Digitale terrestre
 

 

Il 3 gennaio 1954, iniziarono le trasmissioni televisive ufficiali della R.A.I.. A 50 anni di distanza la TV "analogica" si trasforma in "digitale terrestre". Dopo le trasmissioni via satellite e in fibra ottica, è arrivato il momento del digitale terrestre che, si dice, a differenza di quello satellitare o a fibra ottica, ha costi ridotti pur garantendo la stessa qualità. Ma cosa significa, per l'utente finale, vedere la TV con il "digitale terrestre" e usufruire dei suoi contenuti "multimediali"? 50 anni fa, in Italia, esistevano 15 mila televisori. Oggi, se ne contano 50 milioni. Cosa si dovrà o potrà fare con questi televisori, per ricevere il segnale? Ufficialmente, la TV digitale terrestre è un sistema di trasmissione numerico che non risente di interferenze, di riduzione del segnale o di disturbi. Consente, invece, di moltiplicare il numero di canali disponibili. Infine, permette ai canali TV e alle trasmissioni televisive di inserire contenuti multimediali interattivi che consentono agli spettatori di intervenire, in diretta, durante i programmi. Tutto questo, si può ottenere tramite un decoder ossia un apparecchio in grado di ricevere il segnale "digitale terrestre" e trasmetterlo al nostro "vecchio" televisore. Sembrerebbe semplice! I tempi di diffusione del digitale terrestre: secondo una normativa europea (legge 66 del 2001), entro il 31 dicembre 2006 tutte le trasmissioni televisive dovranno essere in digitale. Il periodo di sperimentazione del digitale terrestre occuperà tutto il periodo fino allo spegnimento definitivo delle trasmissioni analogiche. Entro il 2006, tutti i cittadini dell'Unione europea dovranno munirsi di un apparecchio in grado di convertire o trasmettere i segnali digitali. In futuro, verranno prodotti nuovi televisori abilitati al segnale ma, per ora, è possibile utilizzare il nostro "vecchio" televisore, acquistando un decoder digitale terrestre (set-top-box) in grado di convertire il segnale. Questa scatola, che si collega alla TV e ad altri apparecchi elettronici tra cui il DVD oppure il videoregistratore tramite presa scart, consente di continuare a utilizzare l'impianto d'antenna attualmente esistente e lo stesso apparecchio televisivo. Nella maggior parte dei casi, non sarà necessario cambiare né l'antenna, perché gli impianti di radioricezione per la televisione digitale terrestre sono identici a quelli usati per la ricezione analogica, né i cavi di trasmissione all'interno dell'abitazione. Il decodificatore digitale potrà avere diverse funzioni, a seconda dei modelli e del prezzo. Le prestazioni online previste sul televisore digitale saranno di natura informativa e riguarderanno vari settori, come la sanità e le modalità di espletamento di pratiche burocratiche, fino alle informazioni sul traffico. In sostanza, verranno estese notevolmente le capacità dell’attuale Televideo, integrandolo con informazioni e servizi pubblici. In Italia è stato costituito un gruppo di lavoro che dovrà studiare le modalità di interconnessione fra le varie Amministrazioni dello Stato e il cittadino, il quale potrà accedere ai servizi online della Pubblica amministrazione proprio tramite il televisore, ampiamente diffuso nelle famiglie, in modo da consentire, anche a chi non dispone di un personal computer connesso a Internet, di accedere ai servizi cosiddetti di "e.Government". Sempre in Italia, nella Finanziaria 2004, è stato previsto un contributo governativo pari a 150 euro per l'acquisto di un decoder interattivo per la TV digitale terrestre. Il provvedimento, prevede che il bonus sia erogato agli abbonati in regola col pagamento del canone TV e nei limiti dello stanziamento previsto dalla legge Finanziaria, ossia 110 milioni di euro. Inoltre, il contributo è valido solo per i decoder con funzioni multimediali, perché si vogliono avvantaggiare tutti quei servizi di pubblica utilità che l'utente sfrutterà. Pertanto non è previsto per i decoder di "base". Qualche dubbio comincia a venire e, se si ascoltano i commenti che girano in rete, i malumori crescono! E' indubbio che il futuro, per ora, sta nel digitale terrestre e, quindi, bisogna adeguarsi! Però, per esempio, per quanto riguarda il "contributo" ci si potrebbe chiedere: è stata fatta una distinzione anche in base ai redditi, per poter permettere alle famiglie meno abbienti di potersi comprare il decoder? Sembrerebbe di no! Allora, facciamo due conti: 110 milioni di euro è il fondo stanziato con la finanziaria 2004; 150 euro è il contributo per un decoder multimediale; risultato: 733.333 decoder acquistabili con il contributo dello Stato! Ma in Italia, oggi, sembrerebbero funzionare 50 milioni di televisori! Quindi, per i restanti proprietari di 49.266.667 apparecchi televisivi sembrerebbe che non rimane altro che acquistare, di tasca propria, il decoder! Non è poca cosa! Infatti, sempre a dar retta ai "meglio" informati, sembrerebbe che gli apparecchi "decoder" sono di tre tipi e solo uno degli stessi consente la tanto decantata "interattività multimediale". Però, per poter interagire, sembrerebbe necessario collegarsi alla presa telefonica! E, questa, sarebbe un'altra spesa fissa! Inoltre, questi apparecchi costerebbero circa 500 euro! Un bell'investimento per la stragrande maggioranza degli italiani! Infine, un accenno agli impianti d'antenna! E' stato detto che i nostri impianti, "nella maggior parte dei casi", non dovranno essere sostituiti! Tuttavia, sempre i "meglio" informati della rete, giurano che la maggior parte delle antenne installate in Italia non consentono, con la loro sorpassata tecnologia, di poter ricevere il digitale terrestre! In questo caso occorrerà spendere, ancora, dai 400 ai 500 euro per adattare il vecchio impianto con le nuove esigenze del "digitale". Insomma... una bella spesa questo adeguamento al "futuro"! Carlo my site approfondirà, in seguito, questi aspetti! (aprile 2004)