27 May, 2002

Articolo che a noi sembra un po' delirante su La Sicilia, che si conclude con queste esatte parole "Vien da rimpiangere il tempo recente quando tutto filava liscio come l'olio. Non c'erano cortei, girotondi, satire teatrali, feroci contestazioni sindacali. Tanta pace per uomini giusti! ". Leggete, leggete e osservate il meccanismo di verosimiglianza che viene usato....

Il liceo classico
non è l'olimpo

Batti e ribatti siamo sempre lì. Ha voglia il Papa di raccomandare concordia e di auspicare per l'Italia la fine di pericolose tensioni tra maggioranza e minoranza, ha voglia il presidente Ciampi di invocare l'orgoglio della Nazione anche con il canto dell'inno di Mameli. La conflittualità tra governanti ed oppositori non solo non si attenua, ma ricorre puntualmente e sui temi di ordinaria amministrazione e su altri di notevole portata storica. Anche Falcone nel decennale della morte è purtroppo diventato bandiera partitica!
Berlusconi riscuote consensi in campo europeo e si fa promotore di una storica intesa tra atlantisti e Russia. Raccoglie il plauso aperto di Bush, ma in Italia, ben che vada, si deve accontentare degli sberleffi dell'artista Ronconi che gli dedica a Siracusa una gigantografia ispirata ai tiranni dell'epoca aristofanesca.
Berlusconi non è certamente uno statista nato, ma nel suo Paese non gliene va bene una. Spesso maldestramente offre il fianco ai suoi oppositori, come quando con fanciullesca ingenuità confessò di voler liquidare i tre moschettieri Santoro, Biagi e Luttazzi. Lo disse e non potè ovviamente farlo. Si vede che Machiavelli non gli ha insegnato nulla!
Rocciosi in feroce opposizione al governo anche i sindacalisti della triplice. Rifiutano di sedersi al tavolo della trattativa perché tra i convitati ci sono due sindacati poco rappresentativi. Cofferati detta sovranamente la sua legge: o via i nuovi arrivati o niente confronto! Questo sì che è parlar chiaro. E la scuola, in fase di turbolenta transizione, di questo clima rissoso fa purtroppo le spese. Giorni fa è stato scomodato contro la Moratti, ministro “classista e razzista”, perfino don Milani, lo scomodo educatore che legò la sua memoria alla “lettera ad una professoressa”. E' stata inventata una chilometrica marcia per contestare il ministro in carica richiamando il messaggio del prete di Bardiana. Francamente non siamo riusciti a cogliere il nesso tra la predicazione del famoso maestro e le accuse di razzismo e classismo alla Moratti. Don Milani predicò una scuola media non selettiva, concretamente aiutò i pluribocciati a “recuperare” attraverso una metodologia didatticamente proficua ed interessante, si sforzò di dotare i meno provveduti di quelle cento parole necessarie per non essere schiavizzati dal più colto datore di lavoro, mosse una critica minuziosa alla scuola elitaria “che boccia i figli dei poveri e promuove quelli dei ricchi, una scuola accusata di far parti eguali fra diseguali”. Per don Milani la scuola del suo tempo era un ospedale che curava i sani e respingeva i malati. Uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile. «La cultura vera - citazione testuale - quella che non ha posseduto nessun uomo è fatta di due cose: appartenere alla massa e possedere la parola».
Volle don Milani con apprezzata coerenza agevolare il cammino scolastico di tutti, specie dei meno abbienti spesso a quel tempo condannati all'esasperato grammaticalismo di taluni docenti. Ma la Moratti, a quanto traspare dal suo progetto di riforma, nulla tocca dell'impianto della scuola di base. Anzi aggiunge la scontata raccomandazione di curare meglio l'insegnamento delle lingue estere necessarie in un contesto europeo. Classista perché nell'ordine delle medie superiori progetta licei e istituti professionali? Dove è scritto che i licei sono scuole elitarie per i ricchi e i professionali strade obbligate per i poveri diseredati?
E' noto che al mondo del lavoro si perviene più agevolmente dopo gli studi professionali che dopo i licei. E dalle scuole professionali vengono spesso alla società fior di artisti, originali cultori dello stilismo, orafi, incisori di grande talento, restauratori... Il progetto morattiani potrebbe - questo è un punto da discutere - malauguratamente impantanarsi nei carrozzoni di un dequalificante regionalismo! I licei sono stazioni di transito per chi ambisce la laurea, un diploma sudatissimo che spesso porta alla disperata disoccupazione.
Che forse la Moratti con i paletti biennali (esame di verifica?) diventa il Cerbero che “giudica e manda secondo ch'avvinghia?” Ma a rigor di logica anche il dettato della nostra Carta costituzionale, suggerendo di agevolare gli studi ai “capaci e meritevoli” diventa decalogo selettivo e ingiurioso per una parte dello studentato.
Vien da rimpiangere il tempo recente quando tutto filava liscio come l'olio. Non c'erano cortei, girotondi, satire teatrali, feroci contestazioni sindacali. Tanta pace per uomini giusti!
Girolamo Barletta
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Invece un articolo su La Repubblica, cronaca romana, parla ancora dei tagli

Gli effetti della riforma Moratti, sindacati in rivolta Verso una forte riduzione delle cattedre nel Lazio. I tagli maggiori sono previsti nelle superiori
Scuola, mille posti in meno

ANNA MARIA LIGUORI
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La scure della Moratti ha sottratto alla regione Lazio già quasi mille cattedre: all'inizio del prossimo anno scolastico, infatti, ci saranno 837 docenti in meno rispetto all'anno scorso. Tra le iscrizioni e la definizione del numero delle classi, le prime conseguenze delle disposizioni ministeriali appaiono già una catastrofe. I Csa, Centri di servizio amministrativo, che sostituiscono i provveditorati hanno ultimato il totale delle classi ed il bilancio è davvero pessimo.
Il conteggio fatto dagli addetti ai lavori ha sortito immediate reazioni nelle scuole di ogni ordine e grado. «Il Lazio è al quarto posto nella graduatoria nazionale, dopo Lombardia, Campania e Sicilia, per docenti non confermati», spiega Claudio Ortale del Comitato Unitario di Base, Cub Scuola. «Oggi il numero totale degli insegnanti, esclusi quelli di sostegno, è pari a 64.061 unità, ai quali per l'anno scolastico 2002/2003 bisogna sottrarre 837 docenti. Questo è avvenuto il 19 febbraio scorso quando la Moratti con una circolare ha fissato le dotazioni di organico per il prossimo anno scolastico. Si è trattato di un atto preliminare al decreto ministeriale in programma questo mese (ndr. questo decreto si fa annualmente e riguarda esclusivamente gli organici) che non è stato ancora siglato, al quale però il ministro sta mettendo mano non certo per fare degli aggiustamenti positivi né per il corpo insegnanti né per la scuola in generale. Per ora i posti di lavoro persi sono 8500 in tutt'Italia».
Ad avere la peggio sembra essere la scuola superiore che, oltre a circa 4 mila tagli complessivi, annovera anche la soppressione degli "spezzoni di cattedra" cosa che porta molti docenti al cottimo delle 24 ore settimanali, pagate con un forfait straordinario davvero basso.
Ma vediamo come si profila la situazione nel Lazio per ogni ordine di scuola:
Materna Qui non sono stati attuati tagli perché la domanda è più forte dell'offerta, ma a dispetto delle lunghe liste d'attesa non sono stati neanche stati incrementati gli organici che restano 6356. Gli aspetti negativi sono l'aumento delle liste d'attesa; la forte riduzione del tempo pieno; l'azzeramento dei progetti per i bambini svantaggiati e per l'integrazione degli alunni stranieri; l'azzeramento della quota funzionale del personale per progetti alternativi.
Elementare Il totale dei docenti scende da 21.106 a 20.865, ovvero meno 241 docenti pari alla percentuale di meno 1,14. In più niente nuove istituzioni del tempo pieno; niente lingua straniera nel primo ciclo (I e II elementare ) e riduzione nel secondo ciclo. Per il resto come per la materna.
Media Il totale dei docenti scende da 13.953 a 13.768, ovvero meno 185 insegnanti pari a meno 1,33 per cento. E poi niente nuove istituzioni per il tempo prolungato; riduzione dei tempi prolungati funzionanti; azzeramento degli altri progetti.
Superiore Il totale dei docenti scende da 22.647 a 22.236, pari a meno 411 insegnanti per una percentuale del meno 1,81. Non sono più attivati molti indirizzi già presenti, soprattutto negli istituti tecnici e professionali.
Prima della decisione finale del ministro Moratti il mondo scolastico e i sindacati stanno organizzando assemblee e mobilitazioni. Tra le battaglie più forti attese nel Lazio c'è quella per gli insegnati di sostegno ai disabili e portatori di handicap. La nuova legge prevede che gli alunni per classe aumentino fino a 28 con 2 portatori di handicap, una situazione insostenibile per l'endemica mancanza di personale già esistente.

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Su Il Messaggero Veneto un articolo parla dei buchi nei conti della scuola... e degli esami di stato...

Fine anno tormentato anche negli istituti del Friuli Occidentale per la mancanza di risorse finanziarie
I “buchi” nei conti della scuola
Maturità a rischio, precari senza soldi, tagli degli “ata”


Avanti adagio, per la scuola: le riforme, le svolte epocali per il pianeta educazione e le promesse a docenti, studenti e Ata fatte qualche mese fa e ora finite in un braccio di ferro sindacati-ministero.
Contratto. Scaduto a dicembre il vecchio patto di lavoro, docenti e Ata hanno scioperato a più riprese sotto le bandiere unite a singhiozzo dei confederati Cgil-Cisl-Uil, Snals, Gilda, i duri e puri Cobas-Unicobas-Cub, ma la “magna Charta” del lavoro per il prossimo quadriennio 2002-2005 è solo virtuale, anche dopo l’accordo del 4 febbraio per il recupero inflativo in busta paga, pari a 109 euro medie pro capite. Chi tiene la contabilità della politica scolastica profetizza il nuovo patto a fine 2002, intanto confederali, Snals e Gilda sventolano le piattaforme e reclamano lo stanziamento di 19 mila miliardi in risorse per la scuola e salari europei per gli insegnanti. Di sicuro, con gli attuali mille e 100 euro medi di stipendio docente si vede l’Europa con il cannocchiale dei miraggi.
Precariato. Non si estingue la piaga sociale e professionale dei supplenti storici, in aumento nelle graduatorie permanenti provinciali (intorno ai mille 8000 soltanto gli abilitati) e in quelle di istituto. La capacità di assorbimento occupazionale della scuola nazionale conteggia ufficiosamente a 100 mila i posti vacanti per docenti e Ata, a livello provinciale potrebbero essere oltre 600. Ma il contagocce della Finanziaria 2002 ha diluito le cattedre-spezzoni e aumentato i giorni di assenza dei titolari necessari alla nomina del supplente. Meno posti disponibili per le nomine in ruolo e annuali da assegnare entro fine luglio? A giugno le tabelle ministeriali delle cattedre concesse risolveranno l’enigma del futuro, anche per chi fa il supplente da 18-20 anni nel Pordenonese.
Riforma. La scuola cambia, ma quando e come con l’annunciata riforma dei cicli, non è certo. Il ministro dell’Istruzione Moratti ha definito probabile la riapertura delle iscrizioni in estate, per l’anticipo della frequenza da settembre nelle scuole materne ed elementari dei bambini di 2 anni e mezzo e 5 e mezzo, ma le strutture e gli organici docenti attuali, come renderanno possibile il primo scampolo di riforma?
Esame di Stato. Un buco da 40,24 milioni di euro non permette al Miur di ottimizzare i compensi di commissari e presidenti (oltre 600 nel Pordenonese, al lavoro dal prossimo 17 giugno) nè di liquidarli entro luglio (forse il saldo delle commissioni nell’estate 2003 ?). Oltre il danno, la beffa e già i Cobas hanno anticipato per protesta un avvio degli esami burrascoso e all’insegna della mobilitazione a oltranza. Il rischio di esami bloccati dalla protesta dei docenti-commissari, imbufaliti contro un trattamento che da sottopagato che era rischia di ridursi a zero, turba più i sonni dei candidati del timore dell’esame stesso, addomesticato dal fatto che nell’edizione 2002 della maturità gli esaminatori sono tutti docenti di classe. Ma con i commissari in forfait, tanto liscia non andrà.
Questione Ata. Afflitto dal complesso professionale “di Cenerentola”, per la poca considerazione che il ministero dell’Istruzione sembra tributare, il comparto degli ausiliari-tecnici-amministrativi della scuola è bloccato sul fronte degli organici. L’incertezza sul numero dei posti (peraltro non dovrebbe subire riduzioni rispetto all’esistente), stoppa la pubblicazione dei trasferimenti e del concorso “24 mesi” per i precari provinciali. Gli Ata rivendicano ulteriori tutele professionali e salariali, perchè se l’autonomia ha portato ai dirigenti maggiori responsabilità ma anche un contratto di circa 3 mila euro mensili, per bidelli e assistenti amministrativi o tecnici è soltanto aumentato il carico di lavoro.
C.B.

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Su Il Messaggero Veneto un articolo sulla mancanza di soldi per gli esami di stato e sulle prossime epidemie di malattia...

Scoppia la “grana” dei compensi. Commissari in rivolta a pochi giorni dal via alle prove
Maturità, docenti senza soldi
Il sindacato mette in preventivo l’aumento delle rinunce all’ultimo momento


Fuggi-fuggi delle commissioni interne di esame dalla maturità 2002? Per ora sono già sul piede di guerra con le armi del malumore e della rabbia un buon numero di commissari e di presidenti provinciali, nominati per la prossima maratona dell’esame di Stato e infuriati contro la stretta sui compensi decisa dal ministero dell’Istruzione. Niente soldi (meno dello scorso anno un esaminatore interno era remunerato con circa 5-6 mila lire orarie, quasi 3 euro) uguale tante rinunce per malattia: pochi lo ammettono e tanti lo pensano,.
Gli esami a rischio, per motivi salariali, sono l’ennesimo problema di un anno scolastico difficile. Irrisolti i problemi di riforma e contratto (se tutto va bene la busta paga docente sarà rimpolpata soltanto a fine 2002), in alto mare la politica delle assunzioni, ora il pasticcio dei compensi negati ai commissari e presidenti fa scoppiare i fuochi dello scontro a fine lezioni. Vittime provvisorie e innocenti della disputa, restano gli oltre 650 maturandi degli istituti superiori del Goriziano, oltre 500 mila a livello nazionale.
«Con che stimoli i docenti commissari malpagati andranno a espletare il ruolo di esaminatori - si chiede la Cgil scuola -? Il ministero dell’Istruzione avvilisce i propri dipendenti prevedendo compensi irrisori e magari rinviati alla corresponsione tra un anno: una plateale presa in giro. Senza contare che questa politica porta dritta alla svalutazione legale del diploma e innesta una tensione del tutto negativa per il clima di serenità e serietà di cui i maturandi e le famiglie hanno bisogno. Con le posizioni del ministro Moratti la frattura è profonda: Cgil scuola lotterà con tutte le sue forze per dare all’impegno e alle responsabilità delle commissioni di esame il giusto compenso, ma servono almeno altri 40 miliardi in euro da stanziare con urgenza. Risparmiare sulla pelle dei lavoratori è inaccettabile».
Retribuzioni al palo e aumento delle responsabilità: tra giugno e luglio l’edizione 2002 della maturità modificherà la fotocopia dello scorso anno con la macro-variante dell’unico presidente per istituto e dei commissari docenti tutti interni nelle scuole statali e paritarie. Per chiare ragioni di risparmio, tanto che nelle nomine a presidente spiccano più numerosi i docenti dei dirigenti scolastici e per loro non saranno uno scherzo il coordinamento e il controllo delle operazioni, sempre a rischio di ricorsi e proteste. Varrà la pena rischiare, per 400-500 euro in busta paga nel lontano luglio 2003?
«Meglio la sindrome depressiva di metà giugno, che mettere a repentaglio la professionalità per una manciata di euro che danno di elemosina - è amaro un docente nominato presidente per il qui-pro-quo burocratico di una circolare del dicembre scorso -. Mi ritrovo inguaiato a causa di una direttiva ministeriale, poi ritirata dopo Natale, che obbligava tutti alla domanda scritta per la nomina a presidente: ho dimenticato di ritirarla. Gli esami si annunciano nel caos organizzativo, con carichi maggiori di lavoro e responsabilità: mi sento già male, andrò dallo strizzacervelli».
Stati di ansia intrecciati al cinico realismo: «Chi avrà il coraggio di bocciare in questo bailamme - si chiede un professore -? Il diploma perde quota e i professori sono remunerati meno di una colf a ore: prendiamola con filosofia e promuoviamo tutti!». A ruota, una collega: «Il ministro dell’Istruzione sostiene che i compensi dello scorso anno sono stati confermati ma è clamorosamente falso - fa battaglia al Moratti-pensiero la docente di latino -. Non è previsto, infatti, nessuno incremento relativo all’incalzante inflazione, invece aumenta il lavoro per i presidenti e vice-presidenti. Senza contare che un anno fa i commissari impegnati in due classi hanno ottenuto doppia gratifica: finirà che dovremo, magari, sborsare di tasca nostra i danari per pagare le spese di segreteria dei diplomi?».
Ch.Be.

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Ribadisce il concetto un articolo su Il Nuovo...

Maturità, mancano i soldi per i docentiBufera sugli esami di Stato: mancano all'appello 40 milioni di euro per pagare i compensi ai commissari. Letizia Moratti propone di pagare metà delle indennità nel 2003, si rischia la rottura.
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ROMA – Niente soldi per i prof, maturità in bilico. A meno di un mese dall'avvio delle per gli esami di Stati (al via il 19 giugno), il ministro Letizia Moratti ha fatto sapere ai sindacati degli insegnanti che non tornano i conti. Nonostante la riforma introdotta con la finanziaria con cui è stata modificata la composizione delle commissioni esaminatrici, aumentando la presenza di commissari interni e quindi abbattendo i costi, mancano in cassa almeno 40 milioni di euro. Non solo, gli importi stanziati non sono tutti immediatamente disponibili e i compensi previsti per commissari e presidenti sono addirittura inferiori a quelli dello scorso anno. Il ministero avrebbe proposto ai sindacati di dilazionare il pagamento dei compensi: metà ora e metà al 2003. Una proposta che ha fato salire il livello della tensione tra sindacati e ministero dell'Istruzione dove ieri pomeriggio si è svolto un incontro tra i sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anp e i dirigenti generali del dicastero Criscuoli e Zuccaio, che si è per ora concluso con una nuova richiesta di convocazione con il ministro Moratti. “L'incontro - dichiara il segretario generale della Cgil Scuola, Enrico Panini - ha segnato una netta e profonda rottura fra ministero e sindacati di categoria. Basti dire – spiega - che aumentano in modo consistente i compiti e le responsabilità dei commissari e dei presidenti rispetto al passato, per i cambiamenti introdotti con la legge finanziaria per il 2002, e non solo non si adeguano le retribuzioni, ma in diversi casi, viene ridotto il loro importo rispetto al 2001”. La media dei compensi scenderebbe da 367 a 316 euro. “Non si riconosce nemmeno il recupero dell'inflazione su compensi che si confermano profondamente inadeguati. Addirittura la copertura economica prevista dalla finanziaria è sottostimata, secondo previsioni caute dello stesso ministero, di almeno il 50% dello stanziamento. Secondo queste previsioni servono almeno altri 40 milioni di euro subito. In questa situazione - conclude Panini – non potrà che peggiorare la condizione di quanti svolgono un lavoro tra giugno e luglio per vederselo retribuito completamente a distanza di anni”. E per l’ex ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer, il vero rischio è che i soldi non arrivino: “Molti uffici amministrativi – dice Berlinguer al quotidiano Italia Oggi – sostengono che i docenti svolgono la loro funzione di commissario nel loro orario, periodo di servizio e sede, per cui non hanno diritto a nessuna indennità aggiuntiva”.

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Intanto prosegue la bagarre napoletana sugli avvisi di garnazia per le occupazioni... articolo su Il Restoi del Carlino

Occupare la scuola è reato
Indagati 70 studenti napoletani NAPOLI — È bufera sulla scuola. Settantasette avvisi di garanzia, recapitati ad altrettanti studenti, mettono a soqquadro gli istituti partenopei. I giovani, tra i 14 e i 17 anni, sono stati indagati dalla Procura per i minori di Napoli. Sono finiti sotto inchiesta per l'occupazione degli istituti superiori durante la contestazione alla riforma Moratti, poco prima delle festività natalizie (dal 3 al 10 dicembre). L'indagine della Procura riguarda, per il momento, tre scuole: il liceo scientifico Lucrezio Caro (con settanta indagati), il liceo artistico (quattro avvisi) e il magistrale Pimentel Fonseca (tre avvisi). Ma almeno altre venti scuole potrebbero finire nell'indagine condotta dalla pm Elvira Tortori. I reati contestati sono di invasione di edifici pubblici e interruzione di pubblico servizio. Gli studenti sono accusati di aver sottoposto i loro istituti a una «invasione arbitraria» e determinato «interruzione e turbativa delle attività didattiche». Nel corso di quell'occupazione, soprattutto al liceo Lucrezio Caro, sarebbero stati procurati molti danni sia alle strutture sia alle suppellettili. Tuttavia nell'ipotesi del pm non si configura il reato di danneggiamento in quanto, nei mesi scorsi, gli studenti avevano provveduto a risarcire i danni causati, tassandosi per tre euro a testa. I settanta provvedimenti — gli altri sette erano arrivati già il 26 aprile — che hanno raggiunto gli alunni del Lucrezio Caro hanno suscitato polemica e discussione. Secondo Antonio Musella, portavoce della Rete Studenti, si tratta di una «persecuzione politica» contro il movimento studentesco. È fiducioso l'avvocato Giulio Marchetti, componente del pool difensivo degli studenti. «Credo che la gran parte delle posizioni sarà archiviata perché gli studenti nel corso degli interrogatori hanno dimostrato la loro totale estraneità a questi fatti». La preside del Caro, Giacomina Pagano, è invece molto laconica: «Ho massima fiducia nella magistratura».
Nino Farina
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E i fatti vengono ribaditi in un articolo su Il Mattino on line...

Scuola, i ragazzi protestano:
«Sbagliati gli avvisi a raffica»
La prima reazione è stata di sgomento: per quei 70 studenti accusati di invasione arbitraria di edificio pubblico e occupazione, sapere che i loro nomi sono ora nel registro degli indagati della Procura per i minori non poteva che scatenare una reazione immediata. Segno che gli avvisi di garanzia hanno decisamente lasciato il segno.
Allo sgomento è seguita la seconda fase, quella delle polemiche: al punto che da qualche parte si è levata la voce di chi ha apertamente parlato di persecuzione, se non addirittura di violazione delle elementari regole che consentono di esprimere il dissenso.
E oggi che si riflette a mente più fredda sulla vicenda che scuote il mondo scolastico cittadino, è il giorno della riflessione. Una riflessione più pacata, che parte direttamente dagli studenti. Lo spunto viene proprio dal Coordinamento provinciale di Azione studentesca, una delle sigle che hanno vissuto direttamente i giorni della contestazione alla riforma Moratti, contestando il metodo delle okkupazioni.
«Ci siamo battuti contro le occupazioni in tutti gli istituti napoletani - spiega un rappresentante del movimento - ma quando questo accadeva, siamo stati lasciati completamente soli. Non abbiamo potuto contare sulla collaborazione di nessuno».
Tutto filerebbe liscio, se non fosse che chi parla è tra i 70 ragazzi che hanno ricevuto un’informazione di garanzia.
«Per questo motivo siamo ancora più scossi, anche tra noi ci sono ragazzi indagati - prosegue lo studente - È giusto che la magistratura indaghi, come è giusto che se abusi sono stati commessi questi vengano perseguiti. Ma sarebbe stato certamente più opportuno vagliare bene le singole posizioni, prima di partire con inviti di garanzia a raffica».
L’indagine, intanto, prosegue. E già nelle prossime ore potrebbe giungere la conferma a un’ipotesi circolata fino ai giorni scorsi: che, cioè, il fascicolo aperto inizialmente per il solo liceo «Caro» si allarghi anche a altri istituti scolastici che furono teatro - l’inverno scorso - di contestazioni sfociate in occupazioni.
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