Studenti in Piazza domani a Novara, contro la controriforma Moratti, su La Stampa:
(Del 14/2/2002 Sezione: Novara Pag. 37)
DOMANI LA MANIFESTAZIONE DEGLI ISTITUTI SUPERIORI E DELL´UNIVERSITA´ Studenti contro la riforma «Scuola come azienda e corsi a pagamento»
NOVARA
Studenti in piazza domani mattina contro la riforma della scuola proposta
dal Governo. Alle 9 i ragazzi delle superiori e dell´università
novarese si ritrovano davanti alla stazione e sfilano in corteo fino in piazza
Duomo. La manifestazione, a cui parteciperanno anche alcune delegazioni dei
consigli di fabbrica, è stata organizzata dal Collettivo «Primavera
di Praga», dal Comitato rappresentanti d´istituto, dai Giovani
comunisti e dal Centro sociale del Cavalcavia. Da tempo i ragazzi esaminano
il progetto che il Governo ha in mente per cambiare la scuola italiana. Il
Collettivo «Primavera di Praga» ha scritto anche un «Breve
manuale di sopravvivenza alla riforma Moratti-Bertagna» che ne riassume
gli elementi principali.
«Noi critichiamo l´impianto classista della riforma - dicono gli
studenti Sandro Andorno, Jacopo Ferrara e Alberto De Lorenzis -. Già
a 14 anni si dovrà scegliere tra istruzione nei licei o formazione
professonale con la possibilità di alternare scuola e lavoro con periodi
di attività, gratuita, in azienda (al posto di un dipendente, ovviamente).
Inoltre alcune lezioni saranno obbligatorie, altre facoltative e altre ancora
a scelta ma a pagamento e in quest´ultimo caso si tratta di materie
che oggi fanno parte dei programmi del corso di studi. Come fisica al liceo
classico. Così la scuola sarà gratuita ma priva di risorse e
dequalificata per i meno abbienti, di alto livello per una ristretta cerchia
di studenti Vip».
I ragazzi contestano, poi, la trasformazione della scuola in una sorta di
azienda: «Gli istituti dovranno procurarsi da soli alcuni fondi, ad
esempio con l´aiuto di sponsor. Ci sarà anche qui come in America
un `Coca-Cola Day´? La riforma Moratti si rivela anche un assalto all´impostazione
socio-politica ed economica attribuita dalla Costituzione al nostro Paese
con l´attribuzione di funzioni imprenditoriali, con la parità
tra istituti pubblici e privati a tutto vantaggio di questi ultimi, con il
dominio del mercato nel mondo dell´istruzione e della cultura».
I ragazzi, promettono, non si fermeranno alla manifestazione di domani. Ieri
si è già tenuta al liceo classico un´assemblea per dibattere
i temi della riforma. A fine mese è previsto un incontro pubblico alla
Barriera Albertina. «Noi non vogliamo dire che così la scuola
vada bene - concludono -: ha grosse lacune. Però la riforma s´ispira
a modelli europei e americani di estrema specializzazione che ora quegli stessi
Paesi stanno abbandonando per adottare sistemi di cultura generale come il
nostro. E´ assurdo». Barbara Cottavoz
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Ancora su La Stampa una lettera al giornale a difesa della riforma Berlinguer:
LETTERE AL GIORNALE
La riforma Moratti
distruggerà la scuola
La legge-quadro 30/2000 in materia di riordino dei cicli dell´istruzione
è una delle più importanti riforme dei governi di centro-sinistra.
Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer commentava così
l´approvazione della legge: «La scuola autonoma dei nuovi cicli
è l´affermazione del diritto per tutti di imparare fino al massimo
delle proprie potenzialità. E´ il simbolo moderno del riformismo
e dell´uguaglianza». L´articolo 6 della legge garantisce
che una riforma di così vasta portata entri in vigore in modo progressivo.
Il governo di centro-sinistra aveva infatti messo a punto, secondo il dettato
legislativo, un piano quinquennale di attuazione, sottoposto al parere del
Parlamento, al quale spettava anche il compito di monitorare l´effettiva
realizzazione della riforma. Mentre erano in corso numerose iniziative di
attuazione della riforma, di innovazione della didattica e di realizzazione
delle novità introdotte nel quinquennio, il governo Berlusconi ha bloccato
tutto e ha scoraggiato proprio le scuole e gli insegnanti più innovatori.
Uno dei primi atti della ministra Letizia Moratti è stato infatti lo
stop alla riforma dei cicli scolastici senza proporre un valido piano strategico
alternativo. La decisione del governo di procedere alla riforma dell´istruzione
e della formazione attraverso una legge delega è un grave atto di arroganza
nei confronti del Parlamento, della scuola, del Paese. Il contenuto della
delega è ancora più preoccupante del metodo ed è ispirato
all´idea, opposta a quella del diritto al successo formativo, di una
scuola-azienda che privilegia gli studenti più abbienti e penalizza
i più poveri e i più disagiati, attraverso una precoce formazione
professionale che non concede reali sbocchi universitari». L´obbligo
scolastico e formativo è di fatto abolito. L´anticipo dell´iscrizione
di mezzo anno è un pasticciaccio brutto. Le «fratture di sistema»
dei cicli pre-Berlinguer restano così come sono, addirittura penalizzando
gli attuali istituti comprensivi. Si stabilisce una scelta precoce tra due
canali di durata diversa con due finalità diverse: il percorso dei
licei riservato all´apprendimento della cultura alta e il percorso della
formazione piegato sulla specializzazione per fornire manodopera a basso costo
alle imprese. La prevista articolazione dei licei fa ritenere che alcuni indirizzi
tecnici passeranno all´istruzione e alla formazione professionale (geometra,
alberghiero, turistico, agrario). L´autonomia scolastica viene sottoposta
al centralismo regionale. Ancora più preoccupante è poi la riduzione
del curricolo nazionale a sole 25 ore settimanali, la cui definizione è
per giunta demandata ad un regolamento attuativo, di cui nulla è dato
sapere. Ma la politica dei tagli degli organici (il decreto del ministero
prevede 106.500 posti soppressi in tre anni tra personale docente e non docente),
del tempo scuola e dell´affidamento di attività d´insegnamento
a contratti d´opera è del tutto organica all´idea di un
curricolo ridotto. E´ facile prevedere che verranno soppressi numerosi
servizi per gli studenti di cui abbisognano tante famiglie: tempo pieno, tempo
prolungato, progetti sperimentali, attività di sostegno. Davvero si
può dire: «Moratti: nuoce gravemente alla salute degli studenti!».
Andrea Stroscio Federazione Ds Biella
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Problemi sulla mobilitazione del 15 febbraio riportati da Il Manifesto:
SINDACATI
Venerdì la scuola in piazza contro la Moratti La Cisl conferma: "Lo
sciopero generale è inopportuno"
La Cisl dice no allo sciopero generale. Ieri il segretario Savino Pezzotta
ha ribadito che uno sciopero generale in questo momento sarebbe "inopportuno".
La Cisl non ha però cambiato idea sulla modifica dell'articolo 18,
sull'arbitrato e la decontribuzione per i neoassunti. Su questi punti Cgil,
Cisl e Uil continuano ad essere d'accordo. I sindacati si spaccano però
sulle forme della mobilitazione.
Cisl e Uil propongono iniziative di piazza e mediatiche tipo "work day"
o "carovana del lavoro". Ma né la Uil, né il documento
finale approvato ieri sera dall'esecutivo della Cisl escludono possibili nuove
lotte se il governo non dovesse recedere dalle sue posizioni. La Cisl sostiene
che la battaglia contro le deleghe sarà lunga. Per molti dirigenti
cislini il governo non riuscirà a rispettare la promessa di presentarsi
a Barcellona con le deleghe.
Oggi tocca alla Cgil replicare. Intanto la Fiom rilancia la necessità
di andare comunque allo sciopero generale, anche da soli, mentre nella Cgil
scuola cresce la polemica sul 15 febbraio. Avendo cancellato lo sciopero molti
delegati e iscritti alla Cgil stanno spingendo per partecipare comunque alla
manifestazione dei Cobas. La segreteria della Cgil scuola, al contrario, pensa
a un'altra manifestazione contro la riforma Moratti all'inizio di marzo.
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Su La Repubblica la protesta degli studenti, in forma creativa, e viene
precisato anche che il movimento è in ripresa:
GIOVEDÌ, 14 FEBBRAIO 2002 Stampa questo articolo
Pagina 4
LA PROTESTA
Manifesto con lo slogan "scuola pubblica per tutti"
Blitz degli studenti striscione contro la Moratti sulla torre degli Asinelli
ILARIA VENTURI
«SCUOLA pubblica per tutti»: è lo striscione lungo trenta
metri apparso ieri nel primo pomeriggio dall´alto della torre Asinelli.
Il blitz del gruppo di studenti Nati dalla Resistenza è durato una
decina di minuti. Un gruppo di ragazzi, prima bloccato dal custode in cima
alla torre, è poi sceso per raggiungere gli altri manifestanti che
hanno volantinato in strada per spiegare i motivi della protesta. Un´azione
simbolica che si è svolta, in forme diverse, in tutta Italia ad opera
degli studenti Disobbedienti «per sensibilizzare i cittadini sul tema
dell´istruzione pubblica». Sul posto sono intervenuti poliziotti,
carabinieri e una squadra della Digos: tutti i partecipanti alla manifestazione
sono stati identificati.
Dopo la pausa di gennaio, riprende così la protesta delle scuole contro
la riforma Moratti. Domani gli studenti partiranno con un treno speciale per
lo sciopero a Roma. E si fanno sentire gli universitari. Ieri mattina un gruppo
di studenti dello Spazio sociale ha promosso un sit in in rettorato per opporsi
alla «mercificazione del sapere» e per denunciare «i contributi
della Nato a sostegno di programmi scientifici». Gli studenti parlano
di «tre progetti universitari finanziati dalla Nato».
«Chiediamo trasparenza su questi progetti, l´indirizzo politico
della ricerca deve essere figlio del confronto tra tutta la comunità
universitaria» dice Antonio Monari dell´unione degli universitari.
Il gruppo di universitari indossava tute arancioni in solidarietà con
i lavoratori in sciopero della Matrix Virgilio. «Fuori la Nato dall´università»
hanno gridato in coro. E ancora: «Il sapere è un bene immateriale
di cui ognuno di noi è portatore». Il rettore Pier Ugo Calzolari
li ha incontrati nell´atrio del rettorato e si è detto disponibile
a fissare un incontro per discutere dei problemi sollevati.
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