RELIGIONE E CULTO IN MYANMAR

Non c'è ombra di dubbio che la religione professata dalla quasi totalità dei birmani sia il buddhismo della corrente theravada: ma l'informazione non sarebbe completa se non con la precisazione che in Birmania insieme al buddhismo convivono tuttora in maniera abbastanza consistente le credenze derivate dal primitivo animismo birmano che si esprimono principalmente con il culto dei Nat.

In Myanmar esiste comunque la libertà di culto e infatti all'85% dei buddhisti theravada si affiancano minoranze che professano il cristianesimo, l'induismo, l’islamismo e il buddhismo mahayana.

ORIGINI DEL BUDDHISMO IN BIRMANIA

DUE PAROLE SUL BUDDHISMO

Due sole parole che non hanno minimamente la pretesa di voler spiegare il buddhismo bensì solo lo scopo di dare le prime indicazioni di massima su questa religione indirizzate a chi è assolutamente a digiuno in materia. Come premessa, e seppur con eccessiva semplicità, si può affermare che il buddhismo può essere considerato, più che una religione vera e propria, un sistema psico-filosofico di vita.

Esso nasce dalla raggiunta illuminazione del principe Siddharta Gautama Sakyamuni (che significa saggio dei Sakya, appunto la sua famiglia di origine) nato nel 565 a.C. circa in India e morto nel 486, e si basa su una serie di insegnamenti orali di costui che possono essere sinteticamente riassunti in:

  Dopo circa mille anni di vita il buddhismo subisce uno scisma in due correnti tuttora esistenti:

Da questa corrente sono poi derivate altri due rami del buddhismo:

 

IMMAGINI DEL BUDDHA

In Birmania, come del resto in tutti gli altri paesi nei quali viene professato il buddhismo, durante la visita alle numerose pagode e agli altri luoghi di culto, non potrete evitare di restare sconcertati di fronte ad una ossessiva ripetizione e moltiplicazione, apparentemente uguale, di immagini di Buddha. E allora, per evitare giudizi approssimativi e tendere invece ad una maggior comprensione del fenomeno, può essere utile conoscere il significato simbolico delle varie posizioni.

La prima differenziazione viene fatta in base alla posizione principale nella quale è raffigurato il Buddha, che può essere:

All’interno delle suddette posizioni, la figura del Buddha può assumere altri particolari significati in base alle diverse proporzioni del corpo, al modo in cui è drappeggiata la veste e soprattutto in base alla posizione e alla gestualità delle mani

   

IL BUDDHISMO IN BIRMANIA

Come ogni buon fedele buddhista anche il birmano deve condurre una esistenza terrena tale che gli consenta che la sua prossima vita sia migliore dell'attuale.

Per raggiungere questo scopo il birmano deve:

La popolazione birmana crede nel concetto buddhista del KARMA (letteralmente dal sanscrito significa "azione") secondo il quale il buono genera il buono e il cattivo genera il cattivo. C'è la piena convinzione che ogni pensiero, ogni parola e ogni fatto abbiano un effetto sul karma.

Questa credenza nel karma porta ad un atteggiamento fatalistico verso la vita: tutto ciò che "ora" ci succede viene considerato causato dalle nostre azioni fatte in una vita passata e quindi ormai fuori dal nostro controllo nella vita attuale. In altre parole in questa vita non si può cambiare il presente né tantomeno il passato, però si può fare qualcosa perché possa cambiare il futuro.

Il buddhismo birmano, nonostante gli sforzi purificatori di re Anawratha e dei suoi successori, continua tuttora ad essere praticato in pieno sincretismo con:

 

CULTO ANIMISTA DEI NAT

Una affermazione semplicistica ma che in fondo rende benissimo l'idea della reale professione di fede dei birmani è la seguente. "Se si domanda ai birmani quale è la loro religione, essi ci risponderanno con sicurezza di essere buddisti ma, nello stesso tempo, di temere i nat."

I nat sono spiriti della natura che nella credenza popolare popolano montagne, alberi, fiumi e templi. Sembra che provengano da individui che hanno subito una morte violenta, magari assassinati e meglio ancora se divorati da animali feroci, e che poi si sono trasformati in uno spirito andando ad esercitare un certo potere su un luogo, su un mestiere o su una qualsiasi situazione umana come potrebbe essere quella degli ubriachi o degli automobilisti.

I nat più antichi e conosciuti sono 36, ma a questi, originari, nel corso dei secoli ne sono stati aggiunti molti altri con diverse personalità spesso alquanto pittoresche.

Il re Anarawtha dopo vani tentativi di sradicare il culto dei nat, si vide costretto ad acconsentire che le loro immagini potessero stare all'interno dei templi e degli edifici che sorgono nell'area delle pagode intorno agli stupa. Addirittura fu proprio lui a collocare alla base del sacro stupa della Shwezigon di NyaungU-Bagan le 36 statue dei nat del monte Popa, località considerata la dimora principale dei nat. E come se non bastasse, quasi come per voler confermare la realtà del sincretismo birmano che vede un buddhismo infarcito di animismo e di induismo, aggiunse un 37° nat prelevandolo dal Pantheon delle divinità induiste e lo fece re dei Nat.

Il culto popolare dei nat si estrinseca in offerte quotidiane di cibo, incenso e fiori deposte sia presso i piccoli altari domestici che molte famiglie mantengono nelle loro case, sia presso altari collocati all'interno di tempietti che sorgono nei dintorni delle pagode. Queste offerte hanno lo scopo di ingraziarsi il nat specifico al fine di evitare che disgrazie e problemi ricadano sull'individuo. A differenza della popolare adorazione dei santi nel cattolicesimo, santi che vengono pregati dal fedele a titolo di ringraziamento o tutt'al più di richiesta per ottenere una grazia, i nat vengono invece soprattutto adorati e officiati affinché non siano nocivi.

Una delle forme più comuni di offerta per i nat è quella rappresentata da una noce di cocco fresca, ancora coperta dalla sua buccia verde, che viene tenuta esposta su una mensola in molte case dei birmani; sarà cura del fedele porre la massima attenzione affinché nella noce di cocco ci sia sempre acqua: non appena l'acqua sarà terminata, segno che il nat l'ha bevuta tutta dimostrando di aver gradito l'offerta, il fedele dovrà provvedere alla sostituzione della noce di cocco con una nuova, fresca e naturalmente piena di acqua.

Anche nell'espletamento di normalissime attività fisiologiche si può avere un'idea del timore e del rispetto che ogni birmano dimostra di avere nei confronti dei nat. A questo proposito può essere indicativo il comportamento dell'uomo birmano quando si trova costretto a orinare in ambiente esterno: approfittando del suo longyi lo vedrete accucciarsi per terra e poi, come per volersi scusare per l'atto volgare e dissacrante, toccando il terreno con una mano,rivolgere una preghiera al nat del luogo.

A SPASSO PER LE PAYA BIRMANE

Superato il senso di disorientamento, inevitabile per un occidentale nei primi momenti, e a volte non solo, trascorsi in mezzo a quella congerie strampalata di statue, immagini, edifici, altari, tabernacoli, edicole, animali, fiori, colori, suoni, profumi, templi che popolano ogni paya birmana, potrebbe essere piacevole cercare di capire il significato di tutto quello che ci circonda. Magari sfruttando leggende, racconti, abitudini popolari. Purtroppo non sono riuscito a trovare una qualche pubblicazione che fosse capace di dare risposte esaurienti alle domande che ognuno di noi si pone quando si trova in mezzo a simili manifestazioni più o meno misteriose e puerili e quindi mi debbo limitare a illustrare quelle che, grazie a semplici spiegazioni ricevute dalla gente, ho avuto l'opportunità di capire.

Se qualcuno poi fosse a conoscenza di altre particolari manifestazioni di culto birmane, anche se frutto di puerili credenze popolari, sarò felice di accogliere la sua collaborazione pubblicando nel sito il suo contributo.

 

MONACHESIMO

Per i maschi birmani che vogliono rispettare i dettami della loro religione buddhista esiste l'obbligo di "farsi" monaci almeno due volte nella vita:

A questi monaci temporanei, si aggiungono poi i monaci a vita che, diversamente dai precedenti vestiti di rosso chiaro, sono invece vestiti di rosso scuro

I principali obblighi del monaco, che dovrebbero essere rispettati sia dal temporaneo che da colui che ne ha fatto una scelta di vita, sono i seguenti

Il monaco ha con sé solo un rasoio, una tazza, un filtro per gli insetti, un ombrello e un contenitore in lacca per raccogliere il cibo e le offerte che riceve dai fedeli.

La sua occupazione principale è l'insegnamento.

Naturalmente anche per quelli che avessero scelto di dedicarsi al monachesimo per la vita è sempre consentito un volontario ripensamento e l'inevitabile allontanamento dall'ordine. Di contro se un monaco viene scoperto in fragrante disobbedienza verso le regole monastiche non potrà evitare di venire esposto al pubblico disprezzo.

Anche per le donne è prevista la possibilità di entrare a far parte di una comunità monastica, anche se in realtà non espressamente contemplate dalla religione buddhista. Nonostante una minore diffusione rispetto agli uomini, non sarà difficile avere l'occasione di incontrarne qualcuna facilmente individuabile da un vestito rosa e dalla testa completamente rasata.

 

 

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