnanti e studenti è insopportabile in una situazione come quella italiana con la metà della popolazione che ha come tetto formativo la licenza elementare. Si tratta di persone che hanno difficoltà di lettura e scrittura, che non possono controllare gli strumenti di informazione e pesano sul destino scolastico dei bambini e sul lavoro didattico degli insegnanti", ha spiegato l'insigne linguista. Ma oltre a criticare gli aspetti "tecnici" della riforma, De Mauro si è soffermato anche su quelli politici, in particolare sulla scleta governativa di chiedere la delega: "Il governo l'ha chiesta praticamente su tutto, esautorando il parlamento".
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Gli studenti sono tornati veramente a mobilitarsi e noi eravamo abituati in passato a veder rifluire tutte le proteste dopo le elezioni del C.d.I: e dopo il primo quadrimestre...
Anche a Trieste mobilitazione e corteo io 15 febbraio, articolo su Il Piccolo:

Venerdì sciopero degli studenti
Corteo alle 9 contro la Moratti


Adesso è ufficiale: la scuola scende di nuovo in piazza. Dopo le agitazioni che hanno caratterizzato lo scorso dicembre coinvolgendo quasi tutti gli istituti superiori triestini, gli studenti tornano a protestare contro la riforma Moratti.
I sindacati di base e il comitato studentesco hanno indetto per venerdì uno sciopero e una manifestazione, che partirà alle ore 9 da piazza Goldoni. Il corteo si muoverà attraversando piazza Goldoni, piazza della Libertà, via Roma per concludersi in piazza della Borsa.
Questa nuova ondata di agitazioni è stata decisa ieri, nell’assemblea del coordinamento studentesco svoltasi nell’aula Magna del liceo scientifico Galilei. All'incontro erano presenti circa 40 persone, ma per il prossimo venerdì gli organizzatori si aspettano un'adesione massiccia. Non si registreranno forse le 3000 presenze dell’ultimo corteo, ma l’opera di diffusione e volantinaggio sta abbracciando tutte le scuole superiori della città.
E ieri, il comitato studentesco ha analizzato punto per punto la legge delega sulla Riforma, definendola al quanto nebulosa. Tuttavia le motivazioni del corteo verranno esposte in modo approfondito domani, nella conferenza che si terrà alle 11.30 nella libreria «In Der Tat», in via Diaz. E sempre nel pomeriggio dello stessa giornata si svolgerà alle 16.30 ancora nell’aula Magna del Galilei, un’assemblea pubblica indetta dai Cobas in collaborazione con il gruppo scuola del Trieste socialforum. Allo sciopero di venerdì prossimo aderiranno anche studenti provenienti da Udine e i collettivi Studenti in movimento, collettivo La scintilla e Cerchio inquieto.
m.k.

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Articolo sul Il resto del Carlinodi Imola: gli insegnanti di un ITC di Faenza prendono posizione contro la "riforma" Moratti. Ma quello che è interessante in questo articolo è la tendenza che ormai si generalizza ad una saldatura fra il movimento degli insegnanti e il movimento degli studenti:

Gli insegnanti dello Strocchi
contrari alla riforma Moratti

La riforma del sistema di istruzione e formazione messa a punto dal ministro Moratti «si traduce in un attacco alla scuola pubblica e rischia di renderla sempre meno capace di assolvere al fondamentale compito educativo nei confronti delle giovani generazioni che le viene assegnato dalla nostra Costituzione». E' quanto affermano gli insegnanti e il personale non docente dell'Ipc 'Strocchi' di Faenza, riuniti in assemblea nei giorni scorsi. L'assemblea si è dichiarata solidale con gli studenti dell'istituto che in dicembre si sono mobilitati contro la proposta di riforma «condividendo nella sostanza le ragioni della protesta». Critiche vengono mosse alla decisione di far svolgere l'esame di Stato da una commissione composta di soli membri interni con un unico presidente esterno. «Vengono inoltre create le premesse — afferma un documento — per cancellare tutti i posti del personale non docente, per le pulizie e le funzioni amministrative che verranno svolti da lavoratori supersfruttati». «Inaccettabile appare anche l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione» e «la cancellazione delle cattedre orarie».
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