Di nuovo poca roba sulla scuola nelle pagine dei giornali, occupati principalmente dai problemi del governo con l'art.18 e con la manifestazione e lo sciopero indetti dalla cgil. Ma vi sono alcune cose interessanti come per esempio il girotondo davanti al Berchet di Milano (un liceo classico) che si è trasformato in occupazione imprevista. L'articolo è sul Nuovo di Milano:
Gli studenti occupano il liceo BerchetDovevano organizzare una semplice manifestazione
di protesta davanti all'istituto , ma hanno finito per entrare nelle aule
e occuparle. Contro la riforma Moratti, ma anche contro "l'aziendalismo"
in classe.
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MILANO Si erano organizzati per protestare con un picchetto davanti alla scuola e inscenare un girotondo. Roba di una mezzora. In realtà alle 16 passate sono ancora a scuola: gli studenti dei Colletti di sinistra del Berchet hanno occupato le aule. Per questioni interne ed esterne alla scuola: accusano il preside di non ascoltare gli studenti e si oppongono alla nuova riforma stabilita dal ministro Moratti.La polemica principale è nata intorno al Progetto qualità: una commissione di esperti esterna allistituto è stata chiamata per giudicare il liceo. Sia per quanto riguarda ligiene, sia per lo svolgimento delle lezioni e tutto il resto.
I ragazzi dicono di non essere stati avvisati dell'iniziativa e si oppongono
decisamente al colpo di mano del preside Diotti.
In lui vedono la figura del manager che il nuovo modello di scuola aziendale
vuole imporre.
E allora ecco che scatta loccupazione: megafono, slogan contro larticolo
18, studenti arrampicati sulle spalliere della palestra che inneggiano alla
protesta.
E come in ogni autogestione che si rispetti ecco che a metà mattinata compaiono anche gli ex studenti del liceo, solidali dai berchettiani di adesso.
Non so quanto continueremo, per quanto sarà possibile
spiega uno dei capi del Collettivo cercheremo di andare
avanti il più possibile, almeno fino a quando il nostro messaggio non
arriverà chiaro.
Molti dei ragazzi che ora sono a cavalcioni sui banchi parteciperanno anche
alla manifestazione nazionale indetta per il 23 marzo a Roma per la tutela
dei lavoratori.
(6 MARZO 2002, ORE 16.33)
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Lo stesso episodio è riferito dal Corriere della Sera:
Tensione nel liceo classico di via Commenda con una serie di proteste contro la riforma Moratti e la modifica dellarticolo 18
Berchet: picchetti, girotondo e occupazione
Arriva la Digos, gli studenti lasciano la scuola spontaneamente. Domani corteo da largo Cairoli al Pirellone
Un lenzuolo appeso fuori parla chiaro: «La nostra scuola non si tocca».
Firmato Collettivo 99. Così è cominciata ieri mattina
loccupazione al liceo Berchet di via della Commenda. E così è
finita alle 18.30 di ieri sera, dopo larrivo della Digos, con portone
chiuso e ragazzi fuori sulla strada a mugugnare. Contro il preside autoritario,
«che non ammette idee diverse dalle sue». E in generale contro
tutto: riforma Moratti, articolo 18, nuova maturità, la giustizia di
Berlusconi, le rogatorie, il conflitto dinteressi. Tutto inizia con
un picchetto, che doveva essere «puramente informativo», e invece,
per circa unoretta, ha impedito lingresso a chi voleva entrare.
Cosa che ha fatto molto arrabbiare il preside Umberto Diotti, «è
inammissibile, sono metodi assurdi che proprio non capisco». E anche
molti studenti, soprattutto i più grandi che questanno hanno
la maturità e volevano fare lezione. Poi, il girotondo. Tutti per mano
sotto la pioggia intorno alledificio per dire «proteggiamo la
scuola dalla riforma» e «lasciamo la Moratti fuori». La
catena di liceali è poi entrata a scuola, in palestra, dove, durante
lassemblea, è stata votata loccupazione. Sono apparsi così
i cartelli fuori molte aule con le indicazioni del collettivo che si teneva
allinterno. Sulla Moratti, sullarticolo 18, sulla giustizia, ma
anche sulla Palestina e la questione in Medio Oriente e sulla Berlino postcomunista.
Ma lorganizzazione non è stata delle migliori e per molti «okkupanti»,
soprattutto i più giovani, la protesta di ieri è stata vissuta
più come una giornata di vacanza che dimpegno sociale. Critica
lala ciellina degli studenti, che scrive: «Tra leccitazione
dei primini e lo svacco generale, sono stati creati una serie di collettivi
più o meno convincenti e improvvisati», con «un girotondo
per scatenare linfantilismo degli studenti a lungo represso».
Delusi anche alcuni dei più impegnati. «Stamattina (ieri mattina,
ndr) cera una grande emozione, - racconta Stefania, quinto ginnasio
- ma poi è chiaro che per organizzare unoccupazione bisogna impegnarsi,
e invece in molti dopo un po se ne sono andati». Non le sue amiche
Irene e Giulia: «Noi ci abbiamo provato, purtroppo non avevamo le forze,
ma non molliamo». E sono state proprio loro tre, verso il tardo pomeriggio,
ad andare dal preside Diotti, nel frattempo tornato a scuola, a dire che loccupazione
era finita. «Preside, - ha cominciato timida Irene - noi adesso ce ne
andiamo tutti a casa, però vorremmo chiederle se domattina ci dà
le palestre per fare delle assemblee, perché ci sembra giusto parlare
di questi temi». E perché ormai gli esperti erano già
stati invitati a parlare. Diotti ha dato la sua disponibilità e questa
mattina al Berchet si parlerà di licenziamenti, riforma Moratti e giustizia.
Ma questa mattina, il picchetto allentrata del Berchet ci sarà,
anche se, promette Irene al suo preside, «servirà solo per informare
sulle assemblee in palestra», dove, annunciano invece altri liceali,
«voteremo per unaltra occupazione».
Intanto, si scatena la protesta anche degli altri studenti milanesi, che domattina
scenderanno in piazza con lUds per una manifestazione dal titolo «Io
ci sono, voglio contare», che partirà da largo Cairoli e si concluderà
sotto il Pirellone.
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E dalla Tribuna di Treviso un articolo sugli scioperi prossimi venturi:
LA PIATTAFORMA
In piazza anche contro le riforme
di scuola, fisco e pensioni
Lo slogan recita così: «Senza diritti non c'è libertà».
La manifestazione indetta il 23 marzo a Roma dalla Cgil, che anticiperà
lo sciopero generale del 5 aprile, non è solo contro la modifica dell'articolo
18. La protesta della Cgil è articolata in 4 punti: «contro l'aumento
delle tasse»; «per la sicurezza delle pensioni»; «per
una scuola pubblica di altà qualità». Ora resta da verificare
se, la proposta di ieri della Uil di proclamare uno sciopero generale unitario
a metà aprile, sarà accolta da Cgil e Cisl, modificando la tabella
di marcia. Non cambierà, comunque, la piattaforma sindacale. Pensioni:
«il governo prepara un futuro nero per tutti: la minor contribuzione
significa pensioni da fame per i più giovani e meno risorse per le
pensioni in essere». Fisco: «La riforma fiscale di Tremonti è
uno specchietto per le allodole, prevede due sole aliquote e annulla la progressività,
si redistribuiscono le risorse a favore delle imprese e dei ceti più
abbienti, mentre si riducono quelle che finanziano lo Stato sociale».
Scuola: «La riforma Moratti punta alla privatizzazione della scuola
e alla discriminazione sociale tra studenti ricchi e studenti poveri. Particolarmente
gravi sono i provvedimenti che riguardano la riduzione dell'obbligo scolastico,
la scelta precoce dei ragazzi fra il canale dell'istruzione e quello della
formazione, la rivalutazione del voto di condotta, l'attacco all'autonomia
scolastica, attraverso la frammentazione del progetto formativo e la riduzione
del tempo scuola garantito aumentando quello a richiesta e a pagamento».
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