Com'è nato il CRANV ?


Nell’aria risuonavano, ancora fresche di stampa, le parole con le quali Giuseppe Fucà, presidente nazionale della Unione Italiana Ciechi, ripercorreva la tragedia della sua fanciullezza, quando veniva sbattuto lontano dalla sua Scilla e dagli affetti familiari, in cerca di un banco di scuola da cui muovere, come cieco, alla conquista di una vita degna di essere vissuta.

La Calabria, infatti, non ha mai fornito ai suoi figli non vedenti un istituto speciale, una scuola, attraverso la quale rimuovere il maggiore ostacolo all’essere liberi: l’ignoranza. Il destino dei giovani non vedenti, ma anche di coloro divenuti ciechi da adulti, transitava, come minimo, per Napoli, per il “Paolo Colosimo”, istituto speciale scaturito proprio dalla generosità di un insigne calabrese trapiantato fuori dalla sua terra.

Ben dodici anni trascorsero dalla formulazione dell’idea fino alla promulgazione della Legge Regionale istitutiva. Anni in cui il progetto di legge, poichè mirato alla risoluzione di problemi di effettiva solidarietà sociale e non a particolari interessi economici di singoli gruppi, veniva respinto o dimenticato, seguendo le successive e caduche legislature regionali, mentre fra tutti i bimbi ciechi d’Italia solo i calabresi erano costretti a raggiungere Lecce, Catania, Napoli o altre città ancora.

Ma anche quando la Legge fu approvata (N. 35 dell'11 agosto 1986), essa pose esigui mezzi a disposizione, stante la non volontà degli amministratori regionali di abbandonare un flusso di assistenzialismo personalizzato, (anche quando apparentemente ricade sulle Associazioni) per offrire invece i servizi reali dovuti a tutti gli aventi diritto.

Oggi il Centro è una importante realtà ed è impegnato su frontiere di avanguardia tecnologica, di fruizione e di messa a disposizione dei non vedenti dei più innovativi dispositivi informatici che rendono liberi di leggere e scrivere in piena autonomia, consentendo pieno accesso alle più avanzate tecniche di comunicazione e, quindi, alla formazione e produzione di una cultura autonoma.

In particolare viene attuata la formazione professionale dei "Centralinisti Telefonici", la produzione elettronica dei quotidiani e periodici nazionali, la trascrizione elettronica dei libri necessari ai ragazzi ciechi che frequentano le scuole e le facoltà universitarie della regione. Attraverso l’uso di dispositivi come la barra braille informatizzata o la sonorizzazione diretta dei testi fornita da sintetizzatori sonori, è possibile raggiungere così, per il non vedente una completa autonomia nella lettura.