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IL REDDITO NAZIONALE NEL SOCIALISMO

Il reddito nazionale di un Paese è l’espressione del grado di vitalità del suo apparato economico. Il suo volume assoluto e il suo ritmo di sviluppo sono una conseguenza della crescita dell’attività economica, il modo in cui esso viene distribuito tra i componenti della collettività sociale e viene impiegato ai fini di allargare ulteriormente la produzione, determina sia il livello materiale e sociale di vita della popolazione, sia la possibilità di elevare progressivamente ed ininterrottamente tale livello.

Il reddito nazionale costituisce la parte del prodotto sociale complessivo che resta a disposizione della società dopo la reintegrazione dei mezzi di produzione consumati per creare il prodotto sociale. Il prodotto sociale complessivo è costituito dalla somma dei beni materiali prodotti annualmente dalla società. Se si esclude dal prodotto sociale complessivo, creato annualmente, la parte che serve per reintegrare i mezzi di produzione consumati nel processo produttivo, si avrà il prodotto netto o reddito nazionale. In altri termini, il reddito nazionale rappresenta tutto il valore creato ex-novo in un dato anno. Ricapitolando: per reddito nazionale si deve intendere quella parte del prodotto sociale complessivo che resta a disposizione della scocietà dopo la reintegrazione dei mezzi di produzione.

Lo Stato socialista attinge al reddito della nazione le risorse indispensabili per assicurare l’ininterrotto sviluppo dell’economia secondo le leggi della riproduzione allargata, per soddisfare le sempre crescenti esigenze generali dello Stato e degli individui che ne fanno parte e per consolidare l’indipendenza e la capacità difensiva.

La dottrina del reddito nazionale, della sua produzione, distribuzione e ridistribuzione è uno dei più importanti problemi dell’economia politica. Gli indici del reddito nazionale costituiscono il risultato, l’espressione generalizzatrice di tutto il processo della riproduzione sociale e dello sviluppo economico di un paese.

La teoria della riproduzione sociale costituisce la base teorica della determinazione e del calcolo del prodotto globale della società e del reddito nazionale, sua parte integrante. La dottrina del reddito nazionale fa perciò parte della teoria della riproduzione e solo sulla base di questa teoria si può giustamente intendere l’importanza e il posto occupato dal reddito nazionale nella riproduzione di tutto il prodotto sociale.

In negazione di tutto quanto espresso fin qui, il pensiero economico capitalistico-borghese, non solo non è riuscito a risolvere il problema del reddito nazionale, ma, mirando a giustificare lo sfruttamento capitalistico, non è neppure riuscito ad impostarlo correttamente. Anzi, possiamo tranquillamente dire che gli economisti borghesi, che sono ovviamente al servizio del capitale, cercano con tutti i mezzi di confondere la questione del reddito nazionale.

Partendo dal principio evidentemente falso secondo il quale “chiunque percepisca un reddito ne sia anche il creatore”, l’economia borghese tende a negare il consumo parassitario del reddito nazionale da parte delle classi sfruttatrici.

Lo Stato socialista, in quanto sovrastruttura politica della struttura economica, assolve una funzione radicalmente diversa rispetto allo stato borghese. Nel socialismo lo Stato come sovrastruttura assolve una funzione particolare nello sviluppo della base e agisce come forza dirigente e orientatrice nello sviluppo dell’economia della Nazione.

Lo Stato detenendo i mezzi di produzione, assicura il progresso dell’economia sulla base di piani economici nazionali. Lo Stato, organizzando il lavoro pianificato di tutti i settori dell’economia, assicura la creazione e la distribuzione del reddito nazionale nell’interesse del costante incremento dei consumi popolari.

Nella società socialista non esistono contraddizioni antagonistiche fra la produzione, l’accumulazione e il consumo. La gestione pianificata dell’economia condiziona l’equilibrio proporzionale esistente fra le produzione e il consumo e assicura l’ininterrotto processo di produzione del prodotto sociale.

La distribuzione del reddito nazionale si compie nell’interesse del miglioramento sistematico delle condizioni materiali della popolazione e dell’espansione della produzione; il miglioramento sistematico delle condizioni materiali del popolo e l’incessante sviluppo dei loro bisogni, essendo una fonte permanente di espansione della produzione, garantiscono i lavoratori contro le crisi da sovraproduzione, contro la miseria e la disoccupazione; i lavoratori sono quindi i padroni del paese e lavorano per sé stessi, per il proprio Stato.

Nel socialismo il reddito nazionale viene utilizzato per alimentare i fondi generali dello Stato, fondi di riserva, di assicurazione, di amministrazione, di difesa, di sanità pubblica, di istruzione e di previdenza sociale; i mezzi finanziari impiegati per soddisfare tutti i bisogni di cui sopra, sono considerati altrettanto indispensabili di quelli destinati a soddisfare direttamente i bisogni individuali.

Nel socialismo, regime in cui non esistono lo sfruttamento e l’appropriazione privata, il processo di formazione del prodotto sociale esprime nuovi rapporti di produzione, rapporti di collaborazione fraterna e di mutua assistenza socialista tra uomini liberi.

Nel capitalismo, la distribuzione del reddito nazionale ha un carattere spontaneo e si attiva allo scopo di arricchire le classi sfruttatrici attraverso l’indebolimento e la spoliazione dei lavoratori. Il reddito nazionale nei paesi capitalistici viene consumato in modo parassitario. La distribuzione è determinata dallo sfruttamento e si manifesta con l’impoverimento assoluto delle masse, nella formazione dei due estremi della ricchezza e della miseria.

La storia ci insegna che la caratteristica essenziale della legge economica fondamentale del socialismo è di assicurare il massimo soddisfacimento dei sempre crescenti bisogni materiali  e culturali di tutta la società. La sollecitudine quotidiana per il costante elevamento del tenore di vita dei lavoratori è il primo dovere dello Stato socialista.

Il socialismo non significa riduzione dei bisogni personali, ma estensione e incremento degli stessi in tutti i sensi, non significa limitazione o rifiuto di soddisfare questi bisogni, ma soddisfacimento multiforme e totale di tutti i bisogni della popolazione lavoratrice in una civiltà sviluppata.

Il livello del benessere del popolo non è determinato solo dalla parte del reddito nazionale che i lavoratori ricevono individualmente come salario, a questa parte è necessario aggiungere le grandi somme che lo Stato socialista spende per incrementare l’edilizia residenziale, per l’istruzione e la sanità pubblica, per la corresponsione delle pensioni, per le assicurazioni sociali e per i sussidi di diverso genere, tutti diritti e bisogni essenziali della popolazione.

Nel capitalismo invece, ci si assicura il massimo profitto mediante l’asservimento materiale e culturale del proprio popolo e, attraverso le guerre e le invasioni,  col furto ai danni dei popoli di altri paesi.

In conclusione possiamo affermare con certezza che solo il sistema economico socialista, che non conosce contraddizioni, assicura il simultaneo aumento degli investimenti di capitale e del benessere popolare.

La via socialista di sviluppo è l’unica via per liquidare il capitalismo e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

In questo si manifesta l’immensa superiorità del sistema economico socialista.

Bluto

 
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