la Controvoce

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PARTITO OLTRANZISTA

 

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fronte patriottico

LA GRANDE GUERRA DEI CONTINENTI di A. Dugin

Prima parte - Seconda Parte

Questo testo è stato originariamente pubblicato come III parte di "Konspirologya" (L'analisi delle Cospirazioni), Arktogeja, Mosca 1992

Dopo il 1945

INDICE

Dopo la "vittoria"

La missione "Polare" del generale Shtemenko

Nikita Khrushev, agente di Atlantis

Il lungo percorso verso il 1977

La geopolitica del maresciallo Ogarkov

La catastrofe Afghanistan

La "Destra" nel KGB e il paradosso di Andropov

L'agente doppio Mikhail Gorbachev

Il vero volto di Anatoly Lukyanov

"Mr. Perestroyka"

Tra false alternative

Il Putsch, culmine della guerra occulta

I calcoli errati del maresciallo Yazov

"Mr. Perestroyka" va all'attacco

Lukyanov e la sosta rituale sulla tomba del maresciallo Akhromeev

Metafisica della guerra occulta

La fine dei Tempi

Battaglia finale

L'Ordine e i "nostri"

L'ora dell'Eurasia

 

Dopo la "vittoria"

L'aggressione di Hitler contro l'URSS fu la grande catastrofe eurasiana. Dopo la terribile guerra fratricida tra due popoli geopoliticamente, spiritualmente e metafisicamente vicini, correlati, tra due regimi orientati in senso anti-atlantista, la Russia di Stalin e la Germania di Hitler, la vittoria dell'URSS fu in effetti equivalente a una sconfitta strategica - dal momento che l'intera esperienza storica dimostra che la Germania non può essere riconciliata con una sconfitta, così che il vincitore già con la sua vittoria stringe il nodo di un nuovo prossimo conflitto, gettando i semi di una guerra futura. Inoltre, Yalta indusse Stalin a solidarizzare con gli Alleati, proprio con quelle potenze che sono sempre state il peggiore nemico dell'Eurasia. Stalin, conoscendo perfettamente le leggi della geopolitica e avendo già fatto la sua scelta eurasista, non poteva non saperlo. Subito dopo la sconfitta tedesca, Stalin iniziò a realizzare un nuovo progetto geopolitico, il Patto di Varsavia, che integrava i paesi dell'Est europeo in un'atmosfera di Grande Russia Sovietica. E qui avvennero i primi conflitti e dissensi con gli atlantisti. Fino al 1948 Stalin mascherò i suoi intenti continentali e approvò anche la creazione dello stato di Israele, che fu il principale atto strategico dell'Inghilterra (e più in generale, dell'atlantismo) per rafforzare la sua influenza militare, economica e ideologica nel Vicino Oriente. Ma già nel 1948, utilizzando oltre a tutti gli altri mezzi, la catena di comando delle posizioni di politica interna dell'esercito (Zhukov, Vasilevskiy, Shtemenko etc.), Stalin ritornò alla geopolitica eurasiste ortodossa, rinnovò le purghe anti-atlantiste all'interno del governo sovietico e pronunciò la "condanna" di Israele in quanto formazione anticontinentale generata da "spie anglosassoni". Piuttosto stranamente, la morte di Stalin coincise con il momento più teso e drammatico nel compimento dei piani eurasisti, quando erano reali le prospettive di una nuova unione continentale URSS-Cina, che avrebbe potuta radicalmente cambiare le logiche di allineamento planetario delle forze e portare alla rivincita del Grande Ordine di Eurasia. Se teniamo conto di queste ragioni e delle caratteristiche geopolitiche del corso post-staliniano in URSS, la versione sull'assassinio di Stalin (avanzata da molti storici europei) diviene più che probabile. E il ruolo centrale del NKVD e del suo capo, il sinistro Beria, acerrimo nemico del GRU, dello Staff Generale e dell'Eurasia, nel supposto assassinio di Stalin è messo in evidenza dalla maggior parte degli storici.* Nel 1953, otto anni dopo la pseudo vittoria, mancava solo un passo prima della Vittoria reale (come nel 1939). Ma invece di essa, il mondo vide la Caduta del Titano.

La missione "polare" del generale Shtemenko

Secondo Jean Parvulesco, una figura chiave della lobby geopolitica eurasiana fu, sin dalla metà degli anni '40, il generale colonnello Sergey Matveevic Shtemenko (1907 - 1976). I suoi maggiori sponsor erano il maresciallo Zhukov e il generale Aleksandr Poskrebyshev (che, in base ad alcune fonti, svolse presso Stalin una missione analoga a quella di Martin Bormann presso Hitler, che fu il veicolo delle idee germanofile). Durante gli anni '60 Shtemenko era una delle figure chiave dell'esercito sovietico: in diversi periodi egli fu il comandante delle forze armate dei paesi del Patto di Varsavia e capo dello Staff Generale dell'URSS. Ma il più rilevante dei suoi incarichi, secondo la linea fondamentale del nostro studio cospirologico, fu il ruolo di capo del GRU negli anni 1946-1948 e 1956-1957. Con Shtemenko il GRU fu completamente reintegrato nelle sue fisionomie "polari", occulte, introdotte nella struttura del GRU dal suo fondatore Aralov. Pierre de Villemarest definì il generale-colonnello Shtemenko il primo e il più eccezionale geopolitico sovietico. Shtemenko fu un naturale e inequivocabile sostenitore del Progetto del Grande Continente, in piena corrispondenza con la logica tradizionale dell'Ordine eurasista. Nel suo libro Villemarest scrisse di lui: "Shtemenko appartenne a quella casta speciale di ufficiali sovietici che, sebbene fossero anche "sovietici", erano tuttavia rappresentativi della fede nello spirito della Grande Russia ed espansionisti". E inoltre: "Per questa casta l'URSS è un impero chiamato a guidare [upravlyat] il continente eurasiano, non solo dagli Urali a Brest, ma dagli Urali alla Mongolia, dall'Asia centrale al Mediterraneo". I piani strategici di Shtemenko comprendevano anche la pacifica penetrazione economico-culturale in Afghanistan (di cui egli parlò negli anni 1948-1952) e l'ingresso delle truppe sovietiche nelle capitali arabe - Beirut, Damasco, Cairo, Algeri. Già nel 1948 Shtemenko insisteva sullo speciale ruolo politico dell'Afghanistan, che avrebbe portato l'URSS a guadagnare l'accesso all'oceano e incrementato la potenza militare della flotta sovietica nel mar Nero e nel mar Mediterraneo. E' importante notare che il famoso ammiraglio Gorshkov era un intimo amico del generale-colonnello Shtemenko. Shtemenko, e l'occulta suddivisione, rianimarono attraverso di lui, nel GRU creato sotto Stalin, una rete potente ed avanzata di influenza eurasista che, nonostante tutti i tentativi di Beria di smantellarla, non fu distrutta nemmeno dopo la morte di Stalin - anche se dal 1953 alla metà degli anni '60 la lobby eurasista all'interno dell'esercito fu costretta a mantenersi in posizione difensiva. Come male inevitabile, gli agenti del GRU per un periodo di 23 anni (1963-1986) dovettero tenersi alla testa della loro organizzazione l'agente atlantico della Lubyanka, precedente "liquidatore", generale Petr Ivashutin. Era un compromesso indispensabile. Il generale-colonnello Shtemenko, agente dell' "Ordine Polare", l'Ordine di Eurasia - è la chiave che ci aiuterà a comprendere le logiche segrete della storia sovietica da Khrushev alla perestroyka. Questa storia, - non diversamente, comunque, dalla storia del mondo intero - è la lotta sia in modo aperto che oscuro, di due ordini segreti, i "Menestrelli di Morgana" e i "Menestrelli di Mursya", i fedeli del dio egizio Seth, dell'Asino Rosso, e i fedeli dell'Apollo nordico, polare, uccisore del Serpente Pitone.

Nikita Khrushev, agente di Atlantis

Khrushev fu il primo protetto della lobby atlantista a diventare leader unico dell'URSS. Nonostante i suoi dissensi con Beria, Khrushev si appoggiò sul KGB e per un tempo determinato portò avanti una linea in opposizione alle scelte di Lenin e Stalin. L'attività di Khrushev era diretta a distruggere le strutture interne degli eurasisti dell'URSS, e anche a minare il progetto globale continentale di un blocco blanetaria soprastatale. L'avvento di Khrushev fu la salita al potere del KGB. Khrushev, una volta consolidata la sua posizione, iniziò a intervenire contro tutti i livelli della lobby continentale patriottica. Tutta la sua attenzione si concentrò da quel momento in poi sui paesi anglosassoni, specialmente sugli USA. Lo slogan di Khrushev "raggiungere e sorpassare l'Occidente" significa allineamento alle potenze atlantiche e riconoscimento della loro superiorità sociale ed economica. Le tesi sul rapido avvicinarsi del comunismo sono dirette a cavalcare di nuovo le tendenze "messianiche di sinistra", "bolscevico-internazionaliste" quasi dimenticate durante i lunghi anni di stalinismo geopolitico imperiale eurasiano. Khrushev mirò a colpire tutte strutture tradizionali legate al "suolo", che erano state salvate grazie alla segreta protezione dell'Ordine Eurasiano, perfino nei periodi più terribile del terrore rosso. Khrushev voleva liberarsi definitivamente della Chiesa Ortodossa Russa. Khrushev fu "americanista" e "atlantista" in tutto: iniziando dal famoso "grano" atlantico e concludendo con i suoi concetti militari esclusivamente basati sull'impiego di missili intercontinentali a scapito di tutti i rimanenti tipi di armi. Khrushev non si curò per niente del continente eurasiano. Egli fu interessato dall'America Latina, Cuba, etc. Tra gli atlantisti del consiglio militare di Khrushev (il cui leader era il maresciallo S.S. Biryuzov) e gli eurasisti del gruppo Shtemenko ci fu quasi guerra aperta. Khrushev insisteva sul concetta di "guerra lampo nucleare intercontinentale" che, dal punto di vista continentale, era nient'altro che sabotaggio strategico, che indeboliva la reale potenza militare delle forze continentali, frantumando l'economia e creando una minaccia planetaria apocalittica. Dopo il siluramento di Khrushev, "Stella Rossa" scrisse piuttosto giustamente: "Quella strategia, che noi alla fine rifiutammo, poteva essere nata solo in un cervello malato". Anche prima Shtemenko, nella stessa "Stella Rossa", aveva osservato: "Non è in alcun modo possibile basare la sicurezza dell'URSS solo sui missili balistici intercontinentali.". Con Khrushev iniziò la separazione definitiva delle funzioni interstatali: "uomini del partito" e rappresentanti della Lubyanka solidarizzano da quel momento con i khrusceviani sulla strategia della "guerra lampo nucleare" (l'Esercito Sovietico divenne il primo ostaggio del "terrorismo nucleare" del KPSS [Partito Comunista dell'Unione Sovietica], precisamente, dell'ala atlantica del KPSS), mentre gli eurasisti e i lobbisti del GRU insistono sullo sviluppo degli armamenti convenzionali e cercano di prendersi la rivincita attraverso gli studi spaziali militari. Nel 1958 Khrushev dimette d'autorità il potente e popolarissimo eurasiamo maresciallo Zhukov. Nel 1959 egli inizia un'altra offensiva - egli colloca alla testa del GRU una delle più odiose figure della storia sovietica, il sanguinario carnefice chekista Ivan Serov, conosciuto con il soprannome di "Zhivoder". Questo personaggio sanguinario - per le sue caratteristiche il tipo ideale dell'Ordine dell'Asino Rosso - era aborrito dallo Staff Generale e, naturalmente, dagli agenti del GRU e in primo luogo dai patrioti dell'Eurasia. Un altro "atlantista", il generale Mironov, diviene curatore responsabile del cosiddetto "organo esecutivo" - che significa supervisione sugli aspetti fondamentali dell'esercito e sulle sezioni di intelligence. Comunque, le manovre offensive khrusheviste incontrano la ben coordinata reazione occulta degli eurasisti: Konev, Sokolovskiy, Timoshenko, Grechko cercano di sconfiggere Khrushev ad ogni costo. Ogni giorno in più di questo "atlantista" porta un irreparabile danno ideologico, strategico e politico all'URSS e, nel complesso, agli interessi delle potenze continentali. Osserviamo un altro curioso particolare: all'epoca di Khrushev la supremazia della linea "totalitario-hegeliana" nel "rituale" della filosofia marxista sovietica (che attribuisce il primato ai fattori sovra-individuali, "oggettivi", su quelli individuali e soggettivi) è sostituita dal predominio della linea "soggettivo-kantiana" (che attribuisce il primato ai fattori individualistici e "soggettivi" su quelli "oggettivi. Proprio in quel periodo inizia il lento degrado dell'educazione civica, appare la nuova costellazione di accademici e scienziati "khrushevisti" che rappresentano una folla di incompetenti ed arroganti (Ricordiamo, ad esempio, come elemento rappresentativo dei "khrushevisti" A.N. Yakovlev, che ammise di aver criticato Marcuse, senza aver trovato il tempo di leggerlo; gli scienziati di Stalin che continuavano, sebbene in una forma peculiare, le tradizioni accademiche pre-rivoluzionarie, di regola, erano distinti per la loro conoscenza di quegli autori che essi, sinceramente o meno, criticavano). Con Khrushev inizia gradualmente la propagazione nella società di un'intelligentsia orientata in senso "atlantista", sradicata e cosmopolita, che il KGB cova di nascosto anche nelle sue varianti più radicali e dissidenti. Le tematiche dell'Occidente, le tematiche degli USA iniziano a diffondersi nell'URSS come ideali "proibiti", ma "attraenti" tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60.

Il lungo percorso verso il 1977

Il siluramento di Khrushev fu indubbiamente opera dell'Ordine di Eurasia. E' indicativo che otto giorni dopo che egli lasciò la carica di Segretario Generale, l'aereo sul quale si trovavano due personaggio chiave della lobby "atlantica" - il maresciallo Biryuzov e il generale Mironov - ebbe un incidente. Dopo il knockout di Khrushev gli eurasisti iniziarono gradualmente a recuperare le loro posizioni. Leonid Brezhnev fu una figura supportata dagli eurasisti. E' significativo che lo scrittore Smirnov scrivesse nel 1965: "Il 9 maggio 1965, alla parata per la vittoria a Mosca prima che passassero le colonne dei veterani, celebrando il 20° anniversario della Vittoria, il maresciallo Zhucov stesso, le decorò con gli ordini di battaglia". Dopo sette anni di disgrazia khrusheviana Zhukov era di nuovo riabilitato. Fu una vittoria del GRU. Ma il trionfo dell'Ordine di Eurasia sotto Brezhnv fu lungi dall'essere completo. Gli "atlantisti" del KGB non giunsero alla resa. I progetti continentali venivano continuamente ostacolati. A metà degli anni '60 vi fu una situazione perfino paradossale, quando la prospettiva del blocco continentale fu discussa, evitando l'URSS. A questo riguardo è interessante il resoconto dei fatti sui negoziati di Arthur Axmann - in precedenza capo della "Hitler-jugend" e partecipe della lobby eurasiana all'interno delle SS - con Zhou Enlai concernenti la creazione di un blocco unito continentale Pekino-Berlino-Parigi, bypassando l'URSS. Laval, e anche il generale De Gaulle diedero il benvenuto senza riserve a un simile progetto. Un successivo incontro fu tenuto a Bucarest. Arthur Axmann parlò a Madrid a Jean Parvulesco del seguente episodio in un suo volo a Pekino. Nello stesso aeroplano sedeva un gruppo di militari sovietici che cervano di convincere Axmann della necessità di includere anche l'URSS in questo progetto eurasiano - che era, in ogni caso, il vecchio sogno dello stesso Axmann, oppositore del razzismo antislavo di Hitler sin dai tempi del suo coinvolgimento nella lobby eurasiana all'interno delle SS (il circolo SS di Aleksandr Doleschallek, Richard Hildebrandt, Guenther Kaufmann etc., collegati, naturalmente, a Walther Nikolay e Martin Bormann). Gli ufficiali del GRU informarono Axmann sugli intrighi della lobby atlantista in URSS, che metteva ostacoli insuperabili a tutti i progetti geopolitici orientati verso il continente - e così a tutte le potenze continentali, la più importante delle quali era l'URSS. Gli atlantisti del KGB, con l'uso delle loro tattiche tradizionali, forzarono l'Esercito a sopportare Ivashutin (vecchio chekista e figura estremamente impopolare) alla testa del GRU per 23 anni. Tuttavia, dal 1973 Brezhnev iniziò ad avanzare sempre di più i militari nel governo del paese. Nel 1973 il maresciallo Grechko divenne membro del Politburo. Sostituendolo, anche Ustinov entrò in questo organismo, anche se dobbiamo notare che i capi del KGB - Andropov e in seguito il suo erede Chernikov - furono membri del Politburo sin dal 1967. Ma il maggiore trionfo dell'Esercito e del Gru fu nel 1977, quando la nuova costituzione brezhneviana fondò il "Consiglio di Sicurezza", che divenne una forza legale e politica autonoma e formalmente indipendente. Fu una vittoria dell'esercito sul KGB. Fu una vittoria dell'Eurasia. Il prudente e mai precipitoso Brezhnev aveva mantenuto la sua promessa - fatta alla lobby eurasiana - di cambiare i retroscena delle interne strutture sovietiche di potere. L'esercito aveva ora la sua agenzia ai massimi livelli. La strategia di Brezhnev fu orientata a livello interamente continentale, benché lo spazio e le armi spaziali fossero la sfera basilare di interesse strategico. Per lavorare parallelamente ai progetti di guerre spaziali, le geopolitiche dell'epoca di Brezhnev elaborarono dei modelli ideologici e politici adatti tenendo conto della nuova nomenclatura strategica e militare e della tipologia dell'era spaziale. E' importante menzionare in questo contesto l'idea dello scrittore ed ideologo del movimento patriottico A.Prokhanov, saldamente collegato a ben precisi gruppi geopolitici nello Staff Generale sin dai tempi del maresciallo Ogarkov. Prokhanov assicura che la strategia militare sovietico-eurasiana tra la fine degli anni 70 e la prima metà degli anni 80 elaborò seriamente il progetto di una nuova civiltà di spazio continentale basata sulla combinazione delle tradizioni spirituali, del "suolo" e metafisiche dell'Eurasia con le tecnologie ultramoderne, con la stilistica e con il sistema globale delle "nuove comunicazioni". Questa, nell'opinione di Prokhanov, sarebbe diventata la risposta eurasiana al modello americano delle "guerre stellari", che mostrava la futura era spaziale come la celebrazione dell'idea anglosassone non solo sul pianeta, ma anche nell'universo. All'universo americano, allo Spazio americano, gli ideologi del "suolo futuristico" dello Staff Generale, secondo Prokhanov, erano pronti ad opporre l'universo russo, l'universo eurasiano, l'immagine della Grande Eurasia, che proiettava se stessa nelle regioni sconfinate delle stelle e dei pianeti. I "vicini" della Lubyanka avevano scelto uno spazio secondo l'immagine delle civiltà "insulari" mercantili-coloniali dell'estremo Occidente. Il modello americano era pienamente adatto a loro. Così, nelle più recenti forme tecnologiche, noi reincontriamo i temi più antichi, con voci di una storia millenaria, con l'appello dai nostri lontani antenati sempre per risolvere un singolo essenziale problema: "E' necessario distruggere Carthago?" - in qualsiasi forma questo problema si fosse presentato.

La geopolitica del maresciallo Ogarkov

Uno dei più immediati eredi della missione geopolitica di Shtemenko fu il maresciallo N.V. Orgarkov, eminente geopolitico, stratega ed eurasista. Egli condusse l'attività dell'Ordine "Polare" all'interno dell'esercito fino alla metà degli anni 80. Dei tre capi brezhneviani dello Staff Generale - Zakharov, Kulikov, Ogarkov (tutti e tre convinti eurasisti) - il più brillante era Ogarkov, un geniale conoscitore del mascheramento, che ingannò strategicamente molte volte gli atlantisti sia interni che esterni. Ogarkov fu l'organizzatore dell'operazione a Praga, che passò in modo così liscio solo perché egli manovrò per confondere completamente i servizi di intelligence della NATO e per imporre loro alcune informazioni sbagliate recapitate in modo eccellente. E' curioso sottolineare che gli eventi della "primavera di Praga", conclusisi per i golpisti democratici in un "triste autunno", furono pressoché un duello strategico tra due personaggi consacrati ai segreti più profondi del conflitto planetario. Oggi è ben noto che l'occulto autore e regista della "primavera di Praga" fu David Goldstucker. In questa operazione egli si confrontò con l'eurasista Ogarkov ed è necessario far notare che la vittoria di Ogarkov non fu semplicemente la vittoria della forza bruta dei carri armati sovietici, ma una vittoria dell'intelligenza, dell'astuzia e di una magnifica padronanza dell'arte della disinformazione, del "cammuffamento", con l'aiuto delle quali i vertici della NATO furono indotti a commettere i peggiori errori e non ebbero il tempo per quella reazione sulla quale, naturalmente, il dottor Goldstucker e le sue creature (Dubchek, Havel, etc.) contavano fin dall'inizio. Ogarkov aprì la strada alla creazione delle "Spetsnaz" [special forces], chiamate a interventi locali e ad operazioni-lampo nelle retrovie del fronte nemico, assolutamente necessarie per il successo specialmente di operazioni militari locali continentali. Geopoliticamente il maresciallo Ogarkov difese sempre apertamente il "progetto eurasiano" (in contrasto con Grechko eurasista coperto e prudente) e aspirò a trasformare le forze armate dell'URSS in modo che potessero gestirsi al meglio in una lunga guerra locale con armi prevalentemente convenzionali. Dopo Krushev la questione sui tipi di armi "nucleari e intercontinentali" acquistò un senso simbolico - a seconda dell'enfasi della dottrina militare sulla "guerra globale" o sulla "guerra locale" nei circoli dell'esercito definiti come i "nostri" o "loro", rappresentativi della lobby atlantista o eurasiana: la "guerra locale" con l'uso di armamenti convenzionali e senza l'uso di ordigni nucleari era lo slogan degli "eurasisti", e la "guerra totale nucleare" lo slogan degli atlantisti, che non desistevano mai dal mettere l'Esercito sotto pressione ideologica. Intorno ad Ogarkov stava raggruppata l'elite militare di orientamento eurasiano. Primi tra tutti, furono suoi compagni i marescialli Akhromeev e Yazov. Tutti e due, specialmente Akhromeev, era segretamente devoti all' "Ordine Polare", fondato nell'Esercito Sovietico già da Mikhail Tukhachevsky in parallelo all'organizzazione similare di Aralov, da lui creata immediatamente dopo la sua comparsa nel GRU.

La catastrofe Afghanistan

L'enorme concentrazione di potere nelle mani dei militari eurasisti dopo il 1977 spaventò il clan atlantista. Per il KGB e gli altri servitori della "Morte Danzante" all'interno del governo sovietico era necessario prendere delle urgenti contro-misure. Dati precisi portano a ritenere che la guerra in Afghanistan fu ispirata dal KGB per screditare l'Esercito nel corso di un lungo e assurdo conflitto e per provocare l'interferenza atlantica nella situazione politica interna da parte degli USA. Il conflitto in Afghanistan è considerato come un'istigazione del KGB contro l'Esercito Sovietico e, in senso più lato, contro l'intera lobby eurasiana, da degli specialisti di sovietologia occulta come Pierre de Villemarest e Jean Parvulesco. Essendo a conoscenza dei progetti geopolitici del generale Shtemenko, e in particolare della valutazione geopolitica e strategica dell'Afghanistan, la gente della Lubyanka decise di provocare un intervento armato e obbligato nella situazione politica interna afghana. (E' necessario notare, tuttavia, che Shtemenko stesso escludeva tale interferenza, insistendo su un'integrazione pacifica e sulla graduale infiltrazione economico-strategica in Afghanistan, in completa corrispondenza con le normali logiche di una organica e naturale espansione economica e culturale sull'asse nord-sud). E non solo l'avvio di una guerra insensata, ma anche la sua conduzione irresoluta, incerta, debole fu conseguenza dell'interferenza del KGB negli affari dell'Esercito - sin da quando gli atlantisti necessitavano che l'URSS perdesse la guerra, una guerra che avrebbe potuto risolversi nella definitiva distruzione del blocco eurasiano. Perciò in Afghanistan le special forces del KGB organizzarono atti di terrorismo contro la pacifica popolazione afghana - cosa perfettamente assurda, se le truppe sovietiche volevano realmente integrare l'Afghanistan e farne un vassallo politico. Dai vertici attraverso il Partito e il Politburo gli atlantisti, viceversa, cercavano di imbrigliare le operazioni militari più ragionevoli, a volte bloccandole, quando iniziavano ad essere coronate da successo. Pierre de Villemarest afferma che quella guerra fu perduta solo perché i più alti ranghi del governo sovietico volevano che lo fosse. In ogni modo, questa guerra fu fatale per l'Esercito, il GRU e per l'Ordine Eurasiano.

L'"ala destra" nel KGB e il paradosso Andropov

Nel periodo post-brezhneviano iniziò a rivelarsi un punto molto importante, caratteristico di tutta la storia della lotta invisibile tra i due Ordini. Il suo significato è che la lobby atlantista in Eurasia, come spesso abbiamo sottolineato, si appoggia non solo sulla "sinistra" (sebbene, certamente, questa le sia preferita a causa di una certa affinità tipologica della sua concezione stessa con la trama atlantista), ma anche sulla "destra". Per questa ragione dopo la guerra il NKVD-KGB, rimanendo essenzialmente atlantista, adottò alcune caratteristiche ideologiche dell'Esercito, di orientamento conservatore, di "destra". Discendendo geneticamente dalle bande rosse degli anni '20, nemiche della terra, della Russia e dello Stato, il KGB fu nello stesso tempo sottoposto ad una significativa influenza degli eurasisti di "destra" del GRU e dello staff Generale nel periodo in cui era dominante l'imperialismo di Stalin. Tale duplicità del KGB ebbe per esito un definito compromesso nella sua struttura, che può spiegare tutta la "stranezza" politica e cospirologica connessa a questa organizzazione. Se la sostanza e il centro principale del KGB rimangono puramente atlantisti, integrati nella reta planetaria unita delle intelligence degli atlantisti, alla periferia, tra i dipendenti ordinari e anche tra gli ufficiali, si sviluppò interamente un'atmosfera "nazionalista". Comunque questo "nazionalismo della Lubyanka" (a volte unito ad una piuttosto forte giudeofobia) corrispose sempre al principio "il sangue è più importante del suolo" - che non ebbe mai veramente un carattere continentale, imperiale, eurasiano. E tale situazione piuttosto adeguata alle figure dell'Ordine atlantista, come questo "nazionalismo rozzo" da dipendenti di base è servito da perfetto mascheramento per la rete degli agenti dell'anti-terra, "messianici" e mondialisti. Nel complesso, il KGB del dopoguerra era tipologicamente simile ai gruppi panslavisti all'interno del governo imperiale alla vigilia della I Guerra Mondiale e alle organizzazioni razziste e xenofobe del III Reich, che servivano da copertura per gli atlantisti interni. In questa prospettiva è necessario considerare l'avvento al potere di Yuri Andropov, ex capo del KGB, dopo la morte di Brezhnev. Le già menzionate ragioni della duplicità del KGB ci aiutaranno a capire la dualità del ruolo di Andropov, e anche l'immagine duplice della sua figura, che può contemporaneamente essere considerata sia come il padre della perestroyka e della democratizzazione, "completate" da Gorbachev, sia un estremo conservatore che tentava di ripristinare l'epoca totalitaria di Lavrenty Berya.* E' curioso che tra il popolino russo siano comuni, in relazione ad Andropov, due opposte valutazioni: "Andropov - giudeo - sionista" e "Andropov - patriota - antisemita". (Naturalmente, entrambe queste definizioni potrebbero essere "metaforicamente" intese. In realtà, il rebus Andropov è semplice - egli è un rappresentante del KGB, cioè un completo e convinto atlantista, fedele al suo Ordine della "Morte Danzante". Egli fu simultaneamente "giudeo-sionista" e "patriota-antisemita", in quanto questa coppia appare contradditoria solo nei modello cospirologici estremamente semplificati, mentre in realtà il quadro cospirologico è molto più complesso, ed i suoi fattori chiave non sono criteri né nazionali né politici, ma solo fondamentali orientamenti geopolitici molto spesso tenuti segreti ai non addetti ai lavori. L'avvento di Andropov fu il secondo, terribile colpo contro l'Esercito, dopo l'inizio della guerra in Afghanistan. Ora l'autorità dello stato era nelle mani dei membri di quell'organizzazione che durante tutta la sua esistenza ebbe come unico obiettivo quello di cancellare l'Ordine Eurasiano all'interno dell'URSS, di distruggere le strutture segrete create da Aralov, Tukhachevsky, Shtemenko, Ogarkov, Akhromeev e altri eurasisti, di far saltare in aria l'Eurasia dall'interno, di rendere, una volta per tutte, l'idea di un nuovo blocco continentale come un'utopia irrealizzabile, una fantasia, per guadagnare definitivamente la vittoria per la "Nuova Carthago", per gli USA, per instaurare insieme alla CIA, il Nuovo Ordine Mondiale sul pianeta, la Costruzione del Nuovo Commercio. L'avvento di Andropov, l'avvento della "destra del KGB", non significano nient'altro che l'inizio della perestroyka.

L'agente doppio Mikhail Gorbachev

La fase preliminare della perestroyka, la preparazione dei nuovi quadri, la divisione dei compiti, l'inserimento del personale giusto all'interno del governo, il copione generale degli eventi - tutto ciò fu portato avanti da Yuri Andropov assieme agli altri analisti atlantisti dei servizi speciali e agli esperti dell'Ordine della "Morte Danzante". Ma Andropov comprendeva bene che, ad ogni fase della perestroyka, gli eurasisti avrebbero cercato di reagire, di sbarazzarsi degli atlantisti del KGB e del Politburo e di guidare il paese secondo una politica eurasiana. Perciò la scelta della figura principale della nuova politica cadde sul più evasivo ed incerto dei supremi leader, che era così cauto, flessibile ed elusivo che nessuna delle due parti sapeva per quale Ordine egli in realtà lavorasse. D'altra parte, secondo le più antiche tradizioni dell'Ordine dell'Atlantico, al quale Andropov apparteneva, si approvò di dare una speciale attenzione ad una persona il cui aspetto mostrava un difetto così eloquente. In base a questo principio venivano selezionati i più alti sacerdoti del culto di Seth il dio egizio dalla testa d'asino. Gorbachev con la sua voglia (che, per inciso, un musulmano tradizionalista ha letto come un'iscrizione araba di tre lettere - kaf, fa, ra, che vuol dire "Kafir", cioè "ipocrita") era la figura più papabile. Promuovendo Gorbachev, Andropov calcolò che la sua candidatura avrebbe soddisfatto entrambe i raggruppamenti geopolitici, come soluzione delle tensioni interne all'URSS che già da tempo erano maturate e che il cambiamento politico sarebbe stato approvato sia dagli atlantisti che dagli eurasisti. L'interesse degli atlantisti per il cambiamento era ovvio, ma anche gli eurasisti - dopo l'inizio della guerra in Afghanistan e l'avvento di Andropov al potere - non era più interessati a mantenere lo status quo, e di conseguenza accettarono agevolmente la trasformazione. Gorbachev era conveniente e utile a tutti. Come amministratori di Gorbachev a tutela dei due Ordini in conflitto furono nominati A.I.Lukyanov and A.N.Yakovlev. Entrambe queste figure erano dirette partecipi alla ramificata cospirazione continentale, rappresentando comunque i due partiti in lotta.

Il vero volto di Anatoliy Lukyanov

Dal 1987 Anatoliy Ivanovic Lukyanov divenne capo dei cosiddetti "organi amministrativi". Ora il destino di ogni nomina o promozione tra i più alti ranghi militari dipendeva da lui. Lukyanov, mostrandosi sempre leale a Gorbachev, cercava costantemente, tuttavia, di interpretare in chiave eurasista le ambigue e nebulose istruzioni del nuovo leader del Kremlino. L'aspirazione di Gorbachev a chiudere il conflitto in Afghanistan era nelle mani dell'Esercito e vi sono diverse ragioni per credere che Lukyanov fosse implicato in quest'azione geopolitica. Quanto Gorbachev era flessibile e cauto, Lukyanov, al contrario, aveva un preciso e chiaro atteggiamento geopolitico. Il suo obiettivo, come il proposito dell' "Ordine Polare", era la Grande Eurasia dalla Mongolia al Mediterraneo, la Pax Eurasiatica, la grande unione continentale. Lukyanov era obbligato in virtù della sua posizione a controllare il GRU e lo Staff Generale, ma, in realtà, quest'uomo accurato e calmo non fu il "custode dei bolscevichi messianici" nei confronti dello stato militare eurasiano all'interno dello stato, ma l'inviato del GRU per sorvegliare gli atlantisti bolscevichi a vantaggio dell'Esercito. Essendo coperto dalla sua apparente posizione di "centro-sinistra", Lukyanov realizzò nel Soviet Supremo una missione speciale, il cui senso consistette nel formare un blocco parlamentare orientato a favore della segreta missione eurasiana.

"Mr. Perestroyka"

Aleksandr Nikolaevic Yakovlev già dall'inizio degli anni '70 era uno dei maggiori ideologi dell'aperto atlantismo nell'URSS. Va detto che egli iniziò i suoi aperti attacchi contro i patrioti eurasisti già nel 1974, quando la posizione del GRU era molto forte e Grechtko già era membro del Politburo. Invocando apertamente il pogrom ideologico per la letteratura "nazional-bolscevica", che in quegli anni fungeva da tribuna per uno scambio cifrato di informazioni, idee, concetti e progetti per tutta la lobby patriottica eurasiana, Yakovlev accettò di correre un rischio calcolato. E nonostante l'intercessione di Andropov ed dei più alti circoli del KGB dopo la pubblicazione del famoso manifesto dell'atlantismo russofobo e antipatriottico "Contro l'antistoricismo", egli dovette essere tuttavia inviato al di fuori della Russia. La verità è che il KGB aveva deciso di trasformare il "veleno in farmaco" e di utilizzare l'invio di Yakovlev in Canada per attivare una rete di spionaggio atlantista. Secondo le informazioni raccolte da Jean Parvulesco nel suo rapporto La Galassia GRU, a Ottawa, dove Yakovlev fu in seguito mandato, egli entrò in contatto con David Golstucker, che all'epoca rappresentava negli USA gli interessi di Israele, sotto la copertura del suo coinvolgimento nella negoziazione confidenziale con una società di Chicago collegata alla progettazione di centrali nucleari. Il dr. David Golstucker che, com'è noto, era una figura rilevante non solo dei servizi speciali in Israele, ma anche direttamente dei servizi speciali dei paesi anglosassoni (questo richiama interamente la situazione caratteristica anche per il sovietico KGB), elaborò assieme a Yakovlev la strategia atlantista della futura perestroyka. Questo fatto è così ben noto in Occidente, che lì il nome di Yakovlev è proprio "Mr. Perestroyka". Così già per la seconda volta nella storia, praticamente le stesse figure prepararono un disperato, complesso, pericolo e avvincente duello geopolitico. In precedenza, durante la primavera di Praga, Goldstucker, agente della "Morte Danzante", subì una rovinosa sconfitta da parte del GRU - da parte del generale Shtemenko e del maresciallo Ogarkov, padroni di sé, intelligenti, brillanti e coraggiosi servitori dell'Ordine di Eurasia. Lo stesso Goldstucker dieci anni dopo preparava la sua rivincita. Questa volta il GRU e lo Staff Generale sovietico sarebbero stati attaccati nel loro stesso territorio, anziché nella "neutrale" Cecoslovacchia. E questa volta Goldstucker non contava sulla lenta NATO, ma su situazioni in cui gli arsenali nucleari erano inutili. Ora la maggiore arma distruttiva del membro dell'atlantismo planetario - Goldstucker - sarebbe diventato il gonfiato "Mr. Perestroyka", l'arma tattica nuova di zecca dell'Ordine dell'Asino Rosso, speranza degli ordini di battaglia atlantici, capitano delle occulte "spetsnaz" anglosassoni, lasciato da Ottawa nelle retrovie dell'avversario eurasista.

Tra false alternative

Le vere logiche della perestroyka, che sono le logiche dei ciclici maneggi tra due poli del super-incerto Gorbachev - un vivido richiamo del decorso di una malattia con psicosi maniaco-depressive - sono rimaste in pratica totalmente incomprensibili fino allo stesso putsch di agosto, per la ragione che ben pochi hanno delineato il vero ruolo di Anatoliy Lukyanov. Tale cospirazione ebbe per esito, alla fine, la catastrofe della lobby eurasiana. Gli autori atlantici del progetto anti-imperiale della perestroyka ricorsero in questo caso a un metodo tradizionale - la creazione di una pseudo-opposizione, cioè la sostituzione del reale polo "conservatore" con uno falso. Dal momento che i veri nemici degli atlantisti non erano semplicemente nazionalisti, ma "nazionalisti di tipo imperiale, continentale", "continentalisti", è naturale che la pseudo-opposizione all'aperto atlantismo di Mr. Perestroyka non fosse altro che eurasista. Seguendo questa logica, la gente dell'Ordine Atlantico, con l'attivo coinvolgimento del KGB, creò dei poli paralleli e conseguentemente falsi. Questi poli erano: 1) "comunisti - conservatori". I loro portavoce sono stati Yegor Ligachev e poi Ivan Polozkov (entrambi ad un certo momento svaniti, cosa non sorprendente dal momento che la loro opposizione non si basava su alcun principio, e inoltre era una tendenza vecchia di secoli e ben nota). 2) "patrioti - nationalisti". Questo movimento fu creato con l'attivo coinvolgimento del KGB che proiettò sciovinisticamente una posizione giudeofoba su dei gruppi marginali di vedute patriottiche sincere ma dalle vedute ristrette, preparando così uno speciale algoritmo di "movimento patriottico", incapace di causare seri danni alla sempre più legittimata lobby atlantica. 3) "national-bolscevichi". Questa corrente era più interessante e in posizione assai vicina alla lobby eurasista, ma, grazie agli sforzi del KGB, qui si perse il senso della misura e la concezione "nazional-bolscevica" assunse un carattere ripugnante, grottesco ed estremistico - sia nel senso di un'esagerata accentuazione del "leninismo" che in quello di un'eccessiva giudeofobia. 4) infine, il trucco supremo del KBG atlantista fu quello di promuovere lo stesso KGB come opposizione ai "democratici" - e questa linea funzionò molto, anche per portare allo scoperto il personale della "Lubyanka" i "patrioti" verso i quali vi era precisa fiducia e anche speranza. E contemporaneamente le sezioni del KGB preparavano le rivoluzioni atlantiste in Ungheria, Cecoslovacchia, Yugoslavia, allestivano lo spettacolo della repressione in Romania, abbattevano il muro di Berlino, tradivano Honecker, si sbarazzavano di Zhivkov, aiutavano i separatisti nelle Repubbliche Baltiche e nel Caucaso, e come vertice del loro trionfo atlantista, preparavano il teatrale putsch nell'agosto 1991! Così "l'uomo più elusivo" con un contrassegno caratteristico sulla sua fronte giocava tra "Mr. Perestroyka" e Anatoliy Lukyanov, ma esteriormente sembrava, che il suo secondo polo non fosse per niente Lukyanov, ma qualcuno di diverso, più odioso, più scandaloso, più vistoso, ma in realtà una figura completamente insignificante, o un evidente uomo di paglia. Il GRU e l'Esercito osservavano Anatoliy Lukyanov con aspettativa e impazienza. Certo, gli eurasisti avrebbero potuto complimentarsi per alcuni cambiameni - la fine della guerra assurda, la riduzione delle armi intercontinentali, i passi avanti in politica estera verso la Germania, il Giappone e la Cina. Anche l'impegno sul tema della "casa comune europea" poteva essere facilmente intrpretato dall'Ordine Polare nella stessa chiave, dal momento che questa dottrina era stata tracciata dall'apparato geopolitico di quell'opposizione eurasista all'interno delle SS alla quale appartenevano Axmann, Hildebrandt, Doleschallek, Kaufmann etc. (tipologicamente collegati con l'Ordine di Eurasia nel GRU). Ma la rovina dell'Unione, gli attacchi contro l'Esercito, i tentativi di coinvolgere l'Esercito nei conflitti nazionalisti e microterritoriali, le politiche suicide nelle Repubbliche Baltiche, distruggendo gli ultimi residui del patto Ribbentropp-Molotov, la promozione nell'arena politica di una mafia incontrollata e di dichiarati criminali, e molte altre cose condussero il GRU ad un vicolo cieco. Ma Anatoliy Lukyanov rimaneva nell'ombra. Prudentemente, progressivamente, passo dopo passo egli preparava un attacco alle spalle, decisivo e finale. Fino all'ultimo momento sembrava che tutto potesse essere salvato in un attimo, e poi la lobby eurasista avrebbe usato tutti gli aspetti positivi della "perestroyka", avendo chiuso con "Mr. Perestroyka" e i suoi complici, che da allora sarebbero stati tutti "bruciati", e la nuova grande era sarebbe iniziata, libera dai comunisti, dagli atlantisti e dai servitori della "Morte danzante", l'era dell'Eurasia, l'Eurasia Cosmica, l'era del Sacro Continente Solare, l'Era dell'Oriente. Ma scoppiò l'agosto 1991.

Il putsch, culmine della guerra occulta

Il deputato Obolenskiy, membro della commissione d'inchiesta sull'affaire del GKChP [Gosudarstvenniy Komitet po Chrezvichaynomu Polozhenyu; Comitato di Stato per la Situazione di Emergenza all'interno del PCUS], poco tempo dopo il putsch fece una strana dichiarazione ai mass media: " La verità riguardo gli avvenimente dell'agosto 1991, verrà propabilmente scoperta tra un secolo dai i nostri discendenti". Quale terribile segreto sfiorò Obolenskiy, indagando sulla storia del putsch? Dal punto di vista della cospirazione geopolitica, l'argomento qui può essere uno solo: egli si avvicinò a dei documenti collegati alla guerra occulta dei due Ordini dietro le quinte del potere, alla misteriosa opposizione tra l'Ordine di Eurasia e l'Ordine dell'Atlantico. Solo in questo caso, la dichiarazione del deputato Obolenskiy acquista un senso, e il bisogno di conservare il segreto diviene chiaro. Il putsch di agosto fu (o avrebbe dovuto essere, secondo l'intenzione dei suoi autori) il culmine dell'opposizione geopolitica, il momento decisivo della guerra invisibile. L'Ordine dell'Atlantico non poteva ignorare che gli eurasisti preparavano per l'inverno 1991-1992 una ben precisa operazione che avrebbo dovuto sfociare nell'instaurazione di un regime militare sull'intero territorio dell'URSS con il pretesto di stabilizzare la situazione sociale, politica ed economica. Essi conoscevano inoltre perfettamente che l'orientamento ideologico della direzione militare eurasista sarebbe stato non comunista e di impostazione patriottica, ma senza l' "antisemitismo", la xenofobia e il "panslavismo" tipici del KGB. In altre parole, la direzione militare si riprometteva di essere stabile, liberale nel campo economico, geopoliticamente corretta, esente da costrizioni terroriste peculiari delle forme bolsceviche di dittatura. Inoltre, il Regime Militare Eurasiano, il Regime Romano-Imperiale, aveva tutta la possibilità di essere popolare al massimo grado, perché da una parte voleva tenersi fuori dal "dogmatismo comunista" e dall' "utopia marxista" e dall'altra intendeva essere piuttosto rispondente alla naturale inclinazione alla gerarchia, alla disciplina, alla centralizzazione e al comunitarismo, alla socialità, all' "integrazione" di tutte le vere etnie eurasiane. Il patriottismo del Regime Militare avrebbe dovuto essere imperiale, invece di "russo" e "nazionalista" nel senso stretto del termine. Tutto questo rendeva una simile prospettiva non solo inaccettabile, ma fatale e mortale per la lobby atlantista nll'URSS ed anche per il mondialismo atlantista in senso lato. Nonostante le enormi distruzioni causate nel paese dagli agenti dell' "Ordine della Morte Danzante", da "Mr. Perestroyka", insieme con il suo sodale del KGB, Shevardnadze (maledetto, per inciso, dal suo stesso popolo georgiano), l'Ordine degli Eurasisti sapeva come usare questa situazione negativa a beneficio della propria posizione, in quanto nei dipartimenti segreti del GRU lavoravano i degni discepoli dei grandi strateghi russi - Shtemenko and Ogarkov. Il duello geopolitico con Goldstucker avrebbe potuto concludersi con una sconfitta per questo esperto e attivo rappresentante dell'Ordine Atlantico. Il maggiore problema per gli atlantisti era di impedire la formazione di una situazione di guerra nell'URSS, a cui stavano apparentemente conducendo le logiche degli eventi. Proprio a questo scopo fu organizzato il putsch di Agosto.

I calcoli sbagliati del maresciallo Yazov

Il maggior errore degli eurasisti nell'agosto 1991, e specialmente l'errore personale del maresciallo Yazov, fu credere al capo del KGB Kryuchkov. Era una trappola strategica. Il KGB già da molti anni aveva cercato di creare per i suoi agenti un'immagine di "patrioti-nazionalisti", usando la massa periferica del personale "non iniziato" che credeva sinceramente nella cospirazione "giudaico-massonica" e si considerava "nazionalista" o "nazional-boscevico". D'altra parte, le manovre fraudolente furono eseguite anche al vertice del potere - sia Chebrikov che Kryuchov puntavano a solidarizzare con i militari eurasisti contro i "democratici-cosmopoliti". (In pratica, l'intero movimento democratico era una linea organizzata solo dal KGB, e in più, era anche più artificiale e "costruito" del movimento patriottico, dal momento che per i Russi e per le altre originali etnie eurasiane era molto più naturale supportare la "destra" che la "sinistra" - questa è una costante storica). Per nascondere questo doppio gioco, gli atlantisti del KGB crearono miti sull' "ala giudaico-massonica" del KGB (così questa venne chiamata, in particolare, la sua branca moscovita come contrappeso a quella dell'Unione e più tardi il KGB della RSFSR [Repubblica Federale Socialista Sovietica Russa]di Yeltsin, etc.). In pratica, il KGB era fortemente impegnato nelle attività antieurasiane, distruggendo le strutture della rete eurasiana nei paesi dell'Est europeo, rovesciando i regimi anti-atlantisti (come quello di Ceausescu che, per inciso, fu sempre orientato verso un blocco continentale eurasiano e odiava gli atlantisti "venduti" dell governo dell'URSS - vedi Claude Carnou "Ancora sull'Est" nella rivista Crisis, n. 5, Aprile 1990, Francia). In ogni modo, l'affaire GKChP prova chiaramente che delle mosse piuttosto ambigue di Kryuchkov riuscirono a convincere alcuni eurasisti - il maresciallo Yazov e Oleg Balkanov - ad affrettarsi a creare una situazione di guerra, e ad accettare l'aiuto del KGB, a condizione che questo prendesse le distanze dal suo atlantismo e stesse alla fine dalla parte dell'Esercito e pronto ad agire contro i "democratici". Probabilmente, Kryuchkov aveva stitulato delle condizioni anche per la sua organizzazione, perché in caso di rigoroso regime militare eurasista le strutture del KGB, naturalmente, sarebbero state cancellate - perlomeno nella loro vecchia forma di terrorismo di partito, mondialista e atlantista. Non sappiamo ancora quali argomenti riportarono al maresciallo Yazov gli agenti dell'Ordine di Eurasia. E' ovvio solamente che la firma dei Trattati di Novo-Ogarev non ebbero nessuna relazione con ciò. Tutto avrebbe potuto essere di nuovo cambiato, annullando ogni "documento" che era sortito casualmente, non realizzando così chiaramente la situazione geopolitica, guidato dall'estremamente evasivo "Gorby" - designato in questa posizione non per prendere decisioni, ma per "mascherare", e in virtù del marchio di una "elezione" indubbiamente occulta. Che cosa dovrebbe avere detto Kryuchkov al maresciallo Yazov, perché quest'ultimo - essenzialmente fedele alla strategia dell'Ordine Eurasiano - mettesse a repentaglio il destino di un'occulta opposizione plurimillenaria, il destino del continente, il destino dello spazio eurasiano, un destino inevitabile e, come sembrava, così vicino alla vittoria? Perché Yazov ha scelto il capo del maggiore organismo anti-eurasiano? Per il momento, dobbiamo limitarci a constatare questo. Ed è perfettamente chiaro che l'errore del maresciallo Yazov nasconde qualche terribile segreto, forse anche coinvolgendo qualche influenza paranormale, "magica" o telepatica, o gli effetti di qualche speciale droga psichedelica. Tutto ciò non è così incredibile, se ricordiamo le testimonianze di alcuni membri del GKChP sulla loro completa amnesia durante quei tre giorni fatali. Solo un perfetto idiota potrebbe prendere in considerazione che persone, giunte ai massimi livelli della loro carriera politica, militare, di intelligence e "cospirologica", possano in una simile decisiva situazione comportarsi come degli irresponsabili vagabondi ubriachi, che bevono senza posa e vagano per la città, piena di carri armati e propagandisti "democratici". Ma anche la versione sull'avvelenamento di Kryuchkov da parte dei rimanenti otto membri ci appare scarsamente credibile, in quanto la gente del GRU proteggeva i propri capi più attentamente dello stesso Gorbachev. Nell'affaire degli "errori del maresciallo Yazov", probabilmente, vi è stata una combinazione di molti fattori ideologicamente occulti e parapsicologici, operanti sincronicamente. Ma quale "arma" è stata usata questa volta dall'Ordine Atlantico? Ve ne parleremo assai presto.

"Mr. Perestroyka" va all'attacco

Immediatamente dopo l'arresto dei membri del GKChP, come sempre accade al culmine degli sforzi cospiratori e ideologici, gli aspetti precisi di una cospirazione che di solito rimangono nell'ombra si mostrarono apertamente. Il momento più esplicito fu l'apparizione allo scoperto di "Mr. Perestroyka" (N.Yakovlev) nel parlamento russo. Naturalmente la sua missione non consisteva nell'informare gli "ingenui" deputati sui "thugs, che ancora potevano circondare Gorbachev". Questo discorso fu pronunciato da "Mr. Perestroyka" come una cortina fumogena. Yakovlev era venuto al parlamento russo con la richiesta di arrestare Lukyanov. Il parlamento russo, composto di persone incompetenti e avventizie, che non avevano nessun esplicito orientamento geopolitico e agivano in base ad emozioni casuali e anarcoidi di un gruppo di codardi, dopo lo shock della farsa di Mosca, poteva rovinare l'intero affare. Yeltsin, non avesse ricevuto in tempo l'informazione oppure semplicemente avesse dimenticato la cosa più importante (la condizione mentale del Presidente russo porta anche a ritenere che egli fosse anche sotto qualche influenza parapsicologica, come ha fatto notare non solo qualche cospirologo europeo, ma anche molti giornalisti occidentali - che spiegavano all'inizio l'inadeguatezza di Yeltsin con la sua appartenenza all' "estrema destra", ma in seguito furono obligati a ricorrere alla versione di influenze occulte o psicotrope), concentrò le sue veementi polemiche contro gli otto, avendo dimenticato l'obiettivo principale. Yakovlev giunse alla "casa bianca" (che, ricordando quel monmento, sembra più una "casa gialla") per chiede l'arresto di Lukyanov. Yeltsin acquiescentemente ripeté per "Mr. Perestroyka" la famosa frase - "dietro la cospirazione degli otto c'era lukyanov, egli è il maggior ideologo della cospirazione".

Lukyanov e la sosta rituale sulla tomba del maresciallo Akhromeev

Lukyanov - ecco la segreta spiegazione del putsch di agosto. Era necessario rimuovere Lukyanov ad ogni costo. Proprio nelle sue mani erano concentrati i fili della struttura occulta eurasista. Sin dal 1987 Anatoliy Lukyanov era il protettore dell'Ordine "Polare", l'Ordine Eurasiano, speranza dell'Eterna Roma Imperiale. Il putsch mirava giusto a lui. Ma Lukyanov stesso - solo tra gli eurasisti, in un modo o nell'altro collegato all'affaire GKChP - non aveva ceduto all'istigazione di Kryuchkov ed era giuridicamente assolutamente non implicato nel putsch. Semplicemente cercare di coinvolgerlo era impossibile. Questo fu un errore di calcolo imprevisto e fastidioso per gli atlantisti. Perciò Yakovlev, aggirando ogni norma di legge, si affrettò in "modo rivoluzionario" a ad accusare Lukyanov, per mezzo delle balbettanti labbra di Yeltsin, di essere l'ideologo della cospirazione (col pretesto che Lukyanov era realmente ideologo, ma di un'altra cospirazione, la cospirazione "Polare", la cospirazione dei salvatori della grande Potenza Continentale, la cospirazione dell'Eurasia contro le Isole Occidentali). Ma nonostante l'imprigionamento di Lukyanov, non era tuttavia possibile presentarlo come il capo della cospirazione e cancellare su queste basi tutta la rete degli agenti eurasisti, tutte le strutture segrete del GRU. I vincitori atlantisti potevano levare solo i più alti livelli del "partito" e i conservatori militari che anche così non rappresentavano un particolare pericolo. Eccetto che per l'assassinio di Pugo, il maggiore colpo alla lobby di Eurasia fu l'enigmatica morte del maresciallo Akhromeev e i susseguenti avvenimenti strani sulla sua tomba ancora fresca. Qui è necessario effettuare una breve digressione sulla storia dell'Ordine Atlantico e specialmente sulla storia dell'Ordine medievale i "Menestrelli di Morgana", il cui emblema fu la "Morte Danzante", la Danza Macabra. Secondo Grasset d'Orcet, che si occupò dello studio di quest'Ordine, i suoi aderenti usavano come parola d'ordine gerogliflica il simbolo del "Morto Vivente" o del "Morto che lascia la sua tomba". In alcune branche ben precise di quest'Ordine, non così impegnate in questioni di politica e geopolitica occulta, ma piuttosto nel "magico" e nella "necromanzia", vi era una rituale esumazione dei corpi a scopo simbolico e occulto. L'intera storia della morte e della successiva esumazione del corpo di Akhromeev allude all'implicazione, nel crimine della sua morte, dell'Ordine Atlantico e forse delle sue più oscure, magiche ramificazioni. In ogni modo, i cospirologi occidentali associano univocamente il particolare della profanazione del corpo del maresciallo con la "rituale esumazione", fino ad oggi praticata in Occidente da membri di sette piuttosto oscure. Probabilmente gli agenti atlantisti speravano anche di trovare dei documenti segreti nascosti con Akhromeed, o qualche speciale contrassegno sul suo corpo. Tutto ciò diviene più che credibile, una volta che teniamo conto del ruolo primario svolto da Akhromeev nell'Ordine polare dell'esercito e la sua stretta connessione con Ogarkov, uno dei principali protagonisti dell'Ordine Eurasista. Comunque, dopo il putsch gli atlantisti intrapresero dei passi decisi per decapitare gli eurasisti. Ma dopo un mese divenne chiaro che il loro attacco era naufragato, e dietro i loro isterici tentativi per completare urgentemente la rovina dello stato, la paura e il panico erano visibili assai chiaramente. L'Ordine di Eurasia non era stato definitivamente eliminato ed ora giungeva il suo turno di colpire. Alcuni segni precisi permettono di ritenere che questo attacco potrebbe essere l'Ultimo.

Metafisica della guerra occulta

L'opposizione dell'Ordine dell'Atlantico all'Ordine di Eurasia attraverso i secoli e i millenni, essendosi manifestata nelle più svariate forme, è in un certo senso il maggior contenuto cospirologico della storia, la storia di grandi passioni planetarie, la storia di popoli e religioni, razze e tradizioni, spirito e carne, guerra e pace. Nel confronto tra i due Ordini uno non deve vedere la semplificata immagine moralistica della lotta tra Bene e Male, Verità e Menzogna, Angeli e Demoni, e così via. Questo combattimento tra due opposte visioni del mondo, tra due immagini metafisiche della Vita, tra due percorsi per il cosmo e attraverso il cosmo, tra due grandi Principi, non solo in opposizione l'uno all'altro, ma anche indispensabili l'uno all'altro - dal momento che su questa coppia è basato tutto il processo cosmogonico e cosmologico, tutto il percorso ciclico della storia umana. L'ordine di Eurasia, l'Ordine del Principio Virile, del Sole, della Gerarchia, è la proiezione del Monte, di Apollo, di Ormudz, del Cristo Solare in Gloria, del Cristo Pantocrate. L'eurasia, in quanto Terra dell'Oriente è Terra di Luce, Terra di Paradiso, Terra di Impero. La Terra della Speranza. La Terra del Polo. L'ordine dell'Atlantico, l'ordine del Principio Femminile, della Luna, dell'Uguaglianza Orgiastica è la proiezione dell'egizio Seth, di Pitone, di Ariman, del Cristo Sofferente, dell'Umano, immerso nella disperazione metafisica della preghiera solitaria del Getsemani. L'Atlantico, Atlantis in quanto Terra dell'Occidente, è la Terra della Notte, la Terra della "fossa dell'esilio" (come disse un sufi islamico), il Centro dello Scetticismo planetario, la Terra della Grande Malinconia Metafisica. Entrambe gli Ordini hanno le più profonde e sacre radici ontologiche, ed hanno delle ragioni metafisiche per essere ciò che sono. Considerare uno di questi Ordini come un accidente della storia significa negare le logiche segrete dei cicli umani e cosmici. La scelta di un percorso geopolitico rispecchia la scelta di un percorso metafisico, di un percorso esoterico, il percorso dello Spirito attraverso l'universo. Perciò non esistono garanzie, è impossibile, strettamente parlando, affermare che l'Eurasia è buona e l'Atlantico è cattivo, che Roma è santa e Cathago è maligna, né il contrario. Ma ciascuno, chiamato dall'Ordine, dovrebbe fare un passo deciso e servirlo. Le leggi del nostro mondo sono tali che l'esito della Grande Battaglia non è predeterminato, l'esito del dramma "Eurasia contro Atlantis" dipende dalla totalità della solidarietà planetaria di tutti coloro chiamati in servizio, di tutti i soldati della geopolitica, di tutti i segreti agenti della Terra e degli agenti segreti del Mare. L'esito della guerra cosmica di Apollo con il Serpente Pitone dipende da ognuno do noi, che lo comprendiamo o meno.

La fine dei Tempi

Tutte le tradizioni religise e le dottrine metafisiche descrivono la Fine dei Tempi, la fine del ciclo come l'Ultima Battaglia, la Battaglia Finale. Le varie tradizione trattano in modo differente questo conflitto, e a volte ciò che in una tradizione è resentato come il "partito del Male", diviene in un'altra tradizione il "partito del Bene" e viceversa. Ad esempio, per i cristiani ortodossi alla fine dei Tempi il giudaismo è considerato come la religione dell'Anti-Cristo, e per i giudei "i goi cristiani del paese del nord di re Gog" agiscono come una concentrazione del Male escatologico. Gli induisti ritengono che il Decimo Avatar, quello che verrà alla fine del ciclo, cancellerà i "Buddisti", e i buddisti credono che il Buddha dei Tempi a venire, il sapiente Maytreya, apparirà tra la comunità buddista, etc. Tutto questo non comprova la relatività della divisione dei ruoli nell'Ultima Battaglia, bensì l'impossibilità di scegliere in anticipo un Bene evidente, che assicuri in modo certo di prendere parte dal lato "giusto" nella battaglia escatologica. Perciò è stato detto dei Tempi Ultimi che "anche gli eletti saranno tentati". La scelta di una delle due fazioni escatologiche non può essere qualcosa di formale. E' una scelta dello Spirito, è il Rischio più elevato, è il Grande Dramma Metafisico. Per questa ragione, nulla della realtà dell'epoca escatologica - e molte autorità tradizionali e religiose affermano che ora ci troviamo in tale epoca - può fungere da assoluto negativo o da assoluto positivo. Ed è specialmente sciocco assolutizzare una forma politica, equiparandola al "Male Assoluto" o al "Bene Assoluto". Anche l'inizio della scelta vera sta lontano oltre il confine delle ideologie politiche esteriori, oltre il confine della relativa divisione tra democratici, fascisti e comunisti. La vera scelta inizia a livello della geopolitica e ascende oltre "lungo una profetica spirale" (secondo l'espressione di jean Parvulesco) fino agli abissi del Misticismo, della Metafisica, della Gnosi, dell'incomprensibile Segreto Divino. L'Ordine Eurasiano e l'Ordine Atlantico sono l'ultimo segreto della storia esteriore, umana, pubblica. In pratica, all'interno di questi Ordini vi sono molte altre sfere misteriose e chiuse, collegate con il Puro Metafisico. Ma tuttavia, la vera, rigorosa e consapevole lotta escatologica inizia proprio con l'Ordine di Eurasia e l'Ordine dell'Atlantico. Semplicemente operare in un Ordine, anche non immergendosi nel profondo degli ultimi segreti, è già sufficiente per essere un attivo, chiamato ed eletto partecipe del Grande Dramma.

Endkampf

La parola tedesca "Endkampf" ("Battaglia finale", "Battaglia della Fine") rende bene l'essenza della moderna situazione planetaria. I motivi escatologici, i motivi della Fine dei Tempi, penetrano non solo i movimenti religiosi mistici, ma anche la politica spicciola, l'economia la vita quotidiana. In Israele, dal 1962 i devoti giudei vivono in uno speciale "Tempo finale", nel "tempo del Messia". Gli Usa aspirano a stabilire sul pianeta uno speciale Nuovo Ordine Mondiale. Il mondialista europeo Jean Attali auspica l'avvento dell'ultima fase di uno speciale Regime del Commercio. I popoli islamici (specialmente gli sciiti) attendono nel prossimo futuro l'arrivo del Mahdi, l'Imam nascosto. Gli Induisti sono certi della rapida conclusione del Kali-Yuga, l'Età Oscura. C'è un revival di escatologismo razzista da parte dei movimenti nazional-socialisti mondiali. Nelle comunità cristiane circolano sempre più le profezie sull'Ultimo Papa (Flos Florum) per i cattolici romani e sull'Ultimo Patriarca per gli ortodossi. I lamaisti sono sicuri che il presente dalai Lama sarà l'ultimo. La Cina si è irrigidita in attesa mistica. Il comunismo sovietico è caduto improvvisamente e inaspettatamente. Tutti questi segni ci parlano dell'inizio dell'Endkampf, dell'inizio dell'Ultima Battaglia. E nel contesto escatologico anche le parole della canzone bolscevica "E' la nostra ultima e decisiva battaglia" suonano come una rivelazione che turba, come un'allusione all'Endkampf planetaria.

L'Ordine e i "nostri"

Il termine "nostri" [nashi] non viene usato spesso nel contesto globale geopolitico. Uscì dalla geopolitica tedesca e il giurista Karl Schmitt insistette sulla necessità dell'introduzione del concetto di "nostri" per spiegare l'autodeterminazione politica di una nazione, di uno stato e di un blocco etnico. Il famoso tele-reporter Aleksandr Nevzorov lo fece in una serie di trasmissioni. "Nostri" è divenuto oggi nell'Impero russo un inequivocabile concetto eurasista, che include non solo russi e slavi, ma anche tartari, turchi, ugro-finnici, etc. realizzando una connessione genetica allo spazio ed all'idea imperiali. In pratica "nostri" di Nevzorov è una definizione sintetica per le persone di nascita eurasiana, per gli autoctoni imperiali, signori, per diritto di cultura e di nascita, del grande territorio. E' indicativo che gli atlantisti in Russia non usino questa parola (è logico, dal momento che qui essi sono tra i "non nostri" [ne-nashi], tra gli altri; per essi, i loro "nostri" vivono al di là dei confini del continente, su un' "Isola" distante e cupa). Ma per Jean Parvulesco, che ha reso questo termine anche un fondamentale concetto geopolitico e cospirologico, "nostri" ha un senso ancora più totalizzante (comunque egli include volentieri se stesso anche tra i "nostri" di Nevzorov). Jean Parvulesco identifica il concetto "nostri" con l'intera rete dei sostenitori del Grande Blocco Continentale - dal Giappone al Belgio, dalla Cina alla Francia, dall'India alla Spagna, dall'Irak alla Germania, dalla Russia all'Italia. "Nostri" per Parvulesco è un sinonimo dello stesso Ordine Eurasista con tutte le branche e i gruppi che che si ritrovano, coscientemente o meno, apertamente o segretamente, nella zona della sua influenza geopolitica, mistica e metafisica. "Nostri" è il fronte unito invisibile escatologico del Continente, il Fronte della Terra, il fronte dell'Oriente Assoluto, la cui provincia occidentale è l'Europa, la "nostra" Europa, l'Europa opposta all'Occidente, l'Europa della Tradizione, del Suolo, dello Spirito. "Nostri" sono sia i cattolici romani che gli ortodossi e gli islamici, sia gli induisti che i taoisti e i lamaisti, sia i pagani che gli agnostici e i mistici… Ma solo quelli tra di loro che sono devoti al Continente dell'Est, al suo misterioso e sconosciuto Destino. Parvulesco parla di una "Francia parallela", di una "Romania parallela", di una "Germania parallela", di una "Russia parallela", di una "Cina parallela" etc., come di una sostanza spirituale, come di un invisibile criterio spirituale di paesi reali uniti segretamente nella sola "Eurasia parallela", nell'Eurasia del Puro Spirito". I "Nostri" sono i combattenti dell' "Eurasia parallela", eroi dell'Assoluto Oriente, tutti coloro al servizio, attraverso le logiche occulte della "profetica spirale", dell'Unica e Sola Idea, Proposito, Principio Nascosto. Un tempo il tedesco rivoluzionario-conservatore, nazionalista, russofilo ed eurasista Arthur Mueller van den Bruck disse, parafrasando Khomyakov ("La Chiesa è Una"): "Vi è un solo Reich (un Impero), così come c'è una sola Chiesa". E' il Reich dei "nostri", la Chiesa dei "nostri", è il "nostro" Impero e la "nostra" Chiesa.

L'ora dell'Eurasia

Mentre ritroviamo noi stessi in Eurasia, mentre noi parliamo nel suo nome, mentre restiamo collegati con il suo misterioso, mistico corpo - l'Eurasia ci appartiene, è "nostra". Nonostante tutte le persecuzioni da parte degli atlantisti, nonostante tutta l'efficacia della loro strategia distruttiva, nonostante il pesante e profondo "sonno" di intere aree e di interi popoli che ci vivono, nonostante il dominio degli agenti dell'Ordine Atlantico sulla politica continentale, sulla cultura e sull'indistria continentali, il processo di "decolonizzazione" è implacabile. Solamente, noi dovremmo evitare di ricadere nell'arcaismo, nella difesa di forme obsolete cilturali, sociali o politiche; non dovremmo essere semplicemente conservatori, conservatori per inerzia. L'ordine di Eurasia è una Rivoluzione Conservatrice totale, il Grande Risveglio della coscienza geopolitica, è il percorso del Verticale, invece delle serpentine oscillazioni da sinistra a destra o dei tentativi di arretramento. L'ordine di Eurasia è il crudele e aperto duello con il forte e intelligente Avversario, con l'Ordine di Seth, dell'Asino Rosso, l'Ordine della "Morte Danzante". Noi dovremmo scagliare nell'Oceano i servitori dell'Oceano, dovremmo imbarcare gli agenti dell' "Isola" in un viaggio di ritorno verso la loro "Isola". Noi dovremmo staccare dalla carne politica, culturale, nazionale del Continente coloro che tradiscono i "nostri", che tradiscono i nostri ideali, i nostri affari. Sì, i nostri nemici hanno la loro verità. Sì, noi dovremmo rispettare la loro profonda scelta metafisica, dovremmo fissare i nostri occhinel loro Segreto, nella segreta "Fossa dell'Occidente". Ma questo non dovrebbe influenzare la nostra risolutezza, la nostra collera, la nostra Crudeltà fredda e appassionata. Saremo indulgenti solo dopo, quando il nostro Continente sarà libero, quando l'ultimo atlantista sarà sceso nelle Acque Salate, nell'elemento che appartiene simbolicamente ad dio egizio con il muso di Coccodrillo. In base a segni definiti, "il Tempo è vicino". Endkampf, l'Ultima battaglia scoppierà assai presto. Siete pronti, signori dell' "Ordine Polare"? Siete pronti, soldati dell'Eurasia? Siete pronti, saggi strateghi del GRU? Siete pronti, grandi popoli che avete lanciato la vostra scommessa con il fatto stesso della vostra nascita? Già suona ?ora decisiva dell'Eurasia... La Grande Guerra dei Continenti già si avvicina al suo punto ultimo. Mosca, Febbraio 1991 - Gennaio 1992

Note * E' necessario notare che le vedute dell'Autore su Berya sono cambiate sostanzialmente dalla stesura di questo scritto, in seguito a nuovi elementi di valutazione storica portati alla luce dai principali storici russi. Così nella rivista Elementy (n.9) è apparso un articolo di A.Potapov (Eurasia e servizi segreti) che presenta un punto di vista completamente diverso di Berya e del suo ruolo. Lo stesso Dugin ha scritto ne "I Giudei e l'Eurasia": "Quando la tendenza antisemita si accrebbe nel governo sovietico oltre confini delimitati - particolarmente scandalosa fu la distruzione del comitato ebreo antifascista composto praticamente al 100% da convinti eurasisti e da agenti diretti da Lavrenti Berya (che parla solo a loro favore).." etc. Un recente documento eccezionale che rivede la figura di Lavrenti Berya è stato pubblicato da A. Parshev. (Note del traduttore dal russo M.Conserva).

prima parte