6 February, 2002

 

Dal Messaggero Veneto un articolo sull'opposizione dura promessa dalla cgil scuola a proposito della riforma Moratti. E c'è l'invito a non fare della scuola un terreno di scontro per altri fini. Dice l'articolista che nella scuola bisognerebbe occuparsi di questioni didattiche ed educative e non portare ideologia. Vecchia storia, già senntita e strasentita.

La Cgil: faremo opposizione dura
Il sindacato teme 34 mila posti in meno in cinque anni nel settore istruzione


«La battaglia alla controriforma della scuola, appena approvata dal consiglio dei ministri, è cominciata: attueremo un’opposizione forte perché vogliamo una scuola diversa, democratica, libera, pluralista e non classista. Per quell’idea vincente di scuola e per rivendicare risorse al nuovo contratto di lavoro, scenderemo in piazza compatti il 15 febbraio». Requiem per la riforma della scuola al primo vagito: sotterra il neonato disegno di legge di riforma del ministro Moratti Fabrizio Dacrema, sindacalista della segreteria nazionale di Cgil scuola di passaggio a Pordenone per tracciare la fenomenologia di un progetto educativo, che definisce «anacronistico», a una platea di studenti, docenti, Ata e operatori di altri comparti del pubblico impiego. Curiosi, gli studenti del liceo Pujati di Sacile: Larry, Alberto e Francesco sfatano il disimpegno giovanile cercando ragioni nella metamorfosi della scuola, mentre sono attoniti e ragionevolmente critici docenti e Ata. La “dieta” degli organici che la riforma imporrà sarà un lutto di circa 34 mila posti di lavoro nel prossimo quinquennio, ma per ora la preoccupazione forte è sull’impianto educativo che la “controriforma” mette nella sfera del prossimo futuro a stupire il pianeta scuola provinciale, di qualsiasi “colore” e bandiera.
«Si salvi chi può dalla controriforma Moratti — esplode il suo dissenso il cigiellino Fabrizio Dacrema —. Perché riporta l’orologio della storia della nostra cultura e civiltà pedagogica indietro di decenni, quando studiare era un privilegio per pochi e lavorare precocemente una certezza per i figli delle classi meno abbienti. A colpi di maggioranza e con l’utilizzo della delega, il dibattito democratico e pubblico sulla riforma della scuola è stato cancellato e, da ora in poi, il mercato e il reddito familiare determineranno il livello di istruzione delle prossime generazioni. Anziché aiutare tutti i cittadini a ottenere un’istruzione e un bagaglio culturale e di competenze spendibili nel mercato del lavoro, la soluzione del governo Berlusconi al Paese è drastica, un sistema duale: per gli eccellenti nei licei, e un canale di istruzione professionale regionale di serie “B” per tutti gli altri. Siamo di fronte a un liberismo cinico e sfrenato che riduce a cenere le grandi tradizioni culturali e pedagogiche del pensiero laico e cattolico che hanno garantito, a scuola, l’istruzione per tutti».
L’impianto della riforma Moratti prevede infatti un sistema duale di istruzione dai 14 anni in poi, ma mette in conto anche un curricolo di 25 ore di lezione settimanali obbligatorie da integrare con laboratori facoltativi a pagamento. Chi opterà per la corsia di istruzione professionale, potrà sperimentare un percorso di alternanza scuola-lavoro triennale. Se Cgil scuola promette battaglia, i docenti esprimono un disagio profondo: chi è in cattedra nei professionali chiede chiarezza sul datore di lavoro futuro (lo Stato o la Regione?) e si preannunciano domande di trasferimento in massa dagli istituti Ipsia e Ipsc provinciali. Voci di altra caratura danno fiato al dissenso che qualcuno esprime con accento diverso dalla “riscossa” promessa da Cgil scuola: «Non fate della scuola un terreno di battaglia per altri fini — ha esortato i sindacalisti cigiellini un docente di latino del Grigoletti —. Rendete centrale il problema educativo, se volete salvare la qualità della nostra scuola e abbandonate un armamentario ideologico e un frasario di altri tempi. Ragioniamo insieme sul modello pedagogico e abbandoniamo gli scontri politici e ideologici sul pianeta educativo». Otterrà risposte dai molti fronti schierati sul terreno minato tra banchi e cattedre?
Ch.Ben.

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Nel gioco delle apparenze e della apparente democrazia di riportare tutti le voci (ma il trucco consiste nel non dire la consistenza delle singole voci in termini numerici...) ecco un articolo sul Messaggero on line sulla discussione in internet sulla riforma della scuola...

NAVIGANDO TRA I SITI DEDICATI ALL’ISTRUZIONE
Su internet le «voci di dentro»
danno i voti al ministro Moratti
SERENA MARTUCCI
La protesta scoppia in Internet. «Detto, fatto - interviene Isa sul forum di Educazione e Scuola - e così abbiamo la riforma…nonostante l'aperta contrarietà di alcuni suoi "compagni" ministri la Moratti è arrivata all'obiettivo…Così si comporta il governo dell'era berlusconiana. Di questa riforma, ne hanno discusso anche le mogli dei ministri.. aspetto proprio di leggerla...Strano però che nessuno parli di come saranno organizzati gli orari e gli insegnanti..lì sarà la mazzata finale»
Ma c’è chi dissente: «Il nodo principale della riforma è la concorrenza e la competizione - risponde nello stesso forum Alessandro - quindi professori più incentivati (anche economicamente) e un miglioramento dell'offerta formativa. Non nascondiamoci dietro la demagogia della scuola uguale per tutti, già oggi iscriviamo i nostri figli a seconda della reputazione che hanno i vari istituti. Trovo che sia meglio avere delle scuole d'eccellenza piuttosto che un marasma di istituti mediocri». C'è anche chi, come Piero, pensa che era già tutto previsto: «Il "discolo" Bertagna aveva fatto sollevare un polverone e gettato scompiglio nel mondo della scuola - interviene sul sito della Cgil - ma la ministra, da buona manager, aveva già pianificato tutto…far fuori Bertagna per accontentare i più...e far passare una riforma che non riforma proprio un bel niente ma serve solo a salvarle la faccia». E chi ,come Stefano, invece non la trova poi tanto male: «Credo che contenga più aspetti positivi che negativi! Io sono un elettore di sinistra e mi costa dirlo: 1000 volte meglio la riforma Moratti di quella di Berlinguer. Almeno porta un pò di serietà e di meritocrazia, mentre la sinistra propone solo buonismo e irresponsabilità»
Corrado accusa : «Ma qualcuno si è reso conto che entro 90 giorni ci sarà una riduzione drastica del personale come richiesto da Tremonti e l'appalto dei servizi all'esterno?…questa è una riforma pericolosa per la scuola pubblica... ».
I messaggi degli studenti nel web si riconoscono tutti dalla K. «In questa riforma non c'è nulla che favorisca la skuola privata..anzi! - sbotta Chiara su Studenti.it - eppoi, mi sembra abbastanza chiaro ke avere in commissione d'esame dei prof ke konosci ti salva.. ». «Facciamo qualcosa - replica allarmata Gloria - dobbiamo impedire alla Moratti di portare a termine il suo folle disegno». Alessia ha le sue "certezze": «Voi vi kiederete xkè iscriversi ad una scuola privata? Beh, basta guardare come son conciate le pubbliche».
La lotta pubbliche - private agita gli animi anche sugli altri siti. «Non voglio solo skuole private - si lamenta Marta su Zai.net - non siate egoisti, pensate pure a quelli che non hanno tutto su un piatto d'argento! Rifletteteci su! ». Le risponde Luca: «Non posso credere che non vi interessi la libertà di scelta: i finanziamenti non vanno alle scuole private, ma alle famiglie ke hanno un reddito inferiore ai 30.000.000 ma vogliono mandare i figli nelle private; xkè togliere la libertà di decidere cosa è meglio x loro?».
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Mentre un articolo su Repubblica di ieri riporta una interessante mobilitazione promossa dalle RSU e dal forum per la scuola pubblica:

Si moltiplicano le riunioni in preparazione del corteo contro la riforma della scuola varata dal governo. E il forum conta adepti anche su Internet Studenti e prof, oggi inizia la mobilitazione Sindacati in assemblea in dieci istituti. 'Socrate' e 'Scacchi' contro la Moratti Allarme per i tagli contenuti nella finanziaria ELENA LATERZA

Cresce il fermento nelle scuole baresi, in attesa del corteo provinciale di domani, che vedrà scendere in piazza lavoratori della scuola, studenti, famiglie e cittadini, uniti sotto lo slogan comune "Insieme per la difesa della scuola pubblica", per manifestare contro l'idea di scuolaazienda e contro i tagli della finanziaria. Questa mattina, in oltre dieci scuole e circoli didattici, si svolgerà un'assemblea indetta dalle Rappresentanze sindacali unitarie, sia per discutere intorno al documento sottoscritto lo scorso 24 gennaio, alla luce dell'approvazione della delega del governo, sia per promuovere la partecipazione al corteo di domani e allo sciopero del 15 febbraio, definendone le modalità. Sul documento delle Rsu è ribadita "la denuncia delle linee di politica scolastica messe in atto dall'attuale Governo, in particolare nella legge finanziaria e nel disegno di legge Moratti, con l'abolizione della democrazia scolastica e la definitiva aziendalizzazione della scuola, la cui gestione è affidata a un consiglio di amministrazione, vanificando partecipazione, poteri e competenze di insegnanti, studenti e genitori. Tale attacco s'inquadra in un disegno più generale, di abrogazione di fatto dei principi fondamentali della Costituzione, realizzati in nome del liberismo assai poco liberale, che tende a colpire, con la scuola pubblica, la sanità, la giustizia e i diritti dei lavoratori". Una delle questioni più spinose riguarda i tagli operati dalla Finanziaria, e al contraccolpo che in questo caso subirebbe la categoria più debole, composta in massima parte dai precari.
"Esprimiamo preoccupazione per i tagli della finanziaria –commenta Lea Borrelli, portavoce del 'Forum per la scuola pubblica' che riducono il numero di ore e quindi il numero degli insegnanti di sostegno. Molto spesso si tratta di docenti precari o 'perdenti cattedra', la cui riduzione comporterebbe un danno non solo ai diretti interessati, ma anche agli studenti portatori di handicap da loro assistiti. Inoltre si prevede di abolire tempo pieno e tempo prolungato: un ulteriore danno per le famiglie ma anche per i lavoratori. C'è la questione delle supplenze, che da un lato devono essere affidate possibilmente a docenti interni, e dall'altro vede aumentare il numero di giorni necessari per chiamare un supplente: ancora una volta riduzione di ore per i precari". Intanto crescono di ora in ora le adesioni al Forum, anche da parte di associazioni e partiti, grazie al sito internet http://it.groups.yahoo.com/forumperlascuolapubblica e all'apposita mailinglist. Continua anche l'impegno degli studenti. Al liceo "Socrate" ieri pomeriggio c'è stata un'assemblea per discutere sui contenuti e sull'organizzazione del corteo. Allo "Scacchi" sta avendo un riscontro più che positivo l'idea di confrontarsi su questi temi attraverso messaggi lasciati in bacheca. "E' un'iniziativa che consente a tutti i ragazzi di dire la propria opinione –spiega Giovanni Memola, rappresentante d'istituto avendo un confronto libero e aperto su ogni tematica. E' lo spazio ideale per chi vuole fare domande e ricevere risposte". Oggi, in tutte le scuole superiori della città, sarà distribuito il volantino sottoscritto da Collettivo d'iniziativa studentesca, Coordinamento studenti medi antifascistiUds e Studentipuntonet, in cui sono riassunti i punti più contestati della riforma, come "i 2500 miliardi di tagli all'istruzione contenuti nella finanziaria, la separazione classista tra formazione professionale e licei, la proposta di alcune regioni di finanziare indirettamente le scuole private attraverso i buoniscuola e l'ipotesi di commissioni di soli docenti interni agli esami di stato che toglierebbe il valore legale al titolo di studio". Nel pomeriggio, alle 18, i rappresentanti di tutte le scuole si riuniranno nella sede dell'Udu al Politecnico, per preparare striscioni e cartelloni per il corteo. C'è anche l'intenzione di far indossare a coloro che domani scenderanno in piazza un cartello con su scritto 'vendesi', proprio come accadde durante gli 'Stati generali'. "In questi giorni –dice Roberto Angelini, del movimento 'Studenti contro la Moratti' bisogna tenere alta la tensione. Dopo il fallimento degli Stati generali, tutto il movimento è chiamato a una nuova fase di elaborazione e non solo di lotta. Il lavoro nelle scuole, quindi, continua con assemblee e dibattiti, e ovviamente con la presenza agli appuntamenti in piazza".
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