24 February, 2002

 

E' uscito il nuovo numero della news letter di Fuori Registro, Riportiamo il sommario, come sempre e vi ricordiamo che la news letter è spedita gratuitamente a chi ne fa richiesta all'indirizzo: http://www.didaweb.net/fuoriregistro/


Sommario
Le comiche
di Naila
Citano Morin ma ci rifilano l'azienda
di Emanuela Cerutti
"La Cgil non sta facendo gli interessi della scuola"; "Gentile professore, venga con noi a Barbiana"
di Omer Bonezzi - Gianni Mereghetti
Un raggio di sole
di Luciana Pavoni
Autonomia ed orario delle lezioni: dubbio di illegalità
di Franco Varrese
I colloqui
di Giovanna Casapollo
Si spieghi, signor Ministro
di Riccardo Ghinelli
Documento studentesco sul "Rapporto Bertagna"
di Gabriele Farina
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Su Il Cottiere breve articolo sulla scuola che fa vedere il punto di vista prossimo venturo:

Tagli, istruzione e soluzioni

SCUOLA E SCIOPERI UNA VIA LOMBARDA

di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI

Nella settimana che si apre, la scuola lombarda deve ritrovare una sua serenità. Siamo nel cuore dell’anno e ogni giorno perso ha un suo costo, destinato a incidere sul rendimento globale dell’istruzione. La contesa sul taglio degli organici, che ha provocato la proclamazione di uno sciopero regionale per il 6 marzo, deve essere risolta in tempi rapidi. Una revoca sarebbe un’ottima notizia. Ma c’è bisogno di una volontà diversa di Roma. Non è un buon segno che una protesta così massiccia si manifesti, prima in Italia, proprio nella Milano di Letizia Moratti, in un territorio che per tradizione appartiene a quella prospettiva pragmatica e moderna, cui pretendono di appartenere le proposte e le iniziative di questo ministro. Con molta evidenza ministro e professori lombardi non si sono intesi. L’obiettivo non può non essere quello comune della qualità dell’insegnamento. C’è quindi un fraintendimento da superare. Non si vede perché mettere in dubbio la lealtà intellettuale del ministro, quando afferma che in questa manovra di legge finanziaria si ispira a un riequilibrio fra i numeri del servizio e quelli dell’utenza e non a mediocri filosofie di risparmio nel pubblico bilancio. In parole povere il ministro dice che si riducono i posti per razionalizzare l’utilizzo degli insegnanti di ruolo e non per sottrarre energie didattiche che devono restare integre a vantaggio degli studenti.
I sindacati invece sono convinti che la scuola ne risulterà impoverita. Non si può progressivamente scivolare in una burocratica conflittualità delle cifre, come se ci trovassimo in una discussione fra capo del personale e un gruppo di addetti a una catena di montaggio. Almeno nella scuola la matematica non può diventare un’opinione. Fra chi condivide la decisione ministeriale si sostiene che alla riduzione delle cattedre corrisponderà un riordino del lavoro di quelle che restano. Chi giudica positivamente la manovra afferma che la qualità didattica potrà migliorare, con professori impiegati al meglio. Dall’altra parte si teme invece che le attività di laboratorio e di orientamento non avranno energie a disposizione e che tutto il tempo dell’istruzione verrà contratto.
Ci sono i margini per un riavvicinamento, visto che il ministero, in questi ultimi giorni, sta «tagliando i tagli». Non mi avventuro in questo labirinto tecnico, ma resto convinto della preliminare necessità di un totale cambio del metodo del contendere. Si deve arrivare a una sincronicità delle analisi operative, alzandosi ciascuno al di sopra della propria settoriale angolazione. Se comune è l’interesse a una scuola di qualità, non può essere divaricata la matematica che accompagna i ragionamenti. L’utilizzazione delle risorse sul territorio deve essere condivisa anche nella dinamica burocratica e contenutistica che la regola. La Lombardia ha bisogno che la nuova riforma si definisca in un clima pacato di informazione e di dibattito. La capacità di superare l’attuale momento e di evitare uno sciopero, che finisce sempre per esacerbare gli animi, avrebbe anche un valore simbolico. Se poi allo sciopero si arriverà, sarà bene che esso sia molto mirato alle sue motivazioni specifiche. E che sia milanese nello stile e nella concretezza, senza le recenti sbracature romane di altri cortei parascolastici molto noglobal. Una via goliardica e populistica agli slogan e ai caroselli poco giova ai sacrosanti diritti di lavoratori intellettuali che si aspettano finalmente un trattamento contrattuale europeo e una matematica burocratica coerente anche nella loro fatica sul territorio.
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Su La Stampa notizia delle assembleee sindacali della prossima settimana:

(Del 24/2/2002 Sezione: Aosta Pag. 45)

DALLA PROSSIMA SETTIMANA INCONTRI IN PROGRAMMA IN TUTTA LA REGIONE
Riforma Moratti sotto esame nelle assemblee dei sindacati
AOSTA
La scuola valdostana comincerà la prossima settimana un articolato esame della riforma Moratti e le organizzazioni sindacali di categoria Cgil scuola, Cisl Sinascel e Sism, Savt Ecole hanno indetto una serie di assemblee sul territorio regionale per esaminare anche temi come il codice deontologico, il contratto 2000-2005, gli organici e la legge finanziaria, le deleghe del governo. Gli incontri s´inizieranno il 28 febbraio a Morgex (Cave du vin blanc), proseguiranno il 1º marzo a Verrès (cinema Ideal), il 4 a St-Vincent (Ipr), il 5 a Villeneuve (scuole medie), il 6 e il 7 ad Aosta (palazzo regionale), l´8 a Pont-St-Martin (palazzetto dello sport) e l´11 ancora ad Aosta al palazzo regionale. «La situazione - dice Mauro De Luca della Cgil scuola - è preoccupante. La firma del decreto sugli organici prevede un taglio di 36 mila posti nel prossimo triennio e con le norme inserite nella Finanziaria la riduzione del personale risulta ancora aggravata. Grave è anche la modifica dei criteri per la formazione delle Commissioni dell´esame di stato, che di fatto introducono un criterio di valutazione dei ragazzi prettamente autoreferenziale. Per la Cgil è in atto un tentativo evidente di ridurre il ruolo della scuola pubblica, di abbassare la qualità dell´offerta formativa e di operare pesanti risparmi sulla spesa per l´istruzione, mentre vengono approvate disposizioni a favore della scuola privata tipo il riconoscimento dell´intero punteggio di servizio per chi ha insegnato nella scuola privata pur se assunto con criteri non pubblici, la modifica delle fase nelle graduatorie permanenti, il buono scuola approvato in molte regioni, l´assunzione in ruolo di quasi 15 mila insegnanti di religione pagati dallo Stato». La riforma Moratti. «I giudizi di Cgil e Cisl scuola - aggiunge Mauro De Luca - sono severi seppure con toni differenti. Contestiamo il metodo della delega, che di fatto azzera il confronto tra le parti e i soggetti del mondo della scuola. Con il progetto di riforma Moratti si introducono poi elementi destabilizzanti come l´anticipo a due anni e mezzo per la frequenza della scuola materna, come la scelta precoce tra il canale liceale e quello della formazione/istruzione professionale, come la scomparsa dell´obbligo scolastico a 16 anni, come l´attribuzione di competenze primarie alle Regioni per il segmento della formazione/istruzione professionale. Di qui la necessità della mobilitazione generale e delle assemblee per discutere e confrontarsi».
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A Tione, rioirtato da " Alto Adige", una assemblea DS, con un punto di vista che ci sembra complessivamente debole rispetto alla ricchezza del movimento espressosi in questi mesi:

TIONE
Riforma Moratti nel mirino
I Ds lanciano il loro allarme per la «nuova» scuola

Fabio Simoni

TIONE. «Fare incontrare il lavoro con la cultura e viceversa», o in altre parole «elevare sempre più la qualità del lavoro, ingrediente ineludibile, attraverso l'elevazione della cultura scolastica, sia essa di istruzione che di formazione».
Questo l'imperativo di carattere generale posto da Giorgio Tonini, al convegno organizzato a Tione dai Democratici di Sinistra, dal titolo «Costruire la scuola del futuro». Mentre con alcune dritte concrete gli ha fatto eco Gianni Poletti, dirigente del Istituto comprensivo della Val del Chiese. Poletti al termine della sua riflessione-esperienza sulla «funzione della scuola oggi», ha enumerato alcune linee guida, alcune compiti inderogabili che deve assolvere la scuola media: trasmettere istruzione ponendo l'accento sullo studio del linguaggio informatico e più in generale del «codice linguistico»; valorizzare «la capacità di relazione dei ragazzi, nel senso più ampio, quello del confronto, del rispetto, del solidarismo. Andare incontro ai bisogni formativi del territorio, che significa essere riferimento di animazione culturale, di supporto al tessuto sociale e alle famiglie».
L'incontro che si è svolto presso la sala riunioni del Centro Studi Judicaria a Tione, alla presenza di un buon numero di persone, per lo più insegnanti e dirigenti scolastici, è stato introdotto da Loreta Failoni, assessore all'istruzione del comune di Tione, e dalla relazione di riferimento di Margherita Cogo.
Cogo ha presentato i dati salienti del quinto Rapposto di valutazione della scuola trentina, presentato a Trento alla Convenzion sulla scuola di primi di febbraio, fornendo alcune indicazioni sui punti di forza e di debolezza del sistema scolastico trentino.
Al senatore dell'Ulivo Giorgio Tonini, è spettato il compito più ampio di tracciare un confronto fra la riforma del Centro sinistra (Berlinguer) e la riforma del Centro destra (Moratti).
Tonini ha ribadito che la sfida di oggi nel mondo del lavoro è la qualità.
Anzi che formazione e istruzione professionale debbono accompagnare tutta la vita lavorativa dell'uomo. Criticati, nella riforma Moratti, l'accentuazione della dualità fra formazione e istruzione, il ritorno al limite dell'obbligo scolastico ai 14 anni il superamento del valore legale del diploma, la debolezza dell'esame di maturità.

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Importante l'articolo su Il Manifesto che riassume i punti fondamentali dello sciopero generale della CGIL;

Tutti i pericoli delle deleghe del governo
I precedenti sono illustri e dirompenti: nel dopoguerra di scioperi generali proclamati dalla sola Cgil non se ne sono visti molti, ma tutti hanno lasciato il segno. Il primo è stato quello dell'agosto `48, dopo l'attentato a Togliatti, sciopero che provocò la scissione e la nascita di Cisl e Uil. Il secondo fu quello dell'8 luglio `60, dopo l'eccidio di Reggio Emilia, che fece cadere il governo di centro-destra Tambroni (sostenuto dai voti missini). Il terzo - e finora ultimo - fu quello dell'autunno `68 per la riforma delle pensioni, che aprì la strada al `69 operaio, all'autunno caldo, alla stagione dei consigli di fabbrica. Quello annunciato per il prossimo 5 aprile sarebbe il quarto del dopoguerra. Riassumiamone le ragioni ricordando la natura delle deleghe governative.
Al centro c'è, naturalmente, la delega sul lavoro, in particolare la messa in discussione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che impedisce il licenziamento senza giusta causa nelle aziende sopra i 15 dipendenti (al di sotto di tale soglia vale il principio del risarcimento, senza obbligo di riassunzione dopo sentenza della magistratura). L'intenzione del governo è di cancellare tale norma per tre tipi di "categorie": i lavoratori che passano da contratti a tempo determinato (l'80% delle assunzioni avvengono con questo strumento) a tempo indeterminato; i lavoratori delle imprese che oltrepassano la soglia dei 15 dipendenti; i lavoratori che emergono dal "nero". Tutti questi (una platea destinata ad allargarsi) potranno essere licenziati liberamente, accontentandosi di un indennizzo monetario, se le intenzioni di governo e Confindustria avranno la meglio. A compendio di queste "deroghe" c'è l'incentivazione dell'arbitrato per definire le controversie, scavalcando così il ruolo del magistrato del lavoro. Ma la delega sul lavoro prevede anche altre misure, non meno dirompenti. Prima fra tutte il "job on call", il lavoro a chiamata: i lavoratori coinvolti rimarrebbero sempre a disposizione delle imprese, venendo convocati in azienda per lavorare "a singhiozzo", solo quando necessario. E' una formula sperimentata in Olanda, che in Italia la Zanussi avrebbe voluto introdurre (un accordo in tal senso, firmato da Fim e Uilm, è stato poi bocciato da un referendum) e che gli operai di quell'impresa definirono "lavoro-squillo". C'è poi il lavoro in leasing, una sorta di estensione di quello in affitto, per cui i lavoratori dipendono da un'agenzia anche per contratti a tempo indeterminato. Infine, ci sono i lavori a progetto (tempo determinato che cessa con la fine del lavoro per cui si è assunti) e una riforma del collocamento che dà via libera alle società private nella collocazione della mano d'opera.
Non meno importanti sono le deleghe sulla previdenza (con la collocazione praticamente obbligatoria del Tfr nei fondi pensione), quella sul fisco (una revisione delle aliquote che abbassa sensibilmente l'onere per quelle più alte) e la delega sulla scuola, riassunta nel progetto Moratti di privatizzazione dell'istruzione. (ga. p.)
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