28 March, 2002

Iniziamo con le solite cose: la cgil dice menzogne e io dico il vero e quindi sarò più spesso in tv, contrariamente a quanto ho detto in campagna elettorale, così dice Berlusconi al Maurizio Costanzo show. C'è un salto di logica nel suo ragionamento a proposito dell'art. 18:sono pochi i garantiti, allora le modifiche dell'art.18 non riguardano quelli che il lavoro ce l'hanno già, quindi le modifiche sono più giuste perché danno più lavoro a tutti (senza dire che magari in questo modo sono tutti precari...). Ehm, dov'è la logica? Ma noi diciamo bugie... articolo su Il Corriere della Sera:

Il presidente del Consiglio ospite al Maurizio Costanzo Show
Berlusconi: «Dopo lo sciopero, pronti al dialogo»
Mano tesa ai sindacati: «Il governo insieme a tutte le forze sociali per cambiare il mercato del lavoro»
ROMA - Dal palco del teatro Parioli, dov'era ospite al «Maurizio Costanzo Show», Silvio Berlusconi tende la mano ai sindacati e dice che dopo lo sciopero generale del 16 aprile il governo è pronto a riallacciare il dialogo sulla riforma del lavoro. «Ora c'è lo sciopero generale - ha detto il premier - ma dopo quel giorno, diventato simbolico per i sindacati, il governo, lo dico pubblicamente, è pronto al dialogo». In chiusura di trasmissione, Berlusconi ha poi dichiarato: «Il presidente del Consiglio e il Governo si dichiarano aperti nei confronti di tutte le forze sociali, e quindi anche dei sindacati, per cambiare insieme la disciplina del mercato del lavoro».

«MENZOGNE DALLA CGIL» - Berlusconi ha però anche attaccato nuovamente la Cgil: «La Cgil è andata in tutte le fabbriche italiane a dire che Berlusconi vuole licenziare i lavoratori. Questo è falso si tratta solo di menzogne». Il premier ha fatto riferimento alle parole di uno dei leader della Cgil, Sabattini, il quale, come riferito dal presidente del Consiglio, avrebbe affermato la necessità di «buttare giù» l'attuale governo prima della scadenza naturale della legislatura.

«POCHI I GARANTITI» - Sulla riforma dell'articolo 18 presentata dal governo, il presidente del Consiglio ha spiegato che «non tocca in alcun modo coloro che hanno già un lavoro, a tempo determinato e no». In Italia, ha aggiunto il presidente del Consiglio, solo 8 milioni di lavoratori «sono garantiti e tutelati. Questa è un'ingiustizia. L'obiettivo - ha ancora detto - è quello di poter dare delle garanzie di occupazione ad altri milioni di cittadini. E questo si può raggiungere anche con delle modifiche allo Statuto dei lavoratori. Queste modifiche garantiranno comunque dei diritti ai nuovi lavoratori assunti come ad esempio delle forti indennità in caso di licenziamento senza giusta causa».

PIU' SPESSO IN TV - Silvio Berlusconi, ha esordito nel programma facendo sapere che intende cambiare strategia e che d'ora in poi, nonostante l'impegno preso in campagna elettorale, si presenterà in tv per « far conoscere ai cittadini il lavoro che sta realizzando il governo, metterli a conoscenza della realtà dei fatti». «È necessario comunicare il tanto lavoro fatto - ha sottolineato il premier - ci sono tante cose che i cittadini italiani non sanno». Berlusconi ha spiegato che è proprio questa la ragione che lo ha indotto a presentarsi oggi al 'Maurizio Costanzo Show', «poi - ha annunciato - cercherò di andare in radio e in tv perché - ha ribadito - credo che gli italiani debbano conoscere le questioni».
27 marzo 2002
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E a Porcia, che suppongo sia nel Veneto parte un comitato di genitori con una raccolta di firme, articolo su Il Messaggero Veneto...

PORCIAParte da Sant’Antonio la prima protesta provinciale per il progetto di riforma della scuola
La “rivolta” contro la Moratti


I genitori di Porcia sono in fermento: in questi giorni si stanno raccogliendo firme davanti alle scuole per dire un secco no alla riforma scolastica proposta da Letizia Moratti, ministro della pubblica istruzione.
L’iniziativa è la prima in assoluto in provincia ed è nata nel corso di un’assemblea che ha avuto luogo nella sede della scuola elementare di Sant’Antonio. I genitori in quella occasione si erano dati appuntamento numerosi per conoscere a grandi linee la riforma illustrata da un esperto e da rappresentanti sindacali e per entrare nel vivo di un dibattito sull’ordinamento attuale e sul futuro della scuola.
Non sarebbero mancati rilievi critici alla riforma da parte delle famiglie e degli stessi insegnanti. In particolare padri e madri, che possono fruire di servizi educativi locali di ottimo livello, sono preoccupati dalle ricadute dell’anticipo di sei mesi nell’età di ingresso alla materna ed alle elementari, dalla ventilata possibilità di eliminazione del tempo pieno, dal taglio degli organici.
Al termine della serata alcuni genitori avevano dato vita a un comitato spontaneo apartitico per preparare ulteriori iniziative di sensibilizzazione e di informazione. E’ realtà di questi giorni, dunque, un documento, indirizzato al ministro Moratti, al direttore generale dell’ufficio scolastico in Friuli, ai dirigenti scolastici di Porcia e al sindaco del comune. Cittadini e genitori, nella missiva, chiedono a gran voce una scuola di qualità per tutti ed in particolare affermano che in realtà non ci sarebbe nessuna motivazione pedagogica per l’anticipo voluto dalla proposta Moratti.
Il documento infatti rivela che si tratterebbe di una scorciatoia per adeguare l’Italia alle direttive europee. Il comitato genitori di Porcia non vuole restare ad osservare passivamente ciò che avverrà. La raccolta di firme ha ottenuto buon riscontro e per questo lo stesso gruppo di genitori invita chi fosse interessato a portare avanti la stessa iniziativa a contattare l'indirizzo di posta elettronica comitatogenitoriporcia@yahoo.it
Gli autori del documento inoltre si daranno appuntamento sabato 6 aprile alle 17, al centro studi di Pordenone per partecipare al “girotondo per la scuola” indetto dal sodalizio organizzatore della manifestazione “La legge è uguale per tutti”.
I genitori di Porcia sono fermamente convinti di avere lanciato un messaggio forte che parla di proficua collaborazione tra scuola e famiglia e di qualità dell’attuale didattica e si augurano che alla loro voce se ne aggiungano molte altre.
Emilia Di Gregoli

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E sempre nel veneto un incontro organizzativo a Torre, articolo su Il Messaggero Veneto...

Girotondo contro la riforma Moratti
Oggi incontro organizzativo a Torre


«Le scelte del ministro Moratti prefigurano una chiara volontà di privilegiare un’istruzione classista, come confermano le provvidenze previste per la scuola privata nella legge finanziaria del 2002, in violazione dell’articolo 33 della Costituzione». Con questa apodittica e inquietante affermazione, il comitato “La legge è uguale per tutti” annuncia nuovamente (ne avevamo già riferito in precedenza) una manifestazione pubblica in programma a Pordenone il 6 aprile alle 17, con partenza da piazzetta Cavour per raggiungere, in corteo, il Centro studi.
Dell’iniziativa e delle sue modalità di attuazione si discuterà stasera alle 18 alla Casa del popolo di Torre, dove il comitato si riunisce ogni mercoledì (i cittadini sono invitati a partecipare al’incontro).
«La difesa della scuola pubblica e il miglioramento di essa - affermano ancora quelli del comitato “legalitario” - forniscono a tutti i cittadini uguale garanzia di poter sfruttare le opportunità che a ciascuno si offrono, salvaguardando le diverse visioni culturali. Solo la pluralità di proposte formative ed etiche di una scuola pubblica e democratica - prosegue la nota - può sviluppare il senso critico degli allievi, contrastando il radicarsi di ideologie a senso unico e di conformistiche visioni di parte».
Ora, ci si consenta un inserto per notare che, intuitivamente, è proprio la possibilità di scelta tra scuola pubblica e privata a offrire quella pluralità formativa che il comitato statalista pretenderebbe sia assicurato dalla scuola pubblica, la quale, per sua natura, dovrebbe fornire una “sua” visione della cultura, visto che, a parte certi in buona parte ancora avveniristici discorsi sull’autonomia scolastica, i programmi ministeriali sono di un “certo tipo” e dovrebbero essere proposti, se esistesse (come esiste) un minimo di coerenza, in un “certo” modo (come ben sanno studenti e genitori, siano essi soddisfatti o no del modulo educativo utilizzato dallo Stato).
Comunque, chiusa la parentesi (necessaria per non trasformare certi comunicati in slogan a senso unico), il comitato in questione, che annuncia (rischiavamo di dimenticarlo) un «girotondo per la scuola contro la legge Moratti», ritiene che il progetto di riforma dell’attuale ministro abbassa il livello di istruzione, cancella l’obbligo di garantire l’accesso allo studio fino a 18 anni, istituisce in età precoce (13 anni) l’obbligatorietà della scelta tra istruzione accademica e formazione al lavoro, affida alle Regioni una quota del piano di studio sottraendola alla programmazione di ciascun istituto, riduce a 25 ore l’orario obbligatorio di lezione, affida alle Regioni l’istruzione professionale e permette l’inserimento scolastico dei bambini di 30 mesi. Ce n’è abbastanza, certo, messe le cose in questi termini, per il girotondo del 6 aprile.

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E al Fermi di Padova i professori fanno lo sciopero della fame... articolo su Il Mattino di Padova...

Liceo Fermi, rivolta contro la Moratti
I docenti bocciano il ministro
Continua lo sciopero della fame
Dopo l'occupazione i professori lanciano nuove proteste


A parte le provocazioni degli studenti, che fanno balenare immagini di cibo ai docenti in sciopero della fame, l'inedita forma di protesta ha funzionato. La occupazione «metafisica» del liceo Fermi da parte degli insegnanti ha riacceso il dibattito sui problemi della scuola, e in una lettera aperta gli stessi insegnanti invitano i colleghi e l'opinione pubblica a mobilitarsi sugli obiettivi prioritari.
Questa volta si tratta di agire in tempo, prima che anche genitori e alunni si accorgano sulla loro pelle di cosa significheranno concretamente i tagli imposti dalla finanziaria. E' forse per questo che al Fermi i commenti dei genitori appaiono incuriositi e interessati di fronte alla occupazione, mentre gli studenti si offrono per continuare loro la manifestazione iniziata dai docenti. Ciò avviene nel giorno in cui il ministro Moratti sembra fare qualche passo indietro, rinnegando l'immagine della scuola-azienda e anche quella del preside-manager e degli studenti-clienti, adottando invece l'idea della scuola comunità.
Solo che passando dalle parole ai fatti il calcolo economico - dicono gli insegnanti del Fermi - sembra l'unico movente del Ministero.
Nella loro lettera aperta i professori indicano tre obiettivi su cui concentrare le energie. Il primo è quello del non superamento delle 18 ore di cattedra. Nell' intento di tagliare i costi, il ministero spinge per un aumento del tempo di insegnamento, moltiplicando le classi assegnate a ciascun insegnante.
Ma questo - si fa notare al Fermi - non solo produrrà una perdita di occupazione, colpirà soprattutto la qualità della didattica, magari con classi assegnate a quattro insegnanti di lettere diversi, pur di non dover assumere un docente a tempo pieno. Insomma, se la logica dei tagli sarà solo economica, a perderci saranno gli studenti, anche perché per la prima volta possibile accorpare le classi intermedie, e addirittura in casi particolari le classi finali di un corso di studio.
In poche parole intere classi, anche seconde e quarte, potranno essere smembrate se prevarrà la logica della restrizione, e questo dipenderà in gran parte dalle scelte del Sovrintendente regionale, chiamato ad applicare i meccanismi per il contenimento del numero di classi. Perchè questa volta non sono le scuole a indicare le loro necessità sulla base del numero di iscritti, ma l'amministrazione centrale che ha stabilito un organico regionale che non potrà essere superato, col paradosso che quest'anno in Veneto ci saranno 4.500 studenti in più e molte classi in meno.
Ma la battaglia non è solo questa. Nella loro lettera aperta gli insegnati del Fermi propongono un atteggiamento durisssimo nei confronti della riforma degli organi collegiali in discussione al Parlamento. Se davvero, come nella proposta governativa, i docenti diventeranno minoranza ininfluente in quelli che sono oggi i Consigli d' Istituto, si rifiuteranno di partecipare agli organi collegiali stessi, «per non fare da foglia di fico a organismi semplicemente burocratici». Del resto già la scorsa settimana, su questo tema, in tutte le scuole italiane si è avviata una mobilitazione silenziosa, con migliaia di insegnanti che grazie al tam-tam internet si sono presentati a scuola con un fazzoletto bianco in segno di dissenso contro una politica che in luogo della autonomia sembra promettere una maggiore centralizzazione e un esautoramento del ruolo degli insegnanti.

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Probabilmente a mezzogiorno saranno messi in linea eventuali articoli di interesse su Il Manifesto e su Liberazione. Saranno messi in testa, se volete ricollegatevi...

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