La storia vera autobiografica di una ragazzo nato in un villaggio dei Padaung in Birmania e poi fuggito in Inghilterra dove si è laureato in Letteratura inglese. In tutto il libro racconta della sua vita da ragazzo tra i Padaung, le loro abitudini e credenze, la loro conversione al cristianesimo, poi l'esperienza in un monastero buddista, quindi gli anni di studio a Mandalay dove ha modo di rendersi conto della realtà tragica della dittatura birmana. Poi la fuga nella giungla, la vita nella giungla tra stenti e malattie, la fortuita conoscenza con un inglese che sarà la chiave di volta per la sua fuga in Inghilterra dove conduce una nuova vita, completamente diversa dalle sue origini, ma sempre piena di nostalgia per il suo paese e la sua gente.
Un racconto dettagliato, forse un po' romanzato ma certo non lontano dalla realtà, sullo svolgimento della vita dei detenuti politici e dei secondini nelle carceri birmane odierne. Poi ad un certo punto il racconto si rivolge al rapporto tra un detenuto e un bambino che casualmente vive nel carcere e da lì vengono le sue pagini migliori.
L'autore va in giro per la Birmania sulle orme di George Scott che ai tempi coloniali introdusse nel paese il gioco del football
Amy Tan scrittrice cinese che vive in America.
Romanzo che narra la storia, raccontata da colei che doveva essere la guida del tour e che viene trovata morta in circostanze misteriose pochi giorni prima della partenza del viaggio, di dodici turisti americani in viaggio organizzato nella Cina meridionale e poi nella Birmania che vengono rapiti misteriosamente.
Lettura gradevole e scorrevole che può risultare ancora più piacevole per chi ha avuto una esperienza di viaggio in Birmania: mentre si legge delle avventure di questi turisti rapiti, si possono rivivere o scoprire le sensazioni provate a suo tempo. A questo si uniscono anche interessanti spaccati di vita e di cultura birmana che possono aiutare a comprendere meglio l'odierna realtà politica vissuta da questo paese ancora sconosciuto ai più.
Lettura quindi positiva sotto tutti i punti di vista: mi resta solo il dubbio circa il motivo del titolo che oltre a tutto viene ripreso sia da una citazione iniziale dell'autore da Anonimo sia dalla quarta pagina di copertina. Se qualcuno riuscirà a farmi capire l'attinenza tra titolo e citazione e il romanzo stesso gliene sarò grato.
Romanzo ambientato in una cittadina della Birmania ai tempi della colonizzazione britannica. A parte la trama centrale del romanzo, che non offre niente di più di quanto possa dare uno dei tanti romanzi più o meno rosa, la lettura di questa opera prima di George Orwell aiuta a capire il clima e il modo di pensare che avevano i "colonizzatori" britannici quando occupavano l'India e la Birmania.
Nel 1886, in piena conquista coloniale della Birmania da parte degli inglesi, un accordatore di piano viene spedito in missione nella giungla birmana per accordare un piano al fine di accogliere la stravagante richiesta di un generale inglese che peraltro sta conducendo la battaglia contro l'etnia shan in maniera alquanto anomala. L'accordatore resterà così incantato dalla realtà birmana da vedere la sua vita tranquilla completamente stravolta. Piacevole lettura che puà essere particolarmente apprezzata da chi ha avuto esperienza con il mondo Birmano, le sue genti e i suoi paesaggi.
E' un romanzo che raccontando la storia di un ragazzo indiano- e poi dei suoi figli e nipoti - emigrato in Birmania nel 1885 ai tempi della colonizzazione inglese, e poi via via attraverso le due guerre mondiali, la fine della colonia inglese, la nascita della democrazia in Birmania e poi la nascita della dittatura sino ai giorni d'oggi o quasi, ci può aiutare a comprendere, meglio di quanto possano farlo libri di storia, la cultura e i sentimenti della popolazione birmana di oggi.
Interessante analisi della attuale situazione in Birmania. Perché una delle più importanti nazioni asiatiche ora si trova ad avere un livello di vita modestissimo e soprattutto è praticamente sconosciuta al mondo. Incontro con Aung San Suu Kyi, figlia di Aung San padre dello stato ucciso nel 1947, premio Nobel per la pace nel 1991. Incontro con ribelli Karen per capire cosa spinge loro e altre piccole etnie a reclamare uno stato indipendente. "Era un paese d'oro - dice un commerciante indiano nato in Birmania e poi esiliato a Calcutta - Il paese più ricco dell'Asia, a parte il Giappone. E il suo popolo! Non c'è popolo paragonabile ai birmani: sono così generosi, ospitali, gentili con gli stranieri. Nessuno soffre la fame, in Birmania, basta chiedere e qualcuno ti rifocillerà."
E' una raccolta di reportage di viaggio di Arbasino tra i quali si trova un capitolo dedicato alla Birmania
E' piacevole leggere della Birmania con gli occhi e con le parole, difficili e colte, di uno scrittore come Arbasino.
Alcuni articoli risalenti al 1991 parlano del regime al potere in Birmania e in questi, Terzani, sottolinea il fatto che la tragedia birmana non è entrata nella coscienza del mondo, nonostante che sia un paese di oltre 42 milioni di abitanti: le migliaia di morti del 1988 hanno fatto nessun scalpore rispetto alle poche centinaia di Tienamen del 1989. Altro articolo è dedicato alla rivolta dei monaci e alla rassegnazione del popolo birmano. E infine il terzo spiega che il fascino della Birmania odierna, un paese rimasto fermo nel tempo, lo dobbiamo alla dittatura che ha chiuso per tanti anni il paese a qualsiasi ingerenza o intervento straniero.
Ormai un classico della letteratura di viaggio e del sud est asiatico in modo particolare. Particolarmente interessante il racconto della visita a Kentung raggiunta via terra partendo dalla Thailandia.
Raccolta di racconti marinari, alcuni dei quali ambientati in Birmania.
Aung San, figlia dell'eroe dell'indipendenza nazionale birmana, e premio Nobel per la pace nel 1995 dedica la prima parte del suo libro alla storia della nascita dello stato indipendente Birmano dopo gli anni della colonizzazione inglese, e la seconda alla spiegazione della attuale e difficile situazione politica del suo paese.
Reportage di viaggio dal sud della Cina (Yunnan) fino alla Birmania passando per il Laos e la Thailandia.
Libro fotografico, da sfogliare per ricordare pagode, campagne, città e sopratutto la popolazione birmana
Gli usi e costumi birmani in un libro pubblicato nel 1901 e riproposto nel 1996 dalla Ava Publishing house di Bangkok in una elegante edizione corredata da oltre 450 interessanti fotografie originali.
Cronaca del periodo trascorso in Birmania nel 1934 dallo scrittore inglese. Si può considerare un "classico" tra i libri che parlano di Birmania, tanto da poterlo trovare in vendita dagli ambulanti che stazionano all'ingresso delle pagode, mescolato tra immagini di Buddha e altri oggetti di artigianato.
Manuale per capire e affrontare l'attuale situazione politico economica del paese.
Racconti di viaggi in Birmania, Singapore, Siam e Indocina Francese nel lontano 1928.
Interessante reportage su un viaggio in Birmania in Laos e in Cambogia con descrizioni aderenti alla realtà dei principali posti birmani
Un capitolo è dedicato alla Birmania così come appariva ad un giornalista occidentale
nell'anno 1986 quando il visto per gli stranieri era passato da 24 ore a sette giorni e solo cinque località
erano visitabili dagli stranieri: Rangoon (si chiamava ancora così), Pagan, Mandalay, Lago Inle e Taounguy.
Ultimo aggiornamento effettuato 8 Dicembre 2006
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