21 April, 2002

E' uscito il nuovo numero delle news letter fuoriregistro, di cui riportiamo come sempre la utrl per iscriversi:
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/newsletter.php.
E il sommario...

Sommario
FAZZOLETTI BIANCHI
di Fuoriregistro
Global March contro il lavoro minorile
di Redattore Sociale
Considerazioni sulla lettura ( di un insegnante)
di Francesco Di Lorenzo
Il nodo scorsoio
di Vincenzo Andraous
Cara Fallaci, il sangue uniforma tutto
di Jack Folla
Fascismo bianco
di Michele Sorbara

Riportiamo inoltre il testo dell'appello ai fazzoletti bianche, ancora una volta, a scuola...


22 – 23 Aprile

FAZZOLETTI BIANCHI
per affermare che la Scuola della Repubblica è di tutti i cittadini
- in un simbolo semplice la somma di tutti i colori -

Aprile mantiene le sue promesse…
Mentre è in atto il dibattito parlamentare in 7° Commissione Senato sulla Riforma della Scuola
- il CNPI si esprime decisamente a favore della consultazione di Parlamento ed operatori scolastici a riguardo "di un percorso istruttorio che non ha saputo prevedere adeguate forme e modalità di coinvolgimento e partecipazione"
- lo sciopero generale e le innumerevoli iniziative in corso (Autoconvocati, Girotondi, Collegi Docenti, Comitati e Coordinamenti) rivendicano un ruolo diretto della Scuola nel dibattito sulla Riforma
Alla luce di questi avvenimenti, nel rivolgere un caldo invito a mantenere viva l'attenzione su tutto quanto si muove nel pianeta scuola diffondendo il più possibile informazioni e notizie,

riaffermiamo la necessità di un dibattito serio ed ampio intorno ai processi del cambiamento, in particolare, su alcuni nodi:

- anticipo dell’età scolare nella Scuola d'Infanzia e Primaria
- scomparsa degli Istituti Comprensivi
- convivenza di alunni/e di età diverse
- modifiche organiche e numeriche riguardanti tutte le componenti scolastiche
- valutazioni biennali
- passaggio alle regioni dell'istruzione professionale (alunni, docenti, ata)

invitiamo dirigenti, docenti, studenti, operatori scolastici, educatori e genitori ad indossare
nei giorni 22 e 23 Aprile
IL FAZZOLETTO BIANCO
che ha accompagnato la protesta contro il rinnovo degli OO.CC.
per chiedere al Governo, al Senato e alla Camera
di riaprire il confronto con la base ed il dibattito parlamentare
e di trasformare la legge delega in una legge ordinaria
riconoscendo la Riforma che verrà
come la Riforma di tutti nella scuola di tutti


Omer Bonezzi, per Proteofaresapere (www.proteofaresapere.it)
Dario Cillo, per Educazione&Scuola (www.edscuola.it)
Emanuela Cerutti, per Fuoriregistro (www.didaweb.net/fuoriregistro)
Antonio Limonciello, per Didaweb (www.didaweb.net)

Manda questo appello alla tua lista personale di posta elettronica, stampalo e portalo a scuola, diffondilo, rendi partecipi i colleghi.
Inoltre:
- se aderisci individualmente all’iniziativa manda una e-mail ad uno solo dei tre indirizzi di posta elettronica (ci serve per dare il numero di adesioni alla stampa)
fazzolettibianchi@proteofaresapere.it
fazzolettibianchi@edscuola.com
fazzolettibianchi@idaweb.net
- se aderisci come scuola, collegio, gruppo od associazione invia a tutte e tre le seguenti e-mail l’adesione (saranno messe sui tre siti)
mail@proteofaresapere.it
mail@edscuola.com
info@didaweb.net
Ricordati di avvertire la stampa locale dell’iniziativa (è semplicissimo i fax sono scritti sulla testata.)


Ognuno ha il pubblico plaudente che si merita. La Moratti ha trovato il suo pubblico alla conferenza Liberal e negli studenti e insegnanti di cl....

Moratti: c’è un accordo
a livello europeo per una scuola comune

Il ministro: due cicli di primo e secondo livello Umberto Agnelli: serve uno sforzo eccezionale

MILANO - Scuola, school, schüle, escuela, école eccetera: cambiano le lingue ma il concetto resta lo stesso, o almeno dovrebbe. Perché l’integrazione europea non si risolve certo con l’euro e gli studenti, per cominciare, avrebbero bisogno di una bella «educazione civile all’Europa e ai suoi valori». Umberto Agnelli guarda Letizia Moratti e sillaba: «Propongo uno sforzo eccezionale di educazione all’Europa nei prossimi due anni e in tutti gli ordini e gradi di scuola, non è accettabile che i ragazzi usino l’euro avendo solo idee vaghe di cos’è la Ue, di come funzionano le sue istituzioni». E lei, il ministro, prende lo spunto al volo e parla di «una scuola, un’università, un sistema europeo di formazione», spiega che gli Stati «hanno preso di recente la decisione di tentare un’integrazione delle politiche nazionali» e studieranno «nel rispetto delle differenze» un modello unico: «È giunto il momento di dare vita ad un grande progetto europeo di educazione e formazione professionale». Nell’ultima giornata del convegno organizzato dalla Fondazione Liberal su «l’educazione e l’istruzione del XXI secolo», ieri, la Moratti ha spiegato che si tratta di creare «uno spazio europeo dell’istruzione», che i vari ministri «tenteranno una progressiva unificazione delle politiche nazionali, fissando obiettivi da realizzare fra il 2004 e il 2010» in modo da definire un sistema comune, «due cicli di primo e secondo livello, crediti didattici, valutazione di qualità, titoli di semplice leggibilità e comparabili». Si dovranno favorire le occasioni di studio all’estero sul modello dell’Erasmus, liberandole dai «numerosi ostacoli giuridici e amministrativi». Dopodiché ha difeso la riforma, fra gli applausi di studenti e insegnanti che riempivano il Teatro Strehler e le contestazioni di altri ragazzi e prof che stavano fuori con i sindacati.
Sul palco, accanto a Ferdinando Adornato, il ministro, la collega austriaca Elisabeth Gehrer e Umberto Agnelli. Il presidente dell’Ifil ha spiegato che la scuola deve mirare alla selezione di una classe dirigente senza bisogno «di meccanismi complicati, elitari e tecnocratici», citando ad esempio la Chiesa: «Papa Pacelli era di famiglia nobile, Giovanni XXIII di origini contadine, Montini di ambiente borghese colto, con Luciani e Wojtyla ritornano le umili origini: un sistema aperto deve dare opportunità a tutti e saper selezionare». Quindi ha proposto che la formazione professionale avvenga a stretto contatto con la scuola: «Molte Regioni ed enti locali hanno attivato corsi "ad hoc" e investito risorse considerevoli: ma la gente non li frequenta o li frequenta poco. Bisogna fare perno sulla scuola: iniziative a latere dei corsi scolastici o universitari». Senza dimenticare la nostra storia: «Non credo si debba andare verso un processo spinto di omologazione della scuola sulla cultura pratica, la scuola deve essere in grado di salvaguardare i migliori contenuti ereditati dalla tradizione e non può essere ristrutturata con la rapidità e la radicalità di un re-engineering in un’azienda».
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Ed ecco l'articolo paludente su il Corriere della Sera, a lato della notizia, in cui scopriamo di essere paurosi di noi stessi perché siamo contro la controriforma... e vorremmo che i nostri figli invecchiassero con le nostre chiacchiere sul futuro.. ecc. ecc.

L’opposizione totale alla riforma scolastica ...

L’opposizione totale alla riforma scolastica nasconde la paura ostinata di essere se stessi, in uno scenario europeo trasformato. Si tratta di decidere come consentire alle nuove generazioni di competere sul mercato continentale delle professioni e delle competenze, senza smarrire l’identità culturale italiana. Si tratta di liberarsi di tutta una bardatura ideologica. A Milano un convegno della Fondazione Liberal ha consentito di far decantare il polverone dei girotondi. Se si parla e non si recitano slogan, si vede come la materia del contendere riguardi il pragmatico richiamo della Moratti a compiere scelte di campo che in parte non sono sue, ma discendono dalla logica del secolo, oltre che da una lunga tradizione. Anche per questo non poche delle decisioni cui finalmente si arriva, si rivelano in sintonia con la parte non caduca dei progetti dei predecessori. 1) Prendere atto del fallimento dell’illusione ingenua di poter avere un’istruzione senza strumenti di giudizio. Uscire dall’ipocrisia di ricuperi fittizi.
2) Accompagnare alla valutazione degli apprendimenti un intervento selettivo sui comportamenti, riempiendo di maggiori diritti, ma anche di alcuni doveri di correttezza e di condotta, la parte degli studenti.
3) Adeguare la cronologia dei curricoli alla celere maturazione delle generazioni, anticipando l’ingresso a materne e elementari.
4) Sbaraccare la concezione classista delle due scuole, quella «per la mente» degli agiati e quella «per le mani» dei poveri. Si intende caricare questo percorso tecnico-formativo di dignità sociale e culturale, fornendogli anche un’agile e stabile «passerella», dal liceo all’istituto e viceversa.
5) Sostituire alla testarda tentazione anticostituzionale di ottenere finanziamenti pubblici per la scuola privata la formula aperta ed europea di finanziare per lo studio tutte le famiglie.
6) Governare il processo di modernizzazione elettronica, senza però rinunciare alla vocazione tradizionale di tutta una scuola pubblica radicata in una lingua italiana e in una storia civile, da recuperare anche nei suoi valori.
7) Compiere una vera rivoluzione professionale della docenza, con un livello diverso, sociale e retributivo e in un quadro di autonomia.
8) Sciogliere il nodo della non-condivisione del piano pedagogico da parte della giovane utenza. Se 8 ragazzi su 10 confessano di andare a scuola soltanto perché obbligati, la spiegazione sbrigativa che non hanno voglia di studiare non regge. La godibilità dello studio deriva dalla capacità dello Stato di onorare la parola data, nei contenuti e negli sbocchi.
9) Se il diploma e la laurea circoleranno come l’euro, servono «una scuola europea, una università europea e un sistema europeo di formazione». Questa formula del ministro Moratti non può essere soltanto uno stilema retorico, e non vuole esserlo.
10) L’opposizione riuscirà a co-governare questa europeizzazione della scuola italiana se saprà avanzare alternative per e non contro. Trasformare la scuola in pretesto di guerra ideologica non è un errore, è una stupidità. Aveva ragione Adornato al convegno di Liberal: «Non è il tempo, non ne abbiamo il tempo». I figli non ci lasciano il tempo di costringerli ad invecchiare con le nostre chiacchiere sul loro futuro.

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Su il Giorno.it però si deduce che una qualche opposizione fuori dellasala del convegno Liberal c'è stata e che nello stesso tempo la Moratti, aperta al dialogo, ha subito accettato un consiglio di Umberto Agnelli sull'Europa...

Docenti-Moratti, niente disgelo Cartelli, striscioni («demorattizziamo la scuola»), musiche, perfino qualche sketch di improvvisate imitatrici e un paio d'ore di presenza davanti al nuovo Piccolo Teatro, dove era in corso il convegno sulla scuola organizzato dalla Fondazione Liberal.
Così si è articolato il presidio contro i tagli alla scuola lombarda e alla riforma Moratti organizzato ieri mattina dai sindacati regionali scuola di Cgil, Cisl e Uil, con la partecipazione dei ragazzi dell'Uds. La denuncia: «Nessun cittadino lombardo potrà mai capire come sia possibile tagliare 1.185 posti della scuola lombarda a fronte di un aumento di quasi 9.000 allievi».
Soltanto al termine dei lavori un gruppo di studenti ha raggiunto l'uscita in tempo per incrociare il ministro e intonare qualche coro di protesta. E neppure i sindacati sono stati ricevuti (lo avevano chiesto) dal ministro. I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil scuola si sono però incontrati con il direttore generale Antonio Zucaro e a lui hanno proposto di intervenire in sede di definizione degli organici di fatto attribuendo alle scuole non solo (come già concordato) tutti i docenti necessari per far fronte alle nuove iscrizioni, ma anche quelli utili per progetti, iniziative e insegnamento della lingua straniera. Nella giornata di chiusura del convegno, sono intervenuti, oltre al ministro, Formigoni e Umberto Agnelli, che aveva invitato il ministro a «dare priorità a un consistente programma di educazione all' Europa».
Una proposta accolta immediatamente dal ministro Moratti (nella foto), che ha ribadito una priorità della riforma: «Il nostro obiettivo è dar vita a uno spazio europeo dell' istruzione», attraverso la «formazione permanente», che va ampliata liberando i programmi comunitari e incentivando la mobilità degli studenti».
Gi.Gu.
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