Stretta
su due lati dalla rupe a strapiombo che circonda il centro storico,
la contrada San Gregorio deve il suo nome della chiesa omonima oggi
sconsacrata, edificata sulla rupe a fianco della
Porta del Vascellaro.
Il piccolo edificio di origine altomedievale, ricostruito alla fine
del '400, presenta una facciata rinascimentale semplice ed elegante
ed è ornata all'interno da affreschi coevi di ottima scuola, in
buona parte nascosti dall'intonaco.
Le attuali dimensioni della contrada sono il frutto dell'annessione
della confinante contrada di Capo Castello, destinata soprattutto ad
uso militare, avvenuta nella prima metà del '400 in seguito alla
distruzione della Rocca
da parte del popolo ortano e al progressivo
abbandono dell'area che alla metà del secolo XV veniva destinata in
buona parte alla lavorazione della lana con due tiratoi.
Dall'altro lato della rocca di Orte veniva controllata in
particolare la sottostante via Amerina e il suo attraversamento del
Tevere sul ponte, fortificato con due torri, che costituiscono dal
medioevo lo stemma cittadino.
Del ponte, crollato nel 1514, sono
visibili ancora i ruderi. Il
sistema viario adiacente alla Rocca era completato dalla
Porta
Franca, ancora esistente sotto il Palazzo Alberti, e le
due Porte
della Rocca sulla lunga salita, crollate ai primi del '900.
Nel secolo XVI sulle rovine dell'edificio centrale della Rocca è
stato edificato con linee severe ed eleganti il
Palazzo Alberti.
Al limite della contrada si erge sulla rupe l'antico
acquedotto
-
nelle forme attuali del secolo XV - che portava l'acqua alla fontana
sotterranea della piazza principale.
Vissero nella contrada illustri cittadini come lo storico
Lando
Leoncini
- secolo XVII - e il famoso giurista
Mario Villani - secolo XVII-.
Lo stemma della contrada è della famiglia Manni. I colori araldici
sono il bianco ed il celeste.
(Storia ricavata
dal Sito web: www.hortae.it) |