"IL SEMICUBO BIANCO ALLE SPALLE DEL DUOMO SI TRASFORMA IN UN PEZZO DI MONUMENTALITA' NUOVA, VISCERALMENTE ANTIRETORICA, CHE NULLA HA DA SPARTIRE CON GLI ASPETTI VOLGARI E APPARISCENTI DELLA PROPAGANDA"1

 

 

 

La frase, secondo me, sottintende tutto il " mondo Terragni": quello dell'uomo e dell'architetto; il sovrapporsi di un credo politico al lavoro di un uomo.

L'autore fa riferimento alla Casa del Fascio, una delle sue opere più rappresentative: è considerata la sintesi originale del Razionalismo Italiano.

La sua forma stereometrica chiara, pura, compatta, così diversa dall'ambiente, ne è da esso esaltata tanto da divenire una nuova espressione di monumentalità.

E' il frutto del suo credo nel fascismo che ritiene apportatore di progresso, efficienza e trasparenza.

La sua fede è cieca, assoluta, mistica.

La sua architettura resta incontaminata e limpida, scevra da compromessi dovuti dalla faccia del potere.

Questo è ciò che possiamo "leggere" nell'ultima parte della frase che può anche preludere a quella che sarebbe stata la delusione dell'uomo, in guerra, in primalinea, ad uccidere "tanti" per i quali aveva studiato e progettato.

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1 Antonino Saggio, "Giuseppe Terragni. Vita e opere", Bari, Laterza, 2004, p.43