Riportiamo qui l'articolo che appare su Le Scienze di Maggio, di Tullio Regge, in cui si cita il problema scuola...
maggio 2002
Lopinione
Le virtù dellimprevisto e la politica della scienza
Tullio Regge
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Particolare attenzione meritano due documenti sul problema della ricerca scientifica
apparsi recentemente. La lettera a «Le Scienze» di Enrico Predazzi,
presidente della Conferenza nazionale dei Presidi delle Facoltà di
scienze matematiche, fisiche e naturali, pone lattenzione sul costante
declino di vocazioni scientifiche dei giovani che si iscrivono allUniversità.
Il fenomeno, di cui ci siamo già occupati, è ormai grave negli
Stati Uniti, che registrano un costante flusso di immigranti qualificati dai
paesi asiatici. Se portata al limite estremo, questa situazione potrebbe dar
luogo a un declino irreversibile del primato scientifico, tecnologico ma anche
economico del mondo occidentale.
Per invertire la tendenza occorre in primo luogo conoscerne i motivi. Impresa
non facile, di cui dovrebbe occuparsi qualche sociologo. Forse contano il
miraggio della carriera facile offerto da altre discipline e la diffidenza
verso lastrazione e il formalismo matematico, ma anche la dissennata
campagna antiscientifica che ha caratterizzato vasti settori del movimento
ambientalista come pure tanti nostri colleghi. Ultimo, ma non meno nefasto,
è stato il disinteresse del mondo scientifico per la divulgazione.
La lettera pone anche laccento sulla secolare frattura esistente in
Italia tra cultura letteraria e cultura scientifica. Di questa ricordo alcune
storiche imbecillità quali «il latino forma, la scienza informa».
Chi semina vento raccoglie tempesta.
La lunghezza e la complessità della bozza (40 pagine, 28 febbraio 2002)
del documento governativo Linee guida per la politica scientifica e tecnologica
del Governo non permettono unanalisi esauriente in questa sede. Si pone
laccento su discipline quali bioscienza, nanoscienza e
incoscienza,
e sulla necessità di una più stretta collaborazione tra mondo
della ricerca e produzione.
Punto chiave del documento, su cui occorre meditare, è quello sugli
«assi strategici». Tra questi l«Asse 1», Avanzamento
delle frontiere della conoscenza, contiene asserzioni qualificanti. Si legge
per esempio che occorre «
riconoscere linterdipendenza tra
ricerca di base e ricerca applicata» e che le «
scoperte
in campo medico
sono il risultato di attività di ricerca di base
realizzate oltre trenta anni fa da
ricercatori incuriositi di conoscere
la natura del materiale genetico». Aggiungo che la stessa scoperta del
DNA a cui allude il documento fu resa possibile da un travaso di tecnologia
dei raggi X dalla fisica alla biologia. Infatti il documento riconosce che
«importanti scoperte spesso sono generate da percorsi imprevisti
spesso alimentati dallavanzamento di conoscenza in ambiti disciplinari
apparentemente sconnessi».
Basta guardarsi attorno per apprezzare le virtù dellimprevisto.
La fisica delle particelle ha rivoluzionato la radiologia, stanno scomparendo
gli isotopi radioattivi, sostituiti da acceleratori ben più sicuri
ed efficaci. Internet è nata al CERN di Ginevra come strumento di comunicazione
dati.
Limportante è non chiudersi in un compartimento stagno e parlare
con la gente ma, perché no, anche con i colleghi. Il documento governativo
si rende conto che una concezione puramente mercantile della ricerca è
dannoso, alla fine, anche per la mercanzia. Non altrettanto esplicito - e
forse non era né il luogo né il momento - è stato sulla
scuola, dove si formano le vocazioni e di cui respingo la visione puramente
contabile e a ritorno immediato come emerge dalla riforma Moratti. Anche nella
scuola conta limprevisto, sia questo la lettura di un libro oppure lincontro
con un personaggio carismatico. La mercanzia è visibile dopo anni,
quando di quella scuola rimane solo il ricordo del tempo che fu.
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