Iniziamo con le solite cose: la cgil dice menzogne e io dico il vero e quindi sarò più spesso in tv, contrariamente a quanto ho detto in campagna elettorale, così dice Berlusconi al Maurizio Costanzo show. C'è un salto di logica nel suo ragionamento a proposito dell'art. 18:sono pochi i garantiti, allora le modifiche dell'art.18 non riguardano quelli che il lavoro ce l'hanno già, quindi le modifiche sono più giuste perché danno più lavoro a tutti (senza dire che magari in questo modo sono tutti precari...). Ehm, dov'è la logica? Ma noi diciamo bugie... articolo su Il Corriere della Sera:
Il presidente del Consiglio ospite al Maurizio Costanzo Show
Berlusconi: «Dopo lo sciopero, pronti al dialogo»
Mano tesa ai sindacati: «Il governo insieme a tutte le forze sociali
per cambiare il mercato del lavoro»
ROMA - Dal palco del teatro Parioli, dov'era ospite al «Maurizio Costanzo
Show», Silvio Berlusconi tende la mano ai sindacati e dice che dopo
lo sciopero generale del 16 aprile il governo è pronto a riallacciare
il dialogo sulla riforma del lavoro. «Ora c'è lo sciopero generale
- ha detto il premier - ma dopo quel giorno, diventato simbolico per i sindacati,
il governo, lo dico pubblicamente, è pronto al dialogo». In chiusura
di trasmissione, Berlusconi ha poi dichiarato: «Il presidente del Consiglio
e il Governo si dichiarano aperti nei confronti di tutte le forze sociali,
e quindi anche dei sindacati, per cambiare insieme la disciplina del mercato
del lavoro».
«MENZOGNE DALLA CGIL» - Berlusconi ha però anche attaccato nuovamente la Cgil: «La Cgil è andata in tutte le fabbriche italiane a dire che Berlusconi vuole licenziare i lavoratori. Questo è falso si tratta solo di menzogne». Il premier ha fatto riferimento alle parole di uno dei leader della Cgil, Sabattini, il quale, come riferito dal presidente del Consiglio, avrebbe affermato la necessità di «buttare giù» l'attuale governo prima della scadenza naturale della legislatura.
«POCHI I GARANTITI» - Sulla riforma dell'articolo 18 presentata dal governo, il presidente del Consiglio ha spiegato che «non tocca in alcun modo coloro che hanno già un lavoro, a tempo determinato e no». In Italia, ha aggiunto il presidente del Consiglio, solo 8 milioni di lavoratori «sono garantiti e tutelati. Questa è un'ingiustizia. L'obiettivo - ha ancora detto - è quello di poter dare delle garanzie di occupazione ad altri milioni di cittadini. E questo si può raggiungere anche con delle modifiche allo Statuto dei lavoratori. Queste modifiche garantiranno comunque dei diritti ai nuovi lavoratori assunti come ad esempio delle forti indennità in caso di licenziamento senza giusta causa».
PIU' SPESSO IN TV - Silvio Berlusconi, ha esordito nel programma facendo
sapere che intende cambiare strategia e che d'ora in poi, nonostante l'impegno
preso in campagna elettorale, si presenterà in tv per « far conoscere
ai cittadini il lavoro che sta realizzando il governo, metterli a conoscenza
della realtà dei fatti». «È necessario comunicare
il tanto lavoro fatto - ha sottolineato il premier - ci sono tante cose che
i cittadini italiani non sanno». Berlusconi ha spiegato che è
proprio questa la ragione che lo ha indotto a presentarsi oggi al 'Maurizio
Costanzo Show', «poi - ha annunciato - cercherò di andare in
radio e in tv perché - ha ribadito - credo che gli italiani debbano
conoscere le questioni».
27 marzo 2002
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E a Porcia, che suppongo sia nel Veneto parte un comitato di genitori con
una raccolta di firme, articolo su Il Messaggero Veneto...
PORCIAParte da SantAntonio la prima protesta provinciale per il progetto
di riforma della scuola
La rivolta contro la Moratti
I genitori di Porcia sono in fermento: in questi giorni si stanno raccogliendo
firme davanti alle scuole per dire un secco no alla riforma scolastica proposta
da Letizia Moratti, ministro della pubblica istruzione.
Liniziativa è la prima in assoluto in provincia ed è nata
nel corso di unassemblea che ha avuto luogo nella sede della scuola
elementare di SantAntonio. I genitori in quella occasione si erano dati
appuntamento numerosi per conoscere a grandi linee la riforma illustrata da
un esperto e da rappresentanti sindacali e per entrare nel vivo di un dibattito
sullordinamento attuale e sul futuro della scuola.
Non sarebbero mancati rilievi critici alla riforma da parte delle famiglie
e degli stessi insegnanti. In particolare padri e madri, che possono fruire
di servizi educativi locali di ottimo livello, sono preoccupati dalle ricadute
dellanticipo di sei mesi nelletà di ingresso alla materna
ed alle elementari, dalla ventilata possibilità di eliminazione del
tempo pieno, dal taglio degli organici.
Al termine della serata alcuni genitori avevano dato vita a un comitato spontaneo
apartitico per preparare ulteriori iniziative di sensibilizzazione e di informazione.
E realtà di questi giorni, dunque, un documento, indirizzato
al ministro Moratti, al direttore generale dellufficio scolastico in
Friuli, ai dirigenti scolastici di Porcia e al sindaco del comune. Cittadini
e genitori, nella missiva, chiedono a gran voce una scuola di qualità
per tutti ed in particolare affermano che in realtà non ci sarebbe
nessuna motivazione pedagogica per lanticipo voluto dalla proposta Moratti.
Il documento infatti rivela che si tratterebbe di una scorciatoia per adeguare
lItalia alle direttive europee. Il comitato genitori di Porcia non vuole
restare ad osservare passivamente ciò che avverrà. La raccolta
di firme ha ottenuto buon riscontro e per questo lo stesso gruppo di genitori
invita chi fosse interessato a portare avanti la stessa iniziativa a contattare
l'indirizzo di posta elettronica comitatogenitoriporcia@yahoo.it
Gli autori del documento inoltre si daranno appuntamento sabato 6 aprile alle
17, al centro studi di Pordenone per partecipare al girotondo per la
scuola indetto dal sodalizio organizzatore della manifestazione La
legge è uguale per tutti.
I genitori di Porcia sono fermamente convinti di avere lanciato un messaggio
forte che parla di proficua collaborazione tra scuola e famiglia e di qualità
dellattuale didattica e si augurano che alla loro voce se ne aggiungano
molte altre.
Emilia Di Gregoli
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E sempre nel veneto un incontro organizzativo a Torre, articolo su Il Messaggero Veneto...
Girotondo contro la riforma Moratti
Oggi incontro organizzativo a Torre
«Le scelte del ministro Moratti prefigurano una chiara volontà
di privilegiare unistruzione classista, come confermano le provvidenze
previste per la scuola privata nella legge finanziaria del 2002, in violazione
dellarticolo 33 della Costituzione». Con questa apodittica e inquietante
affermazione, il comitato La legge è uguale per tutti annuncia
nuovamente (ne avevamo già riferito in precedenza) una manifestazione
pubblica in programma a Pordenone il 6 aprile alle 17, con partenza da piazzetta
Cavour per raggiungere, in corteo, il Centro studi.
Delliniziativa e delle sue modalità di attuazione si discuterà
stasera alle 18 alla Casa del popolo di Torre, dove il comitato si riunisce
ogni mercoledì (i cittadini sono invitati a partecipare alincontro).
«La difesa della scuola pubblica e il miglioramento di essa - affermano
ancora quelli del comitato legalitario - forniscono a tutti i
cittadini uguale garanzia di poter sfruttare le opportunità che a ciascuno
si offrono, salvaguardando le diverse visioni culturali. Solo la pluralità
di proposte formative ed etiche di una scuola pubblica e democratica - prosegue
la nota - può sviluppare il senso critico degli allievi, contrastando
il radicarsi di ideologie a senso unico e di conformistiche visioni di parte».
Ora, ci si consenta un inserto per notare che, intuitivamente, è proprio
la possibilità di scelta tra scuola pubblica e privata a offrire quella
pluralità formativa che il comitato statalista pretenderebbe sia assicurato
dalla scuola pubblica, la quale, per sua natura, dovrebbe fornire una sua
visione della cultura, visto che, a parte certi in buona parte ancora avveniristici
discorsi sullautonomia scolastica, i programmi ministeriali sono di
un certo tipo e dovrebbero essere proposti, se esistesse (come
esiste) un minimo di coerenza, in un certo modo (come ben sanno
studenti e genitori, siano essi soddisfatti o no del modulo educativo utilizzato
dallo Stato).
Comunque, chiusa la parentesi (necessaria per non trasformare certi comunicati
in slogan a senso unico), il comitato in questione, che annuncia (rischiavamo
di dimenticarlo) un «girotondo per la scuola contro la legge Moratti»,
ritiene che il progetto di riforma dellattuale ministro abbassa il livello
di istruzione, cancella lobbligo di garantire laccesso allo studio
fino a 18 anni, istituisce in età precoce (13 anni) lobbligatorietà
della scelta tra istruzione accademica e formazione al lavoro, affida alle
Regioni una quota del piano di studio sottraendola alla programmazione di
ciascun istituto, riduce a 25 ore lorario obbligatorio di lezione, affida
alle Regioni listruzione professionale e permette linserimento
scolastico dei bambini di 30 mesi. Ce nè abbastanza, certo, messe
le cose in questi termini, per il girotondo del 6 aprile.
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E al Fermi di Padova i professori fanno lo sciopero della fame... articolo su Il Mattino di Padova...
Liceo Fermi, rivolta contro la Moratti
I docenti bocciano il ministro
Continua lo sciopero della fame
Dopo l'occupazione i professori lanciano nuove proteste
A parte le provocazioni degli studenti, che fanno balenare immagini di cibo
ai docenti in sciopero della fame, l'inedita forma di protesta ha funzionato.
La occupazione «metafisica» del liceo Fermi da parte degli insegnanti
ha riacceso il dibattito sui problemi della scuola, e in una lettera aperta
gli stessi insegnanti invitano i colleghi e l'opinione pubblica a mobilitarsi
sugli obiettivi prioritari.
Questa volta si tratta di agire in tempo, prima che anche genitori e alunni
si accorgano sulla loro pelle di cosa significheranno concretamente i tagli
imposti dalla finanziaria. E' forse per questo che al Fermi i commenti dei
genitori appaiono incuriositi e interessati di fronte alla occupazione, mentre
gli studenti si offrono per continuare loro la manifestazione iniziata dai
docenti. Ciò avviene nel giorno in cui il ministro Moratti sembra fare
qualche passo indietro, rinnegando l'immagine della scuola-azienda e anche
quella del preside-manager e degli studenti-clienti, adottando invece l'idea
della scuola comunità.
Solo che passando dalle parole ai fatti il calcolo economico - dicono gli
insegnanti del Fermi - sembra l'unico movente del Ministero.
Nella loro lettera aperta i professori indicano tre obiettivi su cui concentrare
le energie. Il primo è quello del non superamento delle 18 ore di cattedra.
Nell' intento di tagliare i costi, il ministero spinge per un aumento del
tempo di insegnamento, moltiplicando le classi assegnate a ciascun insegnante.
Ma questo - si fa notare al Fermi - non solo produrrà una perdita di
occupazione, colpirà soprattutto la qualità della didattica,
magari con classi assegnate a quattro insegnanti di lettere diversi, pur di
non dover assumere un docente a tempo pieno. Insomma, se la logica dei tagli
sarà solo economica, a perderci saranno gli studenti, anche perché
per la prima volta possibile accorpare le classi intermedie, e addirittura
in casi particolari le classi finali di un corso di studio.
In poche parole intere classi, anche seconde e quarte, potranno essere smembrate
se prevarrà la logica della restrizione, e questo dipenderà
in gran parte dalle scelte del Sovrintendente regionale, chiamato ad applicare
i meccanismi per il contenimento del numero di classi. Perchè questa
volta non sono le scuole a indicare le loro necessità sulla base del
numero di iscritti, ma l'amministrazione centrale che ha stabilito un organico
regionale che non potrà essere superato, col paradosso che quest'anno
in Veneto ci saranno 4.500 studenti in più e molte classi in meno.
Ma la battaglia non è solo questa. Nella loro lettera aperta gli insegnati
del Fermi propongono un atteggiamento durisssimo nei confronti della riforma
degli organi collegiali in discussione al Parlamento. Se davvero, come nella
proposta governativa, i docenti diventeranno minoranza ininfluente in quelli
che sono oggi i Consigli d' Istituto, si rifiuteranno di partecipare agli
organi collegiali stessi, «per non fare da foglia di fico a organismi
semplicemente burocratici». Del resto già la scorsa settimana,
su questo tema, in tutte le scuole italiane si è avviata una mobilitazione
silenziosa, con migliaia di insegnanti che grazie al tam-tam internet si sono
presentati a scuola con un fazzoletto bianco in segno di dissenso contro una
politica che in luogo della autonomia sembra promettere una maggiore centralizzazione
e un esautoramento del ruolo degli insegnanti.
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Probabilmente a mezzogiorno saranno messi in linea eventuali articoli di interesse su Il Manifesto e su Liberazione. Saranno messi in testa, se volete ricollegatevi...