Tutto ciò si riflette in misura ancora più
grande nella nostra politologia sovietica, la cui situazione, già
caotica di per sé (indipendentemente dal caos che regna nella
medesima branca in occidente) si aggrava sempre più a causa
della cronica necessità di mentire e di occultare il proprio
punto di vista, cosa che comporta come conseguenza logica il
predominino assoluto di «osservazioni indirette», vale a dire
di opinioni basate sui dogmi totalitari, i cui riti formali non
possono essere abbandonati nemmeno per un attimo.
In URSS, perciò, non solo le scienze
politiche rivolte alto studio dello spettro politico, ma anche
la politica propriamente detta, cioè la sfera delle
proposte ideologiche dirette (non analitiche), si è ridotta a
un conglomerato di tesi irrazionali e contraddittorie, a
diatribe grottesche e assurde e ad un sistema lessicale che ha
dato forma allo specifico gergo sovietico, gergo che può essere
decifrato solo se si conoscono quei codici complessi le cui
chiavi si trovano in possesso dei dirigenti del paese e dei
sovietologi professionali. Si rende tuttavia urgente la necessità
di stabilire una serie di principi chiari per poter fare
riferimento a ogni tipo di ideologia; tale necessità è tanto
più attuale in quanto la libertà d'espressione di qualunque
credo politico potrà diventare tra breve, in Russia, una norma.
In questa situazione, noi proponiamo il
nostro proprio schema di analisi politica, che riteniamo possa
introdurre un po' d'ordine nella confusione esistente,
differenziando i complessi ideologici primari e
tracciando i confini che li separano, determinando
chiaramente quali sono le varianti e le numerose combinazioni di
quelle ideologie che attualmente costituiscono lo spettro
multicolore della politica mondiale. Non pretendiamo affatto di
essere in possesso della verità assoluta, dal momento che le
nostre concezioni non sono nulla più che uno schema, per forza
di cose abbastanza ridotto ed elementare; però siamo convinti
che un'analisi più particolareggiata non ci aiuterebbe a creare
un quadro sintetico e totale, mentre, in compenso, sarà più
facile confrontare a posteriori il nostro schema con la realtà.
Anzi, crediamo che proprio il timore della schematicità e
l'attaccamento al principio analitico abbiano portato le scienze
politiche al loro stato attuale, trasformandole in «mendicanti
di lusso». La nostra ricerca abbraccia i domini più diversi
del pensiero umano, a cominciare, come è logico, dai concetti
religiosi e metafisici, poiché sono proprio questi a
determinare, in modo diretto o indiretto, positivo o negativo,
lo specifico delle varie piattaforme politiche. Siamo convinti
del fatto che le fonti della politica e del pensiero politico
umano traggano origine dall'ambito metafisico, per
trovare poi la loro espressione mediante determinati
frammenti ed immaini della realtà sociale concreta. Avviene
spesso, e in maniera naturale, che gli elementi metafisici e i
dogmi religiosi rimangano nascosti dietro le quinte, di
modo che i portatori concreti di questa o quella ideologia non
sospettano affatto della loro esistenza e perfino i «creatori»
di tali ideologie possono ignorarne l'esistenza. Gli elementi metafisici
suddetti possono penetrare nell'essere umano mediante
l'interpretazione cosciente dei simboli e dei segni tradizionali
(fattore culturale o sociale), mediante i concetti psichici
innati (fattore psicogenetico), o anche rappresentare la
reazione esistenziale dell'uomo di fronte all'esistenza (fattore
esistenziale). In ogni caso, l'elemento metafisico o religioso
che predetermina l'ideologia viene vissuto dall'uomo come
qualcosa di interiore, come l’imperativo categorico
esistenziale e talvolta è a causa di ciò che qualunque
tentativo di razionalizzazione del dogma si scontra con una
resistenza spontanea dell'uomo. Abbiamo un esempio di ciò
allorché l'esponente di una dottrina politica particolare non
riesce a descrivere i principi di tale dottrina (ma solo le
risposte concrete a questa o quella questione), dando per
scontato che non c'è nessun bisogno di spiegarli. Nel nostro
paese, ad esempio, vi sono dei comunisti che non sospettano
affatto che l'ideologia comunista si collochi obiettivamente
sul lato sinistro dello spettro politico, ma credono
sinceramente che essa noti sia né di destra né di sinistra.
bensì che occupi una posizione centrale, essendo «l'unica
dottrina vera» (!).
Però, nonostante le proteste dei militanti
di base o dei partigiani del metodo analitico nelle scienze
politiche, sono proprio le generalizzazioni dei princìpi
e dei dogmi che si trovano all'origine delle ideologie a
consentire un certo orientamento nel labirinto dei processi
politici moderni, cosicché libri come I fanatici
dell’Apocalisse di Norman Cohn, Il socialismo come
fenomeno della storia universale di Igor' Shafarevic o le
opere di A. Besançon (che costituiscono un tentativo di
generalizzazione globale), con tutto lo scetticismo che possono
provocare, prima o poi diventano vere e proprie guide per la
maggior parte degli specialisti, i quali sviluppano, sulla base
di tali opere, schemi più particolareggiati e sfumati. In
tal modo, perfino gli ideologhemi più irrazionali dei nouveaux
philosophes possono trasformarsi in punti di partenza per
un'analisi veramente razionale e seria. Anzi, spesso accade che
le generalizzazioni globali consentano a esponenti di visioni
del mondo diametralmente opposte di stabilire il medesimo
quadro obiettivo dello spazio ideologico, nonostante i
valori che vengono difesi si trovino su poli contrapposti. Senza
tali generalizzazioni, l'uso di un medesimo termine da parte di
diversi gruppi politici differisce a tal punto, che gli
individui di diversa ideologia sembrano appartenere a universi
distinti, privi di qualunque rapporto reciproco. E’ proprio
questo consenso tra antagonisti politici (consenso che
stabilisce un quadro obiettivo dello spazio ideologico),
è questo accordo che nasce da una generalizzazione e una
schematizzazione globali, ad aver fatto sorgere il noto cliché,
secondo cui «l'estrema destra e l’estrema sinistra si toccano».
Questo cliché, completamente assurdo se inteso in
maniera letterale. Senza alcun dubbio corrisponde alla
constatazione pratica di quell' «accordo nel campo della
generalizzazione obiettiva» cui pervengono gli ideologi di
diverso orientamento capaci di percepire con la massima
chiarezza quel principio che non riescono a percepire i
militanti di base: esponenti della stessa ideologia, questi
ultimi agiscono però per via di una certa quale inerzia
ideologica e non riescono a separare la causa dall'effetto, cioè
l'idea dai portatori concreti di essa - loro stessi, nel caso
specifico. E’ a ciò che si riferisce Fëdor Dostoevskij nel
romanzo Gli ossessi [tr.it. I demoni], là dove
dice di Kirilov che «l’idea se lo mangiò»). Quindi possiamo
parlare qui dell'«estremismo» solo nel senso etimologico della
parola, vale a dire della capacità «estrema» di penetrare
nell'essenza stessa delle posizioni proprie ed altrui, dove noti
si tratta di «coincidenza» o «fusione» dei contrari, bensì
della «comprensione» (o della mancanza di ciò, ma allora non
si tratta più di estremismo), da parte dei fautori di ideologie
opposte, delle fonti profonde e dei dogmi di cui si alimentano i
movimenti che agiscono nella politica attuale - e ciò a
prescindere dalle parole d'ordine propagandistiche, dalle
tesi e dai concetti superficiali e puramente pragmatici. Tanto
nelle lotte ideologiche reali come nell'esistenza in generale i
contrari non coincidono mai, perché, se non fosse così,
sia la lotta spirituale tra le diverse posizioni sia la realtà
stessa si trasformeranno in uno spettacolo illusorio, senza nessun
significato definitivo.
Cercando termini appropriati per
caratterizzare alcune visioni dei mondo fondamentali, abbiamo
deciso di utilizzare la storia delle società tradizionali, cioè
la storia di quelle società in cui i princìpi d'origine
metafisica e i dogmi religiosi trovano espressione attraverso il
linguaggio della metafisica e della religione. E’ in tali
società che possiamo rinvenire i casi limite, ossia le
espressioni più pure di quei principi che continuano ad essere
i motori della storia ideologica dell'umanità, senza
invecchiare o tramontare, ma adattando soltanto la loro immagine
esteriore. Così come avviene nel caso del corpo umano, che non
cambia con le mode, ma si presenta in maniera diversa nei
rappresentanti delle varie razze.
1.
Prendiamo in esame, come primo tipo di
ideologia, quella POLARE-PARADISIACA. Storicamente, tale
ideologia si manifestò come una tradizione gnostica, esoterica,
e rimase come una dottrina segreta all'interno di diverse
religioni. Essa fu rappresentata dal ghibellinismo imperiale del
Medio Evo, poi dal nazionalsocialismo tedesco e da tutte le
varianti dei fascismo dei ventesimo secolo. L'essenza di questa
dottrina consiste nell'affermazione di un Soggetto di natura
divina avente sede nel centro del Polo, nel mezzo del cosmo, che
è sacro e totalmente sottomesso al Soggetto divino (quindi è
paradisiaco) - cosmo specchio, nel quale non si riflette
nient'altro se non il Soggetto, sale della Terra e del Cielo.
Al di fuori di questo Soggetto Divino (né al di sopra, né al
di sotto, né intorno) non esiste alcun principio metafisico
superiore, sicché il Soggetto è assolutamente libero e
inseparabile da Dio, e Dio è in lui. La medesima posizione si
trova riflessa in quella frase dell'Antico Testamento che Cristo
ripete nei Vangeli: «Vi è stato detto: Sarete come dèi»). Al
di fuori di lui non c'è dio. Nel cosmo, nella natura, sulla
terra, esiste soltanto il suo riflesso, di modo che la natura
stessa diventa sinonimo di paradiso: non si tratta di un
ostacolo per la sua Volontà, ma della continuazione di essa,
della sua manifestazione, del suo «corpo cosmico».
Sono questi i principi essenziali della
visione del mondo paradisiaco-polare. Lì dove sorge, appare in
seguito in primo piano il tema del Soggetto Divino -
dell'Eroe, della Epifania Divina, dell’Imperatore Sacro, del
Capo Angelico, del Profeta, nonché il tema del Cosmo Sacro,
l'ombra dei Soggetto su cui egli proietta il proprio potere,
Cosmo che non gli si oppone, ma si trasforma nella continuazione
di lui. Altri sinonimi di questo cosmo sacrale sono «Altro
Mondo», «Mondo Migliore», «Regno di Dio sulla terra», «Sacro
Impero», «Nuovo Regno dei Cieli e Nuova Terra», «Nuovo
Paradiso», «Reich millenario» ecc. Per quanto diverse siano
tra loro le manifestazioni storiche di questo tipo di Ideologia,
tutte quante derivano invariabilmente dal paradigma essenziale
«Polo-Soggetto» e «Cosmo-Paradiso», dove l'accento cade
sempre sull'assenza di un anello intermedio tra questo polo
immanente e l'Assoluto, o il principio trascendente e che si
rivela dall'interno del Polo-Soggetto come dimensione interiore
dei Soggetto stesso.
La cosmovisione paradisiaco-polare
normalmente si orienta in senso monarchico: nelle sue
manifestazioni storiche, essa mira a sublimare al massimo la
figura dello Statista, necessariamente unico e angelizzato
(manifestazione polare), mentre d'altro canto essa tende ad
estendere «orizzontalmente» il potere dello Statista, e questo
per mezzo dell'espansione Imperiale, che ha la missione di porre
sotto il dominio dello Statista, nella sfera dei suo riflesso
personale, la massima quantità di spazio cosmico; in tal modo
quest'ultimo si trasforma in Paradiso (Sacro Impero), ovvero, in
altri termini, il cosmo riceve la sua «dimensione paradisiaca»
sacra.. E’ però importante notare che questa concezione monarchica
e imperiale non coincide sempre con le monarchie e gli
imperi storici, poiché la cosmovisione paradisiaco-polare è totale
nella sua essenza, e la mancanza della qualità di soggetto nel
monarca o, la mancanza della dimensione paradisiaca nel cosmo,
per quanto siano presenti normalmente, provocano in modo
automatico la rivoluzione gnostica, la quale ha lo scopo,
di restaurare il Polo e il Paradiso nella loro totalità
metafisica, che non consente sfumature o condizionamenti né
il «contratto sociale».
Poiché l'ideologia paradisiaco-polare è una
tendenza trascendente, essa non si è mai limitata ad agire su
un terreno strettamente politico, ma si è proiettata nella
sfera dell'intelletto puro, delle dottrine religiose e delle «scienze
sacre». Nella tradizione ermetica del Medioevo occidentale,
ebbero dunque un ruolo centrale i simboli del «Re alchemico» o
dello «Zolfo Rosso», mentre nella tradizione indù esiste una
scuola integralmente dedicata all’iniziazione pratica e alla
realizzazione spirituale, il cui nome è raja yoga, cioè
«Yoga regale». D'altronde è proprio la parola «Re», o «Monarca»,
o «Imperatore», quella che più viene usata nella maggior
parte delle scuole esoteriche, sia cristiane («Re dei Cieli»)
sia musulmane (soprattutto sciite), ma anche lamaiste, cabaliste
ecc. In realtà questi due aspetti dell’ideologia
paradisiaco-polare, quello religioso e quello politico, rimasero
sempre uniti, sia nel passato (i sacerdoti iniziati
partecipavano al governo monarchico negli stati
dell'Oriente antico) sia nei tempi moderni: nella Germania degli
anni '10 e ‘20 dei nostro secolo gli esoteristi delle società
segrete ermetiche a tendenza razziale, eredi dei Templari e dei
ghibellini (cioè degli esponenti medioevali dell'ideologia
paradisiaco-polare), parteciparono attivamente alla creazione
del l'ideologia nazionalsocialista. Analogamente, la gnosi
sciita, centrata sulla persona dell'Imam occulto, è
inseparabilmente unita agli eventi politici che si verificano
attualmente nel Vicino Oriente.
2.
Il secondo tipo di ideologia può essere
denominata come l'ideologia del «Creatore-creazione». Si
tratta di un'ideologia puramente conservatrice.
Corrisponde al lato essoterico, esterno, delle dottrine
religiose benché possa, per pura inerzia, manifestarsi o
predominare anche in società sprovviste di qualunque
orientamento religioso. Tale ideologia si esprime nella sua
forma più pura attraverso le organizzazioni della Chiesa
cattolica o della Umma islamica (soprattutto sunnita).
Sono queste società che possono essere chiamate, a buon
diritto, «teocratiche» o «clericali». Questo tipo di
ideologia potrebbe essere chiamato anche la visione dei mondo
del «Paradiso perduto». A differenza dell'ideologia
paradisiaco-polare, questo tipo di cosmovisione colloca il
Soggetto non nel centro (polo) dei mondo, ma sulla periferia di
esso, identificando il mondo non con il paradiso, ma con la
creazione, che separa il Soggetto dal Creatore; è naturale che
un tale Soggetto periferico, Soggetto successivo al peccato
originale ed espulso dal Paradiso, non può più essere
concepito come Signore Divino che domina l'universo. Egli
diventa un esule, che la creazione separa dal
Creatore; la creazione diventa qualcosa di ambiguo, perché da
una parte essa occulta il Creatore (aspetto negittivo),
mentre dall'altra reca in sé l'impronta del Creatore, rivelandone
indirettamente la presenza (aspetto positivo). Questo postulato
fondamentale costituisce la base dello sviluppo del pensiero
religioso, che può seguire strade completamente distinte, da
quella puramente apofatica che nega la possibilità di conoscere
il Creatore attraverso la creazione (ad. es. il buddhismo) a
quella puramente catafatica, che ammette la possibilità di
conoscere il Creatore attraverso la creazione (arrivando
addirittura a fondere l'uno e l'altra, nel caso estremo dei «panteisti»).
Comunque, l'ideologia «Creatore-creazione» o creazionismo si
oppone sempre, in tutte le sue forme e varianti, alle posizioni
dell'ideologia «paradisiaco-polare», la quale vede il tema
della creazione, o della separazione tra Creatore e
creatura, come qualcosa che le è completamente estraneo. In
realtà la lotta tra questi due tipi di visione del mondo ha
costituito il principale campo di battaglia ideologica nel corso
di tutta la storia. Vediamo di affrontare la questione più
da vicino.
Il Soggetto Divino si trova nel centro dei
mondo e il mondo è a lui sottomesso e subordinato, in linea di
principio. Quando tali condizioni essenziali non si verificano,
l'ideologia paradisiaco-polare non abbandona i propri princìpi;
ma, constatato l'avvenuto allontanamento dalla norma,
tende a ristabilire l'ordine. All'interno della coscienza
paradisiaco-polare il Soggetto Divino non può essere in nessun
modo espulso dal Paradiso, perché la permanenza nel Paradiso fa
parte della sua caratteristica essenziale. Pertanto il
Soggetto-Signore noti potrà mai diventare un Soggetto-Esule.
Semplicemente si occulta, ma si occulta insieme coi Paradiso
(l'Imam occulto degli sciiti, l’imperatore addormentato dei
ghibellini ecc.). Quegli esseri umani che non conoscono il
Soggetto Divino né il paradiso, dal punto di vista della
cosmovisione paradisiaco-polare sono irreali, sicché non hanno
il diritto di fondare la nuova concezione di «Creatore-creazione»,
dal momento che il Soggetto-Esule in realtà non esiste,
ovvero l'Esule non è il Soggetto. Ne consegue che nella sua
forma estrema la gnosi sarà anticlericale, e produrrà il
concetto di Creatore malvagio, di demiurgo cattivo,
ossia, senza negare l'esistenza della relazione tra Creatore e
creazione, non la trasforma in qualcosa di positivo, ma in
qualcosa di spiritualmente negativo, poiché considera tale
esistenza come un'illusione dannosa, un velo che nasconde il
Paradiso. Bisogna notare che gli esponenti della
cosmovisione: paradisiaco-polare si oppongono al Soggetto che
non è polare e al cosmo che non è paradisiaco (dalla cui
combinazione nasce per l'appunto il concetto di Dio esteriore,
di Dio-Oggetto, di Creatore lontano), ma non all'idea di Spirito
o Dio di per se stessa. D'altronde, l'ideologia essoterica
clericale di «Creatore-creazione» vede negli esponenti della
dottrina del «Paradiso e Polo» i distruttori del fondamento
stesso della religione e della fede, poiché essi respingono due
figure fondamentali: quella del Soggetto-Esule e quella
del Creatore che si nasconde al di là della creazione e,
seguendo un processo logico, si pongono essi stessi (in quanto
aventi relazione diretta o indiretta col Soggetto Divino) sul
medesimo livello dei Creatore, o addirittura più in alto. Tali
conclusioni fanno sì che le coscienze clericali identifichino
gli esponenti della visione del mondo «paradisiaco-polare» con
i luciferini, i satanisti, i nemici di Dio e dell'uomo, mentre i
medesimi concetti giustificano il caratteristico orgoglio degli
esponenti dell'ideologia «paradisiaco-polare».
Il fatto che gli gnostici si rifiutino di
accettare il principio dei Soggetto-Esule non significa
certamente che non ne riconoscano l'esistenza, ma lo vedono
sprovvisto della qualità di soggetto. Una logica analoga
porta gli gnostici al dualismo antropologico e all'affermazione
della diseguaglianza. Per gli esponenti della coscienza
paradisiaco-polare, gli uomini si dividono in due categorie: i
rappresentanti del Soggetto Polare (élite, aristocrazia
spirituale, uomini superiori, «pneumatici», figli della Luce
ecc.) e gli uomini-animali privi della qualità di soggetto
(plebe, uomini inferiori, «psichici» e «ilici», figli delle
Tenebre). Perciò tutti gli insegnamenti esoterici difendono una
gerarchia basata sulla differenza di casta, di razza o di
capacità intellettuale. E’ caratteristico il fatto che gli
gnostici collocano il «Soggetto-Esule» dell'ideologia «Creatore-creazione»
sul grado più basso della scala umana. (un simile
criterio, ovviamente, non fa che confermare i sospetti dei
custodi dell'ortodossia per quanto concerne la superbia degli
gnostici.
Bisognerebbe notare, però, che la stessa
tradizione cristiana, ai suoi primordi, si pose su una posizione
paradisiaco-polare rispetto al clericalismo giudaico, dove
l'ideologia «Creatore-creazione» si manifestava con la massima
chiarezza: i cristiani infatti erano portatori dell'idea dell’uomo
nuovo, connessa all'incarnazione del Verbo, del Cristo
Emmanuel («Dio in noi»).Nel giro di qualche secolo la gnosi
cristiana entrò in conflitto con la versione clericale del
cristianesimo, la quale dimenticò il tema del «paradiso
ritrovato» per sostituirlo con quello del «Creatore-creazione».
La componente paradisiaco-polare dei cristianesimo si manifestò
storicamente per l'ultima volta con l'anabattismo e la Riforma,
dove però adottò forme completamente diverse.
Altri aspetti essenziali dell'ideologia «Creatore-creazione»
sono: il conciliarismo, la fede, la stabilità conservatrice.
Il conciliarismo o la «cattolicità» (dal greco katholikos,
«universale») è il risultato della mancanza di divinità del
Soggetto-Esule, il quale, perduta la posizione centrale nel
mondo, non è più autarchico e avverte la necessità di
integrarsi socialmente, cioè di entrare in comunione con altri
Soggetti-Esuli. Il conciliarismo si rende necessario per il
portatore dell'ideologia «Creatore-creazione», poiché è solo
attraverso l'agglutinamento del maggior numero possibile di
Esuli dal Paradiso nel processo di ricerca della via dei
ritorno, che la coscienza clericale vede la possibilità di
cambiare la qualità non divina dei Soggetto. Il conciliarismo
presuppone ed esige una struttura gerarchica, ma questa
gerarchia viene costruita dal basso, sicché al vertice
di essa si troveranno gli individui più «conciliari». In
opposizione a questo principio, per la coscienza
paradisiaco-polare la gerarchia si costruisce dall'alto,
a partire dal Soggetto-Divino, che non è né conciliare
né composto, ma, al contrario, è assolutamente totale,
mentre il grado di perdita di totalità aumenta a mano a mano
che ci si allontana da lui, scendendo lungo la scala gerarchica.
A titolo di esempio possiamo citare la soluzione della questione
del potere politico presentata rispettivamente dai sunniti e
dagli sciiti: i sunniti sono fautori di un riconoscimento
comunitario che scelga tra candidati forniti delle necessarie
qualificazioni, mentre gli sciiti difendono l'ereditarietà
della funzione di guida, che essi affidano alla discendenza genetica
del primo Imarn immacolato, Alì.
La fede è necessaria per il fatto che il
Creatore rimane nascosto di là dalla creazione, ciò
richiede da parte dei portatore della coscienza religiosa un
certo sforzo, un atto di. volontà inteso ad affermare qualcosa
che non è evidente. La fede è una qualità inerente ai
Soggetto Esule. Invece la posizione «Paradiso-Polo» si basa
sulla conoscenza; è per questo che riceve il nome di
gnosi. La conoscenza presuppone il contatto diretto, l’evidenza
di Dio rende superflua la fede. La coscienza essoterica vede
nella pretesa gnostica di possedere la «conoscenza» una
autoelevazione illegittima, una sorta di satanismo.
Infine la stabilita conservatrice
dell'ideologia «Creatore-creazione» si basa sulla sua
posizione neutra rispetto all'universo esistente, poiché questa
ideologia non vuole realizzare nessuna trasformazione traumatica
e radicale della realtà. Tale neutralità è pure assicurata da
una posizione ambigua rispetto alla creazione. Entrambe le
modalità di approccio, sia quella apofatica sia quella
catafatica, non hanno nessun limite temporale, così come
nemmeno la creazione ha limiti chiaramente definiti. In altre
parole: si può esaminare indefinitamente il lato positivo del
cosmo, alla ricerca delle orme che il Creatore ha stampato in
esso. Così come si può negare la creazione finché si vuole,
ma ciò non cambierà né l'essenza esistenziale dei
Soggetto-Esule né quella dei Dio Creatore, poiché il principio
dei conciliarismo non può trasformarsi in principio di
indivisibilità e nemmeno il principio della Fede nel principio
della Conoscenza, senza che venga infranta la cornice
dell'ideologia «Creatore-creazione». E’ quanto avvenne
sempre, nel corso della storia, a quegli esponenti del
clericalismo che vedevano nella concezione «Creatore-creazione»
qualcosa di transitorio, un grado preliminare alla vera e
propria «divinizzazione» dei Soggetto. Costoro caddero in
seguito nell'«eresia», vale a dire uscirono dal quadro
dell'ideologia religiosa e furono scomunicati.
Bisogna notare che la concezione dei mondo
paradisiaco-polare non è assolutamente conservatrice, ma
piuttosto è escatologica, perché in essa la mancanza di
polarità metafisica nell'universo viene avvertita come male
assoluto, sicché si rende necessaria una lotta a fondo e senza
compromessi contro tutte le concezioni non paradisiache. La
tendenza della cosmovisione paradisiaco-polare a farla finita
con l'esistenza non paradisiaca, vale a dire il suo orientamento
verso la fine dei mondo (si tratta dell'escatologia propriamente
detta, intesa come «scienza della fine»), costituisce una
costante tendenza destabilizzatrice, diretta in fin dei conti
contro l'essenza stessa della posizione conservatrice. contro la
conservazione dello status quo religioso. Un simile
pathos escatologico lo si può scoprire in tutte le
manifestazioni della cosmovisione paradisiaco-polare, dagli
gnostici cristiani e dagli sciiti radicali (ismaeliti) fino alla
Riforma luterana e allo Stato nazionalsocialista che proclamò
l’inizio dei Reich millenario - Terzo Reich o Regno dello
Spirito Santo, se ci atteniamo agli insegnamenti del veggente
cristiano Gioacchino da Fiore.
Entrambe le posizioni ideologiche, quella
creazionista e quella paradisiaco-polare, spesso convivono entro
il quadro di una medesima società, tradizione o sistema
politico. Ma ciò non sopprime in nessun modo la differenza
abissale che le separa. Queste due ideologie sono inconciliabili
così come lo sono il fuoco e l'acqua, la luce e l'oscurità,
cosicché tra esse si accendono spesso le battaglie più
accanite (crociata contro gli albigesi, califfato fatimide,
rivoluzione francese, guerre imperiali dei Reich hitleriano), le
quali sarebbero inimmaginabili tra gli esponenti di tradizioni distinte,
di religioni o sistemi politici diversi.
3.
La terza posizione ideologica fondamentale è
rappresentata dal «materialismo mistico» o dal «panteismo
assoluto» (materia magica). Un tale tipo di ideologia nega
tanto il paradiso polare quanto la coppia Creatore-creazione.
Essa potrebbe anche essere identificata con l'ateismo puro. Qui
il Soggetto non è visto come Signore polare, il cui Io
interiore è Dio, e nemmeno come Soggetto esiliato dal Paradiso.
Soggetto che la creazione separa da un Dio Oggetto. In questo
caso, invece, il Soggetto viene visto come una particella dei
cosmo, nella quale si riflette il cosmo e nient'altro. In
altre parole, questo Soggetto non ha né un Dio interno né un
Dio esterno, poiché è solo lo specchio de mondo esteriore e al
contempo un elemento di esso. Di conseguenza, l'ateo puro o il
«materialista mistico» attribuisce al cosmo qualità divine,
giacché per lui i concetti di Causa e di Dio sono la stessa
cosa; e ciò ci consente di qualificare questa ideologia come «panteismo»,
che è identificazione del tutto (del cosmo, del mondo) con Dio.
Una delle varianti più rappresentative di questa ideologia è
costituita dal cosmismo, che in realtà può essere
considerato sinonimo di panteismo.
Il concetto di evoluzione, cioè il
concetto di progressivo e unidirezionale miglioramento
della qualità dei cosmo, è caratteristico di questo terzo tipo
di ideologia. Mentre i portatori dell'idea paradisiaco-polare
tendono a realizzare un salto unico e definitivo del
non-Paradiso e del non-Soggetto verso il Paradiso e il Soggetto;
mentre i portatori dell'idea creazionista sono interessati a
conservare lo status quo cosmico (dove il versante
apofatico si equilibra con quello catafatico); i portatori
dell'idea di «materia magica» sono innanzitutto interessati al
continuo e graduale miglioramento del cosmo, il cui sviluppo
inerte è considerato appunto come un processo di
perfezionamento. A livello ideologico, pertanto, il senso
dell'evoluzione e del progresso non consiste in nessuna
specifica capacità creativa, ma si riduce al semplice sviluppo
naturale degli eventi, con la necessaria eliminazione di tutti
quegli ostacoli che vi si oppongono, in primo luogo i
conservatori clericali e gli escatologisti monarchici. In realtà
il Soggetto dell'ideologia del «materialismo mistico» è il «servo
dell’evoluzione», ossia è uno specchio di ottima qualità
in cui si riflette, con la massima nitidezza, il processo
evolutivo.
Il conflitto tra gnosticismo e
conservatorismo, nonostante la sua inconciliabilità, si svolge
sempre in seno alle dottrine religiose: nemmeno gli
eretici più terribili negarono mai l'idea di Dio. Il «materialismo
mistico», invece, per la sua essenza stessa si colloca fuori
dalla religione, è ateo; per esso, infatti, l'idea di Causa
(Dio) non è nascosta (al di là dei cosmo o internamente
all'Io), ma è visibile e si trova davanti, intorno e in,
basso, poiché la Causa è il cosmo stesso e quindi non c'è
bisogno di cercare nessun altro luogo.
L’ideologia paradisiaco-polare parla del
Divino Soggetto centrale e dei mondo a lui sottomesso.
L'ideologia creazionista rappresenta il Soggetto che è espulso
ai limiti della periferia e ha davanti a sé la creazione, la
quale è separata da lui, ma lo rimanda a Dio (occultandolo al
contempo). I materialisti mistici non conoscono nemmeno il
Soggetto. Secondo quello che ci viene rivelato da György Lukács,
Soggetto ed oggetto si trovano riuniti nel proletario, figura
centrale delle più radicali correnti del pensiero materialista.
Il proletario è l’uomo-macchina, l'uorno-specchio ideale. La
stessa idea riflette il concetto di «noosfera», secondo
cui il logos è il prodotto dell'evoluzione della materia. Senza
dubbio, si tratta della ragione come specchio dei mondo esterno.
Un analogo concetto del Soggetto predetermina
lo specifico conciliarismo materialista, che ha come ideale la
soppressione di ogni gerarchia, anche se nella pratica esso crea
una gerarchia che si basa sul grado di cosmicità, cioè
su una maggiore o minore vicinanza alla natura materiale del
Cosmo Esterno. Proprio da tale tendenza a mettere alla testa del
concilio ateo una cosa o una macchina - simbolo dell'estrema
povertà spirituale - nasce la dottrina caratteristica della «dittatura
dei proletariato».
Il «panteismo» è caratterizzato dal suo agnosticismo
sostanziale, che offre una terza via, distinta da quella della
Gnosi e da quella della Fede. L'agnosticismo del «materialismo
mistico» è predeterminato dall'impossibilità di impostare
qualunque questione circa la conoscenza da parte del Soggetto,
poiché quest'ultimo non è nient'altro che una variante del
cosmo, un elemento del cosmo e non qualcosa di distinto da esso,
sicché la sua capacità riflessiva non aggiunge e non toglie
nulla alla corrente cosmica. Qui la conoscenza si identifica con
il fatto cosmico; ma, come il cosmo si trova in costante
movimento, così anche la conoscenza si identifica con la prassi
e pertanto si distrugge. In altre parole: l'agnosticismo è la
conseguenza della mancanza della coppia «esploratore -
esplorato», necessaria al processo conoscitivo; per il
portatore dell'idea di «materia magica» non esiste nessuna
differenza tra la superficie del mondo e la sua profondità.
Benché nella sua forma più pura
l’ideologia della «materia magica» sia apparsa in un momento
relativamente recente (l'autentico e dichiarato
materialismo dottrinale, è abbastanza giovane, ha due o tre
secoli), la tendenza «panteista» esiste da un periodo
piuttosto lungo, come realtà antireligiosa nascosta all'interno
del pensiero religioso. Per molto tempo il materialismo è stato
indirettamente presente, come esegesi «panteistica», «cosmista»
della religione, esegesi radicalmente opposta a quella
paradisiaco-polare. Perciò una stessa tradizione cristiana può
servire come base per lo gnosticismo cristiano storico (fino ai
Catari medioevali), per il giudeo-cristianesimo canonico («Creatore-creazione»)
e, infine, per il cosmismo dichiarato dei pensiero di Nikolaj Fëdorov(1)
o di Danil Andreev,(2)
dove, al di là dell'uso puramente nominale dei simboli, si
nasconde il panteismo ateo, mistico-naturalista. Le idee che Fëdorov
esprime in maniera chiara e inequivoca appaiono nelle
opere di altri pensatori antireligiosi, come ad esempio Teilhard
de Chardin, velate e camuffate; ma comunque si può dire che fin
dall'inizio dell'espansione del cristianesimo (e del buddhismo,
che diventò la dottrina preferita dei panteisti orientali) i
teologi tentarono di interpretare la dottrina cristiana
panteista: l'accento ricadeva praticamente sulla qualità umana
del verbo incarnato e pertanto sulla nuova sacralizzazione di
tutta la materia in seguito all'Incarnazione, nonostante
l’assurdità di questa «nuova sacralizzazione», smentita dal
testo stesso dei Vangeli e delle Lettere apostoliche, dove si
parla del «mondo perverso del peccato» e del nuovo cosmo
consacrato che dovrà apparire dopo la seconda venuta del
Cristo, non dopo la prima. E se davvero si può dire, come fanno
alcuni storici, che il comunismo russo è stato in una qualche
misura l'erede dell'ortodossia russa (Berdjaev)(3),
può trattarsi soltanto dei cristianesimo «cosmista», «panteista».«
magico -materialista», quel cristianesimo privo di ogni
dimensione esoterica ed anche dogmatica ed exoterica, che è
arrivato ad affermare una visione dei mondo propriamente
materialista, del tutto estranea all'autentico cristianesimo.
Nulla hanno infatti a che vedere con il cristianesimo, per fare
un esempio, le speculazioni mistico-materialiste di un Teilhard
de Chardin.
Lo stesso cosmismo lo si può trovare nel
Buddhismo hinayana («piccolo veicolo»), dove viene messa in
risalto la natura speculare e composta del Soggetto, che
rappresenta una concentrazione temporale di energie cosmiche;
quest'ultimo non ha nessuna autonomia spirituale e nemmeno lo
statuto di Soggetto Esule. Questa diramazione del Buddhismo
potrebbe essere chiamata a ragione «ateismo magico». Però nel
Buddhismo hinayana puro, diversamente che nell'ideologia matura
e sviluppata della «materia magica», manca il concetto di evoluzionismo,
obbligatorio per il cosmismo vero e proprio: tal concetto
diversifica il Buddhismo hinayana da altri tipi di cosmismo.
C'è un'altra dottrina che contiene un
cosmismo molto sviluppato: si tratta della massoneria europea.
Le dottrine massoniche, che geneticamente discendono dalle forme
occidentali dello gnosticismo, cioè dall'ideologia
paradisiaco-polare, in un determinato momento storico vennero
reinterpretate in chiave cosmista e furono ateizzate e
materializzate. La massoneria nel suo complesso esercitò una
grande influenza sulle coscienze europee, agendo in generale
nell'ombra, a differenza del cristianesimo. Ma a poco a poco,
nel sec. XVIII e soprattutto nel sec. XIX, la massoneria modificò
radicalmente il proprio orientamento spirituale e ideologico e,
pur conservando il simbolismo esteriore, invertì completamente
il proprio contenuto, sostituendolo con un altro opposto
all'originario - e a partire da allora l'evoluzionismo e il
panteismo, il materialismo e l'ateismo cominciarono a svolgere
un ruolo fondamentale nella cultura e nella scienza occidentali.
Il fatto che i personaggi più rilevanti di questa cultura e
questa scienza siano appartenuti a logge massoniche non viene
abitualmente tenuto in considerazione, oppure viene spiegato
come una semplice formalità, con le esigenze della moda dei
tempo. In realtà, invece, la massoneria possiede una propria
dottrina spirituale, che corrisponde a un determinato tipo di
coscienza religiosa e modella la posizione ideologica dei suoi
seguaci. Molti eventi nel mondo della cultura e della scienza
occidentali nei secc. XVII, XVIII e XIX hanno la loro origine
nella modificazione delle dottrine e degli statuti di alcuni
rami della massoneria o della massoneria nel suo complesso.
Comunque, l'ateizzazione degli statuti della massoneria - la
cosiddetta rivoluzione massonica di Desagliers e Anderson - ebbe
come conseguenza la propagazione del «cosmismo scientifico»
europeo e dell'evoluzionismo, sia attraverso la metodologia
puramente scientifica, sia, un poco più tardi, attraverso i
movimenti neo-occultisti, essenzialmente panteisti (teosofismo,
occultismo, spiritualismo ecc.).
Se l’ideologia paradisiaco-polare è in
grado di reinterpretare secondo la propria chiave diverse forme
religiose, anche la dottrina della «materia magica»,
nonostante la sua posizione essenzialmente antireligiosa, può
usurpare le forme religiose per affermare, tramite esse, i suoi
propri princìpi. Da parte sua, la posizione creazionista
generalmente preferisce non imbarcarsi nell'esegesi radicale
delle dottrine religiose, tendendo a conservarle intatte anche a
rischio di trasformarle in un mero involucro. morto e
mummificato.
Quanto alle ideologie non religiose, la cui
apparizione costituisce un fenomeno ultramoderno e senza dubbio
poco duraturo (il fattore religioso sta risorgendo negli ultimi
tempi), la correlazione delle tre posizioni rimane intatta:
i portatori dell'idea «Paradiso-Polo» sono fautori di un nuovo
impero paradisiaco incentrato in un Capo-Polo superumano
(nazionalsocialismo tedesco); i fautori della posizione
creazionista appoggiano la democrazia moderata e il liberalismo,
mirando a conservare lo status quo sociale degli
individui autonomi ed «espulsi dal Paradiso», senza
abbandonare la cerca del Principio perduto, ma anche senza
sforzarsi eccessivamente per trovarlo (regimi democratici
centroeuropei e Stati Uniti nei secc.XVIII-XIX); infine, le
dottrine della «materia magica», nei loro princìpi
dichiaratamente atee, corrispondono alle forme politiche
estremiste socialiste e comuniste, che vanno dal totalitarismo
assoluto nordcoreano e dall'esperimento cambogiano di Pol Pot
(dove la teoria di Pavlov sui riflessi acquisiti dall'uorno-oggetto
ha trovato applicazione in ogni ambito) fino all'attuale modello
nordamericano e scandinavo della «società dei consumi», dove
il rozzo e naturalistico sistema dei «socialisti primitivi»
viene sostituito dal sistema tecnologico-industriale artificiale
e socializzato - sogno realizzato del «materialismo mistico».
Le tre posizioni che
abbiamo sunteggiate consentono di spiegare molte contraddizioni
nella storia delle ideologie, contraddizioni che hanno lasciato
perplessi molti studiosi. Innanzitutto, la nostra
classificazione stabilisce chiaramente che queste tre posizioni
sono incompatibili tra loro, sicché, qualora si trovino
a coesistere entro il medesimo quadro ideologico, prima o poi
produrranno il conflitto interno che vedrà ogni
posizione essenziale rivendicare il proprio diritto
all’indipendenza. Per esempio: la cosmovisione
paradisiaco-polare può rimanere a lungo inavvertita entro la
cornice generale della tradizione cristiana, ma prima o poi verrà
proclamata la crociata contro gli albigesi e i catari bruceranno
nei loro templi cristiani, incendiati dai portatori dell'idea
creazionista. Altro esempio: i socialisti possono rimanere a
lungo al fianco dei liberali e dei democratici moderati senza
differenziarsene, lottando più o meno per gli stessi programmi,
ma prima o poi, se i socialisti riescono a conquistare il
potere, i primi a salire sulla ghigliottina o ad entrare nelle
prigioni della CEA saranno i democratici e i liberali, i quali
rappresentano una sostanza incompatibile con l'idea dei
«servi dell'evoluzione», perché chi vuole conservare lo status
quo pone ostacoli al progresso. E, benché i roghi e
i sotterranei della Ceka siano esempi estremi della suddetta
incompatibilità, questi tre tipi ideologici si trovano sempre
in conflitto, e il conflitto in un modo o nell'altro si
manifesta.
Ci rimane da analizzare un altro aspetto
della questione: tra i tre tipi di protoideologie (Urideologien,
direbbero i Tedeschi), quali sono i più incompatibili tra loro
e quali invece possono concludere delle alleanze? La verità è
che la loro correlazione non è perfettamente simmetrica.
Potremmo dire che l'ideologia paradisiaco-polare rappresenta la
destra assoluta, quella creazionista il centro assoluto, quello
mistico-materialista la sinistra assoluta. In questo caso, la
parola «assoluto»ci consente di abbandonare la sfera della
politica concreta per collocarsi in una dimensione metapolitica
originaria. La correlazione potrebbe estere continuata con ha
classificazione seguente:
Destra assoluta : |
il Soggetto domina sull'Oggetto |
Centro assoluto : |
il Soggetto e l'Oggetto sono uniti |
Sinistra assoluta : |
il Soggetto è subordinato all'Oggetto |
oppure
Destra assoluta : |
la storia come decadenza. Necessità di restaurare
il Paradiso immediatamente. Escatologia. |
Centro assoluto : |
la storia come stabilità permanente. Necessità
di conservare l'equilibrio tra materia e spirito |
Sinistra assoluta : |
la storia come progresso. Necessità di contribuire
alla sua continuazione e accelerazione |
Questa classificazione metapolitica determina anche la
possibilità di formare coalizioni: dal punto di vista della
Destra assoluta, le posizioni del Centro e della Sinistra
assolute coincidono, sono la stessa cosa, si collocano alla sua sinistra.
Pertanto la Destra assoluta è categoricamente antagonista ad
ambedue le posizioni e combatte contro di esse, nel corso dei
secoli, una lotta mortale. Viceversa, per il Centro assoluto sia
la Sinistra sia la Destra assoluta costituiscono il Nemico che
vorrebbe far vacillare le sue basi ideologiche. Per il Centro
assoluto diventa quindi possibile stipulare un'alleanza con la
Sinistra assoluta contro la Destra assoluta. Un esempio,
l’alleanza militare «antifascista» durante la seconda guerra
mondiale. Ma per la Sinistra assoluta anche il Centro assoluto
è «fascismo», sicché alla fine dei conti la Sinistra
assoluta è incompatibile con il Centro assoluto e vorrebbe
distruggerlo. A volte, per lottare contro il Centro assoluto, la
Sinistra assoluta può concludere un'alleanza con la Destra
assoluta, ma in genere tali alleanze sono poco durevoli (patto
Ribbentrop-Molotov, alleanza delle Centurie Nere coi populisti
ecc.). Infine, il Centro assoluto combatte contro tutti gli
estremismi: i concili ecclesiastici scomunicano prima i
monofisiti («Cristo è soltanto Dio») e poi i nestoriani («Cristo
è più uomo che Dio»),conservando la propria specifica
posizione, secondo cui «Cristo è vero Dio e vero uomo».
Tutto ciò consente di capire meglio la
logica di coloro che identificano il fascismo (Destra assoluta)
con il comunismo (Sinistra assoluta). Una tale identificazione
può provenire solo da un esponente del Centro assoluto, seguace
della concezione «Creatore-creazione». E’ curioso notare
come pensatori politici così antagonisti tra loro, quali il
russofilo Shafarevic(4)
e il russofobo Besançon, nonostante una quasi totale
discrepanza per quanto concerne questioni concrete, mostrino una
incredibile solidarietà allorché ripartiscono equamente la
loro avversione per il socialismo sovietico (Sinistra assoluta)
e il nazionalsocialismo tedesco (Destra assoluta). Un sionista e
un patriota russo mostrano in tal modo l’unità metapolitica
che si nasconde dietro la loro contrapposizione relativa a fatti
storici particolari. La stessa cosa si potrebbe dire di molti
altri intellettuali, il cui orientamento metapolitico (spesso
inconscio) comporta relazioni di contatto laddove la realtà
politica dovrebbe determinare una radicale contrapposizione.
Se ci basiamo sui dati storici, parlare di un
ipotetico equilibrio di queste tre ideologie è praticamente
impossibile, poiché nella vita reale una relativa armonia si
stabilisce soltanto quando l’egemonia ideologica si trova in
mano ai portatori di una di esse, con la conseguente
repressione delle altre o, nel migliore dei casi, con la loro
marginalizzazione. Tutte le ricette che pretendono di
conciliarle tra loro sono utopiche ed effimere: curiosamente,
esse provengono sempre dagli ambienti cosmisti, a tal punto
convinti della necessità e soprattutto del senso positivo
dell'evoluzione, che possono addirittura arrivare a
giustificare la presenza di ostacoli sul cammino
dell'evoluzione, poiché secondo loro tali ostacoli potrebbero
risultare vantaggiosi ai fini dell'evoluzione stessa.(E’
appunto questo il senso di alcuni dei progetti neomassonici del
Club di Roma e di T. de Chardin).
D'altronde, nel corso della storia è possibile rintracciare una
certa successione dinamica di questi tre tipi ideologici: così,
quanto più ci inoltriamo nel passato, tanto più nitida e «totalitaria»
si presenta l’ideologia della Destra assoluta, il complesso
ideologico, il complesso ideologico paradisiaco-polare. Più
tardi, ma sempre nell'antichità, comincia a predominare il tipo
ideologico «creatore-creazione», che ha ricevuto la sua
massima espressione dottrinale nel giudaismo antico. Però anche
nel periodo dei predominio «totale» dell'ideologia «creatorc-creazione»
irrompono ciclicamente le tendenze paradisiaco-polari, come un
tentativo di «rivoluzione da Destra», tinta di un
escatologismo sempre più dichiarato. Infine, nella storia
moderna e contemporanea, diventano protagoniste le tendenze
della Sinistra assoluta, che sommergono e snaturano i residui
delle forme tradizionali precedenti. Si tratta del cristianesimo
cosmista, dell'induismo panteista, del buddhismo «ateo-magico»,
della democrazia socialista, della neomassoneria razionalista,
del giudaismo riformato ecc. Ma, benché l'idea di «materia
magica» sia, divenuta dominante, le ideologie del Centro
assoluto e della Destra assoluta non scompaiono dei tutto: esse
colgono ogni occasione opportuna per dar luogo a una rivoluzione
teocratica (come quella iraniana) o paradisiaco-polare (come
quella nazionalsocialista). Perciò, nonostante la loro
successione al potere, i tre tipi di cosmovisione non possono
unirsi in una sintesi, né il loro numero può ridursi; anzi, le
tre tendenze possono adottare forme a seconda delle circostanze
storiche particolari. D'altronde, i più complessi modelli
sincretici elaborati al fine di combinare tra loro gli elementi
della Destra, del Centro e della Sinistra assoluta non
libereranno l’artefice di una tale opera dalla sua qualità di
esponente di questa o quella protoideologia, sicché ogni
modello sincretico particolare si rivelerà come una variante
formale di tale protoideologia.
Non vogliamo concludere questo breve studio
dando l’impressione di essere partigiani del relativismo e
pluralismo più completo, ma desideriamo esprimere la nostra
profonda convinzione che il segreto della storia delle ideologie
non si riduce alla definizione di tre tipi di visione dei mondo
atemporali in conflitto permanente e inconciliabile tra loro. A
nostro parere, solo una di esse corrisponde alla verità
assoluta - e per noi verità assoluta non è parola vuota. Solo
il destino rivelerà di quale visione dei mondo si tratta.
Traduzione di Danilo Valdorio
NOTE
1) Nikolaj Fëdorov (1828-1903) potrebbe
essere catalogato come socialista religioso. Secondo questo
pensatore, l'egoismo proverrebbe dalla preoccupazione degli
uomini per la loro conservazione minacciata dalle forze avverse
della natura. Il compito di un governo ideale consisterebbe nel
sottomettere tali forze a uno stretto controllo mediante la
scienza. Fëdorov credeva nella possibilità di resuscitare i
morti, poiché le particelle corporee non possono uscire dai
limiti dello spazio, neanche dopo la disintegrazione fisica. I
suoi lavori esercitarono una notevole influenza sugli
intellettuali di sinistra, compresi personaggi della levatura di
Gorkij e Majakovskij; anzi, alcune delle sue idee furono
utilizzate dai bolscevichi. I vari saggi di Fëdorov vennero
raccolti, dopo la sua morte, in due volumi intitolati Filosofia
della causa comune. Su Fëdorov, rinviamo il lettore
italiano all'articolo di Aldo Ferrari, Resurrezione e
rivoluzione nella cultura russa, in Quaderni di Avallon, n.
17, maggio-agosto 1988 (N.d.T.).
2) Danil Andreev (1906-1959), figlio dei
celebre scrittore e drammaturgo Leonid, fu poeta, mistico e
filosofo. Trascorse lunghi periodi nelle carceri sovietiche,
dove, scrisse il trattato La Rosa del Mondo. (N.d.T.).
3) Nikolaj Berdjaev (1874-1948), filosofo)
esistenzialista e fondatore del cosiddetto «personalismo
cristiano» o socialismo personalista, fu notevolmente
influenzato da Fëdorov. (N.d.T.).
4) Igor' Shafarevic (n. 1923), matematico di
fama mondiale e autore di scritti d'argomento politico, è
noto soprattutto per il saggio Rusofobija (Mosca 1989),
pubblicato in italiano col titolo La setta mondialista contro la
Russia (Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 1991). Questo
libro di Shafarevic ha suscitato gli attacchi feroci di
noti esponenti della cultura (François Fejtö, Adam Michnik,
Andrej Sinijavskij ecc.). (N.d.T.).
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