LA
SHWEDAGON PAYA DI YANGON |
Per motivi turistico-organizzativi, che come al solito male si armonizzano
con i tempi necessari alla creazione delle atmosfere, la visita alla mitica
Shwedagon
Paya di Yangon (ex Rangoon) viene abitualmente
effettuata dal turista occidentale nello stesso giorno del suo arrivo
in Birmania. E così, soprattutto se si tratta della "sua prima volta"
in oriente, potrà facilmente rivelarsi un impatto piuttosto sconcertante.
Dopo una intera notte trascorsa in aereo, col fuso orario sballato di
otre sei ore, il viaggiatore
si ritrova a camminare a piedi nudi insieme a decine di fedeli sconosciuti
e vestiti in modo strano, in mezzo a edifici fantastici dalle forme
apparentemente improponibili per il suo occhio abituato alle eleganti
forme romaniche e gotiche, il tutto pervaso da una atmosfera fantastica,
colorata, luminosa,infantile,
gioiosa,
musicale. |
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.....poi,
lentamente, comincia a superare il senso di disagio e allora, pieno di
entusiasmo e di curiosità troverà bello lasciarsi andare per seguire
la corrente della folla percorrendo in senso orario l’ampia piattaforma
circolare, che per oltre 300 metri circonda il magnifico stupa centrale,
fiancheggiata da una miriade di tabernacoli, tempietti,
statue di Buddha
e di altre divinità,
immagini di animali,
edicole, piccoli edifici per la sosta e la preghiera
dei pellegrini e naturalmente decine di altri stupa di tutte le dimensioni. Le foto 18,21,22,23 e 24 sono state gentilmente concesse da Silvia e Marco Scattolon , mentre le immagini 1,2,3,6,7,9,10,11,12, 13,14,15,16,17,19 e 20 sono state tratte da una pubblicazione ufficiale del Myanmar della quale sono spiacente di non poter citare gli estremi in quanto scritta in lingua e alfabeto birmano. |
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