25 March, 2002

Iniziamo con un articolo apparso sul corriere della sera di oggi, molto importante perché riporta le varie posizioni dei ministri e la posizione fermissima della cgil che passa alle vie legali....

Lettera a Berlusconi: niente dialogo se non smentisce i suoi uomini
«Quereliamo Martino, Bossi e Sacconi»
Dura reazione della Cgil alle dichiarazioni degli esponenti
del governo contro il sindacato e la manifestazione di sabato
ROMA - La Cgil annuncia il ricorso alle vie legali contro i ministri della Difesa, Antonio Martino, e delle Riforme, Umberto Bossi, e contro il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi. «Le affermazioni dei ministri Martino e Bossi e del sottosegretario Sacconi - ha detto il leader della Cgil, Sergio Cofferati - sono dichiarazioni gravissime che hanno l'obiettivo di attaccare e colpire la Cgil. Abbiamo deciso di adire le vie legali per difendere la verità, l'onore, il decoro della Cgil, di milioni di iscritti e del suo segretario generale».

LETTERA A BERLUSCONI - La Cgil ha chiesto con una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi una «smentita formale» a quanto dichiarato dai ministri della Difesa, Antonio Martino, delle riforme Umberto Bossi e del sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi. «Abbiamo inviato oggi una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - ha detto il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati - per chiedergli una smentita formale delle affermazioni dei ministri Martino e Bossi e del sottosegretario Sacconi, senza la quale considereremo tali dichiarazioni come atti che attengono il governo. Tutto ciò renderebbe impossibile la nostra partecipazione all' incontro di domani con il governo ».

LE PAROLE DI MARTINO - «La manifestazione un risultato ha certamente ottenuto: convincere anche i più dubbiosi del pericolo enorme che tutto ciò rappresenta per le libere istituzioni della nostra democrazia ». Lo ha affermato il ministro della Difesa Antonio Martino parlando della manifestazione della Cgil di sabato a Roma in un articolo pubblicato domani sul quotidiano La Sicilia . «Prima o poi - ha sottolineato - bisognerà ripristinare la legalità, dando attuazione al dettato costituzionale; non farlo significherebbe venir meno al primo dei doveri di un governo, garantire la legalità costituzionale». «L' intera piazza - aggiunge - era fatta soprattutto a beneficio di una sola persona, serviva a fare da sfondo alla figura di un leader. Era 'ad majorem Cofferatianam gloriam' ». Martino sottolinea che la «presenza massiccia» dei partecipanti «conferma la potenza finanziaria e organizzativa della Cgil » ma definisce un aspetto «preoccupante» il fatto che «nessuno rilevi o si stupisca del fatto che Cofferati riesca a destinare una cinquantina di miliardi non suoi ad uno scopo sostanzialmente futile, il soddisfacimento della propria vanità».

LE PAROLE DI BOSSI - «Cofferati ha visto che la sinistra stava giù senza un'idea e senza una bandiera - ha detto Bossi in un'intervista al Messaggero - lui è andato in giro per le fabbriche a raccontare delle balle, come quella che licenziano i lavoratori. Questo - secondo le idee del leader della Lega - ha portato al terrorismo. Peraltro - aggiunge - a sinistra sono anche bravi, prima l'hanno ammazzato... e poi si sono appropriati del morto, sono molto più bravi di noi ».

LE PAROLE DI SACCONI - «La questione preliminare è quella di sciogliere tutte le ambiguità residue sul terrorismo . La manifestazione della Cgil di sabato non mi ha tranquillizzato perchè non ho visto nessun confine a sinistra , mentre c'e il problema di isolare quella sinistra che è nella posizione di »non aderire e non sabotare« che non sta 'nè con le Br nè con lo Statò, un'area che ha una particolarissima contiguità con il terrorismo», ha detto il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi in un'intervista alla Stampa. «Vogliamo denunce, delazioni. Ci sono nicchie anomale in alcune fabbriche, in alcuni uffici. Situazioni di confine che hanno nomi e cognomi che tutti conoscono. Vogliamo parlarne? Dobbiamo rialzare la guardia contro gli estremismi che si è allentata. Di questo possiamo e dobbiamo parlare anche con la Cgil». 25 marzo 2002
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Notizia dall'ANSA riportata dal Corriere on line: la CISL si dichiara insoddisfatta delle precisazioni del governo, l'appuntamento di domani rischia di saltare...

Top News, Dall'Italia
Informazione politica dall'Italia

25-MAR 17:59 TERRORISMO: Cisl, e' insufficiente chiarimento Esecutivo; 'Non e' idoneo a consentire l'incontro di domani'

ROMA - Non e' bastata alla Cisl la nota di Palazzo Chigi che aveva invitato tutti a riprendere il dialogo precisato la posizione dell'Esecutivo riguardo ai rapporti coi sindacati. 'Il tentativo intervenuto di chiarimento della Presidenza del Consiglio e' insufficiente - si legge in una nota della segreteria confederale della Cisl - e comunque non ancora idoneo a consentire all'incontro di domani con il sindacato". (ANSA).
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E questa era la nota del governo che ha lasciato insoddisfatta la CISL:

Top News, Dall'Italia
Informazione politica dall'Italia

25-MAR 17:22 TERRORISMO:Governo a sindacati, nessuna collusione; Palazzo Chigi risponde con una nota alle polemiche

ROMA - Nell'invito rivolto a tutti a riprendere il confronto e' chiara ed implicita la convinzione del governo che non esistono collusioni, ambiguita' o contiguita' del sindacato nei confronti del terrorismo. E' quanto si legge in una nota della presidenza del Consiglio. 'I fatti - spiega la nota- dimostrano che, poche ore dopo l'assassinio di Marco Biagi, le parti sociali sono state convocate per discutere di lotta al terrorismo e relazioni industriali per la creazione di nuovi posti di lavoro'.(ANSA).
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Precisazione a Trento, del segretario generale trentino:

«Frattini alimenta lo scontro sociale»
Il segretario della Cgil dopo Roma si difende dalle accuse del Governo
IL SINDACATO IN PIAZZA

di Gianpaolo Tessari

TRENTO. Tonificato da una partecipazione numericamente senza precedenti alla manifestazione romana di sabato, il segretario generale della Cgil trentina Bruno Dorigatti ribatte alle critiche del Governo. E, segnatamente, se la prende con il ministro Franco Frattini che ha definito la manifestazione "politica e non in difesa del lavoro": «Le parole di Frattini sono un insulto all'intelligenza».
I milletrecento trentini che, in forma organizzata, hanno percorso le vie della capitale hanno fatto ritorno a casa nel cuore della notte. Quando erano già scoccate le tre. Ma nessuno, a quanto pare, si è lamentato per la durezza della trasferta: «E' stata senz'altro la più grossa manifestazione mai organizzata da un sindacato trentino in un'altra città. Anche perché, me ne sono accorto a Roma, altra gente ci ha raggiunto con mezzi propri, non è quindi contenuta nell'elenco ufficiale di quei 1300 che hanno sfilato con noi. Non avevamo registrato una partecipazione simile nemmeno nel'94, quando ci recammo nella capitale con Cisl e Uil, a manifestare per le pensioni» conferma Dorigatti.
Ma la soddisfazione per il coinvolgimento imponente di tanti trentini nel leader sindacale appare appannata dall'evidenza che lo scontro sociale appare in fase di recrudescenza: «Ma non certo per colpa nostra. E' molto grave che rappresentanti del Governo, se non lo stesso presidente Berlusconi, tentino di far passare l'idea che la manifestazioni di piazza, che la protesta pacifica e sacrosanta, possano in qualche a avere a che fare con il terrorismo. E' pazzesco che si voglia bollare in simile modo una piazza che si mobilita non per alimentare o conservare privilegi, ma per conservare diritti essenziali, acquisiti da 50 anni» nota ancora Dorigatti.
Ma il segretario della Cgil si confessa preoccupato ed indignato per il tono usato, sabato a Bolzano, dal ministro per la funzione pubblica Franco Frattini: «Molti dei manifestanti non conoscevano assolutamente il contenuto delle proposte del governo. Molti non conoscono nemmeno cosa prevede l'articolo 18. E' stato chiaramente uno sciopero politico». La Cgil ha saputo far passare un messaggio falso, ma molto immaginifico, ovvero che con a nostra riforma si dia agli imprenditori libertà nei licenziamenti. Non è così» aveva detto al congresso di An il rappresentante di Forza Italia.
Dorigatti non ci sta: «Le parole di Frattini sono un insulto all'intelligenza. Il Governo sta cercando di dare alle imprese la possibilità di gestire in toto i rapporti di una società civile, di stabilire quello che si può o non si può fare in termini di libertà e di lavoro. Detto questo credo sia al ministro che allo stesso Berlusconi quando dicono che la manifestazione di sabato non farà loro cambiare idea. Il Governo ha detto e ripetuto che le "riforme vanno avanti". Debbono anche sapere molto bene che andrà avanti anche il sindacato: e lo si farà sia con scioperi che lo strumento della non collaborazione nei luoghi di lavoro. Sarà una battaglia molto dura ma che è vitale perché, diversamente, si andrebbe a ledere la dignità delle persone. Deve essere chiarissimo che sono questi atteggiamenti ad alimentare lo scontro sociale. Non è una situazione facile: oltre allo scontro sull'articolo 18 - continua Dorigatti - dovremo muoverci sulle pensioni. Sul fisco con le due aliquote pensate da un Robin Hood alla rovescia che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Ma serve unità nel sindacato anche sulla scuola: dove la riforma Moratti ci riporta indietro di alcuni decenni, con una scuola che torna ad essere classista. Garantendo lo studio solo ai più abbienti».

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