7 March, 2002

 

Di nuovo poca roba sulla scuola nelle pagine dei giornali, occupati principalmente dai problemi del governo con l'art.18 e con la manifestazione e lo sciopero indetti dalla cgil. Ma vi sono alcune cose interessanti come per esempio il girotondo davanti al Berchet di Milano (un liceo classico) che si è trasformato in occupazione imprevista. L'articolo è sul Nuovo di Milano:

Gli studenti occupano il liceo BerchetDovevano organizzare una semplice manifestazione di protesta davanti all'istituto , ma hanno finito per entrare nelle aule e occuparle. Contro la riforma Moratti, ma anche contro "l'aziendalismo" in classe.
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MILANO – Si erano organizzati per protestare con un picchetto davanti alla scuola e inscenare un girotondo. Roba di una mezz’ora. In realtà alle 16 passate sono ancora a scuola: gli studenti dei Colletti di sinistra del Berchet hanno occupato le aule. Per questioni interne ed esterne alla scuola: accusano il preside di non ascoltare gli studenti e si oppongono alla nuova riforma stabilita dal ministro Moratti.La polemica principale è nata intorno al Progetto qualità: una commissione di esperti esterna all’istituto è stata chiamata per giudicare il liceo. Sia per quanto riguarda l’igiene, sia per lo svolgimento delle lezioni e tutto il resto.

I ragazzi dicono di non essere stati avvisati dell'iniziativa e si oppongono decisamente al “colpo di mano” del preside Diotti.
In lui vedono la figura del manager che “il nuovo modello di scuola aziendale vuole imporre”.
E allora ecco che scatta l’occupazione: megafono, slogan contro l’articolo 18, studenti arrampicati sulle spalliere della palestra che inneggiano alla protesta.

E come in ogni autogestione che si rispetti ecco che a metà mattinata compaiono anche gli ex studenti del liceo, solidali dai berchettiani di adesso.

“Non so quanto continueremo, per quanto sarà possibile– spiega uno dei “capi” del Collettivo – cercheremo di andare avanti il più possibile, almeno fino a quando il nostro messaggio non arriverà chiaro”.
Molti dei ragazzi che ora sono a cavalcioni sui banchi parteciperanno anche alla manifestazione nazionale indetta per il 23 marzo a Roma per la tutela dei lavoratori.

(6 MARZO 2002, ORE 16.33)
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Lo stesso episodio è riferito dal Corriere della Sera:

Tensione nel liceo classico di via Commenda con una serie di proteste contro la riforma Moratti e la modifica dell’articolo 18

Berchet: picchetti, girotondo e occupazione

Arriva la Digos, gli studenti lasciano la scuola spontaneamente. Domani corteo da largo Cairoli al Pirellone

Un lenzuolo appeso fuori parla chiaro: «La nostra scuola non si tocca». Firmato Collettivo ’99. Così è cominciata ieri mattina l’occupazione al liceo Berchet di via della Commenda. E così è finita alle 18.30 di ieri sera, dopo l’arrivo della Digos, con portone chiuso e ragazzi fuori sulla strada a mugugnare. Contro il preside autoritario, «che non ammette idee diverse dalle sue». E in generale contro tutto: riforma Moratti, articolo 18, nuova maturità, la giustizia di Berlusconi, le rogatorie, il conflitto d’interessi. Tutto inizia con un picchetto, che doveva essere «puramente informativo», e invece, per circa un’oretta, ha impedito l’ingresso a chi voleva entrare. Cosa che ha fatto molto arrabbiare il preside Umberto Diotti, «è inammissibile, sono metodi assurdi che proprio non capisco». E anche molti studenti, soprattutto i più grandi che quest’anno hanno la maturità e volevano fare lezione. Poi, il girotondo. Tutti per mano sotto la pioggia intorno all’edificio per dire «proteggiamo la scuola dalla riforma» e «lasciamo la Moratti fuori». La catena di liceali è poi entrata a scuola, in palestra, dove, durante l’assemblea, è stata votata l’occupazione. Sono apparsi così i cartelli fuori molte aule con le indicazioni del collettivo che si teneva all’interno. Sulla Moratti, sull’articolo 18, sulla giustizia, ma anche sulla Palestina e la questione in Medio Oriente e sulla Berlino postcomunista.
Ma l’organizzazione non è stata delle migliori e per molti «okkupanti», soprattutto i più giovani, la protesta di ieri è stata vissuta più come una giornata di vacanza che d’impegno sociale. Critica l’ala ciellina degli studenti, che scrive: «Tra l’eccitazione dei primini e lo svacco generale, sono stati creati una serie di collettivi più o meno convincenti e improvvisati», con «un girotondo per scatenare l’infantilismo degli studenti a lungo represso».
Delusi anche alcuni dei più impegnati. «Stamattina (ieri mattina, ndr) c’era una grande emozione, - racconta Stefania, quinto ginnasio - ma poi è chiaro che per organizzare un’occupazione bisogna impegnarsi, e invece in molti dopo un po’ se ne sono andati». Non le sue amiche Irene e Giulia: «Noi ci abbiamo provato, purtroppo non avevamo le forze, ma non molliamo». E sono state proprio loro tre, verso il tardo pomeriggio, ad andare dal preside Diotti, nel frattempo tornato a scuola, a dire che l’occupazione era finita. «Preside, - ha cominciato timida Irene - noi adesso ce ne andiamo tutti a casa, però vorremmo chiederle se domattina ci dà le palestre per fare delle assemblee, perché ci sembra giusto parlare di questi temi». E perché ormai gli esperti erano già stati invitati a parlare. Diotti ha dato la sua disponibilità e questa mattina al Berchet si parlerà di licenziamenti, riforma Moratti e giustizia.
Ma questa mattina, il picchetto all’entrata del Berchet ci sarà, anche se, promette Irene al suo preside, «servirà solo per informare sulle assemblee in palestra», dove, annunciano invece altri liceali, «voteremo per un’altra occupazione».
Intanto, si scatena la protesta anche degli altri studenti milanesi, che domattina scenderanno in piazza con l’Uds per una manifestazione dal titolo «Io ci sono, voglio contare», che partirà da largo Cairoli e si concluderà sotto il Pirellone.
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E dalla Tribuna di Treviso un articolo sugli scioperi prossimi venturi:

LA PIATTAFORMA
In piazza anche contro le riforme
di scuola, fisco e pensioni


Lo slogan recita così: «Senza diritti non c'è libertà». La manifestazione indetta il 23 marzo a Roma dalla Cgil, che anticiperà lo sciopero generale del 5 aprile, non è solo contro la modifica dell'articolo 18. La protesta della Cgil è articolata in 4 punti: «contro l'aumento delle tasse»; «per la sicurezza delle pensioni»; «per una scuola pubblica di altà qualità». Ora resta da verificare se, la proposta di ieri della Uil di proclamare uno sciopero generale unitario a metà aprile, sarà accolta da Cgil e Cisl, modificando la tabella di marcia. Non cambierà, comunque, la piattaforma sindacale. Pensioni: «il governo prepara un futuro nero per tutti: la minor contribuzione significa pensioni da fame per i più giovani e meno risorse per le pensioni in essere». Fisco: «La riforma fiscale di Tremonti è uno specchietto per le allodole, prevede due sole aliquote e annulla la progressività, si redistribuiscono le risorse a favore delle imprese e dei ceti più abbienti, mentre si riducono quelle che finanziano lo Stato sociale». Scuola: «La riforma Moratti punta alla privatizzazione della scuola e alla discriminazione sociale tra studenti ricchi e studenti poveri. Particolarmente gravi sono i provvedimenti che riguardano la riduzione dell'obbligo scolastico, la scelta precoce dei ragazzi fra il canale dell'istruzione e quello della formazione, la rivalutazione del voto di condotta, l'attacco all'autonomia scolastica, attraverso la frammentazione del progetto formativo e la riduzione del tempo scuola garantito aumentando quello a richiesta e a pagamento».

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