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Alexander Dugin

IL PARADIGMA DELLA FINE

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L'ultima formula

 

Tiriamo finalmente le conclusioni di quest’analisi a volo d’aquila. Abbiamo scoperto che, a tutti i livelli, nei più generali modelli riduzionisti della teleologia storica esiste una quasi identica traiettoria dello sviluppo del processo storico. Non ci resta che prendere tutti i componenti emersi via via e introdurli nell’ultima formula di generalizzazione.

Dunque, nel corso intero della storia agiscono due soggetti, due poli, due realtà ultime. La loro opposizione, la loro lotta, la loro dialettica costituiscono il contenuto dinamico della civiltà. Questi soggetti si fanno via via più chiari ed evidenti, passando da una forma di esistenza offuscata, velata, “fantasmatica”, a una forma chiara, definitiva, assolutamente stabile.
Primo soggetto: Capitale = Mare (Occidente) = Anglosassoni (in senso più ampio “Romano-Germanici”) = confessioni cristiano-occidentali

Secondo soggetto: Lavoro = Terra (Oriente) = Russi (in senso più ampio “Eurasiatici”) = Cristianità Ortodossa

Ventesimo secolo - il punto culminante dell’opposizione fra queste forze, la massima tensione, la battaglia finale. Endkampf.

Al momento attuale, possiamo stabilire che, secondo quasi tutti i parametri, il primo soggetto è stato capace di sopraffare il secondo. E lo strumento principale, la mossa tattica che ha dato all’Occidente la vittoria, mossa ripetuta costantemente e a tutti i livelli – è stato l’uso di una (terza) realtà intermedia, il terzo pseudo-soggetto della storia, che ogni volta si è dimostrato un miraggio incorporeo, destinato a velare la vera essenza dell’opposizione escatologica.

La vittoria dell’Occidente può essere compresa, nella sua piena portata, in due modi. I liberali ottimisti affermano trattarsi di una vittoria finale, e che “la storia si è conclusa con successo”. Quelli più cauti affermano trattarsi solo di uno stadio provvisorio, e che il gigante abbattuto potrà rialzarsi, in determinate circostanze. Ciò che è più, il vincitore affronta una situazione per sé nuova e assolutamente inconsueta, la situazione dell’assenza del nemico, il duello con il quale conferiva contenuto al suo essere storico. Pertanto, l’attuale soggetto della storia, rimasto solo, dovrà risolvere il problema della post-storia, che lo pone di fronte alla nuova sfida – resterà il soggetto della post-storia, o si trasformerà in qualcosa d’altro?

Ma questo è assolutamente un altro tema.

E che ne è dello sconfitto? Da parte sua, è difficile attendersi una riflessione lucida e imparziale. Per lo più, non si rende conto di quanto gli è accaduto, e l’organo amputato – in questo caso, il cuore – continua a soffrire e bruciare, come accade ai pazienti dopo l’operazione. Solo pochi realizzano chiaramente che cosa è successo a cavallo degli anni ’90.

Altrimenti, come spiegate che Gorbacev possa tranquillamente andarsene in giro per strada, rischiando al massimo di essere preso a schiaffi da qualche trafficone ubriaco?

 

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