Torino: storia, arte, cultura

 

Glossario

 

Abside: parte terminale della navata centrale delle chiese cristiane, dietro l’altare, di forma semicircolare o poligonale, quasi sempre coperta da una semicupola che prende il nome di catino absidale.

Aggettante: sporgenza rispetto al piano di un muro perimetrale, che viene sorretta da travi o mensole.

Anfiteatro: edificio teatrale romano, di forma ellittica, destinato ai giochi dei gladiatori, alle naumachie e varie manifestazioni pubbliche. E’ formato da un’arena centrale circondata da gradinate digradanti per gli spettatori.

Arcata: organismo architettonico costituito da una serie continua di archi o di volte sostenute da ritti.

Architrave: elemento architettonico che sovrasta un vano, poggiando orizzontalmente su sostegni verticali (colonne, pilastri, ecc..).

Arte Gotica: in Italia dalla fine del Duecento alla fine del Trecento, è uno sviluppo dell'arte romanica ed è caratterizzata, in architettura, da slancio verticalistico, da archi a sesto acuto, da volte ad ogiva, da pilastri polistili e da vetrate policrome. In Piemonte l'arte gotica è rappresentata da costruzioni in mattone e da edifici di contenute dimensioni. Le chiese sono adorne di portali strombati, contrafforti, bifore, ghimberghe, pinnacoli e guglie.

Arte Medioevale: contrariamente alla concezione illuministica che considera il Medioevo come periodo di arte barbara, vediamo, in quest'età, il fiorire di forme culturali di alto valore. Dividiamo quest'epoca in tre periodi:

  1. quello dell'arte paleocristiana (dal sec. IV d.C. all'800)
  2. periodo preromanico (dall'800 al Mille) e Romanico (dal Mille al Duecento)
  3. l'arte gotica in Italia (dalla fine del Duecento alla fine del Trecento).

Arte Paleocristiana: dal 313 d.C. (anno dell'Editto di Costantino) si diffonde un rinnovamento profondo, determinato da esigenze spirituali, con la definizione di nuove forme architettoniche, soprattutto per quanto riguarda la disposizione della Basilica e con la determinazione di nuovi significati simbolico-cristiani alle espressioni artistiche in sculture, mosaici, pitture.

Arte Rinascimentale: avviene una "rinascita" dopo il Medioevo. L'arte torna ad essere imitatrice della natura. Se nel Medioevo Dio era al centro dell'interesse, ora l'uomo diventa centro del mondo. L'artista ricrea la natura ordinandola mediante le leggi matematiche della prospettica geometrica. Si ricercano le proporzioni dell'uomo, rifacendosi ai trattati e alle regole poste dagli artisti dell'antichità classica, si studiano i canoni secondo i quali è realizzata la scultura classica greca e romana. In architettura ci si rifà alle regole di armonia ed equilibrio che caratterizzavano le costruzioni greche. Si ricerca una forma di bellezza idealizzata, indagando la natura nel suo valore cosmico.

Arte Romana: i Romani, popolo di soldati e conquistatori, sintetizzando elementi tratti dall'arte etrusca e greca, diedero vita ad un'arte nuova. Il loro interesse preminente si volse all'architettura, di cui fecero uno strumento propagandistico e che si espresse in modo saldo e grandioso, ma anche in forme armoniche. La loro visione, essenzialmente pratica, si espresse in forme funzionali, concepite con nuovi sistemi costruttivi e messe in opera in edifici e monumenti di tipo nuovo.

Arte Romanica: dall'800 al Mille (periodo preromanico) e dal Mille al Duecento (periodo romanico). Corrisponde, come epoca, al fiorire dei Comuni e delle Repubbliche marinare italiane. Nasce in Lombardia e nella valle Padana. L'architettura è caratterizzata da una severa semplicità, da forme massicce e da edifici costruiti in pietra e in mattoni (soprattutto in Piemonte). Gli interni sono avvolti nella penombra; predomina il pieno sul vuoto. I campanili sono massicci e adorni da bifore e trifore.

Attico: piano che si sviluppa sopra il cornicione per occultare il tetto.

Avancorpo: la parte che sporge dal corpo centrale di un edificio.

Avondo, Vittorio (Torino, 1836 - 1910): pittore e cultore di arte frequenta per quattro anni la scuola del Calame a Ginevra contemporaneamente ad Antonio Fontanesi. Dopo Ginevra passa alcuni anni a Roma, infine si stabilisce a Torino, dove trascorre la maggior parte della sua vita. Per due anni le sue tele sono respinte dalla Promotrice; poi mano a mano egli si impone e diviene con il Fontanesi uno dei maggiori rinnovatori del paesaggio in Piemonte. Fa anche parte del gruppo di Rivara.

Balaustra: struttura a colonnine (balaustri), collegate da un basamento e da una cornice superiore. Oltre che come parapetto per scale e terrazzi, serve come coronamento di un edificio o come separazione tra presbiterio, abside e navata della chiesa cristiana.

Balla, Giacomo (Torino, 1871 - Roma, 1958): autodidatta, inizia la sua esplorazione artistica dipingendo "en plein aire"; ben presto adotta la tecnica divisionista con la quale ritrae il mondo degli operai e degli "esclusi". Rende ufficiale la svolta della sua produzione con la firma al Manifesto della pittura futurista. Si dedica in particolare allo studio del movimento in quadri come: "Dinamismo di un cane al guinzaglio". L’opera di Balla è stata rivalutata di recente con mostre retrospettive organizzate in Europa e negli Stati Uniti.

Barocchetto: termine che indica lo stile diffusosi in Italia nel XVIII secolo e corrisponde al Rococò, diffusosi nello stesso periodo in Francia. La parola coniata in età neoclassica esprime un giudizio negativo sull’arte che segue quella del periodo barocco e che si esprime in forme più leggere e caratterizzate da maggior raffinatezza, rispetto allo stile precedente.

Barocco: fu usato dalla critica ottocentesca con intento spregiativo per disegnare, nell’arco del ‘600 e di buona parte del ‘700, l’ampollosità, la teatralità, il simbolismo. Solo agli inizi del XX secolo la critica cominciò a chiarire la realtà del Barocco, una grande corrente artistica che si sviluppò soprattutto nelle arti figurative e sorse in Italia nel periodo della Controriforma; ebbe il suo maggiore centro di diffusione a Roma. L’architettura fu caratterizzata da una nuova libertà piena di fantasia nella ricerca del movimento. I maggiori rappresentanti furono: Bernini, Borromini, Guarini.

Bastione: struttura difensiva, generalmente a pianta poligonale, presente lungo la cinta muraria della città.

Beato Angelico, Guido di Pietro detto (Vicchio di Mugello, FI 1359 ca – Roma 1455): le opere riconducibili al primo periodo della sua attività pittorica denunciano ancora l’influenza di una pittura tardogotica. In questi anni l’Angelico è considerato il maggior pittore fiorentino, in grado di porre le basi di una forma moderna di arte sacra, come l’interno del convento San Marco a Firenze e la pala dell’altar Maggiore di San Marco. Dal 1446 é a Roma per affrescare le storie di S. Stefano, S. Lorenzo e S. Ludovico nella cappella Niccolina in Vaticano.

Beaumont, Claudio Francesco (Torino 1694 - 1766): fu allievo di Francesco Trevisani a Roma, dove rimase per molti anni, inviando opere ai reali di Savoia. Tornato a Torino attese in Palazzo Reale la decorazione della Camera della Regina. La sua attività culminò con gli affreschi della Sala d'Armi, a cui egli attese dal 1738 al 1743, e dove evidente è l'influsso della pittura napoletana. Dell'opera del Beaumont restano esempi oltre che nel Palazzo Reale nelle chiese di Torino(alla Misericordia, a S.Croce, al Carmine) e in Piemonte a Moncalieri, Pinerolo, Chieri e Mondovì.

Bellotto, Bernardo (Venezia, 1721 – Varsavia, 1780): nipote del Canaletto, il Bellotto entra giovanissimo nella bottega dello zio, dove apprende l’arte e la tecnica del vedutismo. A vent’anni compie un soggiorno di studio a Roma, dove disegna e dipinge vedute della città e delle sue antiche rovine; qui si distaccò dai modi del Canaletto. Nel 1745 si reca a Torino dove, per i Savoia, dipinge l’antico ponte sul Po e i bastioni di Palazzo Reale. Il Bellotto fu anche un finissimo incisore.

Bertola, Antonio (Muzzano, 1647 - 1719): ingegnere militare, ricordato soprattutto per l’incarico come capo del genio militare nell’assedio di Torino al sevizio di Vittorio Amedeo II nel 1706. Progetta i due forti della Brunetta e di Fenestrelle.

Bifora: finestra la cui apertura è spartita a metà da una colonnina o da un pilastrino. Tipica dell’età gotica, viene poi ripresa nella prima età rinascimentale.

Bistolfi, Leonardo (Casale Monferrato 1859 - Torino 1933): scultore italiano, studiò a Brera, interessandosi particolarmente alla scultura di G. Grandi e alla pittura di T. Cremona. Fu anche disegnatore e autore di medaglie.

Blasone: stemma di famiglia.

Bonsignore, Ferdinando (Torino 1760 – 1843): architetto italiano. Progettò in chiave sobriamente scenografica la chiesa neoclassica della Gran Madre di Dio a Torino, ispirata alle forme del Pantheon, e la facciata del Santuario di Vicoforte a Mondovì. Fu anche incisore ed elegante disegnatore di mobili.

Borromini, Francesco Castelli detto (Bissone, Canton Ticino, 1599 - Roma 1667): architetto italiano. La sua attività ebbe inizio a Milano, dove probabilmente lavorò come scalpellino nel cantiere della Fabbrica del Duomo. La complessità geometrica delle piante degli edifici borrominiani riflette il contrasto di forze e di tensioni che fa da costante nucleo generatore delle invenzioni dell’artista. Negli interni, l’effetto di modellazione plastica è accentuato dal candore delle pareti rivestite di umile intonaco, al posto delle preziose incrostazioni predilette da altri architetti barocchi; e vi contribuiscono sia la calcolata incidenza e diffusione delle luci, sia la straordinaria ricchezza degli elementi decorativi, intimamente legati alle strutture architettoniche in una rete fittissima di richiami ritmici e simbolici.

Bovindo: dall’inglese "bow-window" (finestra ad arco). Corpo chiuso, a pianta circolare, rettangolare o poligonale, anche a più piani, che sporge dalla facciata di un edificio. E’ dotato di ampie finestre.

Bugnato: opera di muratura ottenuta con bugno, cioè pietre squadrate, sbozzate, che sporgono dalla superficie del muro. Secondo la forma delle bugne, si distingue un bugnato liscio, leggero rilievo, un bugnato rustico, a bugne rozzamente lavorate e molto rilevate, e un bugnato a punte di diamante, nel quale la sporgenza delle bugne ha forma piramidale. Noto fin dall’antichità, fu rivalutato in tutte le sue forme e ampiamente usato a partire dal Rinascimento.

Campata: spazio compreso tra due elementi di sostegno adiacenti (colonne, pilastri). Nella navata della chiesa è lo spazio compreso tra quattro colonne o pilastri contigui.

Canova, Antonio (Possagno, 1757 - Venezia, 1822): svolse il suo apprendistato in Veneto, dove frequentò anche i corsi dell'Accademia e in seguito aprì il suo primo studio di scultore. Si trasferì a Roma, dove approfondì la sua conoscenza della scultura classica e frequentò i corsi di nudo. Egli si affermò ben presto con una serie di prestigiose commissioni culminanti nel Monumento a Clemente XIV e nella Basilica di San Pietro. Nell'ultimo decennio del secolo creò alcune celebri opere marmoree, come Amore e Psiche e venne anche chiamato a Parigi per eseguire il Ritratto di Napoleone Bonaparte. Nel primo decennio dell'Ottocento lavorò ancora per la famiglia Bonaparte. Si recò a Londra per ammirare i marmi appena giunti dal Partenone di Atene. In quest'ultima fase della sua attività Canova fece erigere a Passagno un tempio ispirato al Pantheon di Roma. Qui sono conservate le spoglie dello scultore, morto a Venezia nel 1822.

Cantoria: tribuna sopraelevata spesso riccamente decorata, in cui trovano posto i cantori che accompagnano la liturgia nelle chiese cristiane. Non ha posizione fissa: può trovarsi nell’abside, nel transetto, o, come avviene soprattutto dal Cinquecento in poi, sopra la porta d’ingresso insieme all’organo.

Capitello: elemento architettonico posto tra la colonna e il muro soprastante. Il capitello classico è di quattro tipi, secondo gli ordini architettonici dorico, ionico, corinzio e composito, quest’ultimo tipico dell’architettura romana, che unisce elementi ionici e corinzi. Assai diversi da quelli dell’antichità classica, i capitelli elaborati dall’architettura occidentale sono decorati fin dal Medioevo con figurazioni animali e vegetali.

Caprina, Meo del: architetto e scultore toscano del XV secolo. Nativo di Settignano, lavora a Roma con Giuliano da Sangallo. A Torino, su disegni di Baccio Pontelli, erige la cattedrale, in cui si notano richiami dell’architettura albertiana nello schema, brunelleschiana nei motivi.

Castellamonte, Amedeo di: nato a Torino nel 1610. Figlio e collaboratore di Carlo, in seguito continua l’opera del padre come architetto e ingegnere ducale, dando prova di un notevole talento urbanistico. Tra le sue realizzazioni più importanti, tutte a Torino, abbiamo: Palazzo Reale con il relativo collegamento a Piazza Castello, il progetto d’ampliamento della città verso il Po e il progetto della Cappella per la Sindone.

Castellamonte, Carlo di: è un architetto italiano; diede a Torino il volto edilizio e urbanistico di una capitale. Si devono a lui la continuazione di via Roma, il progetto di Piazza San Carlo con le due chiese simmetriche di San Carlo e Santa Cristina, e numerosi interventi in castelli e ville reali come il Castello del Valentino, la Villa della Regina, il Castello di Rivoli e il Castello di Mondovì.

Cioccolato: quando Emanuele Filiberto combatté accanto agli spagnoli conobbe il cioccolato, che arrivò in Spagna sulle navi di Cortés dal Nuovo Mondo appena scoperto. Fu proprio lui a portare a Torino la prima quantità di semi di cacao, affidandola a dei pasticcieri di corte. Alla fine del 1600 la lavorazione del cioccolato a Torino fu molto fiorente e produttiva, circa 350 Kg al giorno; la si esportò anche in Austria, Germania, Francia e Svizzera. Infatti, la prima fabbrica di cioccolato fu fondata proprio da Francois Louis Caller in Svizzera, dopo un apprendistato a Torino. Qui l’arte della cioccolateria continuò ad essere coltivata con passione da molte botteghe artigiane e la bevanda del cacao diventò molto popolare. Nei primi anni del Settecento la prima colazione dei torinesi privilegiati è la bavaresia, una bevanda a base di caffè, cioccolata e latte, che veniva servita in un bicchiere e che, un secolo dopo, dal suo stesso contenitore, un piccolo bicchiere con supporto e manico di metallo, verrà detta biciern. In seguito conobbe piano piano altre lavorazioni: fu solidificata e consumata fredda. In questo modo nacquero i primordiali cioccolatini, detti diablotin e con il passare del tempo, comparvero i givu, gli antenati dei giandujotti, ossia i cioccolatini a base di cacao e nocciole, che incarnano tra tutti gli altri l’immagine della città di Torino, consacrandola capitale del cioccolato e di ogni dolcezza.

Colonna: elemento architettonico, verticale con funzione di sostegno, a base circolare. Proporzione e decorazione variano a seconda dell’epoca e dello stile. Nella colonna classica si distinguono tre parti: base, fusto e capitello. A seconda del tipo di capitello si distinguono colonne doriche, ioniche e corinzie. Il fusto può essere liscio o scanalato, le colonne sono architravate o archivoltate a seconda che la colonna sostenga un architrave o un arco.

Contrafforte: struttura di sostegno applicata ad un muro, che bilancia la spinta di un arco o di una volta che poggia in quel punto. E’ caratteristico dell’architettura gotica.

Cornicione: grossa cornice, spesso retta da mensole, che circonda la sommità di un edificio.

Coro: parte della chiesa, situata dietro l’altare maggiore ma che può anche esser posta al centro della navata, dove siedono i cantori che accompagnano la liturgia nelle chiese cristiane. Nelle chiese conventuali è riservata ai soli religiosi.

Costolone: nervatura posta sulle cupole o nelle volte, specialmente a crociera, con funzione estetica e costruttiva di scarico del peso sulle strutture di sostegno.

Croce, Francesco (Milano 1696 - 1773): architetto italiano. Oltre a numerose realizzazioni in Milano (l’Ospedale Maggiore, Porta Tosa, Palazzo Monti) e in varie località della Lombardia, svolse un ruolo di primo piano come architetto della Fabbrica del Duomo. Fu tra gli esponenti più rilevanti del barocchetto lombardo, ma molte sue opere manifestano un gusto di transizione tra rococò e neoclassico.

D’Andrade, Alfredo (Lisbona, 1839 - Genova, 1915): di origine portoghese, ma naturalizzato italiano, studia all’Accademia linguistica di Genova. Un breve periodo passato in Svizzera, gli fa conoscere Fontanesi e la pittura di paesaggio, che rimane la sua passione dominate. Crea le sue migliori tele tra il 1865 e il 1870, pervase da un senso delicatamente elegiaco della natura e sente nascere davanti allo spettacolo dei resti feudali delle valli piemontesi le prime curiosità archeologiche. Compie delle ricerche sulla vita, l’archeologia, il costume, l’architettura del Medioevo feudale e cavalleresco. Continua intanto la serie dei restauri, i quali dimostrano sempre un attento e scrupoloso rispetto delle forme del passato. Nel 1884, a Torino, idea la costruzione della Rocca e del Borgo Medievale nel parco del Valentino, riproduzione composita di architetture gotiche piemontesi. Alcuni suoi dipinti si trovano al museo civico di Torino, che possiede anche la cospicua serie dei suoi disegni riproducenti momenti e particolari di arredamento medievale.

De Amicis, Edmondo (Oneglia 1846 – 1908): giornalista e ramanziere di (Bozzetti di vita militare, Costantinopoli, Sull’oceano) e del celebre Cuore di ispirazione sentimentale e di intenti educativi. Autore di libri di ricordi e di viaggi.

Delleani, Lorenzo (Pollone, Biella, 1840 - Torino, 1908): pittore che è allievo della accademia Albertina di Torino. Per circa venti anni concentra la sua pittura sul genere storico. Dal 1880 sposta la sua attenzione sulla pittura di paesaggio. A questo secondo periodo della sua arte, appartengono la numerosa quantità di quadri e bozzetti che prendono ispirazione dal paesaggio nativo biellese. Da questi dipinti si comprende la concitazione impetuosa e l’impressione immediata, due elementi fondamentali per lo stile di questo pittore, basato su dipinti di getto e sulla pennellata energica che ha una foga ed un’espressività modellatrice.

Dentellato: piccoli blocchi di pietra in forma di parallelepipedi e simili a denti, separati da stretti intervalli posti tra il fregio e il gocciolatoio.

Duprè, Giovanni (Siena 1817 - Firenze 1882): scultore formatosi all'accademia senese dove studiò ornato e subì l'influsso di L. Bartolini. Nella sua arte fondamentalmente accademica unisce un superficiale naturalismo ad alcune reminiscenze del'400 toscano. Colpì l'alta società del suo tempo per il suo eclettismo e per un tentativo di compromesso tra idealismo e verismo. E' di Duprè il monumento dedicato a Cavour a Torino.

Eclettismo:si diffonde in Italia nella seconda metà dell'Ottocento. E' caratterizzato dalla sintesi tra i sistemi costruttivi già moderni e razionali e gli abbondanti inserimenti negli edifici di stucchi, cementi decorativi, riferimenti a forme rinascimentali, barocche, ma anche gotiche, ellenistiche. Le tecniche sono talvolta singolarmente evolute, di audacia ammirabile; gli edifici sfruttano talvolta il vetro e il ferro e le strutture evidenziano inconfondibili segni della praticità costruttiva moderna.

Einaudi, Luigi (Carrù, CN 1874 – 1961): economista e uomo politico, ha sempre propugnato i principi dell’economia di mercato e del liberalismo politico. Fu professore di Scienza delle finanze all’Università di Torino. Avversò il fascismo e dovette emigrare in Svizzera; dopo la liberazione fu governatore della Banca d’Italia, vice presidente del Consiglio e Ministro del Bilancio. E dal 1948 al 1955 coprì la carica di Presidente della Repubblica.

Ferrari, Defendente: pittore piemontese presente attivamente nel panorama artistico dal 1500 al 1535. Le notizie sulla sua vita sono molte poche e di certo sappiamo solo che nel 1530 aveva avviato una bottega a Chivasso. La sua arte discende dalla scuola dello Spanzotti ed in alcune sue opere lo stile è talmente simile che attribuire l'autenticità risulta molto difficile. Ferrari predilige un gusto ancora gotico con un'accentuazione delle linee di contorno, un colorito gustoso e particolaristico, un lumeggiare espresso con piccole linee spezzate ed una forte originalità cromatica. La maggior parte delle sue opere è sparsa per il Piemonte occidentale ed il vercellese.

Ferrari, Gaudenzio (Valduggia 1475 - Milano 1546): pittore e plasticatore. Inizia a lavorare a Varallo dove realizza grandi cicli affrescati e collabora alle decorazioni del duomo di Como. La sua attività si trasferisce a Vercelli, a Saronno ed infine a Milano. La sua formazione lombarda, sensibile agli influssi dell’arte tedesca conosciuta anche attraverso le stampe del Dürer, prese spunto dalla pittura dell’Italia centrale. La naturalezza e la vivace vena decorativa rappresentano due caratteristiche tipiche di questo artista.

Garove, Michelangelo (Bissone, lago di Lugano1650 - Torino 1713): architetto civile e militare. La sua attività comincia a fianco di Guarini dal quale subisce molte influenze artistiche. Prende parte a molti monumenti di Torino e dintorni come il castello di Racconigi, il collegio dei Nobili, la chiesa di S. Filippo Neri, la cappella nel duomo di Vercelli, palazzo Asinari, la chiesa dell'Annunziata e la parrocchia di S. Martino. Garove trasforma gli impulsi organici e materici del suo maestro Guarini in un impegno classicistico.

Ghimberga: specie di frontone triangolare, molto allungato che sormonta l’archivolto dei vasti portali o delle finestre del periodo gotico.

Gianduja: il teatro Gianduja prende il suo celeberrimo nome dalla maschera torinese Gianduja. Gianduja venne Gianduja.jpg (8029 byte) proclamato re del carnevale in occasione del III Congresso delle maschere italiane. In quella circostanza fu anche codificato l’abto: giacca di panno bruno, panciotto giallo, calzoni verdi corti, tricorno settecentesco e parrucca con codino. Nell’Ottocento non è solo considerato un burattino, ma anche un personaggio di impegno civile; è anche la voce del buon senso popolare, dello sdegno tagliente che s’innalza contro la corruzione e la pigrizia delle istituzioni.

Giandujotti: furono immessi per la prima volta sul mercato nel 1865 in occasione del Carnevale, festa grandiosamente celebrata in città. Il nuovo cioccolatino portava il nome della maschera torinese per eccellenza: il Gianduja. L’arte degli artigiani cioccolatieri era affidata a molti piccoli laboratori, senza insegne o vetrine, individuabili dal profumo avvolgente e tentatore del cioccolato, o ad aziende di risonanza internazionale, come Peyrano, Baratti & Milano, Giordano, l’unica azienda che produce ancora il giandujotto tagliato a mano con le "coltelle". La grande tradizione dolciaria torinese, considerata la più pura, è racchiusa nel nome dei Fratelli Peyrano, eredi di una dinastia di cioccolatieri molto rinomata, che non vogliono cambiare l’impostazione artigiana della loro azienda che sorge proprio dove è nata, ossia in un vecchio caseggiato lungo il Po, di fronte al Valentino. Una dimensione che permette di mantenere inalterata la quantità dei prodotti, di una gamma infinita di delicatezze, che conta per i cioccolatini, più di sessanta diversi e golosissimi tipi.

Gonin, Francesco (Torino, 1808 - Giaveno 1889): pittore e illustratore, studia all’accademia di Torino. È uno dei primi a sperimentare in Italia la litografia. Ritratti, quadri storici e di genere, e numerosi affreschi si trovano nel palazzo Reale, nel castello di Racconigi, nel palazzo Carignano, nelle chiese di S. Massimo, S. Dalmazzo e Santissima Annunziata, nel palazzo D’Azeglio.

Guala, Pier Francesco: nato nel 1698 a Casale Monferrato, è sensibile alla pittura novarese e genovese del primo quarto del ‘700. Esegue vari lavori nel Casalese, lasciandoci una vasta produzione. Del periodo milanese, negli ultimi anni della sua attività, restano affreschi e ritratti.

Guarini, Guarino (Modena 1624 - Milano 1683): architetto, trattatista, filosofo, matematico italiano. Frate dell’ordine dei teatini, trascorse il periodo di noviziato a Roma, dove potè conoscere l’opera di Borromini; poi, dopo un soggiorno a Modena, iniziò una lunga serie di viaggi al servizio del suo ordine, dedicandosi all’insegnamento della matematica e della filosofia e alla progettazione di edifici religiosi. Carica di difficili e spesso oscuri significati simbolici, la sua opera è basata su un lucido metodo di combinazione e organizzazione di "cellule" spaziali e caratterizzata da un’estrema apertura alla sperimentazione e all’accoglimento di modelli molteplici (dall’architettura gotica a quella ispano-araba).

Incunabolo: libro senza frontespizio, stampato nel XV secolo, quando l’arte della stampa era agli inizi; primo prodotto dell’arte tipografica.

Interturrio: cortina muraria, con portali (fornici) e file di finestre, che collega due torri, nelle porte delle città di origine romana; tratto di mura fortificate tra due torri, con funzione difensiva.

Juvarra, Filippo (Messina, 1678 – Madrid, 1736): dopo un apprendistato artigianale come orafo e cesellatore, Juvarra giunge a Roma, dove studia architettura con Francesco e Carlo Fontana. Pochi anni dopo, egli progetta la cappella Antamori nella Chiesa di San Gerolamo della Carità, la sua prima e unica opera romana. Al servizio di Vittorio Amedeo II di Savoia, dal 1714, realizza alcune delle sue più importanti architetture, in cui riprende elementi della tradizione classica italiana, del barocco romano e dell’architettura europea contemporanea. A Torino costruisce la Basilica di Superga, la facciata della Chiese di Santa Cristina, progetta un terzo ampliamento della città verso occidente, con l’edificazione di Palazzo Martini di Cigala, dei Quartieri Militari e della Chiesa del Carmine; costruisce inoltre la Palazzina di Caccia di Stupinigi e disegna la facciata e lo scalone di Palazzo Madama. Su invito del re Filippo V, Juvarra giunge a Madrid, dove esegue i progetti per il Palazzo Reale.

Jaquèrio, Giovanni: figlio del grande pittore Jacopo Jaquèrio; esercita l'arte della pittura dal 1369 al 1403.

Lanterna: elemento architettonico posto, allo scopo d’illuminazione, alla sommità di cupole o volte.

Léger, Fernand (Argentan 1881 - Gif-sur Yvette,Sein-et-Oise 1955): pittore francese, partito da una pittura post-impressionista e cézanniana, si avvicinò ai modi fauves e tentò una scomposizione dell’immagine più avanzata in senso cubista. Il suo stile si articolò in forme curve, coniche, cilindriche, come sezioni di corpi e di cose, presentando una colorazione primaria a stesura larga. In seguito, strutturò composizioni di elementi meccanici che esprimono i suoi interessi per la civiltà industriale e per il mondo del lavoro.

Lesena: risalto verticale su una superficie muraria avente forma tale da poter esser assimilato a sezione orizzontale rettangolare, sporgente leggermente dalla superficie stessa.

Liberty: movimento artistico sviluppatosi tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 e diffusosi in tutta Europa. Assume anche denominazioni diverse come Floreale (in Italia), Art Nouveau (in Francia), Jugenstil (in Germania), Modern Style (in Inghilterra), Sezessionstil (in Austria), Modernismo (in Spagna). E’ caratterizzato dall’imitazione di elementi della natura come fili d’erba, fiori come l’iris, rosette, fiamme, viticci, onde, liane ondulate a movimenti morbidi e colpi di frusta. In architettura è caratterizzato da una ricerca di continuità tra esterno e interno e valorizzazione dei prodotti dell’artigianato e delle arti minori.

Lunetta: arco sopra una porta o finestra a tutto sesto, a sesto acuto, etc.

Madama Reale: le "Madame Reali" sono due: Cristina di Francia e Giovanna Battista di Savoia-Nemours. La prima nacque a Parigi nel 1606 e sposò Vittorio Amedeo I duca di Savoia. Alla morte di quest'ultimo divenne reggente del ducato in nome dei figli, che governò fino alla sua morte (1663). E' considerata una delle figure di maggior spicco nella storia sabauda. Riuscì a difendere l'autonomia del ducato minacciata dal cardinal Richelieu. Sul piano interno, attivò una notevole opera di consolidamento delle strutture statali. Dimora preferita di Madama Cristina fu il Castello del Valentino. Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda "Madama Reale", sposò Carlo Emanuele II. Alla morte del duca divenne reggente in nome del figlio Vittorio Amedeo II. Figura assai più pallida della prima, fu totalmente succube di Luigi XIV, che mirava al vassallaggio del Piemonte. Mostrò uno spiccato interesse per le raffinatezze presenti nel campo edile ed artistico. Morì nel 1724.

Mantegna, Andrea (Isola di Carturo, Padova 1431 – Mantova 1506): apprendista nella bottega padovana di Francesco Squarcione, nel 1448 si emancipa dal maestro e assume per la prima volta un impegno autonomo, sia pure suddiviso con Nicolò Pizolo: la decorazione della Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani di Padova. Nel corso della realizzazione di questa cappella, il pittore altre opere. Dopo ripetute pressioni da parte del duca Ludovico Gonzaga, Mantegna si trasferisce a Mantova, dove assume la prestigiosa posizione di pittore ufficiale. Il maestro realizza qui alcune delle sue opere fondamentali: "Morte della Vergine" e gli affreschi della Camera degli Sposi. Mantegna è sempre stato celebrato come colui che ha offerto l’esempio di un confronto con la tradizione classica.

Marocchetti, Carlo: scultore italiano che frequentò gli studi a Parigi e successivamente si trasferì a Roma, nell'Accademia di Francia. Nel 1848 seguì Luigi Filippo a Londra e partecipò regolarmente alle esposizioni del Royal Academy. Nonostante la formazione classicista i suoi monumenti equestri (es: Emanuele Filiberto, 1838 Torino) sono originali affermazioni del gusto romantico in scultura, per la scelta del tema storico cavalleresco, la trattazione vibrante delle masse e gli effetti luministici.

Martini, Simone (Siena 1284 ca - Avignone 1344): pittore italiano ritenuto molto importante, grazie alla sua personalità a noi nota fin dalla prima opera "La maestà del palazzo pubblico di Siena". Riferimento rilevante per l'artista è l'opera di Duccio Di Boninsegna. La sua formazione è influenzata dalle sculture di Giovanni Pisano, nel Duomo di Siena. Interpreta temi sacri e profani, sfruttando la potenzialità del linearismo e nel corso degli anni '20 e '30 realizza diverse opere tra cui il "Ritratto equestre del condottiero Guidoriccio Da Fogliano" esposto nel Palazzo Pubblico di Siena. Alla corte papale di Avignone incontra Petrarca: per lui dipinge il ritratto di Laura, oggi perduto.

Mastio: torre principale di un castello o di una rocca, per lo più di forma quadra o rotonda, più alta delle circostanti fortificazioni.

Mastroianni, Umberto: nasce a Fontana Liri, in provincia di Frosinone nel 1910. Scultore di statue e potenti bassorilievi, nel 1926 si trasferisce a Torino. Il suo linguaggio giunge ad esprimersi in opere monumentali. L'influsso del Futurismo diede luogo a lavori costruiti con bruschi passaggi e proiezioni triangolari. Muore nel 1998.

Mensola: elemento architettonico incastrato in un muro, per sostenervi un oggetto.

Messina, Antonello da (Messina, 1430 – Venezia, 1479): la formazione iniziale di Antonello da Messina si colloca a Napoli, dove entra in contatto con una cultura aperta a esperienze fiamminghe, spagnole e provenzali. Le sue prima opere sono frutti di un precoce interesse per l’arte dell’Italia centrale. Una sintesi tra la spazialità italiana e il particolarismo descrittivo dei fiamminghi è rappresentata dal "Ritratto d’uomo di Cefalù". Soggiorna a Venezia dove esegue alcuni capolavori come la Pala di San Cassiano.

Modigliani, Amedeo (Livorno, 1884 – Parigi, 1920): comincia a frequentare nel 1898 la scuola di pittura; a Firenze frequenta l’Accademia di Belle Arti. Egli si interessa prima alla pittura dei maestri viennesi e poi ha occasione di confrontarsi con i maestri Fauves e con il cubismo di Picasso, ma è soprattutto la pittura di Cézanne a impressionarlo. Si dedica alla scultura, influenzato dall’arte africana.

Mollino, Carlo (Torino 1905): laureatosi in architettura nel 1931 a Torino, inizia un severo tirocinio professionale nello studio del padre. Subito dopo partecipò a molti concorsi: quello per il monumento ai caduti della libertà al Cimitero di Torino, per la ricostruzione del Teatro Lirico di Torino da destinare ad auditorio della Rai.

Moncalvo, Guglielmo (Montabone, Acqui, 1568 - Monclavo, 1625): nel 1589 sposa la figlia del pittore Amrogio Oliva che è il suo maestro. Finalmente nel 1593 egli sembra trovare una certa maturità stilistica con le opere di Calliano di Candia. Negli anni successivi il Moncalvo definisce la sua scelta misurata e naturale, forse per i contatti con Ludovico Carracci e il giovane Annibale. Nelle pale delle parrocchiali di Grama e di Cioccaro scopriamo un modo civile di intendere la persuasione religiosa attraverso la produzione figurativa, in alternativa alla ben più perentoria propaganda milanese di Cerano e del suo committente Federigo Borromeo.

Muto, Emanuele Filiberto detto il: Emanuel Ramirez di Carrion, sacerdote spagnolo del ‘600, aveva escogitato un metodo segretissimo che gli permetteva di educare e istruire con risultati eccezionali i sordomuti. Alla sua scuola gli allievi più intelligenti imparavano non solo a leggere, ma ricevevano le basi di una vasta e profonda cultura. Uno degli scolari più celebri e dotati fu un discendente dei Savoia: Emanuele Filiberto il Muto. Questi ereditò dal padre il titolo di principe di Carignano, e diede inizio all’omonimo ramo laterale del casato sabaudo; nonostante la menomazione fisica, Emanuele Filiberto riuscì a diventare un personaggio ricco, famoso e amante delle arti.

Navata: parte della chiesa, frutto della suddivisione in senso longitudinale per mezzo di colonne o pilastri. La chiesa è divisa di norma in una, tre o cinque navate, la centrale delle quali è quasi sempre più alta e più ampia delle laterali. La navata a sua volta si divide in campate.

Neoclassicismo: nasce dalle teorie del Winckelmann che ritiene che l'opera d'arte sia espressione del "bello ideale" e che assume i capolavori greci come modelli da imitare. Il neoclassicismo si esprime in forme di "nobile semplicità e quieta grandezza". Nell'architettura il riferirsi all'epoca greco-romana conferisce agli edifici rigore, equilibrio, misura, simmetria, ritmica ripartizione degli elementi costruttivi. C'è una profusione di colonne, pilastri, frontoni con timpani decorati da sculture. Si diffondono anche edifici religiosi a pianta circolare, con pronao costituito da colonne, rifacentesi al Pantheon a Roma.

Nervi, Pier Luigi: è nato nel 1891 a Sondrio e si è laureato alla facoltà di ingegneria civile di Bologna. Per migliorare la sua formazione, fece pratica per dieci anni in una società per le costruzioni in cemento armato. Nel 1920 creò un'impresa sotto il suo nome e costruì il piccolo cinema Augusteo di Napoli. Questo primo edificio lo fece conoscere come eccellente architetto e gli valse la fama odierna. Nervi è noto per la sua dote di saper comprendere profondamente ogni capacità strutturale del materiale e i suoi progetti godono sempre di chiarezza e leggibilità. Si sono paragonate le architetture di Nervi a quelle gotiche perché entrambe giocano sull'equilibrio costante di nervature e strutture. Grazie all'uso dei modelli in gesso per il cemento armato, Nervi è riuscito a rendere le sue strutture lisce e levigate. A Torino Nervi erige il palazzo di "Torino Esposizioni", il deposito tranviario, e il monumentale "Palazzo del Lavoro".

Nietzsche, Friederich: nasce a Röchen, nei pressi di Lipsia (Germania), nel 1844, orfano di padre, pastore protestante. Frequenta all’Università di Basilea la facoltà di Filologia, dove studia latino e greco. Nel 1868 incontra Richard Wagner, compositore tedesco, e legge Schopenhauer. Un anno dopo, nel 1869, ottiene la cattedra in Lingua e letteratura greca all’Università di Basilea, in Svizzera. Parte per una serie di soggiorni (1876) per l’Italia, tra cui Genova, Napoli, Sorrento e Torino, di cui è affascinato. Nel 1879 si dimette dall’Università di Basilea, che gli concede una piccola pensione, grazie alla quale compie una serie di viaggi, recandosi prima a Zurigo e poi in Engandina, dove scrive la sua prima opera intitolata "Il viandante e la sua ombra". Durante tutti questi soggiorni lavora alle sue opere, che escono a ritmo serrato: "Aurora", "Pensieri sui pregiudizi morali", "La gaia scienza", "Così parlò Zarathustra". Nel 1882 conosce Lou Von Salomè a cui propone il matrimonio, che lei rifiuta. Disapprova il fidanzamento della sorella Elizabeth (1883) con l’antisemita Bernhard Förster, però poi si riconcilia con lei. Del 1886 è la pubblicazione di "Al di là del bene e del male" e la ripubblicazione, con nuove prefazioni di "La nascita della tragedia" e di "Umano, troppo umano". Tra l’aprile e il giugno del 1888 soggiorna a Torino, dove scrive "Ecce homo" e "Nietzsche contra Wagner". La sorella Elizabeth, rimasta vedova dopo il suicidio del marito, aveva conservato un archivio a Weimar, il cui scopo era conservare i manoscritti del fratello per occuparsi dell’edizione completa delle sue opere. Nietzsche muore a Weimar nel 1900.

Nôtre, André Le (Parigi 1613 - Parigi 1700): è architetto e disegnatore di giardini francesi. All'inizio della sua carriera collaborò con il padre; il suo primo grande incarico è quello di sistemare il parco del castello di Vaux-la-Vicomte.

Obelisco: pilastro formato da un solo blocco di pietra a pianta quadrata che va restringendosi verso la sommità, collocata a scopo celebrativo o ornamentale su una base anch’essa quadrata. Di origine egiziana, è spesso decorata con geroglifici.

Palagi, Pelagio (Bologna, 1775 - Torino, 1860): studiò a Roma e nel 1815 si stabilì a Milano dove aprì una scuola di pittura di ispirazione neoclassica. Fu nominato professore all’Accademia Albertina di Torino e artista di corte dei Savoia, per i quali eseguì alcune decorazioni nei palazzi reali. Importante fu anche la sua attività di ritrattista.

Pellizza, Giuseppe da Volpedo (Volpedo, AL, 1868-1907): è il pittore della grande tela di soggetto sociale. Figlio di agricoltori, in una prima fase si dedica con passione allo studio dell’arte del Rinascimento, alle figure ritratte dal vero e ai paesaggi. In seguito, incoraggiato da Plinio Nomellini, studia la tecnica divisionista che applica ottenendo risultati brillanti. La sua opera più famosa è il "Quarto Stato". Nel 1907, la morte di uno dei figli e di sua moglie, lo conduce al suicidio.

Pilastro: elemento architettonico verticale, normalmente a base rettangolare, ma anche poligonale, cruciforme etc., di sostegno ad archi, volte, architravi. Talvolta costituito, come la colonna, da base, fusto e capitelli. I tipi principali di pilastro sono il cruciforme, tipico del romanico, dove ognuno dei quattro lati ha una colonna addossata, e il polistilio, caratteristico del gotico, formato da più colonnine riunite in un solo blocco.

Pinnacolo/guglia: elemento architettonico piramidale, conico, con funzione decorativa, molto sviluppato in altezza; tipico dell’architettura gotica.

Policromo: dai molti colori.

Pollaiolo, Antonio Benci detto ( Firenze 1431 ca – Roma 1498): pittore, scultore e orafo italiano. E’ uno dei più significativi maestri del Quattrocento fiorentino. Inizia la sua attività come orafo e anche nella scultura rimane fedele al gusto per il particolare. Nell’ambito della pittura rende con eccezionale rigore formale, grazie ad una linea nitida e tesa, i corpi e ne determina l’inserimento nello spazio. Tesi ed incisivi sono i suoi ritratti. E’ anche uno dei primi incisori.

Pronao: nel tempio classico, è lo spazio tra il colonnato della facciata e la parete della cella, che conserva la statua della divinità, Successivamente diviene struttura autonoma delimitata da colonne e pilastri, posti indifferentemente all’interno o all’esterno della facciata di un edificio, in particolare delle chiese.

Presbiterio: spazio attorno all’altare della chiesa, riservata al clero che celebra la Messa. Nelle chiese con pianta a croce si trova all’incrocio dei due bracci, con al centro l’altare e alle spalle l’abside.

Prospetto: il disegno architettonico, in proiezione ortogonale, dell’esterno di un edificio.

Rococò: è una tendenza artistica che deriva dal Barocco, nata in Francia negli ultimi anni del regno di Luigi XIV, diffondendosi anche nel resto dell’Europa. Della corrente originaria esaspera gli aspetti ornativi, l’ampollosità e la raffinatezza del compiacimento estetico.

Rosone: grande finestra circolare a raggiera posta nella chiese romaniche e gotiche sopra il portale principale al centro della facciata.

Sovrapporte: riquadro decorato o dipinto e generalmente inquadrato da modanature, posto sopra l’architrave di una porta.

Spanzotti, Gian Martino (Torino 1450 circa – 1528): pittore italiano attivo in Piemonte. I dipinti giovanili testimoniano una formazione legata ai modi bolognesi del Cossa, con un’eco della luminosità e delle partiture geometriche di Piero della Francesca.

Tamburo: struttura cilindrica o poligonale sulla quale poggia la cupola, può recare lungo il suo perimetro aperture generalmente circolari, dette oculi.

Tibaldi, Pellegrino (Puria di Valsolda, Como, 1527 – Milano, 1596): la prima opera di Pellegrino è l’ "Adorazione dei pastori" nella quale spicca una forte influenza dell’arte di Michelangelo.

Tintoretto, Robusti Jacopo detto il (1518-1594): le fonti lo indicano come allievo di Tiziano. Nella sua attività iniziale è evidente l'interesse per motivi architettonici e la spettacolarità accentuata dai contrastanti effetti di illuminazione, dai moti dei personaggi che consentono al pittore una rappresentazione viva del soggetto. Nelle tele per la Scuola di San Rocco la tensione drammatica raggiunse effetti visionari, con un'intima e dolorosa concentrazione spirituale.

Trabeazione: gli elementi orizzontali che poggiano sulle colonne nell’architettura classica. Si compone di cornice, fregio e architrave.

Transetto: nelle chiese con pianta a croce latina o a tao è una navata trasversale che interseca le navate. Può essere a sua volta diviso in più navate.

Vela, Vincenzo (Ligornetto, Canton Ticino 1820-1891): scultore italiano e allievo della Accademia di Brera, fu particolarmente influenzato dalle ricerche formali di L. Bartolini e dalla pittura romantica di F. Hayez. Fervente patriota, nel 1853 si trasferì a Torino, dove insegnò all’Accademia Albertina. Si convertì al clima post-unitario, all’umanitarismo di cui le sue opere sono un esempio significativo, con il loro stile energico e vibrante, di verismo sociale.

Veronese, Caliari Paolo detto il (1528-1588): la sua prima opera di grande impegno fu la pala Bevilacqua-Lazise, datata 1548, e oggi conservata nel Museo di Castelvecchio a Verona. Risiedette a Venezia, dove partecipò alla decorazione del soffitto della Libreria Marciana. Anche se i suoi inizi furono legati alla cultura mantovana e emiliana, successivamente elaborò un linguaggio tutto proprio lontano dal caldo tonalismo di Tiziano e dal luminismo chiariscurale di Tintoretto. Esaltò particolarmente la fastosità cromatica e l'esuberanza decorativa, influenzando in modo positivo l'arte del periodo barocco.

Vinci, Leonardo da (Vinci, Firenze 1452 - Castello di Cloux, Amboise 1519): educato nella casa del nonno paterno, segue il padre a Firenze ed entra nella bottega di Andrea del Verrocchio. Si iscrive alla compagnia di San Luca dei pittori fiorentini dove acquisisce tecniche artistiche e collabora con il suo maestro. Figura rinascimentale poliedrica che sperimenta il suo genio sia nel campo dell'arte (La Gioconda) che della scienza. In seguito si trasferisce a Roma dove vive appartato rispetto al fastoso ambiente della corte pontificia e successivamente accetta l'ospitalità offertagli dal re di Francia Francesco I che lo ospita nel castello di Cloux ad Amboise dove morirà.

Vitozzi o Vittozzi, Ascanio (Baschi, Orvieto 1539 - Torino 1615): architetto italiano. Dopo numerosi soggiorni a Roma, fu chiamato a Torino da Carlo Emanuele I, che gli affidò la sistemazione urbanistica della città. Mantenendo la struttura romana a scacchiera, progettò e iniziò la costruzione di piazza Castello e della via Nuova (via Roma), terminata da Carlo di Castellamonte. A Vitozzi si devono anche le chiese di Santa Maria al Monte dei Cappuccini, della Trinità e il Santuario di Vicoforte.

Vittone, Bernardo Antonio (Torino 1702-70): fu l’ultimo architetto del barocco piemontese, erede della tradizione guariniana e juvarriana, che egli sviluppò in forme di estrosa leggerezza rococò, portandola fino alle soglie del neoclassicismo, nelle molte chiese e negli edifici civili costruiti a Torino e in vari centri minori del Piemonte.

Vivarini, Antonio (Murano 1420 - morto prima del 1484): è un pittore italiano, ed è uno dei maggiori rappresentanti del momento di trapasso tra Medioevo e Rinascimento.

Volta: copertura ricurva derivata dall’arco di un ambiente di una parte di esso; sviluppatasi dall’arco, presente già a partire dall’architettura romana. Tra i diversi tipi di volta, la più semplice è a botte, semicilindrica, che scarica uniformemente il peso su due muri paralleli. L’incrocio perpendicolare di due volte a botte genera una volta a crociera, costituita da quattro spicchi detti vele, delimitati da nervature in rilievo detti costoloni. In questo caso il peso è scaricato sui costoloni, che a loro volta lo conducono sui quattro sostegni della volta stessa.

Volta a crociera: è l’incrocio di due volte a botte, ed è costituita da quattro spicchi, detti vele, e dalle nervature in muratura, dette costoloni, che si trovano tra una vela e l’altra. In questo tipo di volta, il peso delle vele si scarica equilibratamente sui costoloni, e da questi sui quattro pilastri di sostegno, ognuno dei quali è così caricato di un quarto del peso della volta.

Voluta: elemento decorativo curvilineo o a spirale, tipico del capitello ionico, assai diffuso in pittura, scultura e architettura.