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I SOCIALISTI DI AHMED HUSEIN 1933-1953: VENT’ANNI DI PASSIONE

Lo sviluppo del Partito Socialista di Ahmed Husein in Egitto riflette meglio di qualsiasi altra illustrazione l’oscillare del socialismo arabo tra un orientamento filofascista ed un orientamento filocomunista. Ahmed Husein nel 1933 lanciava sulla scena politica egiziana un nuovo gruppo denominato “Giovane Egitto” (Misr el Fatah) che nel 1938 si sarebbe trasformato in partito politico. Sia l’ideologia del Partito che l’organizzazione di truppe paramilitari d’assalto rispecchiavano una fortissima vicinanza al nazional-socialismo tedesco e si fondavano su pochi, ma solidissimi principi: restaurazione dell’antica gloria dell’Egitto, costituzione di un grande impero, sistema economico corporativo, “fede e azione”. Le truppe d’assalto inoltre avevano l’obbligo di osservare un decalogo molto rigido le cui principali regole erano: parlare soltanto l’arabo e acquistare soltanto prodotti egiziani.  

Ahmed Husein affermava di voler combattere per la giustizia sociale ed era partito per l’Italia per studiare la “Carta del Lavoro”. Al suo ritorno in Egitto, esprimendo la sua ammirazione per l’Italia e la Germania , denunciava le “democrazie occidentali” portatrici di disordine e caos, di miserie per i popoli, incapaci di combattere la disoccupazione. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Ahmed Husein, temendo che il Partito venisse messo fuorilegge e i suoi membri arrestati, dichiarò di volersi schierare a fianco della Gran Bretagna per potersi successivamente dedicare alla costruzione di un grande Egitto.

In realtà il Partito continuava a ricevere aiuti da Roma e Berlino e i suoi seguaci non si stancavano di organizzare dimostrazioni contro gli Alleati. Effettivamente fecero molto di più: si dedicarano attivamente ad effettuare assalti contro i soldati britannici per le strade di Alessandria e del Cairo ed organizzarono esecuzioni di uomini di stato egiziani palesemente filo-occidentali (come il primo ministro Ahmed Mahir).

Ahmed Husein e tutti i vertici di Misr el Fatah vennero ovviamente tratti in arresto e al momento del rilascio avvenuto nel 1944, il Partito, pur essendo ancora in vita, aveva perduto sia la struttura organizzativa che gli aiuti esterni fondamentali per la sopravvivenza.

Gli anni che vanno dal 1945 al 1947 furono per Ahmed Husein e i suoi amici anni di esitazione ed incertezza. Già dal 1945 però si potevano leggere sull’organo di stampa del Partito articoli di analisi e apprezzamento sull’Unione Sovietica e sul comunismo.

Al momento del suo re-ingresso nella politica ufficiale egiziana, Husein, presentò un programma che metteva in risalto il carattere socialista del suo Partito, esigeva la cacciata dei britannici, proponeva il passaggio al socialismo con mezzi pacifici e mutava il nome del Partito in “Partito Egiziano Socialista e Democratico”. L’orientamento era ormai definito e anche in politica estera furono subito chiare le intenzioni: “in considerazione della pressione occidentale esercitata sull’Egitto perché ceda ad Israele e alla Giordania, non c’è altro da fare che firmare un patto di amicizia con l’Unione Sovietica”.

Con l’accrescersi della tensione nei primi anni ’50 il nuovo Partito diviene un fattore di cui tener conto. Nelle elezioni del 1950 riesce a far eleggere un deputato (Ibrahim Sciukri), ma l’influenza esercitata per le strade del Cairo supera notevolmente il peso parlamentare. Ed è in questa fase che vengono ricostituite le truppe d’assalto.

Concise ed efficaci le dichiarazioni pubbliche: “i ricchi egiziani hanno svenduto il Paese disdegnando la lotta di liberazione”, “tutti i trattati stipulati con Gran Bretagna e Stati Uniti vanno abrogati”, “libertà per tutti i prigionieri politici”, “scioglimento della polizia politica imperialista”.

Nel periodo 1951-52 la stella politica di Ahmed Husein brilla sempre più: il Partito stringe salda alleanza con i comunisti e la Fratellanza Musulmana , si occupa di guidare la maggior parte delle dimostrazioni nelle grosse città e di organizzare brigate partigiane anti-inglesi nella zona del canale di Suez. A tal proposito , Husein dichiara pubblicamente che diecimila volontari sono stati arruolati nelle falangi per combattere contro l’esercito britannico nella zona del canale e impone al governo egiziano un ultimatum: guerra alla Gran Bretagna entro 15 giorni!

Dopo violenti scontri con l’esercito regolare e le forze dell’ordine avvenuti dopo l’assalto dei membri del Partito alle attività commerciali ed industriali di proprietà straniera (ricordati come “Sabato nero”), Ahmed Husein fu arrestato e il Partito disciolto.

Uscito dal carcere nel novembre del 1952, rifondò il partito e ne ridivenne presidente. Effettuò subito nuove richieste alla giunta militare che nel frattempo si era insediata alla guida del Paese: nazionalizzazione di tutti i servizi pubblici, liberazione dai capitali stranieri, unione di tutti i paesi arabi, limiti precisi alla propietà di terreni.

Quando però nel 1953 tutti i partiti vennero disciolti anche quello socialista subì la stessa sorte.

Ahmed Husein è stato senz’altro il più coerente e solido politico “estremista” egiziano. Molti solidarizzavano con lui, pochi aderirono al suo Partito, ma solo per paura.

Gli osservatori politici e gli intellettualoidi che usano sempre inquadrare gli uomini i due categorie distinte – di destra o di sinistra – incontrano qualche difficoltà a spiegarsi “l’enigma” Ahmed Husein. In realtà egli rappresenta uno dei più comuni fenomeni politici mediorientali: con la sfiducia nella democrazia borghese capitalista, maturata dalle popolazioni arabe, le figure politiche più coerenti ed intransigenti hanno volto il loro sguardo a quei sistemi economico-politici in grado di garantire lotta alla povertà, migliori condizioni per tutti, stabilità, ordine, coerenza e tenacia nel perseguire gli obiettivi prestabiliti. Le differenze tra comunismo e fascismo, per quanto importanti potessero essere, sono state sempre considerate molto meno rilevanti delle differenze che corrono tra questi due sistemi e la democrazia borghese occidentale. Questa è sempre stata la forza del socialismo arabo e questa è sempre stata la base su cui costruire le fortificazioni ideologiche per respingere gli assalti americani e sionisti.

   

Bluto

 
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