Dal primo marzo 2002 è operativo anche in Italia un sistema per la fornitura di servizi "a valore aggiunto" via sms, denominato Reverse Billing. In particolare, il sistema consente ad un'azienda di allestire servizi di trasmissione di notizie, contenuti, giochi e altro ancora, attraverso gli sms. L'utente riceve dall'azienda fornitrice un messaggio con il quale viene invitato a rispondere per "abbonarsi" a servizi che possono costare dai pochi centesimi di euro per ogni messaggio fino, in casi particolari, anche a dieci euro per ogni sms. Al di fuori delle aziende che lavorano onestamente e in trasparenza, il problema è, però, tutto racchiuso in questa modalità di attivazione. Per ritrovarsi iscritti è sufficiente rispondere ad un numero, sul quale sia attivato un servizio del genere. Se lo si fa senza pensarci troppo, considerato che vengono trasmessi sms fatti apposta per suscitare una reazione, si rischia di trovarsi iscritti ad un servizio e, prima di rendersene conto, di veder salire le proprie bollette. In Gran Bretagna, dove il Reverse Billing è attivo già da tempo, l'esperienza sull'argomento è stata durissima. Sono infatti moltissime le vittime di società senza scrupoli, capaci di iscrivere migliaia di utenti e pescare dai loro portafogli con servizi fittizi. Pertanto, il problema per gli utenti di telefonia mobile è quello di osservare con attenzione, molta più attenzione che in passato, gli sms in arrivo e verificare il mittente prima di rispondere, pena doversi rivolgere al proprio operatore per cercare di uscire da un servizio sms truffa. Basandosi sull'esperienza britannica, sono in molti a ritenere che vi saranno numerosi soggetti che invieranno spam via sms a migliaia di utenti, tentando di farli iscrivere ai propri sistemi. Chi cadrà nel tranello, pagherà salato per ricevere di continuo sms che non ha mai chiesto. Il Garante per la privacy, Stefano Rodotà, ha annunciato che il suo ufficio investigherà i casi di servizi attivati senza che vi sia stata una esplicita richiesta da parte dell'utente. L'indagine, coprirà non solo servizi di telefonia mobile ma anche di telefonia fissa. (marzo 2002)