Obiettivi del millennio
 
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Sono cifre da capogiro quelle rese note in un apposito rapporto  redatto dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Unicef per valutare i risultati ottenuti tra il 1990 e il 2002 con il progetto 'Obiettivi del millennio'. Il progetto, prevedeva il miglioramento delle condizioni di igiene e di accesso all'acqua nel mondo, entro il 2015. A leggere certe cifre, ci si rende conto che sta avvenendo il contrario di quello che ci si prefiggeva. Alcuni numeri significativi: oltre 2,6 miliardi di persone al mondo, più del 40% della popolazione mondiale, non ha acqua per garantirsi un'igiene di base sufficiente. I Paesi più colpiti sono quelli dell'Africa subsahariana e dell'Asia. La scarsa igiene ha come conseguenza la diffusione di malattie, soprattutto tra i bambini. Ogni anno le malattie diarroiche uccidono 1,8 milioni di bambini, la maggior parte sotto i 5 anni. Molti altri restano invalidi in modo permanente. Altra conseguenza, subita sempre dai bambini, è l'impossibilità ad andare a scuola per mancanza di servizi igienici adeguati, dissipando così le loro capacità intellettive e produttive. Anche nei paesi industrializzati le cose non vanno meglio anche se non sono paragonabili a quelli del Terzo Mondo. La copertura idrica per i servizi igienico-sanitari è diminuita del 2% tra il 1990 e il 2002. Nei paesi dell'ex Unione Sovietica, per esempio, soltanto l'83% della popolazione ha accesso a servizi igienici adeguati e le possibilità sono in diminuzione. Il rapporto prevede che se non si verificherà un'inversione di tendenza entro il 2015, assisteremo alla diffusione di rifiuti e malattie, alla morte di milioni di bambini e alla sopravvivenza di molti altri milioni in condizioni di costante rischio salute. Per quanto riguarda l'acqua potabile, il rapporto sottolinea che nel 2015 ci saranno ancora 800 milioni di persone costrette a far consumo di acqua contaminata. Oggi l'83% della popolazione mondiale, ovvero circa 1,1 miliardi di persone, ha accesso all'acqua potabile. Tuttavia, zone di crisi vengono individuate, ancora, nell'Africa subsahariana dove il 42% della popolazione (288 milioni di persone) non usufruisce ancora di canalizzazioni, così come in Cina con 303 milioni di persone e nell'Asia del Sud con 234 milioni di persone. Con l'aumento della popolazione del mondo, 800 milioni di persone saranno ancora prive di acqua potabile entro il 2015. Tutto ciò, nonostante l'OMS si sia prefissata l'obiettivo di procurare acqua a un miliardo di abitanti dei centri urbani e ridurre di almeno un miliardo gli abitanti dei centri rurali sprovvisti di acqua sicura. (agosto 2004)