Un articolo de Il Manifesto ricorda i vari appuntamenti per il 15 febbraio e le varie posizioni dei vari sindacati, dai cobas alla cgil e alla corrente cambiare rotta della cgil:
La scuola scende in piazza il 15
Cobas, Snals e Gilda confermano le mobilitazioni. La Cgil rimanda a marzo.
Oggi tocca agli studenti
CINZIA GUBBINI - ROMA
Si sono perfino autotassati per riuscire a far pubblicare a pagamento dai
quotidiani locali le ragioni dei 600 insegnanti e lavoratori della scuola.
Scatta da Padova la mobilitazione "dal basso" per lo sciopero del
15. "A prescindere dalle nostre personali appartenenze sindacali e politiche,
rimangono valide tutte le motivazioni per aderire alla manifestazione di Roma"
sostengono in un documento che grazie ad Internet (rete-di-scuolepd@email.it)
sta raccogliendo consensi anche nelle scuole di Treviso, Venezia e Vicenza.
"E stiamo anche organizzando un'assemblea cittadina, perchè vogliamo
ribadire che non si è esaurita la necessità di opporsi alla
riforma Moratti" sottolinea Giuliana Beltrame a nome del coordinamento
padovano.
Insomma, l'iniziativa dei professori di Padova testimonia del clima di mobilitazione
che si respira nella scuola. Non da oggi, certo; ma molte aspettative erano
maturate proprio in vista dello sciopero del 15 febbraio poi revocato dai
confederali e confermato invece dai Cobas, dallo Snals, dalla Gilda e dall'Unicobas.
Tanto più che l'intesa firmata il 4 febbraio con il governo non fa
troppa presa sui lavoratori della scuola, perché il vero scontro sul
rinnovo del contratto deve ancora inziare. Si prevede, quindi, che l'astensione
dal lavoro sarà consistente.
A Roma si terrà anche una manifestazione nazionale (da piazza Esedra
alle 10), indetta dai Cobas, dal Sincobas, dallo Slai e dalla Cub a cui parteciperanno
tutte le categorie del pubblico impiego. Ma va da sé che il settore
della scuola sarà uno dei più forti. Piero Bernocchi, portavoce
dei Cobas scuola, di ritorno da Porto Alegre, spiega: "Alla manifestazione
parteciperanno anche gli studenti e parti importanti del movimento dei movimenti
che in Brasile ha ribadito l'intenzione di mettere al centro della contestazione
il tema della scuola". Proprio ieri gli studenti hanno annunciato per
oggi lo Student action day che interesserà, oltre Roma, il Veneto,
la Liguria, la Campania, la Lombardia e l'Emilia Romagna. Blitz e cortei in
difesa della scuola pubblica e per la riappropiazione di spazi culturali.
E se la parola d'ordine della manifestazione del 15 sarà un netto "no
alla guerra", per i lavoratori della scuola e gli studenti riparte la
battaglia contro la riforma Moratti: "Ma lo sguardo è anche all'Europa
- continua Bernocchi - per cui con la moneta unica torna forte il richiamo
ai salari europei. Per non parlare dell' articolo 18. Non solo per difenderlo,
ma per affermare che è ora di pensare a un nuovo Statuto dei lavoratori
che estenda le garanzie anche all'area del precariato".
E se i Cobas si riconfermano gli "irriducibili" della scuola, questa
volta a dare battaglia c'è anche lo Snals. Un bello scacco per Cgil,
Cisl e Uil, ma non mancano frecciatine contro il secondo sindacato della scuola
che è stato praticamente assente dalle mobilitazioni di novembre e
di dicembre, veri mesi caldi. "Ma noi siamo un sindacato autonomo",
si difende il segretario dello Snals, Fedele Ricciato. Che critica aspramente,
invece, il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati: "E' tempo
che il leader della Cgil faccia cadere la maschera e dica chiaramente se vuole
battersi per i lavoratori o assumere una leadership politica". E i toni
del sindacato sono davvero sorprendenti: "Scioperiamo perché la
riforma sia discussa in parlamento, contro la devolution che indebolisce l'autonomia
scolastica, contro una concezione aziendalistica della scuola e contro l'esternalizzazione
dei servizi Ata", spiega Ricciato che quasi quasi rimpiange la mancata
occasione di uno sciopero unitario: "non aderivamo allo sciopero dei
confederali, ma la scelta della data era stata fatta apposta..". E la
Cgil? "Abbiamo sempre detto che l'intesa del 4 febbraio non esaurisce
i problemi politici con cui la scuola ha a che fare in questo momento - spiega
deciso il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini - tant'è che
abbiamo già individuato una prossima scadenza di mobilitazioni, che
partirà la prima settimana di marzo. Ma lo sciopero del 15 era stato
convocato su una serie di obiettivi, il governo ha fatto dei passi indietro.
Occorre essere conseguenti".
All'interno della Cgil non sono mancati malumori: "Più che altro
c'è un po' di delusione, perché è ovvio che gli aspetti
significativi dello sciopero per i lavoratori erano altri - spiega Pino Patroncini,
di "Cambiare rotta" - purtroppo queste sono le regole del gioco.
Forse la Cgil doveva essere in grado di rilanciare subito un grande appuntamento
di mobilitazione, perché il clima è quello giusto".
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Pare che al Ministero abbiano deciso di ridurre i tagli di organici per
la Sardegna. Ma leggendo bene si vede che è solo una promessa:
Il Governo rivede i criteri di definizione degli organici nellIsola.
Cisl: ora il decreto Scuola, il ministro taglia 163 posti Il piano della Moratti
salva 576 insegnanti su 739
La forte azione dei sindacati e loperato della direzione generale dellistruzione
contribuiranno a ridurre il numero dei docenti che perderanno il posto nelle
scuole della Sardegna. A fronte di una riduzione di iscritti pari a circa
12 mila studenti (lanno scorso erano stati 9.000), lisola subirà
infatti un taglio meno penalizzante. Dei previsti 739 posti (249
nelle elementari, 223 nelle medie e 267 nelle superiori) da cancellare, se
ne salveranno 576.
Secondo le nuove indicazioni fornite dal ministero, lisola perderà
163 insegnanti, distribuiti nei tre ordini di scuola. In particolare le previsioni
indicano 47 posti in meno nelle elementari, 41 nelle medie e 75 nelle superiori.
Attendiamo con ansia - ha detto Pino Ciulu, segretario regionale della Cisl
Scuola - il decreto della Moratti che sancisca le decisioni assunte su questo
aspetto. La preoccupazione nasce dal fatto che la decisione di non penalizzare
il Meridione e la Sardegna, ha scatenato le rimostranze di regioni forti,
come la Lombardia e il Veneto. Non vorremmo che si tornasse indietro su indicazioni
che ci sono state presentate come definitive. Il fatto che il ministro abbia
rivisto i criteri di definizione degli organici e quelli per la formazione
delle classi - ha aggiunto Ciulu - rappresenta senzaltro un fatto positivo.
Vorremmo però che il principio enunciato a Roma venisse confermato
con il decreto».
Negli ultimi 4 anni, la Sardegna ha perso 3.500 docenti (-13%), pagando un
alto tributo di sacrifici. «Anche questanno - ricorda Ciulu -
era stata annunciata unulteriore riduzione che ci ha indotti a vigilare.
La nuova ipotesi su cui dovranno operare i direttori generali dellIstruzione
è quella di non penalizzare la parte più debole del Paese. In
questo senso anche lintervento del direttore generale per la Sardegna
Armando Pietrella, che ha inviato una lettera al ministro Moratti, ha contribuito
a far conoscere la realtà dellisola. In questo contesto - ha
ricordato Ciulu - va rimarcato anche lintervento degli assessori provinciali
della Pubblica Istruzione, con particolare riferimento alle norme sulla sicurezza.
Rivolgiamo un appello ai capi distituto affinchè operino per
salvaguardare i posti di lavoro che sono le vere risorse della scuola».
Lapplicazione della legge sulla sicurezza, che impone limiti al numero
degli alunni per classe in considerazione degli spazi disponibili e delle
norme antincendi può costituire unulteriore arma per difendere
la qualità della formazione e i posti di lavoro. Il problema degli
organici, nonchè quello del piano pluriennale di investimenti nel comparto
scuola, la riforma e la professionalità docente costituiscono temi
caldi su cui il sindacato intende dare battaglia. «Quello
che è stato firmato nei giorni scorsi - spiega la Cisl sarda - non
è il contratto del comparto scuola, ma solo un accordo per il recupero
dellinflazione programmata. Ora occorre al più presto discutere
il nuovo accordo e i temi della riforma. Una scuola di qualità ha bisogno
anche di investimenti e ci batteremo - ha concluso Ciulu - perchè si
faccia uno sforzo significativo». Sulla questione degli organici, alla
luce delle iscrizioni degli alunni, si terrà lunedì prossimo
un incontro a Cagliari, nei locali della direzione generale.
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Presa di posizione della cgil cisl uil di Vercelli a proposito del 15 febbraio.
Dall'articolo, pubblicato su La Stampa, non si riesce a capire se sono le
categorie della scuola o le confederazioni:
(Del 13/2/2002 Sezione: Vercelli Pag. 37)
«MANIFESTIAMO IL 9 MARZO A ROMA»
Scuola, i confederali contro lo sciopero previsto per venerdì
VERCELLI
Il personale della scuola ha bisogno di scioperare venerdì per protestare
contro la firma dell´accordo contrattuale o no? Cgil-Cisl e Uil provinciali,
caso abbastanza raro, hanno scritto alla Stampa per puntualizzare cosa e quanto
i sindacati confederali hanno ottenuto al tavolo delle trattative. «Il
sindacato confederale - scrivono i segretari della triade - hanno vinto una
prima battaglia con il governo proprio nella difesa di quei lavoratori della
scuola che oggi qualche sigla, a sua detta `´movimentista´´,
intende assumere. L´accordo del 4 febbraio ci ha dato 211 mila lire
medie mensili, il riconoscimento della politica dei redditi, l´avvio
immediato del contratto scuola, un tavolo permanente di confronto, il progressivo
superamento del divieto di cumulo e lo sblocco del Tfr». Anche Cgil-Cisl
e Uil ribadiscono dubbi sulla riforma Moratti. «Contrasteremo ogni tentativo
di riforma a scatola chiusa - scrivono -. Dopo l´accordo non ci fermeremo
e chiederemo al governo una riforma che non obbedisca a logiche di mercato».
Quindi propongono una manifestazione a Roma per il 9 marzo. «A dimostrazione
del nostro impegno a difesa degli operatori della scuola, tutti e non solo
una parte, perchè non siamo corporativi».
d. b.
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Movimento autoconvocato alla manifestazione del 15 a Napoli, interessante il movimento che si sta sviluppando alla base...
Auto-organizzazione
contro la riforma Moratti
SERENA MARTUCCI
Sciopero, non sciopero: venerdì la scuola vivrà un altra giornata
di incertezza. Infatti mentre Cgil, Cisl e Uil hanno bloccato lagitazione,
Snals, Cub, Cobas, Cib-Unicobas, Lab, Slaicobas, Unicobas, Usi-Ait, Ucs e
Cnl hanno confermato lastensione del lavoro e organizzato una manifestazione
a Roma. Si tratta di una protesta sindacale, ma non solo. Si scende in piazza
per difendere gli interessi dei prof, ma anche quelli dellintera scuola
pubblica. E il no alla riforma Moratti ha coinvolto anche chi non aderisce
a nessun disegno politico, non ha nessuna tessera in tasca e la destra e la
sinistra le riconosce a stento. Lo slogan?Autorganizzazione. Prima sono nati
piccoli comitati di genitori e insegnanti, poi questi hanno iniziato a confrontarsi
tra di loro, fino ad arrivare a costituire dei veri coordinamenti democratici
perchè "l'unione fa la forza".
Il 15, nonostante la revoca delle sciopero da parte dei confederali, a Roma,
i docenti di alcune scuole superiori napoletane sfileranno dietro lo striscione
«Docenti Autoconvocati Napoli».Fanno parte di un osservatorio
costituitosi ad ottobre che da diversi mesi si dà appuntamento ogni
martedì in due licei della città (Pansini o Giordani).Durante
le assemblee si discute, ci si confronta e si prendono decisioni. Per aderire
al movimento basta mandare una mail all'indirizzo docentinapoli@yahoogroups.com
per ricevere tramite newsletter tutte le informazioni riguardo iniziative
ed incontri del coordinamento. Inoltre tramite Internet i prof sono in contatto
con altri movimenti di tutte le regioni italiane. A Roma sfileranno con i
«Docenti per la Resistenza» di Milano.
Ma anche tra i genitori la riforma non riscuote consensi . «Vogliono
cacciarci via dai consigli di classe per inserire rappresentanti esterni,
che del mondo scuola conoscono ben poco e che soprattutto non lavorano in
trincea ogni giorno come noi» protesta Federica, mamma di una studentessa
del Sannazzaro. Intanto la risposta al progetto Moratti da parte dei vari
genitori non si è fatta attendere.In particolare, da pochi mesi si
sta facendo largo anche un nuovo coordinamento, promosso dell'architetto Angela
Cangiano, che raggruppa genitori di molte scuole superiori di Napoli e provincia
e collabora con l'osservatorio dei docenti.
«Tutto è nato da una domanda: perché i nostri ragazzi
occupano le scuole? - spiega la Cangiano - Così mi sono avvicinata
al mondo che mia figlia conosce benissimo e ho scoperto che le attività
fervono sia tra i ragazzi che tra i professori. Ben presto si sono aggiunti
altri genitori e con loro abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione
allo scopo di creare un'associazione vera e propria che promuova le occasioni
di incontro e di confronto tra chi partecipa e vive questa realtà».
Il movimento per ora conta più di 40 « Vorremmo creare delle
autorganizzazioni sul modello delle Banche del tempo che interagiscono con
gli enti Locali preposti all'istruzione - spiega la mamma Stiamo pensando
di aprire anche degli sportelli negli istituti per monitorare le condizioni
scolastiche». L'appuntamento per tutti è al megaconvegno che
si terrà giovedì 14 febbraio ore 16 presso la sala Gemito della
Galleria Principe Umberto.
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Studenti in manifestazioni varie e poi concentramento a Roma per il 15
a Rovigo, in un articoletto apparso su Il Resto del Carlino:
Studenti, tre giorni di fuoco: da domani
la protesta contro la Moratti e i «buoni»
«Tre giorni di fuoco»: gli studenti usano questo slogan per racchiudere
la serie di manifestazioni che li vedranno protestare da domani contro la
riforma Moratti e i buoni scuola. «Abbiamo deciso spiegano i
ragazzi del Comitato Interistituto dopo aver analizzato e discusso
sulla nuova riforma Moratti-Bertagna e sulla legge regionale dei buoni scuola
di indire nella giornata di giovedì uno sciopero studentesco con astensione
dalle lezioni ed un corteo lungo le strade della città per dare visibilità
anche a Rovigo alla problematica della scuola». Gli studenti prenderanno
parte anche domani a Venezia allo Student Action Day, quando gli studenti
scenderanno per le calli del capoluogo regionale e concluderanno le tre giornate
di mobilitazione venerdì manifestando a Roma assieme ad insegnanti,
personale Ata, lavoratori, precari ed immigrati. Per domani il ritrovo è
alle 7.30 alla stazione dei treni.
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Anche De Mauro avrebbe voluto lo sciopero dei confederali il 15 e tende a rimarcare la differenza fra pubblico impiego e scuola, in un articolo apparso su Il Manifesto...
De Mauro: "Che peccato non scioperare"
"La rinuncia allo sciopero del 15 da parte dei sindacati confederali
dell'istruzione e' un vero peccato. Era un modo per marcare la differenza
fra i temi della scuola e quelli del pubblico impiego". A bacchettare
Cgil, Cisl e Uil della scuola è stato niente meno che Tullio De Mauro
ex ministro della pubblica istruzione (quando ancora si chiamava così),
colui che ha dato gli ultimi ritocchi alla legge sui cicli di Berlinguer cancellata
dalla riforma Moratti. De Mauro ha tuttavia sollecitato i sindacati confederali
a "cogliere le prossime occasioni che certamente non mancheranno".
"C'è un movimento nella società che bisogna saper assecondare
- ha continuato - e invece vedo che c'è, su questi argomenti, anche
un pesante silenzio della stampa". De Mauro, che ha parlato dal palco
del convegno sulla riforma del centrodestra organizzato dalla commissione
cultura del Campidoglio, non ha mancato di sottolineare la propria contrarietà
alle posizioni del governo in materia di scuola. "Il governo sembra non
sapere che il rapporto una a trenta fra insegnanti e studenti è insopportabile
in una situazione come quella italiana con la metà della popolazione
che ha come tetto formativo la licenza elementare. Si tratta di persone che
hanno difficoltà di lettura e scrittura, che non possono controllare
gli strumenti di informazione e pesano sul destino scolastico dei bambini
e sul lavoro didattico degli insegnanti", ha spiegato l'insigne linguista.
Ma oltre a criticare gli aspetti "tecnici" della riforma, De Mauro
si è soffermato anche su quelli politici, in particolare sulla scleta
governativa di chiedere la delega: "Il governo l'ha chiesta praticamente
su tutto, esautorando il parlamento".
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Gli studenti sono tornati veramente a mobilitarsi e noi eravamo abituati
in passato a veder rifluire tutte le proteste dopo le elezioni del C.d.I:
e dopo il primo quadrimestre...
Anche a Trieste mobilitazione e corteo io 15 febbraio, articolo su Il Piccolo:
Venerdì sciopero degli studenti
Corteo alle 9 contro la Moratti
Adesso è ufficiale: la scuola scende di nuovo in piazza. Dopo le agitazioni
che hanno caratterizzato lo scorso dicembre coinvolgendo quasi tutti gli istituti
superiori triestini, gli studenti tornano a protestare contro la riforma Moratti.
I sindacati di base e il comitato studentesco hanno indetto per venerdì
uno sciopero e una manifestazione, che partirà alle ore 9 da piazza
Goldoni. Il corteo si muoverà attraversando piazza Goldoni, piazza
della Libertà, via Roma per concludersi in piazza della Borsa.
Questa nuova ondata di agitazioni è stata decisa ieri, nellassemblea
del coordinamento studentesco svoltasi nellaula Magna del liceo scientifico
Galilei. All'incontro erano presenti circa 40 persone, ma per il prossimo
venerdì gli organizzatori si aspettano un'adesione massiccia. Non si
registreranno forse le 3000 presenze dellultimo corteo, ma lopera
di diffusione e volantinaggio sta abbracciando tutte le scuole superiori della
città.
E ieri, il comitato studentesco ha analizzato punto per punto la legge delega
sulla Riforma, definendola al quanto nebulosa. Tuttavia le motivazioni del
corteo verranno esposte in modo approfondito domani, nella conferenza che
si terrà alle 11.30 nella libreria «In Der Tat», in via
Diaz. E sempre nel pomeriggio dello stessa giornata si svolgerà alle
16.30 ancora nellaula Magna del Galilei, unassemblea pubblica
indetta dai Cobas in collaborazione con il gruppo scuola del Trieste socialforum.
Allo sciopero di venerdì prossimo aderiranno anche studenti provenienti
da Udine e i collettivi Studenti in movimento, collettivo La scintilla e Cerchio
inquieto.
m.k.
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Articolo sul Il resto del Carlinodi Imola: gli insegnanti di un ITC di
Faenza prendono posizione contro la "riforma" Moratti. Ma quello
che è interessante in questo articolo è la tendenza che ormai
si generalizza ad una saldatura fra il movimento degli insegnanti e il movimento
degli studenti:
Gli insegnanti dello Strocchi
contrari alla riforma Moratti
La riforma del sistema di istruzione e formazione messa a punto dal ministro
Moratti «si traduce in un attacco alla scuola pubblica e rischia di
renderla sempre meno capace di assolvere al fondamentale compito educativo
nei confronti delle giovani generazioni che le viene assegnato dalla nostra
Costituzione». E' quanto affermano gli insegnanti e il personale non
docente dell'Ipc 'Strocchi' di Faenza, riuniti in assemblea nei giorni scorsi.
L'assemblea si è dichiarata solidale con gli studenti dell'istituto
che in dicembre si sono mobilitati contro la proposta di riforma «condividendo
nella sostanza le ragioni della protesta». Critiche vengono mosse alla
decisione di far svolgere l'esame di Stato da una commissione composta di
soli membri interni con un unico presidente esterno. «Vengono inoltre
create le premesse afferma un documento per cancellare tutti
i posti del personale non docente, per le pulizie e le funzioni amministrative
che verranno svolti da lavoratori supersfruttati». «Inaccettabile
appare anche l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione» e
«la cancellazione delle cattedre orarie».
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