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L'arte amatoria degli antichi Indù |
Il Kamasutra è stato scritto intorno al III secolo d.C. da Mallanaga
Vatsyayana ed è stata considerata una delle più importanti opere dell'antica letteratura indiana. Il titolo completo del trattato è
Vatsyayana Kama Sutra ed è composto di 1.250 versi, suddivisi in 7 parti
o libri, 36 capitoli e 64 paragrafi. Per noi occidentali la sua notorietà
deriva da un'errata interpretazione del suo effettivo contenuto, tesa ad
evidenziare certe descrizioni erotiche di disarmante chiarezza, estrapolandole dal contenuto globale dell'opera che è, invece,
estremamente distante dalla nostra cultura. I problemi relativi alla traduzione dell'originale sanscrito, hanno poi contribuito al
fraintendimento del senso reale di questo testo, divenuto ben presto una
sorta di manuale pratico a scopi lussuriosi. Il Kamasutra abbraccia tutti
gli aspetti del rapporto uomo donna: il corteggiamento, la conquista, il
matrimonio, ma anche il tradimento e la poligamia. Insieme alle informazioni su quello che è il comportamento amoroso in generale, il
trattato contiene una parte di insegnamenti sul modo di ottenere il massimo piacere, addestrando il lettore a raggiungere una perfetta
padronanza dei propri sensi: udito, tatto, vista, gusto e olfatto. Inoltre,
ciò che il trattato propone e che diverge dalla nostra cultura occidentale,
è il riconoscimento dell'utilità individuale e sociale dell'appagamento
erotico. Lo stesso, quale espressione di un'esigenza del tutto naturale,
viene elevato a condizione imprescindibile del benessere dell'uomo e del
suo corretto inserimento nella collettività. La natura stessa della relazione uomo donna, per l'antica filosofia indiana, è di ordine
squisitamente fisico e sensuale. In tal senso va inteso il Kamasutra: un
insieme di leggi che costituiscono una sorta di regolare educazione alla
vita amorosa, condotta, con il rigore e la serietà propri di ogni insegnamento scientifico. In conformità coi principi etici e religiosi della
tradizione induista, l'amatore saggio si riconosce, insomma, dalla capacità
di conquistare la felicità erotica (Kama) senza divenire schiavo delle proprie passioni. |
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