Dal Tirreno di Livorno la posizione degli Unicobas di Livorno sulla revoca dello sciopero del 15 febbraio:
giovedì 7 febbraio 2002 Critiche per il taglio dei docenti e gli aumenti
salariali
Unicobas: «Riforma-truffa»
E venerdì 15 è di nuovo sciopero
LA POLEMICA Durissimo attacco anche ai confederali
LIVORNO. Inaccettabile il taglio di 56.500 docenti. Per questo, contro la
riforma Moratti, l'Unicobas Scuola scende in sciopero. Lo farà venerdi'
15 febbraio, aderendo alla manifestazione nazionale a Roma di tutto il sindacalismo
di base. «Inaccettabile - scrive Unicobas - il taglio di 56.500 docenti.
Con 200mila lire medie lorde mensili di aumento, di cui solo metà sullo
stipendio e l'altra metà come salario accessorio non pensionabile legato
al "merito", la scuola non recupera il differenziale inflattivo,
altro che retribuzione europea».
«Questa è la sostanza dell'accordo 'truffa' sottoscritto da Cgil
Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e della scuola
che inoltre estende a tutto il settore pubblico l'obbligo della previdenza
integrativa. I lavoratori della scuola sono stati svenduti in cambio dello
stanziamento di 1500 miliardi necessari per avviare il corso per i 1000 dirigenti
incaricati ed il concorso a 4000 posti di dirigente scolastico. La situazione
non consente indugi».
La federazione di Livorno ha già riempito un pullman da 50 posti e
si appresta ad attrezzarne un altro al costo di lire 20.000 se in questi giorni
ci saranno sufficienti prenotazioni. In questo - fa sapere Claudio Galatolo
- «si inserisce il pesante attacco al diritto di assemblea quando mercoledì
30 Cgil, Cisl, Uil appoggiati anche dallo Snals hanno cercato in tutti i modi,
senza riuscirvi, di impedire lo svolgimento dell'assemblea sindacale indetta
dall'Unicobas all'Iti Galilei, chiamando addirittura in campo il direttore
regionale Paradisi: da bravi pompieri si preparavano all'opera di spegnimento
ed avevano paura che nel frattempo il fuoco dilagasse in modo incontrollabile».
Ed ancora: «Il recente decreto Moratti è vergognoso. Il taglio
di 56.500 docenti verrà prodotto tramite una riduzione del tempo scuola
e l'eliminazione del tempo pieno alle elementari e del tempo prolungato alle
medie: così si gettano gli alunni delle fasce più deboli in
pasto alle scuole private. Inoltre la qualità del sistema formativo
pubblico viene pesantemente attaccata tramite un accorpamento selvaggio delle
classi sotto i 25 alunni (comprese quelle intermedie): non solo taglio delle
cattedre ma anche eliminazione della continuità didattica. Il testo
della riforma Moratti è pieno di progetti inqualificabili. Prima vergogna
fra tutte il doppio percorso formativo, con il ritorno al vecchio avviamento
professionale».
E ancora: «E' paradossale che, dopo la clamorosa bocciatura del concorsone
di Berlinguer, si propongano di nuovo quiz e standard formativi per valutare
le scuole e che sempre a quiz calati dall'alto debbano venire informate le
prove relative al passaggio fra i vari segmenti dei corsi di studio, sottomettendo
la libertà di insegnamento a diktat burocratico-ministeriali. Gli altri
motivi di malessere risiedono in esami 'farsa' per i diplomifici, nel taglio
delle opportunità di lavoro per i precari, nella trasformazione dei
docenti di ruolo in tappabuchi».
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A Salerno riprende la mobilitazione questa volta degli insegnanti, e il
giornale La Città di Salerno è un po' ... lividetto, notate
la frase "Riprende così il periodo di disordini in vista del Carnevale
e dopo un mese di pace, o per meglio dire di attesa"....
In classe solo tre ore Poi assemblea docenti
Giovanni De Lista
CAVA DE' TIRRENI. Tre ore di lezione poi tutti via. La Riforma Moratti e i suoi potenziali sviluppi bloccano per un giorno la scuola metelliana per consentire anche ai docenti di dire la propria su una questione che sta lasciando strascichi all'inizio inimmaginabili. Gli studenti delle scuole medie e superiori statali della valle metelliana lasceranno i propri istituti attorno alle 11.00 di oggi in base alla circolare che nei giorni scorsi ha annunciato la convocazione dell'assemblea sindacale dei docenti. Riprende così il periodo di disordini in vista del Carnevale e dopo un mese di pace, o per meglio dire di attesa. Stamattina i professori si riuniranno nell'aula magna del Liceo Scientifico ''Andrea Genoino'' dopo aver rispettato l'orario di lezione nelle prime tre ore. L'appuntamento è dunque previsto all'interno della vasta aula della quale dispone l'istituto scientifico cavese per discutere sul futuro e sul ruolo dei docenti in conseguenza alla riforma prevista dal ministro Moratti. Sarà dunque questo l'argomento rovente del convegno che si tramuterà in un vero e proprio dibattito alla ricerca di una forma di adeguamento o di protesta da parte dei professori da inscenare nelle prossime settimane. Così, dopo il sit-in degli studenti che ha caratterizzato gli ultimi mesi dello scorso anno e i primi del 2002, ora la parola passa ai docenti.
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Non sottovalutate la notizia riportata dalla Repubblica su una iniziativa
università scuole superiori. Può far parte del nostro prossimo
futuro
Del Tin: "Così miglioreremo i rapporti tra scuola superiore e ateneo" Il docente va in trasferta Scambi tra il "Poli" e i licei MARCO TRABUCCO
Docenti del Politecnico andranno a insegnare nelle scuole superiori di Torino.
E, allo stesso tempo professori di licei e istituti tecnici potranno collaborare
con i colleghi del Poli per assistere gli studenti dei primi anni di università.
È l´iniziativa che l´ateneo di corso Duca degli Abruzzi
e la Direzione regionale dell´Istruzione lanceranno dal prossimo anno,
scolastico e accademico. L´ha illustrata ieri il rettore del Politecnico
Giovanni Del Tin: «Uno dei problemi più seri del sistema formativo
italiano - spiega - è proprio la mancanza di veri rapporti tra scuola
superiore e università. I docenti non si parlano e questo ha creato
problemi anche nell´orientamento degli studenti che, nonostante le molte
iniziative di informazione, si trovano alla fine a dover scegliere il corso
universitario da seguire dopo la maturità senza avere tutti gli elementi
necessari». Ad esempio che grado di preparazione in matematica e fisica
sia necessario per entrare al Politecnico, per superare il test di ingresso
e riuscire a frequentare il primo anno senza troppi problemi. «Oltretutto
- aggiunge il rettore - le nuove lauree triennali ci hanno costretto a comprimere
il programma di molte materie che prima si svolgeva in cinque anni. E per
questo è necessario che i ragazzi si iscrivano al primo anno più
preparati».
L´iniziativa, che ha già un precedente a Vercelli dove collaborazioni
di questo tipo sono iniziate già quest´anno tra la seconda facoltà
di ingegneria del Politecnico e le scuole superiori locali, partirà
a Torino nel settembre prossimo con una sperimentazione che dovrebbe coinvolgere
non più di cinque o sei scuole, licei scientifici e istituti tecnici.
I docenti del Politecnico potranno essere utilizzati per corsi integrativi
ai ragazzi di quarta e di quinta soprattutto di matematica, fisica, informatica.
Inoltre avranno compiti di consulenza (e di informazione) per i colleghi delle
superiori. Che, a loro volta, potranno lavorare all´interno dell´università,
come tutor ad esempio, o in corsi di primo livello, di «alfabetizzazione»,
nelle stesse materie. O ancora come assistenti nei laboratori. «È
un´iniziativa che anticipa quanto si dovrebbe realizzare poi ovunque
con la riforma della scuola proposta dal ministro Moratti - spiega Marina
Bertiglia, direttore regionale dell´istruzione. E che è particolarmente
importante in Piemonte dove nelle scuole superiori c´è una cronica
carenza di insegnanti nelle materie tecnico-scientifiche. C´è
però il problema delle risorse: sia noi che il Politecnico infatti
dovremo pagare i docenti per quelle che in ogni caso saranno attività
aggiuntive rispetto al loro normale orario».
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Per completezza di informazione riportiamo una nota apparsa sul sito della
cgil scuola nazionale che stralcia alcuni passi della relazione di Cofferati
al congresso, laddove parla del settore scuola:
Speciale da Rimini: LA SCUOLA VISTA DA COFFERATI.
Molto spazio è stato riservato da Sergio Cofferati ai temi dell'istruzione
e della formazione nel suo intervento introduttivo ai lavori del Congresso
della CGIL a Rimini. Ci sembra utile riportarne integralmente alcuni stralci.
A proposito della riforma dei cicli:
".. Non meno netta è stata la scelta del centro destra di mettere
subito in discussione alcune funzioni primarie dello Stato laico. Grave è
la decisione di bloccare, come primo atto concreto ed insieme simbolico, la
riforma dei cicli scolastici per sostituirla poi con una somma di provvedimenti
destinati a riportare indietro l'orologio della storia, nel goffo tentativo
di modellare la scuola sull'impresa, prendendo a riferimento un'impresa che,
tra l'altro, non c'è più perchè nel frattempo si è
trasformata ed innovata.
Quella decisione va interpretata per quello che rappresenta in concreto, cioè
un attacco alla scuola pubblica, reso ancora più esplicito dall'uso
del buono scolastico fatto dai governatori del centro destra, non già
per consentire la realizzazione di un paritario diritto allo studio ma per
dare impulso alla domanda d'istruzione privata, per dare ulteriori possibilità
ai più abbienti ed aggirare così i vincoli costituzionali.."
A proposito delle deleghe:
"... Sono contemporaneamente state depositate quattro deleghe su materie
che cambiano gli assetti economici e sociali del paese. Una riguarda la Scuola:
dopo aver sostenuto che avrebbero cercato il massimo consenso sulle loro proposte
si sono rifugiati in fretta, alle prime difficoltà, nella più
protettiva delega ..."
A proposito del valore della formazione e dell'istruzione:
" ... Bisogna orientare l'uso delle nuove tecnologie e dei nuovi linguaggi
e la crescente importanza della conoscenza nei processi produttivi verso obiettivi
positivi, di superamento delle diseguaglianze, di abbattimento degli arbitri.
Lo stesso uso Taylorista delle tecnologie va contrastato perchè frammenta
il lavoro e limita un'adeguato sviluppo economico. Mentre da un corretto utilizzo
e da un uniforme accesso a linguaggi e tecnologie può venire un importantissimo
contributo a sviluppare la qualità del lavoro, a ridurne la gravosità
e la ripetitività, ad assicurarne la sicurezza fin dalla fase primaria
della sua progettazione, contribuendo a risolvere una delle piaghe più
dolorose ed incivili della nostra società.
L'economia del sapere, a partire dalle sue integrazioni nella rete deve saper
valorizzare le risorse umane ed accrescere la qualità delle prestazioni,
per questo deve essere sostenuta da un percorso di apprendimento continuo
fatto di luoghi, risorse politiche formative in grado di assicurare l'esercizio
di un nuovo fondamentale diritto nel lavoro ..."
Roma, 7 febbraio 2002
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E sempre dal sito della cgil scuola nazionale stralci dell'intervento di
Cofferati rispetto all'accordo del 5 febbraio, quello che provocato la revoca
dello sciopero del 15 febbraio:
Cofferati sull'Accordo del 5 febbraio
Uno stralcio dell'intervento di apertura al Congresso della CGIL di Sergio
Cofferati; ieri 6 febbraio a Rimini.
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"... Le ragioni che ci muovono sono sindacali, attengono alla funzione
di rappresentanza che svolgiamo, la bussola dei nostri comportamenti è
sempre il merito, nei rapporti interni alla nostra confederazione, in quelli
unitari, a maggior ragione ancora in quelle con le nostre controparti.
Lo abbiamo riconfermato firmando, qualche ora fa, un'intesa per assicurare
il rinnovo del contratto di lavoro di quasi quattro milioni di dipendenti
pubblici, siamo convinti che si tratti di un buon accordo per più ragioni:
sono confermati i livelli contrattuali attuali e la loro funzione, sono garantite
le risorse per difendere le retribuzioni dall'inflazione e per distribuire
una parte della produttività realizzata, sono riconsegnate alla contrattazione
tra le parti le normative sulle quali era improvvidamente intervenuto il legislatore.
Siamo contenti del merito e certo anche di aver costretto il Governo a cambiare
radicalmente posizione, a rivedere recenti provvedimenti di legge, per assicurare
quell'intesa. Lo abbiamo costretto con l'iniziativa e con la lotta, l'una
e l'altra alla fine hanno pagato, ed oggi le lavoratrici e i lavoratori pubblici
hanno le condizioni disponibili per il loro contratto, ma da quella soluzione
esce rafforazata la nostra idea di estensione della contrattazione e vengono
oggettivamente indeboliti i tentativi di destrutturare il sistema contrattuale
più volte affacciati da Confindustria e da ultimo tentati, con atti
formali, dalle associazioni artigiane.
Dapprima le assemblee, poi le manifestazioni in tutte le città hanno
registrato grandissima partecipazione, in coerenza con l'adesione agli scioperi.
Giovani, ragazzi e ragazze, impeiegati, tutti a dare novità alla partecipazione
determiati, consapevoli. A loro dobbiamo dei risultati, per questo credo sia
indispensabile proseguire nell'iniziativa, per creare ulteriore consenso alle
nostre richieste e continuare nella lotta per realizzare le condizioni necessarie
per raggiungere i nostro obiettivi.
Siamo chiamati a definire insieme a CISL e UIL un nuovo programma di mobilitazione
mettendo in campo e collegango tutta la capacità di movimento e di
lotta del sindacato confederale. Sono convinto che in questo quadro articolato
di iniziative debba trovare collocazione anche lo sciopero generale... "
Roma, 7 febbraio 2002
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