Il Cardinale FABRIZIO RUFFO nella Rivoluzione

Fabrizio Ruffo era nato a San Lucido in provincia di Cosenza nel 1744. Iniziò la carriera ecclesiastica fino a divenire cardinale. Costretto ad abbandonare la curia romana per il suo comportamento non il linea con l'abito che portava, si recò a Napoli, dove ebbe a frequentare il re Ferdinando IV di Borbone. Il re, per fornirgli mezzi di sussistenza, gli assegnò diversi feudi tra cui quello della Badia di Santa Sofia di Benevento comprendente anche il territorio di San Giovanni in Galdo.
I francesi, intanto, discendevano la penisola portando le loro idee di libertà. In questa opera furono appoggiati dagli intellettuali locali. A Napoli, nel gennaio 1799, i rivoltosi riuscirono a creare la Repubblica Napoletana. Queste trasformazioni non riuscirono a coinvolgere i contadini e proprio su di essi fece forza il Cardinale Ruffo per compiere la sua opera di restaurazione.
Il cardinale costituì e si mise a capo di un esercito denominato della "Santa Fede" composto da contadini ma anche da quelli che verranno denominati "briganti". A capo di uno di questi gruppi reazionari, organizzati nelle varie zone del regno, vi era il famoso "Fra Diavolo".
Nel giugno del 1799 dopo pochi mesi di vita la repubblica decadeva. Nonostante la volontà del cardinale di impedire risvolti tragici sui fautori della rivoluzione, il re, anche sotto l'influenza dell'inglese Nelson, fece giustiziare diverse uomini tra cui alcuni molisani.
Le idee illuministiche portarono a movimenti anche nell'abito di alcuni comuni del Molise, la reazione arrivò anche qui con l'uccisione dei più facinorosi.

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©Michele Rocco