4 January, 2002

 

Incominciamo la rassegna stampa di oggi con un articolo di Eugenio Scalfari sull'espresso di questa settimana che sintetizza abbastanza bene, criticandola, l'idea di scuola-azienda del ministro Moratti:

Letizia Moratti ministra fildiferro
Ha cancellato i cicli varati da Berlinguer. Pensa a una scuola-azienda ma non sa come farla. E intanto arruola cardinali

di Eugenio Scalfari

A Letizia Moratti sono stati dati vari soprannomi; accade così per quasi tutti i personaggi e lei certamente lo è. L'ho incontrata un paio di volte quando era presidente della Rai; mi sembrò che avesse imparato in breve tempo le tecniche d'una grande azienda di telecomunicazione e i complessi problemi che ne derivavano. Il fatto che la Rai fosse di proprietà pubblica non mi pare che ai suoi occhi facesse differenza: un'azienda è un'azienda e ciò che conta è che operi come tale. Poi la incontrai ancora in una trasmissione televisiva in cui si faceva un po' di storia e di analisi del capitalismo italiano, ma ne sapeva poco o niente, ripeteva concetti banali, preoccupata soprattutto di dire bene il quasi nulla che conosceva dell'argomento.

Secondo me la signora Moratti ha uno scheletro di fil di ferro; non so se sia un complimento, forse per lei lo è; attraverso quella rete fatta di materia ferrigna passano impulsi elettrici e si formano campi magnetici. I sentimenti direi di no, col ferro sono incompatibili. Del resto per un perfetto manager - specie se donna - i sentimenti sono del tutto opzionali e piuttosto pericolosi da maneggiare; meglio escluderli dal proprio sistema psicofisico. Probabilmente esser costruiti col fil di ferro è causa e contemporaneamente effetto di una nevrosi, ma chi non ha una nevrosi? Napoleone, per dire, era un nevrotico all'ennesima; Letizia Moratti, probabilmente, anche. «Toutes proportions faites».

Da qualche mese, per sua scelta come lei continua a ripetere, tra tanti incarichi prestigiosi offerti da Berlusconi ha deciso di fare il ministro dell'Istruzione. Come prima decisione ha preso quella di togliere l'aggettivo "pubblica" dall'intestazione del ministero, dimenticando che in Inghilterra chiamano pubbliche anche le scuole private. Ma lei è fatta così: l'azienda è l'azienda, gli aggettivi non la qualificano, quindi è meglio abolirli.

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La prima cosa che ha fatto appena nominata ministro è stata quella di sospendere i nuovi cicli scolastici già adottati con legge del Parlamento nell'ambito della riforma proposta dal suo predecessore Luigi Berlinguer.

I cicli non sono che l'espressione organizzativa di una certa idea di scuola, perciò vengono disegnati a coronamento di una riforma la quale, come qualunque tipo di costruzione, deve cominciare dalle fondamenta. Ma donna Letizia pensò bene di cominciare dal tetto: volendo demolire poteva andar bene anche così.

Ma il primo guaio è sopraggiunto quando il ministro ha voluto passare alla costruzione dei nuovi cicli senza ancora avere in testa una sua idea di scuola. Ne è nata una gran confusione con cicli accavallati l'uno sull'altro e diminuzione degli anni di scuola superiore da cinque a quattro. In più una biforcazione tra i tredici e i quattordici anni degli alunni per la scelta della scuola superiore o del corso di istruzione professionale.

Il disegno è questo, per confuso che sia, ma - dice il ministro - per ora è soltanto una proposta tutta da discutere e probabilmente da modificare. L'essenziale per lei è che i cicli di Berlinguer siano stati cancellati; che cosa verrà dopo lo si vedrà.

Naturalmente c'è dell'altro. C'è il tempo pieno per gli alunni che è diventato opzionale e chi lo vuole se lo paghi. Le ore di lezione sono state ridotte. Le commissioni per gli esami di Stato saranno tutte formate da docenti interni. Dai licei classici è stata tolta la matematica, da quelli scientifici il latino; per abbreviare la scuola superiore da cinque a quattro anni. Se non basta si toglierà qualche altra cosa. I professionali si divideranno tra ore passate negli istituti e "stage" nelle aziende che faranno richiesta di apprendisti. Gli sponsor saranno incoraggiati a intervenire anche nel finanziamento delle scuole superiori ma meglio ancora se investiranno nella creazione di scuole private. Queste ultime saranno sovvenzionate dai "bonus" concessi largamente alle famiglie.

Infine tutta la legislazione scolastica passerà alle Regioni. Questo l'ha deciso Bossi con la devolution ma la Moratti l'ha accettato senza fiatare. La sua riforma richiederà tempo, terminato il quale anche la legislatura volgerà al termine. Dopo di me il diluvio, disse Luigi il Beneamato. Anche la donna fildiferro la pensa così?

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I giovani - studenti e non - intanto protestano. Non vogliono la scuola-azienda. Ma il ministro ha in testa solo quel modello. Quale ne sia il contenuto lei stessa non sa spiegarlo. Certo scegliere un vescovo come relatore agli Stati generali della scuola pubblica (e che vescovo!) e un cardinale come presidente della commissione per la deontologia degli insegnanti, è una bella partenza. Ma ne vedremo ben altre perché cose da fare non mancano.

Comunione e liberazione applaude, i grandi giornali deprecano la protesta di piazza dei giovani e l'opposizione dell'opposizione. In fondo - dicono - anche la scuola dovrebbe essere un tema bipartisan.

Roba da matti.

03.01.2002

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Ora una notizia dal Gazzettino on line, sull'educazione fisica e su una iniziativa del CONI che di fatto è controtendenza rispetto ai desideri di riforma della Moratti

LE ATTIVITA’ DEL CONI
"A scuola di giocosport", novità per le elementari []
In attesa di una riforma della scuola che dia più valore all'educazione fisica (ma il ministro Letizia Moratti non sembra di questo avviso...), il Coni tenta, ancora una volta, di far breccia in un mondo difficile come è appunto quello scolastico, con una nuova iniziativa che si chiama "A scuola di giocosport", che rientra nel progetto "Con-i-giovani".
Il Comitato provinciale di Padova, presieduto da Gianfranco Bardelle, si è subito attivato per cercare di organizzare qualcosa. "A scuola di giocosport" è rivolto agli alunni delle elementari, e si configura come un sistema di promozione dell'educazione allo sport; la gestione sarà affidata ad uno staff tecnico indicato dallo stesso Coni; gli operatori dovranno essere istruttori provenienti dai Cas (Centri di avviamento allo sport) che hanno frequentato il seminario per educatori sportivi.
Le scuole che vi aderiranno potranno promuovere l'attività di due discipline sportive, preferibilmente una di squadra e l'altra individuale. Ogni "modulo" durerà un quadrimestre e verranno tenute dieci lezioni da un'ora ciascuna, da inserire negli orari più consoni alla stessa scuola. Le attività potranno naturalmente essere studiate unitamente dai responsabili della scuola e dagli istruttori del Coni.
"A scuola di giocosport" è già stato collaudato nelle province di Reggio Emilia e Reggio Calabria e ha dato risultati soddisfacenti, tanto da indurre il Coni di Roma a estenderlo su tutto il territorio nazionale, in base ovviamente alla disponibilità e all'organizzazione dei singoli Comitati. Come detto, quello di Padova si è immediatamente attivato; si spera ora che la risposta sia gratificante, in quanto è sui giovanissimi che bisogna cercare di puntare per rivitalizzare l'intero sport italiano. I ragazzi hanno necessità di conoscere quante più discipline possibile, e contemporaneamente di divertirsi, senza dover pensare alla performance, al risultato. E' la funzione che una volta veniva assolta da patronati e oratori, e che ora dovrebbe cercare di svolgere la scuola con il contributo e l'organizzazione del Coni.
E' un'iniziativa che si va ad affiancare all'attività Intercentri (coordinata da Claudio Colombo) che l'anno scorso si è sviluppata in oltre 40 manifestazioni, con grande festa finale a Limena. Il Coni di Padova intende tra l'altro organizzare corsi finalizzati ai tecnici operanti nei Cas, con moduli di circa 12 ore e l'allestimento di almeno tre corsi in sedi decentrate, in modo da poter favorire la partecipazione di tutti gli interessati. Verranno inoltre organizzati almeno due stages per educatori sportivi.
Insomma: entrare a pieno titolo e con più forza nel mondo della scuola è l'obiettivo che il Coni si pone, con l'augurio di trovare una risposta positiva da parte delle istituzioni scolastiche.
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Dello stesso tipo e tenore un articolo dalla Nuova Sardegna, cronaca di Nuoro
SPORT & SCUOLA 1
Giochi studenteschi, pronto il calendario

r.sp.

NUORO. Fissate anche le date di quasi tutte le finali dei Giochi sportivi studenteschi del 2002. Mentre la scuola si dibatte tra autogestioni, occupazioni, cortei e proteste varie sulla ventilata riforma Moratti l'attività sportiva studentesca non si ferma e va avanti con la propria programmazione.
Gli appositi comitati provinciali, tra cui quello di Nuoro guidato dal coordinatore provinciale per l'educazione fisica Giorgio Pisano, hanno già fissato le date dei vari appuntamenti agonistici e sono già state stabilite anche le date delle varie finali regionali.
L'assegnazione dei titoli sardi inizierà il 30 gennaio a Oristano con le finali di corsa campestre sia per le medie di primo grado che per le superiori. Sranno ammesse tre squadre per categoria,più il vincitore a titolo individuale, per provincia.
Nuoro sarà sede di varie finali regionali. Sempre per l'atletica son state già stabilite anche le finali regionali su pista. A Nuoro il 7 e il 9 maggio si assegneranno i vari titoli dell'atletica su pista sia delle medie che delle superiori. In gara due squadre per categoria per provincia.
Sempre a Nuoro il 3 maggio finali congiunte medie e superiori del nuoto con 2 squadre per provincia mentre per la ginnastica le finali regionali son previste il 10 maggio a Cagliari con tutte le squadre e tutte le specialità.
Entro il 10 marzo dovranno invece essere disputate, a Fonni, le finali degli Studenteschi di scii che, in mancanza di neve, nell'isola per quest'anno non si faranno. Per le finali regionali di Orenteering, fissata la data per il 14 maggio, è ancora incerto il fatto se potranno disputarsi a Oristano. Previste in ogni caso tre squadre per provincia.
Tutto da decidere, invece, per le finali regionali riservate agli sport di squadra (pallavolo, calcio, basket, pallamano e pallatamburello) dove, a causa dei tagli economici fatti dal Coni nazionale, ancora non è possibile stabilire quando, come e dove potranno farsi le finali.


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