18 May, 2002

 

Incominciamo con una levata di scudi contro la ventilata riapertura delle iscrizioni -i presidi si dichiarano non contrari...

Cgil, Cisl e Gilda: è una
strada impraticabile.
Ma l’associazione presidi
«Possiamo discuterne»
ANNA MARIA ASPRONE
Una vera levata di scudi contro quella che, per ora, è ancora un’ipotesi annunciata nei giorni scorsi dal ministro Moratti in commissione cultura al Senato, ma che ha già sollevato un mare di polemiche. L’idea di riaprire i termini delle preiscrizioni, scaduti a gennaio, seppure solo per la Materna e la prima elementare, per consentire già dal prossimo settembre il varo della riforma, ha trovato la ferma opposizione di tutte o almeno di gran parte delle sigle sindacali. Un debutto, quello della riforma, che vedrebbe protagonisti proprio i più piccoli che si ritroverebbero così tra i banchetti delle Materne invece che a tre anni a due anni e mezzo, e delle Elementari invece che a 6 a 5 anni. «La proposta del ministro è impraticabile, e non può essere sostenuta - dice Luigi Bifulco, segretario della Cisl scuola - appare più come un’operazione di immagine, che una strada realmente percorribile, soprattutto se parte a settembre». Questi, secondo la Cisl, i motivi dell’impraticabilità: «Ci sono problemi strutturali, dettati dall’assenza nelle materne e nelle elementari di strutture di accoglienza indispensabili per bambini di quell’età. Ma esistono anche oggettivi problemi di riorganizzazione del lavoro e di preparazione, sia per i docenti che per i bambini che anticiperebbero una frequentazione verso cui non sono stati adeguatamente predisposti. Ci sarebbe poi il pericolo di avviare il meccanismo solo in alcune realtà territoriali già fornite di strutture, plessi ed aule, e non dappertutto, con il rischio di compromettere il diritto allo studio per tutti. La Moratti - conclude Bifulco - dovrebbe approfondire le conseguenze della sua decisione. Più che una proposta innovativa, siamo di fronte a un azzardo didattico-pedagogico».
Un’improvvisazione che rientra nello stile delle ”esternazioni” della Moratti. Così Franco Buccino giudica la proposta. «La scuola - precisa - ha bisogno di tempi distesi per una programmazione seria sul versante pedagogico-didattico e organizzativo e servono risorse: umane che il Ministro continua imperterrita a tagliare, con effetti disastrosi a Napoli e in Campania, e finanziarie da reperirenel piano di investimenti». Anche per il responsabile della Cgil il problema sono le strutture. «L’anticipo solo alle Elementari negherebbe dignità alla scuola dell’infanzia - aggiunge Buccino - Sarebbe importante che l’anticipo fosse deciso non solo dalla famiglia ma dalla scuola, dopo aver certificato il livello di maturazione del bambino. Anticipi non ponderati sarebbero disastrosi soprattutto per ragazzi appartenenti a fasce sociali più deboli, esposti a dolorose ripetenze e a serie difficoltà nella vita scolastica futura». Contraria all’anticipo anche la Gilda. «È una scelta strumentale - precisa il responsabile, Libero Tassella - per ridurre di un anno il percorso formativo. I bambini, a quell’età, non sono maturi. Si trasformerebbe così solo la materna in una sorta di asilo nido». Unica voce a favore, sia pure con riserva, è quella dell’Anp, l’associazione nazionale presidi. «Non abbiamo preclusioni di sorta - spiega il presidente Dionisio Malandrino - sulla riapertura delle preiscrizioni. Se il motivo è recuperare tempo, sebbene sconsigliabile, ci trova favorevoli perché può essere utile per i genitori. Non trovo sia traumatico ma è uno stile da evitare. Potremmo considerarlo una sorta di «una tantum», ma non un approccio sistematico ai problemi della scuola. Quindi meno improvvisazione e più pianificazione perché siamo contrari alle riforme last minute».
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Su il Gazzettino on line un intervento dell'assessore alle Politiche dell'Istruzione del Veneto, che richiede più spazio alle regioni...

Signor Ministro Moratti,
un antico proverbio cinese dice: "Se fai piani per un anno, semina riso; se fai piani per un decennio, pianta alberi; se fai piani per una vita, forma ed educa le persone". Non ho bisogno di richiamare la Sua attenzione sull'importanza della scuola nella società, ma credo però sia necessario avere una conoscenza puntuale delle caratteristiche e delle potenzialità del sistema scolastico di ogni regione per progettare strategie mirate, col maggior grado di consenso possibile. La scuola è diventata infatti un fattore strategico di sviluppo socio economico del Veneto, un territorio che negli ultimi anni 50 anni ha superato la debolezza economica e, dall'emigrazione per mancanza di lavoro è passato alla piena occupazione. Questo fenomeno, che tanti hanno definito "miracolo economico", ha portato momenti di debolezza nel sistema scolastico negli anni '60/'70 a causa degli eccessivi abbandoni del sistema formativo per un precoce inserimento nel mondo del lavoro. Oggi questi momenti di debolezza sono superati e abbiamo un sistema maturo orientato ai momenti del sapere, al saper fare e al saper essere.
La scuola quindi non è più lo strumento di selezione di una élite oppure di alfabetizzazione minima destinata a manodopera poco qualificata, ma persegue obiettivi di miglioramento per tutti: innalzare il livello culturale dei cittadini; far acquisire competenze durature in una realtà in evoluzione; contribuire al consolidamento dei saperi; sviluppare la capacità di mettersi in relazione con gli altri. Se la scuola veneta ha saputo crescere in questi anni, lo ha fatto grazie anche alla disponibilità di figure particolari di insegnanti (psicopedagogisti, coordinatori di progetti, responsabili dell'integrazione di curricoli disciplinari, solo per fare qualche esempio), impegnati in quei servizi aggiuntivi che hanno reso la scuola più accogliente e capace di integrare sia sul piano della socializzazione, sia in quello della didattica.Ora, se i tagli preannunciati risponderanno solamente a logiche di carattere numerico, il rischio è che siano proprio queste figure particolari le prime ad essere sacrificate. Occorre invece indicare criteri di razionalizzazione del sistema che non penalizzino i processi qualitativi già realizzati e consentano semmai di attivarne altri.
Sono professionalità che costituiscono una risorsa preziosa tanto quanto l'insegnamento delle materie curricolari e quindi da valorizzare nel cammino di miglioramento che la scuola intende fare. Questi professionisti sono uno dei punti di riferimento della scuola che cambia e si aspettano il riconoscimento che meritano. D'altro canto anche gli studenti, con le loro famiglie, hanno bisogni educativi e psico-pedagogici di cui non si può non tener conto.
Non può esserci una politica dei "tagli" fine a se stessa, ma un progetto complessivo di riqualificazione della scuola in cui ci sia equilibrio fra tutti i fattori e che tenga conto delle esigenze espresse dal territorio. Su questa linea è concorde il tavolo di lavoro sui temi dell'istruzione che la Regione ha recentemente istituito con i rappresentanti delle autonomie locali del Veneto.
In sostanza, quello che ci aspettiamo dalla riforma scolastica è di governare i processi educativi non più attraverso l'applicazione di procedure normative rigide, ma piuttosto attraverso la definizione di obiettivi con procedure flessibili che permettano la verifica del loro raggiungimento e siano congeniali alle diverse realtà territoriali e sociali a cui devono essere applicate. Il sistema formativo in Veneto ha oggi le potenzialità per poter iniziare un nuovo processo di miglioramento, perché esistono la volontà e le professionalità per poterlo fare. E' evidente che gli insegnanti e i dirigenti scolastici in Veneto rappresentano una risorsa fondamentale all'interno di questo processo, e se non sono sufficientemente motivati sicuramente faremo poca strada. Ecco perché stiamo preparando nel Veneto, per ottobre, il I° Forum sulla scuola che ci consentirà un approfondimento di tutte queste tematiche per compiere insieme a tutte le componenti socio-economiche della nostra regione la strada della valorizzazione del sistema scolastico.
*Assessore alle Politiche dell'Istruzione del Veneto
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E intanto parte la marcia di Barbiana di domenica...
articolo su La Repubblica...

Organizzata da Cgil, Arci e Rete Lilliput. Domenica a Barbiana la marcia per la scuola
Parte la maratona dei diritti si parla di lavoro e globalizzazione

LAURA MONTANARI
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Da una parte la fascia di capitano a Sergio Cofferati, dall'altra a Piero Pelù. L'appuntamento con il match clou di calcio è per domani alle 18,30 fra la squadra della Cgil nazionale e la «Tnt degli artisti toscani e solidarietà». Ma la partita è soltanto uno degli appuntamenti che da oggi a domenica animeranno nel Mugello (Borgo San Lorenzo) la «maratona dei diritti» organizzata dalla Cgil, dall'Arci, dalla Rete Lilliput e da altre associazioni che hanno firmato insieme il «Patto di lavoro per un mondo di diritti» per lanciare e discutere le campagne sulla globalizzazione. Incontri e dibattiti si terranno nella nuova area Ponte Rosso di Borgo San Lorenzo. Si comincia oggi (ore 9,30) sull'immigrazione: «La risorsa dell'altro, i diritti dell'altro»; poi nel pomeriggio (16,30) i diritti nel lavoro, la qualità dei prodotti e la responsabilità dei consumatori. Domani alle 17 «Diritti e libertà di informazione»: ne parleranno il segretario della Cgil Sergio Cofferati, lo scrittore Antonio Tabucchi, lo storico Paul Ginsborg, Bianca Berlinguer e Paolo Hendel. Gli organizzatori hanno previsto alcuni servizi per facilitare la partecipazione dei disabili: domani sarà allestita una piazzola protetta per assistere al dibattito e gli interventi saranno tradotti da un interprete dei segni. Domenica l'evento clou sarà la marcia per rilanciare la scuola «per tutti e per ciascuno» che partirà da Barbiana (sono previsti pullman da varie città italiane). Nel mirino il modello educativo della riforma Moratti. Alle ore 10,30 è previsto un servizio di trasporto da Ponte a Vicchio a Barbiana (ulteriori informazioni al numero 348 0051080). Critico il Social Forum fiorentino che «ritiene positivo il risveglio di interesse per i problemi della scuola», ma non «l'appello alla riforma dei cicli del centrosinistra». Ricominciare da Barbiana non significa secondo il Social Forum ricominciare dal progetto BerlinguerDe Mauro.

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