21 March, 2002

Le pagine dei giornali sono dominate dall'assassinio di Biagi. Ma questa volta la mobilitzaione popolare va avanti e non si lascia fermare. I sindacati dopo un tentennamento iniziale della UIL hanno deciso di proseguire con la proclamazione dello sciopero generale, articolo sul Corriere della Sera:

Sindacati, in aprile lo sciopero generale
Superati i dubbi della Uil. La Cgil conferma la manifestazione
di sabato prossimo
ROMA - La Cgil ha confermato la manifestazione di sabato a Roma, mentre le confederazioni unitarie hanno deciso di proclamare lo sciopero generale contro le modifiche all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori entro il mese di aprile. La data verrà decisa mercoledì 27 in una riunione delle tre segreterie. In precedenza Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, prima dell'inizio della riunione delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil, aveva dichiarato di credere «che in questo momento lo sciopero generale sia derubricato dalla nostra agenda ».

FIACCOLATA A ROMA MERCOLEDÌ - Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato due ore di sciopero generale per oggi contro il terrorismo. A Bologna, dove è stato ucciso Marco Biagi, lo sciopero è stato di quattro ore. Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di organizzare una fiaccolata a Roma mercoledì 27 marzo per esprimere l'opposizione del mondo del lavoro al terrorismo. La manifestazione sarà aperta a tutte le istituzioni. Iniziative analoghe si svolgeranno in tutta Italia.
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Il Centro studi e servizi Scuola 2000 prende posizione a favore della raccolta di firme sulla petizione della cgil scuola per il ritiro della delega... notizia su Il Tirreno:

SCUOLA 2000
No alla riforma Moratti


LUCCA. Il Centro studi e servizi Scuola 2000 aderisce alla petizione al parlamento promossa dalla Cgil Scuola per il ritiro della delega al governo sulla riforma della scuola. Dall'organismo viene un invito a tutti i propri iscritti perché firmino gli appositi modelli e si adoperino per diffondere l'iniziativa tra il personale della scuola.
«Le linee della riforma della scuola predisposte dal ministro Moratti - spiegano i responsabili del Centro studi - rischiano di penalizzare la scuola pubblica e di riportare indietro il sistema scolastico italiano.
«In particolare sono a rischio la dimensione educativa della scuola dell'infanzia, l'organizzazione modulare della scuola elementare, la continuità nella scuola di base.
«Già si avvertono primi segnali preoccupanti - prosegue il Centro studi - con il taglio degli organici, il mancato finanziamento della legge sull'edilizia scolastica e il ridimensionamento dei fondi sull'autonomia scolastica.
«Lo strumento della legge delega scelto dal governo rischia di escludere dal dibattito sulla riforma l'intero mondo scolastico e perfino il parlamento.
«Scuola 2000 - conclude il Centro studi - intende sostenere tutte quelle iniziative che si pongano nell'ottica di difesa della scuola pubblica e dell'autonomia scolastica».

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Una iniziativa del CIDI a Ferrara, notizia su La Nuova di Ferrara

mercoledì 20 marzo 2002, S. Alessandra Gli insegnanti bocciano la Moratti
«La riforma della scuola non piace»

Maria Iannone

Una spacccatura della società, un segno di arretramento complessivo. Durissime bocciature alla riforma della scuola promossa dal ministro Moratti sono arrivate nel corso dell'incontro "Dove va la scuola?", un'iniziativa pubblica promossa dal Cidi (Centro di iniziativa democratica degli Insegnanti) di Ferrara.
«Il diritto di tutti alla cultura ha un senso etico e culturale profondo - afferma Giancarlo Cerini, vice presidente Cidi nazionale -. Uno dei rischi è quello di ottenere due tipi di società: la società di chi decide attraverso la filiera liceale e quella di chi esegue attraverso la filiera professionale. Anticipando i canali, si impedisce a chi ha problemi cognitivi o scarse motivazioni, a sperimentare canali diversi da quelli a cui sembra destinato». Riguardo al modello curricolare, Cerini mette in evidenza come la cultura alfabetica e quella multimediale, la dimensione primaria e quella secondaria, oggi non possono essere distinte. Con l'anticipo della scolarizzazione, inoltre, si toglie alle scuole d'infanzia la capacità di formazione. È un modello liberista-familista - ribadisce - per cui la scuola si limita e riduce il suo progetto». Cerini è comunque ottimista di fronte a una "scuola federale", perchè vuole dire poter decidere a livello locale le garanzie di qualità. «A me sembra che si prefiguri una scuola come base di spesa e non come base di civiltà» afferma Daniele Cevolani, dirigente scolastico.
«È un segno di arretramento complessivo - dice Giovanni Fioravanti, docente a Codigoro - c'è un disegno del governo di destrutturazione del sistema scolastico».
«C'è una diversa concezione della società e della scuola. Siamo preoccupati per la società che ne uscirà» ribadiscono gli insegnanti. «L'insegnante - conclude Cerini - ha una grande responsabilità, occorre coerenza sul piano delle scelte professionali. C'è ancora molto da discutere».

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Su Il Mattino di Padova la notizia di un nuovo comitato di genitori e docenti sul problema dell'isacrizione dei bambini alla materna già all'età di due anni e mezzo...

UN NUOVO COMITATO DI GENITORI E DOCENTI
«Mandare i bimbi alla materna a due anni
è una follia anche per la qualità del servizio»

f.pad.

Docenti e genitori delle scuole materne padovane, sia pubbliche che private, dicono no alla Riforma, già in vigore, del Ministro Letizia Moratti, che, prevede, tra l'altro, la possibilità d'iscrivere un bambino alla materna già a due anni e quattro mesi. E' nato Il Comitato provinciale delle Scuole dell'Infanzia, che è attivo sul territorio già da alcune settimane. I cordinatori del Comitato hanno raccolto 600 firme da parte degli insegnanti del settore. Hanno firmato anche alcune suore. Tra i genitori, invece, le firme raccolte sono oltre 2500. Tutti i fogli, con le firme certificate dalla carta d'identità, saranno spediti al Ministro, al Direttore Regionale Enzo Martinelli ed ai Presidenti delle Commissioni Istruzione alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica.
Coordinatore del Comitato è Stefano Zoletto, docente: «Adesso un bambino si può iscrivere alla materna solo a tre anni compiuti. La riforma abbassa notevolmente l'età richiesta. In pratica le porte saranno aperte anche a due anni e quattro mesi di età. E'una decisione folle che stravolge la differenza che oggi esiste tra nido e materna. Probabilmente la Moratti non sa che al nido c'è un insegnante ogni sei-otto bambini, mentre alla materna il rapporto è di uno a 27-28 alunni. E' chiaro che a risentirne sono cura e assistenza».
Anche i sindacati di categoria sono pienamente d'accordo con la battaglia che sta portando avanti il Comitato. «La Moratti - dice Salvatore Mazza - ha già commesso una serie di guai, che stanno minando alle radici la funzionalità e la democraticità della scuola italiana. Sta fecendo dei continui regali alla scuola privata». Tiziano Sandonà, invece, della segreteria provinciale della Cisl, ricorda che materna ed elementare italiane sono un modello per l'estero.

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E infine notizia dall'ANSA sardegna sulla manifestazione di sabato a Roma:

ART.18, 6000 SARDI A ROMA: Saranno 6126 i sardi iscritti alla
Cgil che parteciperanno alla manifestazione del 23 marzo a Roma.
Si tratta, hanno spiegato i dirigenti regionali del sindacato,
della piu' grande partecipazione mai registrata ad una
manifestazione nazionale.

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