10 anni di spamming
 

 

Era il 12 aprile 1994! Sarà la data che segnerà l'inizio del marketing incontrollato su Internet! Artefici del fenomeno furono una coppia di avvocati americani: Laurence Canter e Martha Siegel. Canter, nella speranza di avviare nuovi affari, realizzò lo script Perl ed invase la rete di messaggi in cui venivano proposti i servizi legali del Canter & Siegel, lo studio legale da lui condotto insieme alla moglie. L'operazione non sarebbe stata tollerata e migliaia di destinatari dimostrarono la loro disapprovazione inviando messaggi inferociti allo studio legale. Uno dei destinatari trasmise questo messaggio: "Spedite noci di cocco e confezioni di Spam a Canter & Co." Un nuovo nome per la pubblicità via Internet venne coniato: Spam! Molti sostengono che l'anniversario di Canter & Siegel non coincida con la nascita vera e propria dello spamming, perché esistevano messaggi indesiderati anche prima del 12 aprile 1994. Tuttavia, gli stessi non venivano ancora chiamati così. Il termine "spam" nacque nel 1937, quando Kenneth Daigneau vinse un concorso per aver inventato il nome della carne in scatola prodotta dalla Hormel Foods. 33 anni dopo, in un episodio della serie televisiva Flying Circus che prese il via il 15 dicembre 1970, la compagnia teatrale inglese Monty Python mise in scena uno sketch nel corso del quale una cameriera serviva grandi quantità di carne in scatola ai clienti che non ne avevano fatto richiesta. Successivamente, negli anni Ottanta, gli utenti di MultiUser Demesne o Domain, un ambiente Internet, fecero riferimento a Monty Python ed al loro sketch, usando il termine "spam", per descrivere l'invio di copiosi file di testo. Sembrerebbe, quindi, che solo dieci anni fa, con la mail di Canter & Siegel, ci si sia ispirati al termine "spam" per descrivere messaggi commerciali non richiesti. A dieci anni di distanza, il marketing online intrusivo è un'epidemia di dimensioni incontrollabili. Nonostante gli sforzi per riuscire a tenere sotto controllo l'e.mail spazzatura, lo spam risulta essere ancora un ottimo business. Persino Canter ha poi definito la sua idea un successo che gli avrebbe fruttato tra i cento e i duecentomila dollari. Colossi come America Online, Yahoo e Microsoft investono ingenti risorse per tentare di risolvere il problema. Tuttavia, gli spammer adottano sempre nuove e più sofisticate tattiche contro i sistemi di protezione dallo spam e, nella peggiore delle ipotesi, possono anche contare sulla collaborazione di organizzazioni criminali che da ogni parte del mondo possono inviare attacchi Trojan horse in grado di trasformare il PC in uno zombie che invia messaggi sotto il naso degli ignari proprietari. Computer infetti possono essere affittati o venduti a coloro che sono alla ricerca di un mezzo economico per inviare milioni di messaggi, con la speranza di raccogliere manciate di nominativi di responsabili di acquisti. Di fronte a questo fastidioso e, per molti versi, pericoloso fenomeno, l'atteggiamento degli utenti di internet sembra essere di rassegnazione. Anche se tutti sono convinti che Internet sarebbe migliore senza spam, quest'ultimo è diventato così invadente che molti lo considerano un dato di fatto, considerandolo come qualcosa di radicato nel panorama Web. Tuttavia, chi usa la posta elettronica da più tempo ricorderà bene che, almeno fino a dieci anni fa, Internet era considerata una zona non commerciale che offriva poca scelta in termini di servizi, le connessioni non erano veloci come quelle attuali e l'ampiezza di banda era preziosa. Lo spam, quindi, non era solo fastidioso ma anche costoso. Una volta si poteva sfruttare il tempo a disposizione per la navigazione mentre oggi lo si trascorre eliminando posta indesiderata. Internet sembra diventato un mezzo pubblicitario efficace e, soprattutto, gratuito per spammare pornografia, richieste d'aiuto assurde, proposte di investimenti fantasticamente false, tutte offerte da emeriti sconosciuti. Oggi, la lotta allo spamming è diventata necessaria per aziende, privati e case produttrici di software. Lo stesso, infatti, non è solo fastidioso ma anche costoso! Chi studia i sistemi anti spamming è convinto che la tecnologia debba giocare un ruolo importante per tenere sotto controllo il fenomeno. Tra le proposte c'è chi sostiene che lo standard Simple Mail Transfer Protocol (SMTP) delle e.mail dovrebbe tenere traccia dell'identità dei mittenti mentre altri hanno proposto di far pagare l'invio di e.mail al fine di rendere lo spamming meno economico per chi lo utilizza. E' indubbio, comunque, che una soluzione dovrà essere trovata! I costi, per l'economia di una azienda ma anche di un privato utente di internet, sono enormi. Primo fra tutti il tempo che si perde nella pulizia della posta elettronica: i filtri, notoriamente, mettono insieme messaggi spam e non spam. Inoltre, bisogna considerare il costo dei dati che vengono perduti durante questa pulizia. La gestione dello spamming ha un costo in termini di budget che le imprese avrebbero altrimenti speso per lo sviluppo di prodotti o di aggiornamenti delle catene produttive. Purtroppo, per ora, è possibile inviare milioni di e.mail al costo di un euro: il che significa che se anche uno solo dei destinatari risponde e acquista ciò che viene proposto, si realizza un "guadagno". Ancora oggi, elenchi interi di indirizzi e.mail possono possono essere acquistati al costo di pochi centesimi per ogni account. (aprile 2004)