Ieri sera, ammassandomi, mi son trovato, insieme all'umanita' ciclica varia & tendenziosa, ad attraversare corso como. Era molto tempo che non passavo da li' e non avevo ancora visto l'intervento urbano che vi e' stato fatto. Qualche giorno fa ho letto un articolo dell'International Herald Tribune nel quale si incensa il futuro progetto della moda di cui fa' parte, come propaggine, la ristrutturazione che inizia da "10 Corso Como" (lo spazio di carla sozzani) e si allarga estetizzando tutta la zona che arrivera' a comprendere l'area garibaldi-repubblica. Mentre mi trovavo li fermo (e' stata una delle tante soste della massa ciacarona), mi sono guardato un po' intorno e quando, ubriaco, sono tornato a casa, facendo una valutazione della serata trascorsa, ho riflettuto sulla sensazione di "cementificazione" che mi era rimasta da quel passaggio. Oggi, rimuginandoci ancora sopra, mi son sentito soffocare pensandomi seduto li, durante i mesi caldi, magari leggendo un giornale, seduto in quelle panche di cemento, dopo aver bevuto un caffe'. |
Cosi' ho deciso di andare a fare una piccola deriva: |
Non c'e' un albero! Maporcoildiocane! fanno una ristrutturazione nuova di zecca e non hanno la minima decenza di mettere qualche segno della natura che ci ricorda che siamo umani e che ci allieta col colore, il profumo, i suoi inquilini volatili (e non), che ci rinfresca e ci trattiene un po' di non-aria!
Ma a questa gente non importa proprio nulla degli abitanti della città? |
Vedono l'urbe come uno spazio da sfruttare con gli affari e solo per questo estetizzabile ad uso e consumo di city/business users tradizionalmente caratterizzat da una generale mancanza di responsabilita' nei confronti della citta', del vivere che la deve permeare. un logo per compere ed affari... per il resto ci sono i luoghi fantasticati delle vacanze e anche qui si tratta di cacare soldi sempre all'interno degli stessi meccanismi. C'e' da vergognarsi a far parte della specie umana. In questa ex-strada e attuale non-luogo ora ci sono: panche di cemento, pavimentazione cementata, un parcheggio ad una estremita' (questo, ovviamente, non poteva mancare) e due forsizie che sembrano un rimasuglio dell'era postatomica insieme alle due ridicole fontanelle (due vasoni con un po' d'acqua). Boh! Rimango un po' li seduto a guardare lo struscio e colgo l'occasione per scattare due foto.
Corso como e' ora il disimpegno cittadino per "10 Corso Como"; se l'e' comperato la sozzani con buona pace degli abitanti. Cosi' decido di rimettere piede dentro questa espressione estetica della milano da comprare, gironzolo un po' e provo a chiedere di mettere tra il manifesto repubblica e il sole 24 ore perfettamente ordinati su un tavolino del ristorantebar il folder sulla mobilita' felicitaria: _No! Questo non glielo posso far fare. Vabbuo'... cosi' esco abbandonandolo su una panca dell'androne d'ingresso. Concludo la deriva del caffe' delle 11
ficcanasando nell'area della futura Citta' della Mmmoda |
terrorizzato dall'idea che l'uoma sia cosi insensibile alla vita
(tale in quanto semplice e spontanea... senza fini di lucro). |
Ai patrioti del vecchio quartiere dell'isola
caduti nella lotta di liberazione contro il fascismo (1943-1945) |
lettura consigliata Alberto Magnaghi Il territorio degli abitanti: società locali e autosostenibilità (Dunod, 1998)