Ancora una nota da Sanremo riportata da la Stampa, in cui emerge il fatto che la Moratti va drtitta per la sua strada, confortata da Berlusconi, le contestazioni appaiono improvvisamente nei media come minoritarie, gli studenti sono impegnati nella fine quadrimestre. In più la Moratti regala il buono pasto per gli insegnanti (grazie, così mangeremo, così pezzenti ci fa, signora Ministro, da poterci comprare con ... un tozzo di pane?):
inviato a SANREMO
La riforma della scuola sarà pronta e votata in tempi rapidi al punto da poter essere applicata già nel prossimo settembre. Quanto ai punti controversi - trasferimento di competenze alle Regioni, anticipo delle elementari a 5 anni e copertura finanziaria - sono tutti in via di soluzione. Sanremo, sul palco dell´Ariston (quello del festival) Letizia Moratti parla ai delegati al congresso della Uil scuola. Il tono è pacato, la voce flebile, l´eleganza sobria, come sempre, e il messaggio è chiaro: non c´è stato alcuno stop al processo di riforma, al Consiglio dei ministri non si è affatto litigato ma si è solo discusso ed «è normale che un progetto di questo tipo non possa e non debba essere approvato in una sola riunione. Sarebbe incoerente con l´impostazione del provvedimento». Il ministro dell´Istruzione ha raccontato, una volta in più, quanto il processo che ha portato alla stesura del disegno di legge sia stato lungo e partecipato (ha ricordato il lavoro della commissione Bertagna, le consultazioni, i sondaggi, gli Stati generali, le contestazioni) e come le varie istanze del mondo della scuola abbiano trovato ascolto e accoglienza nell´articolato che è all´attenzione dei ministri. Ora dunque si tratta solo di aggiustare, perfezionare, ascoltare di nuovo poi, finalmente, procedere. Tra l´inizio della riforma e il suo traguardo, ha confermato la signora Moratti, ci sono alcuni nodi da sciogliere: il primo è quello dei costi, il secondo quello delle competenze regionali, il terzo quello degli anticipi della scuola di base. «I costi - ha detto - per quest´anno sono già coperti. In seguito studieremo l´applicazione della riforma in modo progressivo, considerando anche gli investimenti necessari». Quanto al ruolo delle Regioni, il ministro ha detto che «in base all´attuale Costituzione competono allo Stato le norme generali sull´istruzione e i livelli essenziali di prestazione in materia professionale, per garantire uguali diritti a tutti i cittadini sul territorio. Tutta l´istruzione professionale, comunque, passerà alle Regioni e con esse vedremo come verificare gradualmente l´attuazione di questo passaggio». Quanto al successivo processo di devolution che «prevede che anche il sistema scolastico passi in legislazione esclusiva alle Regioni», il ministro ha spiegato che sarà valutato via via che il progetto verrà attuato. Nessuna perplessità neppure sulla controversa materia dell´anticipo delle elementari a cinque anni e mezzo (anche se, quando il ministro ne ha parlato, c´è stato un certo brusio in sala). «E´ una istanza sentita dalle famiglie - ha spiegato Moratti - e una possibilità che risponde a una forte esigenza sociale». Quindi si dovrebbe fare. «Se il progetto passerà - ha spiegato ancora la Moratti - faremo in modo di verificare che il diritto alle iscrizioni, in chiusura in questa fase il 20 gennaio, possa essere riaperto». Ciò detto, la signora Moratti ha per l´ennesima volta chiarito che il governo è aperto a tutte le critiche e a tutti i suggerimenti e che la riforma deve essere il più possibile «condivisa». Ma l´unanimità non si può chiedere e una proposta deve comunque esserci «quindi vorremmo che l´impianto generale della riforma fosse mantenuto» nei termini complessivi fin qui delineati. Si sa che il ministro vorrebbe per il suo disegno di legge un iter parlamentare ordinario ma - se mai fosse necessario - non esclude neppure il ricorso alla delega, ventilato dal ministro La Loggia agli Stati generali. Peraltro, se veramente si vuole varare la riforma dal prossimo anno scolastico, la sua approvazione deve avvenire in tempi rapidissimi. Letizia Moratti non ha dimenticato che stava parlando a un´assemblea di delegati degli insegnanti, e ha quindi dato una notizia a loro gradita. Il «tavolo» per il rinnovo contrattuale sarà aperto entro la fine di questo mese, nella trattativa si parlerà anche di buoni pasto per i docenti che debbano rientrare il pomeriggio: un´istanza concreta e molto sentita che il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, aveva sollevato nel suo intervento. Raffaello Masci
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Girgio La Malfa, su La Stampa pone cinque domande "moderate"
in risposta all'articolo della Moratti di ieri, si chiede en passant che riforma
dei programmi e dei conteuti pensa il governo. Anche qui, comunque la sensazione
è che sia accettata la riforma, grosso modo...
RISPOSTA ALL´ARTICOLO DEL MINISTRO MORATTI SCUOLA, CINQUE DOMANDE
Caro direttore, ho letto l'articolo del ministro dell´Istruzione, Letizia
Moratti, sulle linee del progetto di riforma della scuola da lei predisposto
e sottoposto all'esame del Consiglio dei ministri. E' ovvio che non si può
non apprezzare l'intento di una scuola più europea e a misura di tutti.
Ma certo un giudizio non può formarsi sulla base di questi propositi,
né dell'ampia consultazione cui il ministero avrebbe proceduto in questi
mesi. Bisogna comprendere esattamente verso quale tipo di scuola si orienti
il ministro e, per esprimere almeno una prima impressione, è necessario
conoscere in qual modo nel progetto vengono affrontati alcuni dei nodi del
problema scolastico. Li pongo sotto forma di cinque domande: 1. A quale età
pensa il Governo che i ragazzi debbano uscire dalla scuola? Alcune dichiarazioni
del ministro farebbero pensare che la sua preferenza vada verso un'uscita
a 18 anni, come nella maggior parte dei paesi europei, piuttosto che a 19
anni, come è attualmente in Italia. Il progetto contiene un'indicazione
precisa? 2. Quale deve essere la durata della scuola: 12 o 13 anni? L'attuale
maggioranza criticò a suo tempo la proposta dell'allora ministro Berlinguer
di ridurre di un anno la durata della scuola di base. Dovrei ritenere che
opportunamente si voglia confermare l'attuale durata di 13 anni. Qual è
la posizione del ministro? 3. Se la scelta del governo è quella di
una durata scolastica di 13 anni e di un'uscita dalla scuola a 18 anni, allora
ne segue che la scuola elementare può orientarsi, con tutte le necessarie
cautele, verso un inizio della scuola elementare all'età di 5 anni.
È questa la soluzione che il ministro intende proporre, tenendo conto
del fatto che spesso oggi le scuole private, a differenza delle scuole pubbliche,
accolgono i bambini che non abbiano ancora compiuto 6 anni e li preparano
per l'ammissione ala seconda classe elementare? 4. Quanto deve durare la frequenza
obbligatoria della scuola: 8, 9 o 10 anni? 5. Che cosa intende fare il Governo
degli istituti tecnici, anche alla luce delle modifiche dell'articolo 118
della Costituzione (il cosiddetto federalismo): mantenerli nell'ambito dell'istruzione
nazionale della quale è e resta responsabile lo stato, o assimilarli
agli istituti di formazione professionale che sono di responsabilità
delle regioni? Questi sono alcuni quesiti essenziali, rispondendo ai quali
si delineerebbe con una certa precisione la struttura del sistema scolastico
studiato dal ministero dell´Istruzione. Vi è poi - ma credo sia
tuttora completamente aperto - il problema della revisione e dell'aggiornamento
dei contenuti dell'insegnamento scolastico sui quali ignoro che cosa sia allo
studio da parte del ministero in questo momento o se siano già maturati
degli orientamenti precisi. Spero che il ministro Moratti voglia rispondere
ai quesiti che ho posto per chiarire meglio ai lettori l'impostazione della
sua riforma della scuola. Presidente Commissione Finanze della Camera Giorgio
La Malfa
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Dal Tirreno una notizia su un intervento dell'ex ministro Berlinguer, a
Volterra, in cui si oppone la vecchia riforma alla nuova...
giovedì 17 gennaio 2002 Berlinguer: «La destra
sta lacerando la scuola»
c.g.
VOLTERRA. Scuola al centro di un incontro svoltosi martedì a Volterra.
Interlocutore d'eccezione il senatore ed ex ministro Luigi Berlinguer che,
davanti a una platea numerosa, ha parlato dell'attuale situazione scolastica
italiana. Pochi i rappresentanti del mondo della scuola volterrana: studenti
pressoché assenti, pochi docenti, ma tanti i cittadini e gli esponenti
dell'Ulivo, tra cui il senatore Brunale. Gli ospiti della serata - insieme
all'ex ministro della Pubblica Istruzione, c'era Giulio Fabbri, esponente
della Consulta nazionale dell'istruzione - hanno contrapposto il programma
del vecchio governo a quello attuale, portato avanti dal ministro Moratti.
Non sono mancati gli attacchi verso la politica del centrodestra che, a detta
dei relatori presenti nella sala del consiglio di palazzo dei Priori, è
priva di qualsiasi idea in merito al sistema scolastico nazionale.
Eppure tante sono state, a suo tempo, le proteste e le sollevazioni da parte
del corpo docente, ma anche da parte degli studenti verso tutta l'impalcatura
politica voluta da Berlinguer. «Da parte nostra - ha ammesso il senatore
- c'è stata una insufficiente comunicazione che ha determinato poca
chiarezza tra gli addetti ai lavori nel mondo della scuola, ma anche difficoltà
interne alla maggioranza. Nonostante questo, siamo andati avanti e il tempo
ci ha dato ragione, perché oggi le proteste sono rivolte ai tentativi
d'annullamento di tutte le innovazioni portate avanti dal centrosinistra».
L'ex ministro si riferisce soprattutto a due punti fondamentali di riforma
introdotti dall'Ulivo: autonomia scolastica e ciclo comune tra elementari
e medie. Errori di valutazione, in gran parte rientrati, anche se non completamente
digeriti dalla classe docente che continua a essere confusa sui propri ruoli
e compiti.
«Oggi - continua Berlinguer - siamo arrivati in un deserto dei Tartari
dove l'idea principale che anima il centrodestra è cancellare tutto
e rifare tutto. Non è possibile abrogare tutto: semmai correggere e
adeguare, ma l'operazione che sta attuando l'attuale governo è nociva.
Non si blocca una riforma così importante come quella della scuola
per sei mesi. Siamo a un bivio: occorre sconfiggere questo governo ed è
importante che da ogni scuola, da ogni città italiana arrivino movimenti,
elaborazioni, discussioni per assicurare che la voce del cittadino giunga
in Parlamento, affinché la destra non abbia mano libera nel lacerare
la scuola italiana».
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Sul giornale di Brescia un articolo sulla formazione professionale:
Assumono sempre più importanza le iniziative volte alla preparazione
dei giovani al mondo del lavoro
La formazione professionale è prioritaria
Orientarsi fra le scelte è difficile: il Comune di Brescia ha istituito
un servizio on line
La proposta di riforma generale della scuola, che il ministro Moratti si prepara
a definire e tradurre in un disegno di legge, riserva un ruolo importante
alla istruzione e formazione professionale, messa sullo stesso piano dei licei,
con possibilità di frequenza, dopo la qualifica, di un quinto anno,
per consentire laccesso alluniversità. Rimasti relegati
nellambito di percorsi formativi extra e parascolastici, negli ultimi
anni i corsi di formazione professionale hanno conquistato uno spazio sempre
maggiore. A confermarlo è il rapporto del 2001 dellIsfol, che
evidenzia come sia progressivamente cresciuta la partecipazione alle attività
di formazione professionale da parte dei giovani. Nel biennio 1999-2000 un
quinto dei giovani in cerca di occupazione di età compresa tra i 15
e 24 anni ne hanno usufruito. In totale sono stati 550mila gli iscritti ai
corsi sullintero territorio nazionale. Diversa la ripartizione territoriale
sia sul piano dellofferta formativa, sia per le iscrizioni. A fronte
di una formazione professionale sempre crescente nelle regioni del Nord, dove
addirittura il rapporto tra iscritti e utenza potenziale complessiva è
del 3,4 per cento, arrivando al 57% per i giovani. Al Centro e al Sud la quota
di allievi, sempre in rapporto al bacino potenziale, scende, rispettivamente
all1,3% e all1,4%. Sono, inoltre, sempre le regioni del Nord,
dove si concentra il 69% del totale nazionale dei corsi (circa 34mila), a
guidare la classifica dellofferta, con un incremento di oltre 4mila
corsi rispetto alla già consistente offerta registrata lanno
passato. Al Centro i corsi sono stati 3.740, quasi la metà della precedente
tornata. Al Sud sono stati circa 7mila, quasi 1.100 in meno. Ecco perchè
è prioritario fissare degli standard nazionali della formazione professionale,
per evitare la creazione di due livelli disomogenei. La determinazione di
criteri comuni per tutto il territorio nazionale faciliterebbe, inoltre, il
controllo e lintervento in caso di evidenti inadempimenti. Nel frattempo,
il Comune di Brescia ha attivato una interessante e utile iniziativa per facilitare
agli alunni di terza media quale scuola superiore frequentare dopo il diploma.
I Piani dellofferta formativa (Pof) delle scuole bresciane corrono in
rete. Ovvero, è online la possibilità di consultare le diverse
proposte formative delle scuole superiori bresciane che, proprio in questi
giorni, hanno aperto le loro porte agli studenti dellultimo anno delle
scuole medie, pronti a scegliere i percorsi scolastici da seguire. Il Ministero
della pubblica istruzione, con una circolare del 21 dicembre 2001, poi modificata
ha fissato infatti al 20 gennaio (in realtà lunedì 21 gennaio,
perchè la domenica gli istituti sono chiusi) il termine per le iscrizioni
alle scuole di ogni ordine e grado. Per agevolare i ragazzi e le famiglie
in questo importante e fondamentale percorso di scelta, lAssessorato
alla pubblica istruzione e politiche giovanili del Comune di Brescia ha deciso
di rendere consultabile sul sito del Comune di Brescia, allindirizzo
www.comune.brescia.it, le varie proposte dellofferta formativa predisposte
dagli istituti superiori cittadini, a completamento di quanto già avviato
con la manifestazione promossa dal Comune di Brescia «Orientando junior».
Collegandosi a internet e accedendo al sito dellAmministrazione comunale
di Brescia, cliccando con il mouse sul logo di «Orientando» si
avrà accesso a una pagina contenente le diverse tipologie di scuola
superiore, dagli istituti professionali agli istituti tecnici e dagli istituti
darte ai licei. Da lì è possibile poi passare allelenco
di tutti gli istituti. Compiuta la scelta si ha poi la possibilità
di leggere e stampare la presentazione dellofferta formativa.
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