Statistiche sulla fame nel mondo

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Natale 2002. Fra pochi giorni le nostre tavole saranno imbandite come non avviene, solitamente, nel corso dell'anno! I telegiornali di quei giorni, i quotidiani e gli istituti di statistica più o meno conosciuti, esporranno statistiche sulle spese per i consumi alimentari , per i viaggi che verranno compiuti verso spiagge esotiche o cime innevate e per i consueti "regali natalizi"! Miliardi! Decine, centinaia, migliaia di miliardi! Tutto questo avverrà mentre 800 milioni di persone, sul nostro pianeta, vivono in regime di sottoalimentazione! E' l'ultimo dato, statistico anche questo, diramato dalla FAO, sull'incidenza del fenomeno, confermando quanto già comunicato dallo stesso organismo, nel corso del vertice mondiale sull'alimentazione, svolto nel mese di giugno 2002. Un bambino su sette, sul nostro pianeta, soffre la fame! Questa tremenda cifra è rimasta invariata nell'ultimo decennio nonostante, pur tra mille difficoltà, il mondo povero abbia migliorato il suo standard di vita e la produzione alimentare nel mondo sia cresciuta in maniera soddisfacente! Un bambino su sette, significa l'intera popolazione "bambina" di Italia e Francia messe insieme! L'emergenza è quotidiana in Africa e in numerosi paesi asiatici e dell'America latina. La FAO potrebbe dimezzare, entro il 2015, questa assurda statistica di morte se i paesi "ricchi" destinassero una modesta parte delle loro risorse pubbliche, in aiuti per lo sviluppo dei paesi poveri. 24 milioni di dollari l'anno sarebbero sufficienti! Questa cifra che sembra un'enormità, è invece solo lo 0,1% del prodotto interno lordo (Pil) di tutti i paesi ricchi! Meno del 2% del Pil dell'Italia. E, invece, che fanno paesi come l'Europa o il Nordamerica? Difendono accanitamente i loro agricoltori dalla concorrenza dei contadini del terzo mondo, rendendo difficile lo sviluppo di questi ultimi! Può, il mondo "ricco" e sviluppato, non intervenire? Giudicate voi! La sottoalimentazione che, spesso, si accompagna alla malnutrizione genera fenomeni gravi come le malattie infettive che aumentano in maniera vertiginosa in paesi come il Bangladesh, l'Afghanistan, la Cambogia, l'Etiopia, la Tanzania e il Congo dove un bambino su sette non arriva al settimo compleanno. La malnutrizione nell'infanzia, ne ritarda la crescita e l'apprendimento, incidendo negativamente sull'istruzione e sulla capacità lavorativa futura, le vere armi dei paesi poveri per uscire dalla crisi. E, se non è sufficiente questo per intervenire, è necessario riflettere sull'effetto "destabilizzante" che la povertà può avere sulla nostra comunità e sull'ambiente. E' oramai assodato il legame che c'è fra povertà e guerra, fra povertà assoluta e reclutamento al terrorismo! Quale sarebbe il nostro futuro se non interveniamo? Il futuro di chi vive in un pezzo di mondo comodo e accogliente che per difendersi dalla "migrazione" di chi cerca cibo perché ha fame, per tutelarsi da chi porta con se malattie infettive terribili, per contrastare chi è disposto ad uccidere per fame, si deve blindare e isolare nel proprio mondo comodo e accogliente. Un carcere… insomma!! (Fonte dati statistici La Repubblica - ottobre 2002)

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