Le pagine dei giornali sono dominate dall'assassinio di Biagi. Ma questa volta la mobilitzaione popolare va avanti e non si lascia fermare. I sindacati dopo un tentennamento iniziale della UIL hanno deciso di proseguire con la proclamazione dello sciopero generale, articolo sul Corriere della Sera:
Sindacati, in aprile lo sciopero generale
Superati i dubbi della Uil. La Cgil conferma la manifestazione
di sabato prossimo
ROMA - La Cgil ha confermato la manifestazione di sabato a Roma, mentre le
confederazioni unitarie hanno deciso di proclamare lo sciopero generale contro
le modifiche all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori entro il mese di
aprile. La data verrà decisa mercoledì 27 in una riunione delle
tre segreterie. In precedenza Luigi Angeletti, segretario generale della Uil,
prima dell'inizio della riunione delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil, aveva
dichiarato di credere «che in questo momento lo sciopero generale sia
derubricato dalla nostra agenda ».
FIACCOLATA A ROMA MERCOLEDÌ - Le segreterie confederali di Cgil, Cisl
e Uil hanno proclamato due ore di sciopero generale per oggi contro il terrorismo.
A Bologna, dove è stato ucciso Marco Biagi, lo sciopero è stato
di quattro ore. Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di organizzare
una fiaccolata a Roma mercoledì 27 marzo per esprimere l'opposizione
del mondo del lavoro al terrorismo. La manifestazione sarà aperta a
tutte le istituzioni. Iniziative analoghe si svolgeranno in tutta Italia.
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Il Centro studi e servizi Scuola 2000 prende posizione a favore della raccolta di firme sulla petizione della cgil scuola per il ritiro della delega... notizia su Il Tirreno:
SCUOLA 2000
No alla riforma Moratti
LUCCA. Il Centro studi e servizi Scuola 2000 aderisce alla petizione al parlamento
promossa dalla Cgil Scuola per il ritiro della delega al governo sulla riforma
della scuola. Dall'organismo viene un invito a tutti i propri iscritti perché
firmino gli appositi modelli e si adoperino per diffondere l'iniziativa tra
il personale della scuola.
«Le linee della riforma della scuola predisposte dal ministro Moratti
- spiegano i responsabili del Centro studi - rischiano di penalizzare la scuola
pubblica e di riportare indietro il sistema scolastico italiano.
«In particolare sono a rischio la dimensione educativa della scuola
dell'infanzia, l'organizzazione modulare della scuola elementare, la continuità
nella scuola di base.
«Già si avvertono primi segnali preoccupanti - prosegue il Centro
studi - con il taglio degli organici, il mancato finanziamento della legge
sull'edilizia scolastica e il ridimensionamento dei fondi sull'autonomia scolastica.
«Lo strumento della legge delega scelto dal governo rischia di escludere
dal dibattito sulla riforma l'intero mondo scolastico e perfino il parlamento.
«Scuola 2000 - conclude il Centro studi - intende sostenere tutte quelle
iniziative che si pongano nell'ottica di difesa della scuola pubblica e dell'autonomia
scolastica».
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Una iniziativa del CIDI a Ferrara, notizia su La Nuova di Ferrara
mercoledì 20 marzo 2002, S. Alessandra Gli insegnanti bocciano la
Moratti
«La riforma della scuola non piace»
Maria Iannone
Una spacccatura della società, un segno di arretramento complessivo.
Durissime bocciature alla riforma della scuola promossa dal ministro Moratti
sono arrivate nel corso dell'incontro "Dove va la scuola?", un'iniziativa
pubblica promossa dal Cidi (Centro di iniziativa democratica degli Insegnanti)
di Ferrara.
«Il diritto di tutti alla cultura ha un senso etico e culturale profondo
- afferma Giancarlo Cerini, vice presidente Cidi nazionale -. Uno dei rischi
è quello di ottenere due tipi di società: la società
di chi decide attraverso la filiera liceale e quella di chi esegue attraverso
la filiera professionale. Anticipando i canali, si impedisce a chi ha problemi
cognitivi o scarse motivazioni, a sperimentare canali diversi da quelli a
cui sembra destinato». Riguardo al modello curricolare, Cerini mette
in evidenza come la cultura alfabetica e quella multimediale, la dimensione
primaria e quella secondaria, oggi non possono essere distinte. Con l'anticipo
della scolarizzazione, inoltre, si toglie alle scuole d'infanzia la capacità
di formazione. È un modello liberista-familista - ribadisce - per cui
la scuola si limita e riduce il suo progetto». Cerini è comunque
ottimista di fronte a una "scuola federale", perchè vuole
dire poter decidere a livello locale le garanzie di qualità. «A
me sembra che si prefiguri una scuola come base di spesa e non come base di
civiltà» afferma Daniele Cevolani, dirigente scolastico.
«È un segno di arretramento complessivo - dice Giovanni Fioravanti,
docente a Codigoro - c'è un disegno del governo di destrutturazione
del sistema scolastico».
«C'è una diversa concezione della società e della scuola.
Siamo preoccupati per la società che ne uscirà» ribadiscono
gli insegnanti. «L'insegnante - conclude Cerini - ha una grande responsabilità,
occorre coerenza sul piano delle scelte professionali. C'è ancora molto
da discutere».
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Su Il Mattino di Padova la notizia di un nuovo comitato di genitori e docenti
sul problema dell'isacrizione dei bambini alla materna già all'età
di due anni e mezzo...
UN NUOVO COMITATO DI GENITORI E DOCENTI
«Mandare i bimbi alla materna a due anni
è una follia anche per la qualità del servizio»
f.pad.
Docenti e genitori delle scuole materne padovane, sia pubbliche che private,
dicono no alla Riforma, già in vigore, del Ministro Letizia Moratti,
che, prevede, tra l'altro, la possibilità d'iscrivere un bambino alla
materna già a due anni e quattro mesi. E' nato Il Comitato provinciale
delle Scuole dell'Infanzia, che è attivo sul territorio già
da alcune settimane. I cordinatori del Comitato hanno raccolto 600 firme da
parte degli insegnanti del settore. Hanno firmato anche alcune suore. Tra
i genitori, invece, le firme raccolte sono oltre 2500. Tutti i fogli, con
le firme certificate dalla carta d'identità, saranno spediti al Ministro,
al Direttore Regionale Enzo Martinelli ed ai Presidenti delle Commissioni
Istruzione alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica.
Coordinatore del Comitato è Stefano Zoletto, docente: «Adesso
un bambino si può iscrivere alla materna solo a tre anni compiuti.
La riforma abbassa notevolmente l'età richiesta. In pratica le porte
saranno aperte anche a due anni e quattro mesi di età. E'una decisione
folle che stravolge la differenza che oggi esiste tra nido e materna. Probabilmente
la Moratti non sa che al nido c'è un insegnante ogni sei-otto bambini,
mentre alla materna il rapporto è di uno a 27-28 alunni. E' chiaro
che a risentirne sono cura e assistenza».
Anche i sindacati di categoria sono pienamente d'accordo con la battaglia
che sta portando avanti il Comitato. «La Moratti - dice Salvatore Mazza
- ha già commesso una serie di guai, che stanno minando alle radici
la funzionalità e la democraticità della scuola italiana. Sta
fecendo dei continui regali alla scuola privata». Tiziano Sandonà,
invece, della segreteria provinciale della Cisl, ricorda che materna ed elementare
italiane sono un modello per l'estero.
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E infine notizia dall'ANSA sardegna sulla manifestazione di sabato a Roma:
ART.18, 6000 SARDI A ROMA: Saranno 6126 i sardi iscritti alla
Cgil che parteciperanno alla manifestazione del 23 marzo a Roma.
Si tratta, hanno spiegato i dirigenti regionali del sindacato,
della piu' grande partecipazione mai registrata ad una
manifestazione nazionale.