4 April, 2002

Iniziamo la rassegna stampa di oggi con un lungo intervento di fue insenganti sassaresi pubblicato su La Nuova Sardegna, a proposito delel dichairazioni "bugiarde" della Moratti a proposito della sua idea di scuola...

Duro intervento per contrastare la riforma voluta da Moratti e da Berlusconi
Insegnanti contro il ministro
«Vuole la scuola degli individui, non della collettività»

Anselmo Pitzalis e Antonio Carzedda insegnanti Cobas

Siamo due dei 150 insegnanti che sulla Nuova Sardegna del 24 marzo hanno espresso la loro preoccupazione sugli esiti catastrofici per la scuola pubblica della riforma Moratti. La preoccupazione cresce e diventa angosciante, dopo aver sentito la dichiarazione di Berlusconi che il suo governo non si farà fermare né dalla piazza né dalle pistole sulla strada delle riforme, perché la filosofia scolastica della Moratti è l'anima profonda dell'attuale governo, è il manifesto ideologico di una nuova destra reazionaria e rancorosa.
Una destra rimasta nascosta dagli anni '60 in poi, e che ora riemerge in tutta la sua violenza, per elaborare un nuovo modello pedagogico: la scuola come strumento di una nuova e più raffinata selezione di classe.
In una intervista al Corriere della sera del 26 marzo la Moratti si rifà il trucco, come titola un quotidiano, e dichiara che la scuola da lei pensata non sarà una scuola azienda, ma una scuola comunità, propone un nuovo patto fra scuola e famiglia e dice che non gli piace la figura del preside manager. Ma la riforma degli organi collegiali con la concentrazione di un enorme potere nelle mani del preside (capo d'istituto, presidente del consiglio di scuola, presidente del collegio dei docenti) elimina ogni equivoco e sembra dire: «È venuto il giorno in cui non c'è più spazio per i dubbi. La scuola sarà gerarchica e con una spiccata vocazione autoritaria».
L'idea di scuola che deriva da tutto l'impianto della riforma Moratti non è certamente quella scritta nella Costituzione: la scuola come spazio pubblico di confronto e di riflessione, come luogo di apprendimento collettivo, come luogo di uguaglianza in cui stanno insieme ragazze e ragazzi di origine sociale diversa, insegnanti di culture e idee politiche differenti.
Il patto educativo fra scuola e famiglia, proposto dalla Moratti, presuppone una scuola che offre un servizio individuale a domanda, in cui le famiglie ne determinano gli orientamenti e gli indirizzi. Si viene, così, delineando una scuola organica alla società che questo governo di centro-destra sta costruendo, una società dove non esistono i corpi di rappresentanza ed una folla di «io» anonimi contratta dei servizi a livello individuale.
Cancellare i contratti nazionali e stipulare contratti individuali, non è forse il significato profondo dell'attacco duro e feroce senza precedenti al sindacato ed in particolare alla Cgil? Il patto fra scuola e famiglia, sulla base della libertà di scelta della famiglia, significherà che la scuola sarà sottomessa alle opzioni individuali delle famiglie, che potranno scegliere anche gli insegnanti. Si comprende, in tal modo, anche l'eliminazione del consiglio di classe, perché in questa scuola, così configurata, la collegialità non serve dal momento che la scuola non si fa garante dell'elevamento culturale di tutti, ma propone percorsi individuali, differenziati, di eccellenza, per cui il singolo diventa sempre più importante rispetto al gruppo. Se, poi, si guarda alla composizione del consiglio di scuola, dove soprattutto alle medie e alle elementari i genitori hanno una maggioranza netta rispetto agli insegnanti, si evince chiaramente la visione della scuola come scuola della famiglia.
La nostra idea di scuola è un'altra. Noi pensiamo che la scuola pubblica, sovvenzionata dallo Stato, deve avere due compiti ben precisi: a) dare ad ogni cittadino le stesse opportunità di crescita, di istruzione, di cultura, per poter affrontare la vita con strumenti che gli permettano di difendere i propri diritti e conquistarne di nuovi; b) garantire che la cultura si sviluppi liberamente senza condizionamenti. Per questo riteniano che la scuola pubblica debba essere una scuola aperta a tutti, che non si basa su programmi differenziati, che non pone nessuna condizione a chi vi si iscrive, che rispetta le idee di ognuno e non ha traguardi diversi da raggiungere tra un istituto e un altro, e non debba avere come obiettivo quello di far passare particolari convinzioni pedagogiche, politiche, religiose (come avviene nelle scuole private, o avverrebbe in una scuola pubblica succube della volontà delle famiglie).
Alla base della scuola pubblica c'è un principio fondamentale: ogni cittadino ha gli stessi diritti degli altri. Chi ha un reddito basso deve poter accedere alla scuola di tutti, con gli stessi professori, gli stessi programmi, tutti quanti insieme ricchi e poveri. È un principio di solidarietà, che sembra non avere cittadinanza nella scuola del governo Berlusconi. Il pericolo che incombe sulla scuola, se passa la riforma Moratti, è che viene meno l'uguaglianza fra i cittadini e che ogni scuola potrà perseguire obiettivi diversi, sostenere ideologie diverse e sulla base di queste selezionare alunni e professori. Una scuola uguale per tutti e libera può essere garantita solo dallo Stato, uno Stato laico e non ideologico. La scuola deve, perciò, rimanere estranea a qualunque condizionamento della famiglia, della Chiesa, dell'impresa.

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In un articolo su La Gazzetta di Parma Frattini, ministro della funziona pubblica "frena" la Moratti a proposito dello scorporo per il rinnovo contrattuale della scuola e più sotto si riparla della "valorizzazione" della funzione docente...

DALLA REDAZIONE ROMANA
ROMA - L'ipotesi del ministro Letizia Moratti di dividere il contratto della scuola in due (da una parte gli insegnanti, circa 700 mila, e dall'altra i tecnici e gli amministrativi, circa 223mila) trova contrasti in sede sindacale, perplessità e resistenze nella compagine ministeriale. Il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini, ha dato un'indicazione unitaria circa il comparto scuola, in tutto 993mila addetti, facendo presente che la soluzione di scorporo presenta problemi giuridici ed economici.
L'ipotesi del ministro dell'Istruzione di due fasce retributive con finanziamenti ad hoc, non pare conciliabile con i tempi ordinari di una contrattazione. I sindacati, essendo scaduto il contratto il 31 dicembre 2001, possono già chiedere il pagamento in automatico della prima tranche di indennità di vacanza contrattuale, pari al 30% dell'inflazione programmata e premono per l'avvio immediato della trattativa per il rinnovo di tutto il personale della scuola.
Le organizzazioni di categoria, totalmente contrarie ad una suddivisione dei comparti, denunciano l'operazione come lesiva del potere contrattuale del sindacato e inutile sul versante delle garanzie professionali per i docenti. Un nuovo contratto di settore comporta la creazione di un'area della docenza legata anche al Decreto Delega della Riforma scolastica approvata lo scorso 14 marzo. Proprio lì, infatti, si delinea un possibile percorso di carriera dei docenti, cioè una innovazione che la contrattazione specifica per la categoria dovrebbe rendere più agevole. Il ministro per l'Economia Giulio Tremonti, segue direttamente l'assegnazione del Piano pluriennale di investimenti per la valorizzazione della professione docente, che prevede 10 miliardi di euro per i tre anni che vanno dal 2003 al 2005 come dettato dalla legge Finanziaria. Tremonti dovrà chiarire tempi e modalità di erogazione del finanziamento.

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Del tutto simile un articolo su Il Piccolo di Trieste...

ROMA - Tempi duri per il rinnovo del contratto ed è scontro tra i ministri. Il ministro Letizia Moratti vorrebbe due fasce retributive distinte per il personale docente e quello non docente. Contrario il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini: il comparto è uno solo. Decisiva sarà la parola del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Contrari i sindacati.
L'ipotesi del ministro Letizia Moratti di dividere il contratto della scuola in due (da una parte gli insegnanti, circa 700 mila, e dall'altra i tecnici e gli amministrativi, circa 223 mila) trova dunque contrasti in sede sindacale e perplessità e resistenze nella compagine ministeriale.
Il ministro della Funzione Pubblica Franco Frattini, ha dato infatti un'indicazione unitaria circa il comparto scuola, in tutto 993 mila addetti, facendo presente che la soluzione di scorporo presenta problemi giuridici ed economici.
L'ipotesi del ministro dell'Istruzione di due fasce retributive con finanziamenti ad hoc, non pare conciliabile con i tempi ordinari di una contrattazione.
I sindacati, essendo scaduto il contratto il 31 dicembre 2001, possono già chiedere il pagamento in automatico della prima tranche di indennità di vacanza contrattuale, pari al 30% dell'inflazione programmata e premono per l'avvio immediato della trattativa per il rinnovo di tutto il personale della scuola.
Le organizzazioni di categoria, totalmente contrarie a una suddivisione dei comparti, denunciano l'operazione come lesiva del potere contrattuale del sindacato e inutile sul versante delle garanzie professionali per i docenti. Un nuovo contratto di settore comporta la creazione di un'area della docenza legata anche al Decreto delega della Riforma scolastica approvata lo scorso 14 marzo. Proprio lì, infatti, si delinea un possibile percorso di carriera dei docenti, cioè una innovazione che la contrattazione specifica per la categoria dovrebbe rendere più agevole.
Il ministro per l'Economia Giulio Tremonti, segue direttamente l'assegnazione del Piano pluriennale di investimenti per la valorizzazione della professione docente, che prevede 10 miliardi di euro per i tre anni che vanno dal 2003 al 2005 come dettato dalla legge Finanziaria. Tremonti dovrà chiarire tempi e modalità di erogazione del finanziamento che aveva comunque avuto l'o.k. anche dalla Ragioneria generale: questo è l'elemento decisivo per realizzare da subito il contratto separato o rinviarlo alla prossima tornata contrattuale.
Alessandra Servidori

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Dall'Agenzia di stampa Italiana: Ciampi vorrebbe aumentare la qualità e distribuisce premi ai beneemriti della cultura. Un po ' di contraddizione con i disegni del governo in materia...

CULTURA, PER CIAMPI LA "LAUREA SEMPRE UN BUON INVESTIMENTO"
(AGI) - Roma, 3 apr. - "La laurea e' sempre un buon investimento" per i giovani. "Serve a divenire migliori, a trovare un lavoro appropriato alle proprie aspirazioni, alle proprie potenzialita'".
A sottolineare che esiste ancora una proporzione diretta tra il livello dello studio e le possibilita' di impiego e' stato il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha consegnato questa mattina al Quirinale le medaglie d'oro e i diplomi ai benemeriti della scienza e della cultura. Fra i 31 premiati Giovanni Berlinguer, Vincenzo Cappelletti, Enrico Garaci, Louis Godart, Paolo Mantegazza, Antonino Zichichi e il premio nobel Rita Levi Montalcini che e' stata abbracciata da Franca Ciampi e, con gesto di gentile omaggio, riaccompagnata al suo posto a sedere dallo stesso Capo dello Stato. Ciampi ha centrato il suo intervento sulle molteplici esigenze della formazione e della ricerca in Italia, a cominciare dalla "riduzione degli 'abbandoni' e dei 'fuori corso' universitari, una realta' - ha sottolineato il Presidente della Repubblica - che denuncia qualcosa che non va". L'Italia, poi proseguito, "ha bisogno di produrre piu' ricerca scientifica" mentre "e' ancora troppo basso nel confronto internazionale il numero di brevetti che esce ogni anno dal sistema dei nostri 77 atenei".
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Intanto si continua a discutere alla commissione del senato la materia riguardante il lavoro compreso l'art.18:

LAVORO: COMMISSIONE SENATO VOTA EMENDAMENTI, SI COMINCIA DA ART.1
SI VA A MARTEDI', SI CHIUDE IL 19? ZANOLETTI, OBIETTIVO NON SIGNIFICATIVO
Roma, 3 apr. (Adnkronos) - E' partita oggi, in commissione lavoro di Palazzo Madama, dopo il braccio di ferro di ieri per la sospensione dell'esame del provvedimento, la votazione degli emendamenti sulla delega di riforma del mercato del lavoro. L'opposizione presentava al solo articolo 1, quello sulla revisione dei servizi all'impiego, oltre 250 emendamenti. La commissione ne ha esaminati in tutto 11 approvandone 2 a firma Ulivo e rinviandone un terzo, sempre dell'opposizione, alle norme transitorie. Tra quelli bocciati le richiesta di soppressione dell'interno articolo presentate da Rifondazione mentre disco verde e' stato dato ad alcuni miglioramenti del testo: ''particolare riguardo sara' riservato alle donne'' disoccupate o in cerca di prima occupazione e il sistema di strumenti tesi a garantire la trasparenza del mercato del lavoro dovranno essere oltre che efficace e coerente anche ''efficiente''.
(Tes/Gs/Adnkronos)
03-APR-02
19:21
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E in Sicilia decidono la manifestazione in occasione dello sciopero generale...

LAVORO: SICILIA, MANIFESTAZIONE A PALERMO PER SCIOPERO GENERALE
Palermo, 3 apr. (Adnkronos) - Una manifestazione regionale a Palermo per lo sciopero generale del 16 aprile in Sicilia. Lo hanno deciso, stamattina, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, riunite in sessione unitaria. Nel capoluogo siciliano, hanno stabilito i segretari siciliani dei sindacati, Aldo Moretti, Paolo Mezio e Claudio Barone, e' previsto il concentramento dei lavoratori che arriveranno da ogni parte dell'isola. I temi al centro dello sciopero generale del prossimo 16 aprile sono ribaditi da Cgil, Cisl e Uil in quattro punti: no alle deleghe al governo nazionale sull'art. 18 e arbitrato, no alla proposta del governo sulla decontribuzione previdenziale. Si', invece, a una nuova politica per l'occupazione e lo sviluppo del sud e alle proposte sindacali su fisco, scuola, politiche sociali e sanitarie.
(Apa/Gs/Adnkronos)
03-APR-02
15:52
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Se vi sarà qualche cosa di interessante per questa rassegna, articoli da Il Manifesto e da Liberazione potranno apparire in serata in testa alle precedenti notizie.

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