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Controvoce
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FRONTE PATRIOTTICO Belli & Ribelli |
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AUTODIFESA
DI ERICH HONECKER “Difendendomi
dall’accusa manifestamente infondata di omicidio non intendo certo
attribuire a questo Tribunale e a questo procedimento penale
l’apparenza della legalità. La difesa del resto non servirebbe a
niente, anche perché non vivrò abbastanza per ascoltare la vostra
sentenza. La condanna che evidentemente mi volete infliggere non mi potrà
mai raggiungere. Ora tutti lo sanno. Basterebbe questo a dimostrare che
il processo è una farsa. È una messa in scena politica. Nessuno
nelle regioni occidentali della Germania, compresa la città di prima
linea di Berlino Ovest, ha il diritto di portare sul banco degli
accusati o addirittura condannare i miei compagni coimputati, me o
qualsiasi altro cittadino della Repubblica Democratica Tedesca (RDT),
per azioni compiute nell’adempimento dei doveri emanati dallo Stato. Se
parlo in questa sede, lo faccio solo per rendere testimonianza alle idee
del socialismo e per un giudizio moralmente e politicamente corretto di
quella Repubblica Democratica Tedesca che più di cento stati avevano
riconosciuto in termini di diritto internazionale. Questa Repubblica,
che ora la Germania Ovest (RFT) chiama Stato illegale, è stata membro del Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U.,
che per qualche tempo ha presieduto e ha presieduto per un periodo la
stessa Assemblea Generale. Non mi aspetto certo da questo processo e da
questo Tribunale un giudizio politicamente e moralmente corretto della
RDT, ma colgo l’occasione di questa messa in scena politica per far
conoscere ai miei concittadini la mia posizione. […]
I giuristi più eminenti di questo paese, tanto dei partiti di
maggioranza che della SPD, giurano che il nostro processo altro non è
che un normale processo penale, non un processo politico, non una messa
in scena. Vengono arrestati membri di uno dei più alti organismi
statali del paese confinante e si dice che però la politica non
c’entra niente. Si contestano ai generali della contrapposta alleanza
militare le decisioni prese, ma si sostiene che la politica non
c’entra niente. Quelle stesse personalità che ieri venivano ricevute
con tutti gli onori come ospiti di stato e interlocutori degli sforzi
congiunti per impedire che potesse mai più scaturire una guerra dal
suolo tedesco, vengono oggi etichettate come criminali. Ma anche questo
non avrebbe niente a che fare con la politica. […]
Per me e, credo, per chiunque non sia prevenuto, è evidente che questo
processo è politico come solo può esserlo un processo contro la
dirigenza politica e militare della RDT. Chi lo nega non sbaglia, chi lo
nega mente. Mente per ingannare ancora una volta il popolo. Con questo
processo si fa proprio ciò di cui noi veniamo accusati: ci si sbarazza
degli avversari politici con i mezzi del diritto penale. Ma naturalmente
tutto avviene secondo la legge. […]
Una cosa comunque è chiara, ed è che tutti quegli uomini politici che
un tempo mi chiedevano udienza ed erano felici di potermi a loro volta
ricevere, non usciranno indenni da questo processo. Anche i bambini in
Germania sapevano che degli uomini erano stati uccisi al muro e che tra
i politici viventi il massimo responsabile del muro ero io, Presidente
del Consiglio Nazionale della Difesa, Segretario Generale, Presidente
del Consiglio di Stato della RDT. Non ci sono perciò che due sole
possibilità: la prima è che i signori politici della RFT abbiano
scientemente, liberamente e persino avidamente cercato di avere rapporti
con un assassino. La seconda è che essi coscientemente e con
soddisfazione lasciano adesso che un innocente venga incolpato di
omicidio. Di queste due possibilità nessuna torna a loro onore. Una
terza possibilità non c’è. Ma chi accetta un dilemma di questo
genere e risulta perciò comunque, tanto in un caso come nell’altro,
una persona priva di carattere, o è cieco oppure persegue altri fini
che gli premono più del proprio onore. […]
Il capitalismo ha vinto economicamente scavandosi la fossa, così come
aveva fatto Hitler vincendo militarmente. In tutto il mondo il
capitalismo è entrato in una crisi priva di sbocchi. Non gli è rimasta
altra scelta che sprofondare in un caos ecologico e sociale oppure
accettare la rinuncia alla proprietà privata dei mezzi di produzione e
quindi il socialismo. Ambedue le alternative significano la sua fine. Ma
per i potenti della RFT il pericolo più grave è chiaramente il
socialismo. E questo processo deve servire a prevenirlo, così come deve
servire a prevenirlo tutta la campagna contro la ormai scomparsa RDT,
che deve essere marchiata come stato ingiusto e illegale. Tutti
i casi di morte per ragioni non naturali nel nostro paese ci hanno
sempre colpito. Le uccisioni al muro non solo ci hanno colpito
umanamente, ma ci hanno anche danneggiati politicamente. Più di ogni
altro io porto dal maggio 1971 il peso della responsabilità politica
del fatto che si è sparato, in base alle disposizioni sull’uso delle
armi da fuoco, contro chi cercava di attraversare senza autorizzazione
il confine tra la RDT e la RFT, tra il Patto di Varsavia e la NATO. È
una pesante responsabilità, certo. Dirò più avanti perché me la sono
assunta. Ma ora, in sede di definizione di quella che è la finalità
politica di questo processo, non posso fare a meno di sottolineare anche
il tipo di mezzi che vengono utilizzati per cercare di raggiungere il
fine di diffamare la RDT. I mezzi utilizzati sono i morti al muro.
Questi morti devono servire e servono a rendere appetibile ai media
questo processo, come altri in precedenza. Tra i morti però mancano le
guardie di confine della RDT assassinate. Abbiamo già visto, e
soprattutto voi avete già visto, come le immagini dei morti siano state
oggetto di mercato, senza rispetto per la pietà e la decenza. Questi
sono i mezzi con cui si fa politica e si crea il giusto clima. Così si
usano, anzi così si abusa dei morti nella lotta che i padroni conducono
per mantenere la proprietà capitalistica. Perché di questo e di niente
altro si tratta nella lotta contro il socialismo. I morti servono a
mostrare quanto la RDT e il socialismo fossero inumani e anche a sviare
l’attenzione dalla miseria del presente e dalle vittime
dell’economia di mercato. Tutto ciò viene fatto democraticamente,
legalmente, cristianamente, umanamente e per il bene del popolo tedesco.
Povera
Germania! […]
Le accuse contro di me, o contro di noi, si riferiscono dunque a decreti
del Consiglio Nazionale della Difesa, decreti di un organo
costituzionale della RDT. Oggetto del procedimento è dunque la politica
della RDT, sono le decisioni del CND per difendere e preservare la RDT
come Stato. Questo procedimento serve a criminalizzare questa politica.
La RDT deve essere marchiata come Stato illegale e ingiusto e tutti
coloro che l’hanno servita devono essere bollati come criminali. La
persecuzione contro decine di migliaia ed eventualmente centinaia di
migliaia di cittadini della RDT, di cui già parla la procura: questo è
il vero scopo di questo procedimento, preparato da processi-pilota
contro guardie di confine e accompagnato da innumerevoli altri
procedimenti giudiziari discriminatori dei cittadini della RDT, condotti
di fronte a tribunali civili, sociali, del lavoro, nonché da moltissimi
atti amministrativi. Non è in gioco dunque solamente la mia persona o
quella degli altri imputati di questo processo. È in gioco molto di più.
È in gioco il futuro della Germania e dell’Europa, anzi del mondo
che, con la fine della guerra fredda e con la nuova mentalità, sembrava
dovesse entrare in una fase tanto positiva. Qui non solo si prosegue la
guerra fredda, ma si vogliono gettare le fondamenta di un’Europa dei
ricchi. L’idea della giustizia sociale deve essere soffocata una volta
per tutte. Bollarci come assassini serve a questo. Io
sono l’ultimo a oppormi a norme morali e legali che servano a
giudicare e anche condannare gli uomini politici. Ma tre condizioni
devono essere soddisfatte:
Mi
sembra che si tratti di condizioni ovvie, eppure nel mondo attuale non
mi sembra che possano ancora essere soddisfatte. Se voi oggi sedete in
giudizio contro di noi, lo fate come tribunale dei vincitori contro i
vinti. Questo fatto è espressione dei rapporti di forza reali, ma non
può pretendere validità giuridica né costituire un atto di giustizia. Basterebbero
questi argomenti a dimostrare l’illegalità dell’accusa. […]
Voi ritenete che quella decisione politica fosse sbagliata e considerate
me e i miei compagni responsabili penalmente per i morti ammazzati al
muro. Ebbene io vi dico che la decisione che voi ritenete giusta avrebbe
causato migliaia o milioni di morti. Di questo ero e sono tuttora
convinto e credo ne siano convinti anche i miei compagni. È per questa
convinzione politica noi ci troviamo qui davanti a voi. E voi ci
condannerete perché avete un’opinione politica diversa dalla nostra. […]
Io ho speso la mia esistenza per la RDT. Dal maggio 1971 soprattutto ho
avuto una responsabilità rilevante per la sua storia. Io sono perciò
parte in causa e oltre a ciò indebolito per l’età e la malattia. E
tuttavia, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la RDT non
è stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il
socialismo è possibile e che è migliore del capitalismo. Si è
trattato di un esperimento che è fallito. Ma per un esperimento fallito
l’umanità non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze e
nuove vie. Bisognerà ora analizzare le ragioni per cui l’esperimento
è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perché noi – voglio
dire i responsabili di tutti i paesi socialisti europei – abbiamo
commesso errori che potevano essere evitati. […]
Chi si è impegnato con il proprio lavoro e con la propria vita per la
RDT non ha vissuto invano. Un numero sempre maggiore di persone
dell’est si renderà conto che le condizioni di vita nella RDT lo
aveva deformato assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia
deformata del capitalismo e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i
bambini della RDT crescevano più spensierati, più felici, più
istruiti,più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate
dalla violenza della RFT. I malati si renderanno conto che nel sistema
sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei
pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti
comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva
recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I
cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia della RDT e la
caccia alle merci scarse non
c’era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono
sacrificare ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si
renderanno conto che la RFT è lo Stato degli imprenditori e che non a
caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore,
nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul
proprio corpo di cui godevano della RDT. […]
Molti capiranno che anche la libertà di scegliere tra CDU, SPD, FDP è
solo una libertà apparente. Si renderanno conto che nella vita di tutti
i giorni, specialmente sul posto di lavoro, avevano assai più libertà
nella RDT di quante ne abbiano ora. […]
Il bilancio della storia quarantennale della RDT è diverso da quello
che ci viene presentato dai politici e dai mass media. Col passar del
tempo questo sarà sempre più evidente. […]
Le mie considerazioni terminano qui. Fate dunque quello che non potete
fare a meno di fare. Erich
Honecker (Neunkirchen
25/08/1912 – Santiago del Cile 29/05/1994)
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