E' l'annuncio morattiano di oggi, rimbalzato da più parti fatto a un congresso a Rimini di insegnanti aderenti all'Apef, la separazione della carriera docenti. Sembra una sorta di zuccherino dato agli insegnanti per ingoiare la pillota amara della controriforma. Se questo funziona nelle aziende perché non dovrebbe funzionare nella scuola? Articolo su Il Corriere della Sera:
«Riforma necessaria per migliorare la scuola»
Lannuncio della Moratti: gli insegnanti avranno un contratto separato
ROMA - Dal prossimo contratto le sorti dei professori saranno slegate da
quelle delle altre figure che operano nella scuola: assistenti, amministrativi
e tecnici. In «burocratese» si dice che i docenti entreranno a
far parte di unarea contrattuale autonoma. Lo ha detto il ministro dellIstruzione,
Letizia Moratti spiegando che «questo aiuterà a costruire un
percorso professionale basato su qualità, professionalità e
responsabilità a cui corrisponderanno ricadute dal punto di vista economico».
Area separata significa che per le retribuzioni dei professori ci sarà
un budget distinto e che lanzianità non livellerà più
le buste paga del docente e delladdetto alle fotocopie. Perché
i professori potranno impegnarsi e, quindi, fare carriera. Felici gli oltre
mille docenti presenti al convegno «Insegnante professionista, una realtà
possibile» di Rimini. Quello che per anni è stato solo uno slogan
ora sembra qualcosa di più concreto ai docenti dellApef, fondata
da Sandro Gigliotti, ex leader della Gilda, e di Diesse, lassociazione
aderente alla Compagnia delle Opere. Critico, invece, il segretario di Cgil
scuola Enrico Panini, che commenta: «Larea separata fra docenti
e amministrativi è un esempio di distrazione rispetto al problema vero
del prossimo rinnovo contrattuale: lequiparazione alle retribuzioni
europee, della quale il ministro non parla».
I professori riuniti a Rimini hanno chiesto il riconoscimento di un organismo
autonomo e consultivo delle associazioni professionali. Il ministro ha detto
sì. Forse sarà un Forum, forse una federazione di associazioni
professionali che si aggiungerà ai sindacati (competenti per retribuzioni,
mobilità e orari), occupandosi di disciplina, formazione, accesso alla
professione, carriere e valutazione. «Vogliamo valorizzare la funzione
educativa degli insegnanti - ha concluso Moratti - evitando derive impiegatizie.
La scuola ha il volto dei docenti, bisogna trovare strumenti per valorizzare
la loro professionalità». E il primo passo verso luscita
dallimpiego pubblico per 700 mila insegnanti. Lapprodo sarà
la ridefinizione dello stato giuridico del docente. Per questo servirà
una legge: oggi pare più vicina.
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Su il Mattino online il resoconto di una assise tenuta con insegnanti, genitori, studenti, assessori, e quant'altro...
LASSISE
CITTADINA
ANNA MARIA ASPRONE
Le ansie, i timori sugli effetti devastanti che la Riforma Moratti potrebbe
avere sul mondo-scuola hanno fatto da cartina di tornasole. E così,
ieri mattina, laffluenza per l«Assise cittadina sulla scuola»
nellAntisala dei Baroni al Maschio Angioino di tutte le componenti di
quel mondo, è stata così massiccia e, al di sopra delle aspettative,
da rendere necessario il trasferimento dellAssise, per consentire la
partecipazione generale, nella più ampia Sala dei Baroni. Insieme ai
rappresentanti dellOsservatorio per la tutela e per il rilancio
della Scuola Statale, cerano collettivi studenteschi, docenti
e genitori autoconvocati, presidi, studenti di ben 44 istituti scolastici
di ogni ordine e grado, associazioni e organizzazioni sindacali, i rappresentanti
dell«Andis» Antonio Ferrigno, di «Libera» Geppino
Fiorenza, del Cidi Adriana Tocco e di «Psichiatria Democratica»
Sasà Di Fede. Tanti i nomi di quelli che si sono candidati a parlare
e di quelli che poi, effettivamente (non cè stata, per la grande
partecipazione, la possibilità per tutti di intervenire) si sono alternati
al microfono per discutere di ciò che dovrebbe essere la scuola del
futuro e di quella che invece sar,à se dovesse passare, nel suo attuale
contenuto, la Riforma Moratti. Ha moderato i lavori dellAssise lavvocato
Elena Coccia, tra le promotrici, nello scorso febbario, della Fiaccolata per
la Legalità. Presenti, anche se non sono intervenuti, i tre assessori
allIstruzione Cortese, per la Provincia, Buffardi per la Regione e Porta
del Comune, che ha commentato:«La difesa della scuola pubblica per noi,
se possibile, è ancora più importante della difesa dellarticolo
18. Il diritto allistruzione dei cittadini indipendentemente dalle condizioni
socio-economiche della famiglia è un valore da difendere senza possibilità
di compromesso o mediazione». «Ci stanno togliendo qualcosa che
era nostro di diritto - ha detto senza mezzi termini Fabrizio Miano, studente
del collettivo del Liceo Pansini, che ha visto nascere lOsservatorio
- La riforma annulla di fatto la partecipazione degli studenti dagli organismi
scolastici. Noi vogliamo, invece, coinvolgere tutti, genitori e docenti su
quanto sta accadendo oggi nella scuola». Per Sasà Di Fede di
Psichiatria Democratica il diritto allistruzione così come quello
alla salute è inalienabile: «La scuola non si compra nè
si svende» ha detto, concludendo il suo intervento. Lex ministro
dei trasporti Nerio Nesi, ha vincolato leffettivo e concreto cambiamento
dellattuale politica scolastica con il ritorno della sinistra al governo.
Per la preside del «Galilei» Silvana Piscopo, invece: «Il
governo ha lanciato una provocazione riducendo la scuola ad una gara al risparmio,
ad una partita di giro a cui bisogna contrapporsi per non vanificare
quanto abbiamo realizzato negli anni».
«La scuola - ha puntualizzato, invece, Adriana Tocco, presidente del
Cidi - è un problema di tutti ed è quindi importante coinvolgere
anche le altre forze sociali». Per il maestro di strada Manlio Rossi
Doria: «La Moratti nei fatti divide la mente dalle mani. Bisogna invece
- ha ribadito - coniugare la scuola delle professioni, della cultura e della
ricerca». E, proprio sulla ricerca e sui tagli ai progetti fino al 2003,
che drasticamente mortificheranno il lavoro di anni di studio, si è
invece soffermato il ricercatore Paolo Perris. «Non dobbiamo ghettizarci
con le etichette - ha concluso Franca Sibilio, preside del «Margherita
di Savoia» - di docenti, presidi o studenti. Siamo cittadini che non
devono difendere il proprio orticello ma un terreno più ampio che è
la cultura». In conclusione è stato approvato un documento per
confermare lopposizione «alla politica antidemocratica espressa
dalla riforma Moratti e rivendicare il diritto ad unistituzione qualitativamente
migliore». Tra le proposte una raccolta di firme il 13 e 14 aprile per
il documento «Più scuola per tutti», una mobilitazione
cittadina in coordinamento con i movimenti autoconvocati di altre città,
una manifestazione nazionale a Roma nel mese di maggio per la scuola pubblica
e vari incontri con forze democratiche, sindacali e parlamentari.
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Su Il Messaggero Veneto una serie di prese di posizione del provinciale della cgil scuola,
Raccolte migliaia di firme per dire no
al ribaltone voluto dal ministro Moratti
Via libera alla riforma della scuola, per delega ricevuta: i commenti a caldo
sul sì definitivo del governo al ribaltone voluto dal ministro
dellIstruzione rispetto al progetto dei cicli messo a punto dal tandem
Berlinguer-De Mauro sono quelli indignati dei sindacalisti di Cgil scuola
provinciale. «Una brutta legge e una pessima delega affermano
i vertici cigiellini Carla Franza e Gianfranco DallAgnese . Raccogliamo
migliaia di firme per chiedere una approfondita discussione in Parlamento
e per dire no al ricorso alla delega, perché la riforma targata Moratti
sposta allindietro di 50 anni lorologio della scuola statale e,
avanzando a colpi di delega, sequestra il confronto democratico. Del resto,
leffetto primo della riforma sarà la subalternità della
scuola agli enti locali e così addio allautonomia. Perché
Regioni e Comuni avranno nella scuola dellobbligo la facoltà
di definire il 15 per cento del pacchetto formativo, per rispondere alla specificità
culturale, storica, produttiva del territorio e alle superiori il 20 per cento.
Inoltre, liscrizione anticipata a 2 anni e mezzo alle materne e 5 anni
e mezzo alle elementari dipenderà dalla salute dei bilanci dei Comuni
e dalle strutture edilizie a disposizione: si apre la strada alla disparità
e alla disuguaglianza di trattamento dei cittadini». Dal prossimo settembre
anche in provincia si attiveranno gli ingressi precoci nella scuola dellinfanzia
e alle elementari: molti genitori hanno già prenotato il posto per
la prole. Ma lennesima incognita restano gli organici del personale.
«Londa anomala dei primini in più dovrebbe prevedere il
consolidamento degli organici docenti sostengono i cigiellini ,
invece lunico verbo declinato dallamministrazione scolastica è
tagliare». Confusione chiama caos: quello organizzativo sulle domande
di nomina a commissario o presidente delle commissioni per lesame di
Stato del prossimo giugno. Tutto da rifare per le segreterie scolastiche sulla
trasmissione dati delle domande dei docenti. «La colpa del caos sulle
domande di nomina sta nella caotica gestione regionale del responsabile di
area Valerio Giurleo lanciano la critica Franza e DallAgnese
. Siamo nel marasma organizzativo dellufficio scolastico del Friuli
e i contraccolpi negativi li subisce anche il Csa di Pordenone, in termini
di ritardi ingiustificabili».
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A Modena girotondo di protesta degli insegnanti, articolo su la Gazzetta
di Modena...
Scuola, tutti in cerchio contro la riforma
Oltre duemila partecipanti al girotondo organizzato dagli insegnanti
LA PROTESTA IN PIAZZA
Più che un girotondo è una catena umana, lunghissima, quella
che ieri pomeriggio ha riempito piazza Grande per protestare contro la riforma
della scuola. L'hanna promossa gli autoconvocati della scuola «15 febbraio»,
l'hanno appoggiata Cgil e Ds. In piazza (oltre 2.000 persone) tantissime insegnanti,
dalla materna alle elementari alle superiori. Moltissimi genitori coi bambini
al seguito. Numerosi gli studenti di licei e istituti superiori. Tutti uniti
per protestare contro la riforma Moratti che - dicono i numerosi striscioni
e cartelli - «crea una scuola di serie A e una di serie B». Davanti
all'ingresso del Municipio si raccolgono firme a difesa del tempo pieno nelle
scuole elementari: «Chiediamo di non abolirla perchè è
una buona scuola».
«Questa riforma - spiega Morena Manfredini, assessore comunale all'Istruzione,
in piazza a fianco al sindaco Barbolini - crea problemi di tipo organizzativo,
pedagogico ed economico».
Dai primi conti fatti in Comune risulta che alle materne ci saranno circa
270 bambini in più che chiederanno di entrare, in base all'anticipo
introdotto dalle nuova legge. Un po' meno alle elementari, «ma in ogni
caso ci saranno grosse difficoltà ad accoglierli tutti. Già
così, con i bambini attuali, abbiamo dei problemi».
Il girotondo, formatosi dopo il corteo, si snoda lungo piazza Grande. Le insegnanti
si danno il cambio al megafono, che non funziona. Non si sente una parola,
«ma questa - spiega un manifestante - è la prova che è
davvero una manifestazione spontanea».
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A Castelfranco nel modenese, il comune stila un patto per la scuola, assemblea affollata al consiglio comunale, articolo su la Gazzetta di Modena...
Patto per scuola migliore
A Castelfranco accordo tra Comune e istituzioni
CASTELFRANCO. Non si era mai visto un consiglio così: l'aula gremita
è una rarità. Ma si parlava di scuola: e allora ecco una folta
folla di insegnanti e genitori, venuti ad assistere all'approvazione del "Patto
per la Scuola", protocollo d'intesa tra il Comune di Castelfranco e le
istituzioni scolastiche del territorio. Il patto nasce dall'esigenza di promuovere
e sostenere un progetto educativo globale finalizzato alla crescita della
personalità degli alunni.
"L'accordo tra Istituzioni Scolastiche ed il Comune - recita il protocollo
- si propone di predisporre le condizioni più consone alla programmazione
e realizzazione di un'offerta formativa tesa all'innovazione e rispondente
alle esigenze di sviluppo della comunità locale; finalizzata all'uso
ottimale di risorse umane, strutturali e finanziarie disponibili; tesa a sviluppare
e potenziare una reale autonomia delle istituzioni scolastiche".
"Mi auguro - ha dichiarato il vicesindaco Sergio Graziosi - che il governo
faccia qualcosa, oppure i nostri sforzi saranno vani. Con la riforma "Moratti",
nei prossimi anni più di 50mila posti verranno soppressi, e la nostra
regione registra già un taglio degli organici pari all'1,37%. ovvio
che a risentirne è la qualità dell'offerta scolastica".
Milena Grandini, dirigente del Circolo di Castelfranco, e Gianni Simonini,
dirigente dell'Istituto Comprensivo "Guinizelli" hanno dichiarato
la loro soddisfazione per la stesura di un documento che identifica con chiarezza
gli ambiti di competenza, e soprattutto che fa diventare la scuola protagonista.
La parola è poi passata ai consiglieri, tutti favorevoli e unanimi
nel ringraziare il numeroso pubblico presente.
"E' un documento importante - ha detto Zerri della Margherita - per il
Comune, che si avvicina così alla scuola, e per la scuola stessa, che
può aprirsi alla società recuperando il suo vero ruolo, che
è la formazione e la crescita delle persone e dell'intera comunità".
"E' molto positivo - ha dichiarato Ghedini di Nuova Castelfranco - il
previsto coordinamento tra i diversi soggetti chiamati a svolgere un ruolo
fondamentale nel campo dell'istruzione, pur nel rispetto dell'autonomia. E'
importante sottolineare che l'azione didattica è compito primario della
scuola, ed è altrettanto importante che il Comune elabori propri progetti
ed interventi da proporre alle scuole". "Costruire una scuola in
funzione del mondo del lavoro è riduttivo. Questo patto è importante,
in controtendenza rispetto ad una riforma che vuole proporre una scuola che
mira a formare individui in grado di compiere solo il loro lavoro". (stefania
bocchi)
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A Nuoro i maestri cattolici insieme all'ucim organizzano una assemblea
dibattito, notizia su la Nuova Sardegna...
MAESTRI CATTOLICI
Riforma della scuola
mercoledì un dibattito
NUORO. L'approvazione del disegno di legge delega rende di grande attualità
una riflessione sulla riforma Moratti. Per questo, l'Associazione italiana
maestri cattolici, insieme all'Uciim, organizza un incontro per mercoledì,
alle 16.30, nell'auditorium del liceo pedagogico Satta, in via Deffenu, sul
tema «Quale cultura nel progetto di riforma della scuola?». Relatore
sarà Paolo Calidoni, docente universitario ed esperto di problemi della
scuola.
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Il 20 e 21 marzo prossimi si svolgerà a Roma la riunione delle consulte
degli studenti. Gli studenti di Pisa manderanno una loro delegazione con una
precisa posizione contro la controriforma. Articolo su Il Tirreno...
In settimana a Roma s'incontrano i presidenti di consulta
Una delegazione pisana
alla conferenza sulla scuola
PISA. Il 20 ed il 21 marzo prossimi si svolgerà a Roma la conferenza
nazionale dei presidenti di Consulta. La Consulta Provinciale degli Studenti
di Pisa manderà come suoi delegati il presidente Adrian Hegenbarth
ed il vice presidente Claudio Broglia, che presenteranno la posizione dell'organo
a livello locale, emersa dall'ultima riunione.
Nel documento, approvato all'unanimità, gli studenti esprimono il proprio
dissenso nei confronti dei punti della delega che il Governo ha chiesto al
Parlamento, criticando la mancanza di informazione sull'argomento, il rischio
del formarsi di percorsi scolastici di serie A e di serie B, la cancellazione
del biennio orientativo della precedente riforma, i problemi che si annunciano
per chi proviene dall'istruzione tecnica e vuole andare all'università,
la re-introduzione del 7 in condotta (che contravviene all'art. 4, comma 3
dello statuto degli studenti) ed altri punti.
«Siamo allarmati dalla proposta di riforma degli organi collegiali»
aggiunge Hegenbarth «che prevede la scomparsa del personale Ata dai
Consigli d'Istituto e sulla drastica riduzione della rappresentanza di studenti
e genitori, proposta che si ricollega all'atteggiamento del ministro Moratti
che si è sempre rifiutata di confrontarsi con gli studenti: dall'insediamento
del Governo questa è la prima conferenza nazionale dei presidenti di
Consulta, a cui il Ministro forse non parteciperà che per una decina
di minuti».
«Altro problema è la riforma dell'esame di stato» afferma
Broglia «che prevede tutti i membri interni: un regalo alle scuole private,
che non sarebbero più controllate; i membri tutti esterni rischierebbero
di creare eccessive difficoltà ai candidati, il giusto mezzo, cioè
metà e metà, come prevedeva la riforma Berlinguer, rappresentava
la soluzione migliore: perché la Moratti ha deciso di stralciarla?».
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