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Il pensiero di J. Thiriart

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Rene Pellissier

Thiriart il Lenin della rivoluzione europea

Co-fondatore del Comité d'Action et de Défense des Belges d'Afrique (CADBA), costituito nel Luglio 1960 immediatamente dopo le violenze di Léopoldville e di Thysville, di cui furono vittime i Belgi del Congo, e co-fondatore del Mouvement d'Action Civique che successe al CADBA, il belga Jean Thiriart nel Dicembre 1960 lanciò l'organizzazione Jeune Europe che per diversi mesi sarà il principale sostegno logistico e base di retrovia dell'OAS-Metro. Fino a qui, sembrerebbe, niente di più che l'itinerario, tutto sommato classico, di un uomo della destra più estrema. Tuttavia, i partigiani europei devono molto a Thiriart - e quello che gli devono non permette certo di classificarlo di "estrema destra"! Gli devono la denuncia della "impostura chiamata Occidente" (è il titolo di un editoriale di Jean Thiriart nel mensile La Nation Européen, no.3, 15 Marzo/15 Aprile 1966) (1) e la denuncia dei sinistri pagliacci che sono i suoi difensori, da Henri Massis a Ronald Reagan; la designazione degli Stati Uniti come nemico principale dell'Europa (Thiriart vi aggiunse, dal 1966, il Sionismo - la rivista Conscience Européenne che si rifaceva a Thiriart, titolava il suo numero 7 dell'Aprile 1984: "Imperialismo americano, sionismo: un solo nemico per la Nazione Europea"). Gli devono l'idea di un'Europa indipendente ed unita, da Dublino a Bucarest, poi da Dublino a Vladivostok (2) e l'idea di un'alleanza con i nazionalisti arabi e i rivoluzionari del Terzo Mondo. Gli devono infine l'abbozzo, con l'organizzazione Jeaune Europe, di un Partito Rivoluzionario europeo, che s'inspira ai principi leninisti, e la versione modernizzata di un socialismo che vuole essere nazionale (Nazione europea), comunitario e "prussiano". I trascorsi di Thiriart e le influenze ideologiche che ha subito, non fanno di lui, a priori, un uomo d'estrema destra. Nato a Liegi in una famiglia liberale che aveva forti simpatie per la sinistra, Thiriart milita dapprima nella Jeaune Garde socialista e nell'Unione Socialista antifascista. Poi, durante la guerra, collabora al Fichte Bund, organizzazione d'ispirazione nazionalbolscevica, diretta ad Amburgo dal dottor Kessemaier. Nello stesso tempo è membro dell'AGRA (Amici del Grande Reich Tedesco) che raggruppava, in Belgio, gli elementi d'estrema sinistra favorevoli alla collaborazione europea, e all'annessione al Reich. Negli anni '40, il corpus dottrinale thiriartiano è già in opera. Da quest'epoca, lo si può qualificare come rivoluzionario ed europeo. Solo particolari circostanze politiche (indipendenza del Congo, secessione katanghese, questione algerina, problema rhodesiano, etc...) portano, negli anni dal 1960 al 1965, Thiriart a sposare, provvisoriamente, le tesi dell'estrema destra. Si impegna in effetti nella lotta per il Congo belga (poi il Katanga di Moise Chombé), per l'Algeria francese e la Rhodesia, perché gli sembra che all'Europa, economicamente e strategicamente, sia necessario il controllo dell'Africa: Thiriart è un fermo sostenitore dell'Eurafrica. Inoltre, Thiriart porta il sostegno di Jeune Europe all'OAS, perché una Francia-OAS gli pare l'ideale trampolino per l'auspicata Rivoluzione europea. Ma dal 1964/65, Thiriart si separa dall'estrema destra, della quale respinge in blocco il piccolo-nazionalismo, l'anticomunismo intransigente, la sottomissione agli interessi capitalisti, l'atlantismo, il pro-sionismo e, particolarmente tra i Francesi, il razzismo antiarabo e lo spirito di crociata contro l'Islam. Essendo fallita l'esperienza dell'OAS (divisa, pusillanime, senza ideologia rivoluzionaria o coerente progetto politico), Thiriart rivolge le sue speranze prima sul gollismo (1966), tenta poi d'ottenere l'appoggio cinese (tramite Ceausescu incontra Chu-en-Lai a Bucarest) ed infine l'appoggio arabo. Il suo impegno rivoluzionario e il suo pragmatismo lo portano, dopo aver combattuto per il Congo belga e l'Algeria francese, ad auspicare l'alleanza Europa-Terzo Mondo (3). Thiriart non si è tuttavia rinnegato, il suo progetto rimane lo stesso: l'indipendenza e l'unità dell'Europa. La sua lucidità gli permette di distinguere nelle guerre coloniali come nelle lotte politiche che vi sono succedute, lo stesso nemico dell'Europa: gli Stati Uniti che un tempo armavano e appoggiavano le rivolte contro le colonie europee per sostituirsi ai colonizzatori europei e che, oggi, sostengono massicciamente il sionismo la cui agitazione bellicista ed "antirazzista" in Europa (razzista in Israele, il sionismo è antirazzista nel resto del mondo) minaccia la sopravvivenza stessa dell'Europa. Nel 1969, deluso dal relativo fallimento di Jeaune Europe e dalla timidezza degli appoggi esterni, Jean Thiriart rinuncia provvisoriamente alla lotta. Ma negli anni '70-'80, la sua influenza, il più delle volte indiretta, si fa sentire sull'ala radicale (neo-fascista) dei movimenti d'estrema destra, dove l'ideale europeo fa la sua strada; sui gruppo nazionalrivoluzionari e socialisti europei che s'ispirano allo stesso tempo a Evola, Thiriart ed al maoismo (4) (si tratta in particolare dell'Organizzazione Lotta di Popolo in Italia, Francia e Spagna, e, in larga misura, dei suoi corrispondenti tedeschi dell'Aktion Neue Rechte, poi di Sache des Volkes, cfr. Orion no.62); ed infine, sulla Nouvelle Droite (a partire dalla svolta ideologica operata dagli anni '70-'80 dalla giovane generazione del GRECE, attorno a Guillaume Faye). Nel 1981 Thiriart rompe il silenzio che osservava dal 1969 e annuncia la pubblicazione di un libro: L'Impero eurosovietico da Vladivostok a Dublino. Ormai preconizza l'unificazione dell'Europa da parte dell'Armata Rossa e sotto la guida di un Partito Comunista (euro-)sovietico preventivamente sbarazzato dallo sciovinismo pan-russo e dal dogmatismo marxista (5). Oggi Thiriart si definisce un nazionalbolscevico europeo. Ma non ha fatto che precisare ed aggiustare alla situazione politica attuale i temi che difendeva negli anni '60. Nello stesso tempo, sotto l'impulso di Luc Michel, hanno visto la luce un Parti Communautaire National-Européen, e una rivista, Conscience Européenne, che riprendono l'essenziale delle idee di Thiriart. Se si vuole, Thiriart è stato il Lenin della Rivoluzione Europa, ma un Lenin che aspetta sempre il suo Ottobre 1917. Con l'organizzazione Jeune Europe, ha tentato di creare un Partito rivoluzionario europeo e di suscitare un movimento di liberazione su scala continentale nell'epoca in cui l'ordine di Yalta era contestato tanto ad Ovest da De Gaulle, che all'Est da Ceausescu e dai diversi nazionalcomunismi. Ma questo tentativo non è potuto riuscire per mancanza di seri aiuti esterni e di un terreno favorevole all'interno (ossia una crisi politica ed economica che avrebbe potuto rendere le masse disponibili per un'azione rivoluzionaria a vasto raggio). Non è certo che questo appoggio e questo terreno manchino ancora per molto! E' importante seguire, ininterrottamente, la via tracciata da Jean Thiriart. Cioè diffondere i concetti thiriartiani e formare, sul modello di Jeune Europe, i quadri dell'Europa rivoluzionaria di domani.

Note

1) Il tema antioccidentale sarà ripreso, circa 15 anni più tardi, dalla Nuovelle Droite, nella rivista Eléments (no.34, "Pour en finir avec la civilisation occidentale", Aprile/Maggio 1980). 2) L'idea della Grande Europa, da Dublino a Vladivostok, apparve timidamente negli scritti di Jean Thiriart all'inizio degli anni '60. Il neo-destrista Pierre Vial, difende chiaramente quest'idea nell'articolo intitolato "Objectif Sakhaline", in Eléments no.39, estate 1981. 3) L'alleanza Europa-Terzo Mondo è oggetto di un libro di Alain de Benoist, Oltre l'Occidente. Europa-Terzo Mondo: la nuova alleanza, La Roccia di Erec. 4) Per molti militanti nazionalrivoluzionari, la Libia del Colonnello Gheddafi, così come la Rivoluzione Islamica, hanno rimpiazzato, oggi, la Cina popolare come modello. 5) Negli anni '60, Thiriart teorizzava la formazione di Brigate Europee che, dopo essersi addestrate in teatri d'operazione esterni (Vicino Oriente, America Latina), ritornerebbero a portare sul suolo europeo, quando si verificassero circostanze politiche, una guerra di liberazione. La direzione politica di quest'operazione sarebbe spettata al Partito Rivoluzionario Europeo, prefigurato da Jeune Europe. Negli anni '80, nello spirito di Thiriart, l'Armata Rossa e il PCUS, hanno rimpiazzato le Brigate Europee e Jeune Europe.

fonte: Le Partisan Européen, 9 Gennaio 1937; tratto dal volume La Grande Nazione, SEB, Milano 1993; visto su La Nazione Eurasia n° 11

 
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