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dal numero 3 del bollettino socialista Patria

COMUNISMO ANTICOMUNISMO di M. Pistilli

L'anticomunismo è una malattia difficile da combattere, come pure l'antifascismo; sono virus ormai diffusi e presenti in profondità in tutta la società occidentale. Essi vivono senza più motivo alcuno se non quello di essere utili alle oligarchie liberal-democratiche che li usano per saldare continuamente il loro potere.

Per quanto riguarda l'anticomunismo, la questione è un po' più complessa di quella che riguarda il gemello. Infatti la paura del rosso, oltre ad essere errata in sé, sembra anche ingiustificata a livello politico. Il comunismo puro oggi non esiste più, e oggetto dell'anti sono i comunisti, cioè i singoli individui che si dicono comunisti. Il comunismo forse verrà rievocato per il bene di tutti, ma oggi i comunisti (o molti di essi) dicono di essere tali essendo in realtà altro. Se essi percepissero correttamente la questione abbandonerebbero d'un tratto il loro antifascismo e gran parte del fosso sarebbe superato; invece pochi ambienti hanno questo coraggio. Certo la cosa sarebbe ancora più facile se anche da parte fascista o nazional-socialista si compissero passi del genere, invece anche in questi ambienti, ma qui qualcosa si muove, c'è poco coraggio.

I "rossi" e i "neri" continuano a vedersi separati, ma da cosa questo non è dato sapere. Le idee alle quali si rifanno differiscono di molto poco, particolari che i liberali avrebbero superato già da tempo.

IL COMUNISTA

Ancora oggi i "fascisti" sentono di doversi opporre al comunismo e vorremmo capirne il motivo. Prendendo in considerazione il tipo comunista ora andiamo a criticarlo per vedere cosa lo particolarizza:

  • Il comunista si dichiara internazionalista: ma oggi l'imperativo sarebbe di combattere il mondialismo globalizzatore e quindi non c'è internazionalismo che tenga: i problemi imminenti sono altri. La storia poi ha dimostrato come questa visione non riesca a eliminare sentimenti nazionali (vedi la storia balcanica), quindi un po' di autocritica non sarebbe male. Diciamoci chiaramente poi, che dove è stato applicato (e con successo) il comunismo è sempre stato nazionalista. Da qui, secondo voi, è questo un carattere che pone in antagonismo i nuovi adepti delle due rivoluzioni?
  • Il comunista riconosce i diritti individuali: qui il "rosso" entra apertamente in contraddizione con l'aspetto comunitarista del comunismo, che non è assolutamente individualista e quindi non riconosce diritti individuali. Una nuova resurrezione del comunismo eliminerebbe questa concezione.
  • Il comunista crede o credeva nella classe: purtroppo che sono pochi oggi i comunisti operai, e contadini. Questo aspetto è completamente decaduto e non crea più problemi. Il ruolo del partito non è più sentito come quello di guida. (forse ingiustamente)
  • Il comunista dice che gli uomini sono tutti uguali? Alcuni lo dicono, ma hanno interpretato male quello che non è nemmeno un comunista, cioè Marx. E' proprio Marx a dire che in una ipotetica società comunista ognuno avrebbe il compito che è più vicino alla propria natura e inclinazione. L'uguaglianza intesa come giustizia sociale (spesso c'è confusione al riguardo) è propria sia dei "rossi" che dei "neri", o meglio, è proprio la stessa.

Ci sarebbero altri aspetti, ma di minor conto, da analizzare, ma la questione resta la stessa: finchè il comunista (individuo) rimane individualista, economicista, e liberale, non potrà superare gli steccati e sarà incompatibile con il socialista nazionale, ma non sarà nemmeno comunista, è chiaro! Una riscoperta del comunismo farà in modo che i fedeli e i militanti "rossi" e "neri" si rendano conto che l'unica via è quella in cui marceranno insieme.

COMUNISMO ESTINTO

Quanto si è voluto dire sopra ha quindi un significato importante, e cioè che i comunisti oggi non sono più comunisti! Infatti in una campagna revisionista senza precedenti, ci tengono a sottolineare le radici democratiche della loro ideologia. E' questa oggi la loro più grande preoccupazione, preoccupazione che avrebbe fatto impallidire Lenin, Stalin, Mao e tutti i padri del comunismo. Questo fenomeno è altresì identificabile nella militanza partitica di oggi; essa è infatti quando va bene social-democratica, quando va male liberista e addirittura neo-conservatrice. I comunisti in Italia e Europa Occidentale, sono diventati i più fedeli reazionari democratici, appoggiando partiti liberal-social-democratici. Alcuni sono finiti anche nei partiti liberal-liberisti (vedi forza italia), oppure lampante è l'esempio dei trozchisti rivoluzionari internazionalisti americani, che oggi sono i fedeli internazionalisti democratici al fianco di Bush. Tutto ciò non può essere un caso, ma un fenomeno ben comprensibile: i comunisti hanno spesso travisato i dettami del comunismo vero, e si sono definiti tali essendo in verità liberali e individualisti, in una parola atlantisti!

Una riscoperta coraggiosa del Comunismo sarà una potentissima scossa per lo status-quo liberal democratico e per i traballanti steccati ideologici!

Pistilli M.

dal bollettino socialista Patria

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