La Moratti amnnuncia che bisogna riscrivere lo stato giuridico degli insegnanti
e che questo bisognerà farlo con una legge e non attraverso la contrattazione
sindacale. Ovviamente tale annuncio è fatto in una riunione con associazioni
"amiche" come Diesse, associazione ciellina...
Su la Tecnica della Scuola
Moratti: riscriveremo lo stato giuridico dei docenti
di Reginaldo Palermo
In occasione di un convegno promosso da alcune associazioni professionali,
il ministro Moratti è intervenuta per annunciare tre importanti novità:
riscrittura - per legge - dello stato giuridico dei docenti, carriere legate
alle capacità e alle competenze, area contrattuale separata per i docenti.
Ma già si aspettano le reazioni delle organizzazioni sindacali.
Faranno discutere (e parecchio) le dichiarazioni fatte ieri a Bellaria dal
ministro Letizia Moratti in occasione di un convegno al quale hanno partecipato
diverse associazioni professionali degli insegnanti, fra le quali l'ADI di
Alessandra Cenerini, l'APEF di Sandro Gigliotti e Diesse (Didattica ed innovazione
scolastica), di fede ciellina.
Tre le questioni sulle quali il Ministro ha assicurato l'interessamento del
Governo: lo stato giuridico del personale, la carriera dei docenti, l'area
contrattuale separata.
Sul primo punto Letizia Moratti è stata chiara: è necessario
riscrivere al più presto lo stato giuridico degli insegnanti - il cui
impianto risale al 1974 - e per farlo bisogna ricorrere ad una legge dello
Stato: ma su questo il Ministro dovrà fare i conti con le organizzazioni
sindacali che - al contrario - ritengono che la materia debba passare attraverso
la contrattazione nazionale.
D'altronde già ora molte norme sono contenute non nel vecchio decreto
delegato 417 del '74 ma nel contratto collettivo nazionale del 1995 e in quello
successivo del 1999.
Sulla questione della carriera dei docenti il Ministro si era già espressa
in occasione del suo discorso programmatico al Parlamento, la scorsa estate:
premiare i docenti più capaci sia in termini economici sia in termini
di "posizione funzionale" all'interno dell'istituzione scolastica.
Ed anche su questo il percorso si preannuncia difficile: nessuno può
dimenticare che il ministro Berlinguer cadde proprio per aver voluto attuare
il famoso "concorsone", anche se da viale Trastevere si affrettano
a precisare che la loro idea non ha nulla a che vedere con meccanismi concorsuali
o tests più o meno oggettivi.
E' praticamente certo, infatti, che la carriera sarà legata a specifiche
competenze acquisite mediante attività formative a livello universitario;
ci saranno quindi i docenti tutor o "esperti" che avranno il compito
di aiutare i più giovani o di coordinare progetti didattici e le diverse
aree disciplinari; ed anche il coordinatore della didattica sarà tale
per capacità e competenza e non per elezione, come alcuni vorrebbero.
Infine c'è la questione del contratto di lavoro: il Ministro ha ribadito
ancora una volta (già lo aveva annunciato pochi giorni prima che iniziasse
l'anno scolastico) che per i docenti è necessario prevedere un'area
contrattuale separata, in modo da evitare un utilizzo indistinto delle risorse
finanziarie messe a disposizione per i rinnovi contrattuali.
Se le dichiarazioni del Ministro provocheranno quasi certamente perplessità
o critiche dei sindacati, va segnalato che le Associazioni professionali presenti
all'incontro hanno già mostrato di apprezzare le proposte di Letizia
Moratti che ha colto l'occasione per evidenziare il ruolo delle Associazioni
nella formazione iniziale e nel reclutamento dei docenti, nella individuazione
di un sistema di valutazione della professione oltre che nella elaborazione
dei programmi di studio nazionali e locali.
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Ci risiamo. A Roma sono previste oltre in milione e duecentomila persone ed arriva puntualmente un omicidio: hanno ucciso un collaboratore di Maroni. Articolo su L'unità on line...
.03.2002
Immediata la risposta sindacale: due ore di sciopero nazionale, a Bologna
quattro
di Felicia Masocco
Due ore di sciopero generale oggi in tutta Italia. È la prima risposta
di Cgil, Cisl e Uil allassassinio di Marco Biagi. A Bologna lo sciopero
è di quattro ore e ci sarà pure una manifestazione a piazza
Maggiore. Altre iniziative a Milano (presidio in piazza Fontana), fermata
di un'ora a Mirafiori.
«Un atto di barbarie», un «atto terribile». Sergio
Cofferati apprende la notizia delluccisione del consulente del ministro
Maroni mentre si trova a Firenze ultima tappa di un giro in Toscana iniziato
in mattinata. Il segretario della Cgil esprime preoccupazione per i «documenti
letti sulla stampa nei giorni scorsi che rivelavano lallarme dei Servizi
sulla sicurezza dei collaboratori del ministero del Welfare impegnati sui
temi del lavoro». Alla luce di quelle notizie «che il professor
Biagi sia stato colpito mi inquieta molto».
Gli altri due leader sindacali, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti apprendono
dellassassinio mentre sta finendo la registrazione di Porta a Porta.
«Hanno ucciso Marco Biagi». Il ministro Maroni riceve linformazione
dal prefetto di Bologna. Incredulità, orrore, silenzio calano sugli
ospiti della trasmissione di Bruno Vespa chiamati a discutere dellarticolo
18 e della profonda divisione creatasi tra governo e sindacati: DAmato,
i ministri Tremonti e Maroni, Angeletti e Pezzotta.
Tutti sono sconvolti, impressionati. Biagi, consulente del ministro del Welfare,
è una personalità molto conosciuta nel mondo sindacale. Pezzotta
ricorda che era stato consulente della Cisl in molte occasioni: «Uno
spirito libero, un democratico vero, aveva il coraggio delle proprie idee,
anche se andavano controcorrente. Aveva lavorato con noi sul diritto del lavoro
europeo. Chi ha commesso questo atto ha voluto colpire il mondo del lavoro,
la violenza ci è estranea. Da domani molte cose cambieranno, valuteremo
le prospettive».
Qualcuno ricorda Biagi anche collaboratore di Romano Prodi, quandera
presidente del consiglio, e molto vicino a Tiziano Treu. Nel mondo del lavoro
appare immediato il collegamento con lassassino di Massimo DAntona,
ucciso dalla Brigate Rosse, che lavorava per lex ministro del Lavoro,
Antonio Bassolino.
Appena si diffonde la notizia dellassassinio di Biagi, le sedi di Cgil,
Cisl e Uil vengono immediatamente riaperte, si riuniscono i vertici, almeno
quelli che sono a Roma. Al telefono si raccolgono le prime reazioni, molti
sono impressionati. «Lhanno ammazzato come DAntona».
«Proprio adesso, proprio in questo momento, è come se ci fosse
un regista che studia i tempi e lingresso degli attori». Intanto
Vespa annulla la precedente trasmissione e organizza velocemente uno speciale.
Al telefono si raggiunge Sergio Cofferati che si trova in Toscana. Il segretario
generale della Cgil esprime «dolore e costernazione, è un atto
terribile». L'assassinio del professor Biagi, aggiunge Cofferati, è
«un terrorismo non debellato che punta ad alterare le regole e le dinamiche
della democrazia e della dialettica sociale colpendo persone che lavorano
lealmente per lo Stato». «Si ripete - prosegue Cofferati - il
dramma già vissuto dal paese con l'uccisione del professor D'Antona».
La Cgil esprime le sue condoglianze alla famiglia e ancora una volta risponderà
insieme alle altre organizzazioni sindacali alla follia del terrorismo in
difesa della democrazia e delle sue regole».
Il segretario della Uil commenta: «E stato ammazzato un uomo libero,
per le idee che aveva, è come se avessero sparato a tutti gli uomini
liberi del Paese, la nostra libertà viene colpita, non ci sono confltiti
sociali che possono mettere in discussione la democrazia e la libertà.,
Non ci faremo intimidere, non torneremo indietro agli anni Settanta».
Nella notte Cgil, Cisl e Uil convocano le segreterie unitarie per decidere
le iniziative da adottare subito, oggi, contro questo attacco terroristico.
La mobilitazione e la vigilanza dei lavoratori a presidio delle istituzioni
democratiche.
Ci sono considerazioni sulla «puntualità» di questo attentato,
arrivato proprio in questo momento di tensione sociale, alla vigilia dellattesa
decisione dei sindacati dello sciopero generale contro lattacco allart.18.
Si parla nella notte di trasformare la grande manifestazione di sabato a Roma
in una iniziativa contro il terrorismo.
Intanto si susseguono le dichiarazioni, le prime analisi, le prime ipotesi.
Il ministro Maroni piange il suo collaboratore: «Sono sconvolto, il
mio pensiero affettuoso e commosso va alla moglie e ai figli, vittime come
lui di una violenza cieca e bestiale, non voglio aggiungere altro».
Lex ministro Treu afferma:«E il terzo amico che mi uccidono,
prima Tarantelli, poi DAntona, adesso Biagi. Biagi era un moderato che
voleva modernizzare le regole del mercato del lavoro».
Il presidente della Confindustria, Antonio DAmato ha detto che quella
di «Marco Biagi è una morte annunciata. Il clima di odio, la
campagna di denigrazione che ha avuto un'escalation molto forte nelle ultime
settimane».
Walter Bielli, deputato dei Ds ed ex componente della Commissione stragi,
ha dichiarato di essere molto preoccupato per «lepisodio di terrorismo»
di questa sera e parla di «provocazione contro il movimento sindacale.
C'è in Italia - spiega Bielli - un terrorismo che ha caratteristiche
molto particolari: interviene sempre quando è in atto un conflitto
sociale molto forte».
Le brigate rosse o i gruppi comunisti combattenti, sottolinea ancora Bielli,
«hanno delle loro caratteristiche e peculiarità», ma «la
galassia terroristica che c'è ora non è certo quella degli anni
'70».
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Manifestazione a Milano per la scuola... Corriere della Sera
In trentamila alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil. I ragazzi: dobbiamo essere uniti contro chi minaccia la qualità
«Siamo in piazza per una scuola migliore»
Professori, studenti e genitori in corteo contro i tagli degli insegnanti. Chiuse metà delle elementari
MILANO - Cerano tutti. Le maestre e le mamme. I bambini e i ragazzi.
I prof e i bidelli. E pure qualche preside. «Perché qui non si
manifesta per lo stipendio, ma per tutta la nostra scuola». In particolare
contro il taglio delle cattedre deciso dal governo, meno 1.185 solo per la
Lombardia. In generale, contro tutta la riforma Moratti. E gran parte della
scuola lombarda ha protestato ieri mattina. In tutta la regione, con lo sciopero
regionale organizzato da Cgil, Cisl e Uil, cui ha aderito quasi il 50 per
cento dei docenti. A Milano con la manifestazione. In trentamila, dicono gli
organizzatori, in diecimila per le forze dellordine. Comunque tanti,
partiti alle 10 in corteo da piazza Diaz, davanti alla sede dellUfficio
scolastico regionale. Un serpentone colorato di striscioni e bandiere che
si è snodato lungo via Larga, largo Augusto, via Durini, corso Europa
fino in piazza Santo Stefano, concluso con un comizio dei sindacati. Tanti
i docenti nella sfilata, soprattutto maestre di elementari e materne. Loro
infatti le più numerose ad aver aderito allo sciopero, il 58,79 per
cento. E loro le più arrabbiate contro tagli e riforma, che per prima
dovrebbe toccare proprio le loro classi. «Non siamo qui a difendere
il posto di lavoro, ma i progetti qualificanti della nostra scuola, come il
tempo pieno, per il quale abbiamo combattuto negli anni 70», dice
Nives dellelementare di via Clericetti, vestita da Cappuccetto rosso,
ma con la maschera da lupo, «come la Moratti, che fa proposte da Cappuccetto
rosso, ma dietro cè il lupo».
Tanti slogan contro lanticipo a due anni e mezzo alla materna, «non
siamo preparati ad avere bambini così piccoli - si arrabbia Antonella,
maestra dasilo di Mariano - e poi eliminano anche le cattedre?».
Ma, continua la sua collega Nadia, «come facciamo a tenere classi con
28 bambini di due anni?».
In piazza anche studenti di tutte le età. I più piccoli con
un cartellone in mano che diceva «Moratti, perché ci freghi gli
insegnanti?». Altri ancora, quelli della elementare di via Russo, con
lo striscione «Tagliamo la Moratti, prima che tagli noi». E quelli
delle scuole di via Clericetti, Romagna e Tajani, con maschere di leoni arrabbiati
fatte da loro, che indossavano anche le mamme, «perché è
un problema di tutti e non solo delle maestre». Tanto che anche i ragazzi
delle superiori hanno partecipato. Quelli dellUds, con lo striscione
«Noi ci siamo e vogliamo contare», ma anche tanti arrivati insieme
con i loro prof. Jonathan dello scientifico Volta, ad esempio, «mi sembra
giusto che tutte le parti della scuola siano unite e io sono qui a dare un
contributo nel mio piccolo». O Martina e Anna del Virgilio che sulla
pancia hanno scritto «Ho fame di cultura, ma questa riforma mi toglie
la fame».
E i sindacati applaudono. Uniti sul palco montato in piazza Santo Stefano
ricordano che «la scuola lombarda è una scuola di qualità»,
che è stata «penalizzata dagli indicatori economici», che
ha «subìto un taglio negli organici molto più alto di
altre regioni italiane con meno alunni». Pirelli si rivolge poi al ministro:
«Il successo della manifestazione di oggi è un messaggio esplicito
che il nostro non è un problema di natura sindacale, ma di qualità
del servizio offerto, che coinvolge e interessa tutti». Il prossimo
appuntamento è il 23 marzo a Roma per la manifestazione nazionale della
Cgil. Già pronti a partire dalla Lombardia quasi 20 pullman di insegnanti
e professori.
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Le consulte discutono in rete. Articolo su Il Mattino...
Consulte a rapporto
Il dibattito è già in rete
BEATRICE RUOCCO
«Popolo delle Consulte, rispondi! Questo vuole essere un appello a tutti
i ragazzi che verranno o che comunque vorranno farsi sentire all' incontro
con miss Moratti» Cecco, via Internet, lancia un messaggio, non solo
ai suoi amici di Modena, ma a tutti gli studenti che parteciperanno da domani
a Roma, nella sede del ministero, alla conferenza nazionale delle Consulte
provinciali. Due giorni di confronto e dibattito sulla riforma degli ordinamenti
scolastici. Un primo faccia a faccia tra gli studenti e la Moratti dopo lo
scontro avvenuto, tra tensioni e polemiche, circa tre mesi fa in occasione
degli Stati generali.
Da diversi giorni via e-mail è un continuo botta e risposta tra gli
studenti che si pongono vari interrogativi. Si chiedono, tra l' altro, se
incontreranno il ministro e se potranno esprimere, al di là delle singole
proposte provinciali, i loro pareri e fino a che punto saranno presi in considerazione.
«Ci siamo resi conto che stiamo distruggendo ogni singola possibilità
di ricrescita? - scrive Giovanni, presidente di Consulta - La riforma dei
cicli aumenta la sfida ed il potere, non quel diritto chiamato uguaglianza
che permette a tutti la libera circolazione delle idee». Sul sito degli
studenti spicca un commento di Sara Pietrangeli dell' Uds: «Nella circolare
si raccomanda a tutti i rappresentanti di riunire le proprie Consulte e di
analizzare il disegno di legge sulla riforma, registrando proposte. Forse
al ministro sfugge che noi studiamo da mesi quel testo. Speriamo comunque
che l' incontro non si risolva in un viaggio inutile per i rappresentanti
di tutta Italia». «Consulte a rotoli» è intitolato
il messaggio di Ale che dice: «Noi studenti siamo tutti bravi a parlare
e a criticare, ma la Consulta non funziona. Pochi sono davvero interessati,
altri vogliono saltare ore di lezione e basta! Peccato non riuscire a sfruttare
quel piccolo contentino che ci è stato dato». Gli studenti delle
Consulte sono decisi a chiarire le loro posizioni, a fare precise proposte
al ministro. Francesca Imbaldi, presidente della Consulta napoletana, ha raccolto
le opinioni degli studenti e le perplessità soprattutto in merito alla
riforma degli organi collegiali e alla divisione della scuola superiore in
formazione professionale e licei. «La maggioranza ritiene che la riforma
non sia attuabile in questo momento, in quanto la scuola italiana vive ancora
in una situazione di precarietà. Chiediamo immediati interventi in
grado di portare la scuola pubblica allo stesso livello di quella privata.
La maggioranza degli istituti è situata, ancora, in edifici fatiscenti
dove mancano laboratori, palestre e perfino banchi e sedie. Occorrono, quindi,
maggiori finanziamenti per migliorare le strutture, dando la priorità
agli sitituti più disagiati».Differenziate le posizioni allinterno
della consulta di Bari: buona parte dei ragazzi ha elencato gli effetti negativi
del disegno di legge, ma cè anche chi lo vede con favore, come
spiega il presidente, Luigia Giannandrea. Più compatti gli studenti
di Como che esprimono complessivamente un' opinine negativa sul disegno di
legge. almeno a sentire il presidente Massimo Salomone. E nelle prossime 24
ore la resa dei conti.
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Massiccio sciopero degli insegnanti a Biella, notizia su La Stampa...
(Del 20/3/2002 Sezione: Biella Pag. 43)
MASSICCIA PARTECIPAZIONE DEL PERSONALE NON DOCENTE. DUEMILA MANIFESTANTI IN
CORTEO FINO IN PREFETTURA
Sciopero scuola, alta adesione
Il 70% dei professori ha disertato le lezioni
BIELLA
Sciopero regionale riuscito anche a Biella, ieri, del personale della scuola,
docenti, assistenti amministrativi, collaboratori scolastici, assistenti tecnici
e segretari, scesi in piazza per protestare contro i tagli annunciati dal
ministro Moratti. I dati ufficiali sulle adesioni si conosceranno soltanto
questa mattina, ma i conteggi ufficiosi di 25 scuole su 30 indicazioni parlano
di percentuali che sfiora il 70% degli insegnanti e il 100% del personale
non docente. «Era da anni che non si raggiungeva una mobilitazione così
alta», hanno commentato i rappresentanti sindacali. Emblematica, sotto
questo profilo la situazione al liceo Scientifico, dove il preside Arnaldo
Colombo ieri mattina era stato costretto a fare anche il telefonista per la
totale astensione dal lavoro del personale non docente. Tra i professori,
invece, l´adesione era stata intorno al 60%. Anche al Classico, dove
per tradizione la partecipazione del corpo docente alle proteste è
sempre stata abbastanza circoscritta, ha raggiunto questa volta indici significativi:
«Almeno il 40% dei professori ha scioperato», ha confermato il
preside Gian Maria Zavattaro. Soltanto nelle scuole private l´adesione
è stata molto bassa, intorno all´1-2%. La giornata di protesta
è stata caratterizzata al mattino da un corteo che ha attraversato
la città: circa 2000 persone (secondo i sindacati), tra cui molti studenti,
e numerosi amministratori comunali, tra cui i sindaci di Biella, Gianluca
Susta, e di Cossato, Sergio Scaramal, e il presidente del Consiglio Comunale
di Biella, Vittorio Caprio, hanno sfilato per le vie del centro. Il corteo
è partito da largo Cusano e si è diretto verso Via Italia, fermandosi
sotto gli uffici della Prefettura, dove hanno avuto luogo diversi interventi:
hanno parlato i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl
e Snals: «Se il Governo non cambierà i suoi programmi - hanno
detto i tre segretari - andremo incontro a una forte riduzione dei posti di
lavoro, con l'aumento del numero degli alunni per classe. Le prospettive sono
di una preoccupante dequalificazione dell'intero sistema scolastico italiano».
«Quella del governo Berlusconi - hanno aggiunto i due primi cittadini
- è una politica che priverà il paese di un servizio essenziale
come la scuola, che significherà un impoverimento culturale generalizzato
di tutti gli italiani, soprattutto dei nostri giovani». Una folta rappresentanza,
politica, sindacale e scolastica, ha poi spiegato le ragioni dello sciopero
al Prefetto Francesco Leopizzi, che ha promesso di rappresentarle direttamente
a Roma. Nel pomeriggio, alle 15, alla Camera del Lavoro i segretari regionali
Alberto Badini della Cgil scuola e Enzo Pappalettera Cisl scuola, hanno incontrato
i rappresentanti delle varie associazioni studentesche biellesi ai quali hanno
illustrato il testo della legge di riforma, compresi i pochi emendamenti accolti
dal governo, approvata venerdì.
Franco Piras
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A Roma, Sabato, saremo seimila dalla Sardegna, non ci sono più disponibilità di posti e molti resteranno a terra, è il solito problema dell'unità territoriale... articolo su La Nuova Sardegna...
Cgil, in seimila sabato a Roma
Aderiscono anche Ugl e Cobas
Cisl sull'emergenza idrica: «Sciopero regionale»
l.a.
CAGLIARI. La spada di Damocle dell'articolo 18 dello Statuto unisce lavoratori
e sindacati. Altro che padri contro figli, come il premier Berlusconi vorrebbe
far credere: sulla "giusta causa", nessuno transige. Così,
dopo la ritrovata compattezza delle sigle confederali, persino un sindacato
notoriamente schierato a destra annuncia l'adesione allo sciopero generale.
La Cgil. Millecinquecento lavoratori ieri erano stipati nella sala congressi
dell'Hotel Mediterraneo di Cagliari, all'assemblea organizzata dalla Cgil
in vista della manifestazione di sabato prossimo a Roma: almeno seimila i
manifestanti in partenza per Roma dalla Sardegna, con navi e aerei. «Si
vuole lasciare il lavoratore solo davanti al padrone - ha detto Paolo Nerozzi,
della segreteria nazionale della Cgil - e colpirlo nella dignità. Per
un governo che era nato per difendere la famiglia, non è un grande
risultato...». Criticata duramente anche la riforma della scuola della
Moratti.
La Cisl. «A questo punto non ci resta che lo sciopero generale, da svolgere
unitariamente nella seconda decade di aprile», hanno ribadito i dirigenti
della Filca-Cisl (edilizia) nell'assemblea regionale che si è tenuta
nei giorni scorsi a Tramatza. Il dibattito ha visto partecipare oltre 100
delegati in rappresentanza di 6.000 iscritti dei settore. Che, tuttavia, sono
andati persino oltre, invocando «uno sciopero regionale in tempi brevi
che mobiliti la comunità sarda, per chiedere nuove risorse al governo
nazionale e superare il dramma che ogni giorno di più opprime l'economia
isolana: quello della penuria d'acqua».
La Uil. Il successo del Work Day di sabato scorso in tutto il territorio nazionale
(in Sardegna l'iniziativa è stata proposta a Cagliari, Sassari, Nuoro,
Oristano e Monteponi), ha lanciato un chiaro segnale: il sindacato è
sorretto non solo dai partiti del Centrosinistra, ma anche da associazioni,
movimenti e singoli cittadini stanchi delle impopolari iniziative del governo
Berlusconi. Il provvedimento sull'abolizione dell'articolo 18 viene combattuto
anche da elettori del Polo delle libertà: alcuni lo hanno apertamente
dichiarato alla manifestazione di sabato scorso.
L'Ugl. «Dopo aver cercato di convincere il governo a togliere l'articolo
18 dalla Delega sulla riforma del mercato del lavoro, il segretario generale
dell'Ugl, Stefano Cetica, ha proclamato lo sciopero generale». Così
recita un comunicato del sindacato di destra, nel quale si annuncia la presenza
di Cetica e del vicesegretario Renata Polverini alla manifestazione regionale
"18 motivi per dire no - I diritti non si toccano", in programma
domani a Cagliari alle 16.30, all'ex cinema Adriano, in via Sassari. Cetica
si dice «pronto a discutere le date per lo sciopero con Cisl e Uil la
anche con la Cgil, se rinunciasse alla data del 5 aprile per definirne una
unitaria con Cisl e Uil».
I Cobas Tlc. I Cobas delle Telecomunicazioni ieri hanno titolato un comunicato
stampa in maniera eloquente: "Articolo 18 no pasaran!". Il sindacato
di base non rinuncia a polemizzare con le altre organizzazioni: «Oggi
è chiaro a tutti i lavoratori che l'accettazione da parte del sindacato
confederale delle logiche del padrone e dell'impresa, non difende i lavoratori
occupati e nemmeno i disoccupati, porta dritti a una sconfitta sociale e culturale.
Onestà intellettuale vorrebbe che chi oggi, giustamente, non si piega
a questo tentativo indecente di cancellare lo Statuto dei lavoratori, riconosca
gli errori del passato. Perché altrimenti, il rischio vero è
quello di non essere credibili».
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