21 February, 2002

 

Iniziamo con un articolo sulla Nuova Sardegna, che cita una ssemblea di insegnanti elementari di Sassari. Ambigui sono i riferimenti. Ci si lamenta che Bertagna sia stato accantonato dal disegno di legge?

I segnali sembrano andare nella direzione di una riforma che separi cultura e formazione professionale
La scuola «divisa» della Moratti
E intanto sotto stress va soprattutto l'istruzione di base
Dagli insegnanti devono venire proposte credibili e non soltanto lamenti e mugugni

di Franco Enna

Che fine ha fatto il rapporto della Commissione Bertagna sulla riforma della scuola italiana? Dopo il flop degli Stati Generali di appena due mesi fa e le frenate in Finanziaria del ministro Tremonti, quel documento, che dettava tempi, modi e obiettivi precisi di una riforma che si autodefiniva epocale, è letteralmente sparito dalla circolazione. Proprio come i programmi televisivi che non fanno audience, anche se sono costati tantissimo. Così va il business, ai tempi d'oggi!
Era un documento di difficile lettura, d'accordo, e non solo per la complessità dell'argomento, ma soprattutto per la prolissità dell'esposizione, la lunghezza chilometrica di certi periodi e i frequenti errori di sintassi, quasi certamente dovuti alla fretta di dover presentare il documento al conclave della scuola prima di Natale. Ma dentro c'era almeno un progetto, qualcosa a cui ancorare un'idea di scuola, magari non condivisibile dai veri addetti ai lavori, ma che mostrava a chiare lettere, anche nel linguaggio proposto, la vera «filosofia» imprenditoriale dei nuovi padroni del vapore, con cui si dovrà necessariamente fare i conti.
Il fantasma del Rapporto Bertagna aleggia da tempo negli incontri di categoria e nei primi, timidi dibattiti dei coordinamenti di insegnanti che pian piano stanno ritornando alla luce, non foss'altro che per capire che diavolo sta succedendo davvero a questa nostra benedetta scuola.
Pochi giorni fa, a Sassari, il «Comitato degli insegnanti elementari» appena costituito (per conoscere altre iniziative, cliccare su hatp://web.tiscali.it/ciel2002) ha tentato un difficile recupero di quel documento, per cercare di capire almeno quale fosse il retroterra del testo di riforma degli ordinamenti scolastici approvato dal Governo il primo febbraio scorso, visto che nell'ultima proposta Moratti non c'è alcuna traccia di quel Rapporto, e non c'è nemmeno uno straccio di contenuto. L'unica cosa che appare chiara è uno stop netto a qualunque trasformazione di struttura, almeno per quanto riguarda la scuola di base, che ritorna al classico 3 + 5 + 3 (Materne, Elementari e Media). Nessun accenno nemmeno al «biennio ponte» (5ª elementare e 1ª media), che era forse l'unica innovazione della Commissione Bertagna da analizzare con una certa attenzione (ma in buona misura la cosa era presente anche nella riforma Berlinguer).
Siamo ritornati al classico «cambiare tutto per non cambiare nulla»? Non completamente. C'è, ad esempio, un tentativo di anticipazione a due anni e mezzo per l'iscrizione alla scuola materna, ma soprattutto a cinque anni e mezzo per la scuola elementare. E' il classico uovo di Colombo. Visto che le lobby degli ex liceali non vogliono nemmeno sentir parlare di riduzione di un anno di studi per allinearsi all'Europa, con il diploma a 18 anni (ma sarà davvero e dappertutto così?), allora tanto vale anticipare la scuola di base, che è molto più malleabile e sempre disposta ad adeguarsi ai riformatori di turno. E sta bene anche così. Ma qualcuno dovrà pur accorgersi, prima o poi, che a forza di riformarla, questa benedetta scuola primaria non riuscirà più a reggere da sola il peso di un fallimento educativo che nasce a metà strada e si completa negli esiti disastrosi di una università che a malapena riesce a laureare il 30 per cento dei suoi iscritti.
Durante il dibattito di qualche giorno fa, qualcuno ha osservato che il documento della Commissione Bertagna non viene nemmeno disconosciuto dal testo licenziato dal governo, e che ciò potrebbe significare soltanto la sua temporanea «messa in sonno», in attesa di tempi migliori. In effetti, i segnali in proposito non mancano. Basta guardare lo schema allegato al testo ministeriale per individuare nuovamente, come con Bertagna, una scuola superiore a doppia trazione: una per i futuri liceali del ceto medio alto, di cinque anni pieni, con precisi obiettivi universitari, e una per i peones della formazione professionale, di quattro anni, con passaggi di vero e proprio «apprendistato» presso il mondo del lavoro. Forse non siamo ancora ad una nuova Riforma Gentile, ma la vecchia c'è già dentro quasi tutta.
Ma per tutto questo, il ministero ha preso tempo. Tutto andrà avanti «a regime», come si dice in gergo e, come si sa, «in camminu s'acconzat barriu». Ma allora, si è detto nel dibattito sassarese, perché non ci riflettiamo un po' tutti assieme, anziché mugugnare e basta nel chiuso delle nostre aule magne? Forse l'accantonamento della Riforma Bertagna è davvero una sorta di «messa in sonno», ma in funzione di attesa di proposte migliori, che vengano anche dal mondo della scuola: quello vero, quello che lavora, quello della politica del fare e non solo del mugugno.
Forse sarà anche vero, come ha detto qualcuno, che lo strapotere di questa destra «non farà prigionieri», nel senso che andrà avnti come un carro armato. Però, è bastato che un gruppo di studenti griffati minacciassero lo sciopero della fame al «Maurizio Costanzo Show» per fargli cambiare idea nel giro di poche settimane. Dunque non sono invulnerabili. O, comunque, hanno dei forti dubbi anche loro.

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Su Il Giorno la notizia di una ripresa di autogestione degli studenti a Desio:

Tra film sulla «guerra» del G8 e lezioni di ballo
gli studenti del liceo fanno le prove di cogestione

DESIO — Ci sarà anche la questione del G8 di Genova, riesplosa di recente nei dibattiti politici nazionali dopo le dichiarazioni del ministro Claudio Scajola, fra gli argomenti all'ordine del giorno della cogestione organizzata dai ragazzi del liceo scientifico «Majorana» di Desio, in collaborazione con i professori. Sarà il tema principale, visto che sono moltissimi gli studenti che hanno scelto di affrontarlo (per questo l'incontro si svolgerà nell'aula magna e non nelle classi). Verrà anche proiettato un filmato sui drammatici scontri fra manifestanti e forze dell'ordine. L'appuntamento è per domani mattina.
La cogestione, però, nella scuola di via Agnesi, comincia oggi: si tratta di un nuovo modo di insegnare e imparare, che mette al bando la tanto diffusa autogestione (definita dai ragazzi del liceo «una perdita di tempo») e promuove una stretta unione di intenti fra docenti e alunni verso i temi di maggiore attualità. Dopo lunghe settimane di «sondaggi» sono stati scelti gli argomenti, che verranno trattati dai professori o da esperti, per poi essere approfonditi da tutti i partecipanti: riforma Moratti, droga, bioetica ed eutanasia, pacifismo tolleranza e genocidi, Tv spazzatura, terrorismo, questione arabo-palestinese, Russia e comunismo nel periodo d'oro, guerra in Afganistan, politica italiana e immigrazione.
«Ci sarà un servizio d'ordine che impedirà l'ingresso di eventuali esterni non desiderati e porrà rimedio a eventuali situazioni di caos», garantiscono gli studenti. I dibattiti dureranno dalle 8.30 alle 11, dopo ci saranno attività ricreative: cineforum , attività artistiche (disegni per la maglietta del liceo, creazione di slogan), corso di giocolieri, miniconferenza sui computer, aule musicali, balli popolari, laboratorio teatrale e poesie di guerra.
Ale.Cri.
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Notizia su La Nuova Sardegna: i Salesiani organizzano una scuola professionale:

BUDONI
Obbligo formativo, partono i nuovi corsi
nel centro professionale dei Salesiani

Gino Satta

BUDONI. Sabato prossimo scadono i termini per la presentazione delle domande di ammissione ai corsi di assolvimento dell'obbligo formativo, previsti per i ragazzi nati negli anni 1985, 1986 e 1987. In paese i corsi sono organizzati dalla Cnosfap (Centro nazionale opere salesiane formazione aggiornamento professionale) e sono finanziati dall'assessorato al Lavoro e Formazione Professionale della Regione Sarda.
La scuola ha sede nelle frazioni di Berruiles e Agrustos, è in attività dall'anno scorso e ospita ragazzi provenienti dai diversi centri della Baronia (Posada, Torpè, Siniscola, S.Teodoro e Lodè). Attualmente sono attivi i corsi di operatore su personal computer ad indirizzo turistico, installatore manutentore di impianti (termoidraulico, elettricita) e commis di sala. Pertanto tutti i ragazzi nati negli anni 1985, 1986 e 1987 che non intendono proseguire gli studi nelle scuole superiori o coloro che sono fuori corso nelle scuole medie, possono scegliere uno dei corsi professionali e conseguire una qualifica che consentirà e faciliterà il loro l'ingresso nel mondo del lavoro.
Nel ricordare che i corsi sono completamente gratuiti in quanto a totale carico della Regione sarda, compreso il trasporto giornaliero dal paese di appartenenza alla sede della scuola, è importante anche sapere che vi è la possibilità di conseguire la licenza media, per coloro che ne fossero privi, poiché la scuola organizza anche i corsi di recupero. Un plauso vada al Comune di Budoni, che ha messo a disposizione del Centro non solo i locali, ma ogni altro supporto necessario. Rimane un interrogativo: i ragazzi che quest'anno conseguiranno la licenza media, cioè i nati nell'anno 1988, che non intendono proseguire gli studi nelle scuole superiori, perché la legge li esclude dai corsi dell'obbligo formativo? Si spera che con la riforma «Moratti» si rimedi a questa incongruenza.

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