di Lidia
E’
l’alba di una fresca giornata primaverile. Le onde si infrangono
delicatamente sullo scoglio, quasi svogliate, mentre i gabbiani hanno ormai
concluso la loro caccia mattutina, e la rugiada inizia a svanire dalle
delicate foglie delle piccole piantine sparse un pò ovunque intorno alla
riva, e dietro allo scoglio.
“
Unnghè...mmmmm....ungheeeeè!!”
Un
lamento improvviso fa sobbalzare 003, e, in
seguito, tutti i suoi compagni; “Che succede?” esclama il dottor Gilmour,
terribilmente scosso; “001 stà piangendo, e sembra molto agitato!”
risponde 003, dalla stanza accanto. Tutti accorrono nella stanza citata, dove
Françoise tiene in braccio Ivan, cercando affannosamente di calmarlo:
“buono, piccino, cosa c’è? cosa ti turba?”
“mmmm...
avverto un pericolo imminente alla conferenza di Tver; sento una forte energia
negativa.. la vita di alcune persone è in grave pericolo, bisogna far
presto..”
003:
“A Tver? Dove si trova? Che conferenza?”
“Tver
è una città russa, vicino a Mosca; vi si terrà alle 8 una conferenza di
poesia nel Salone dell’arte. Il pericolo è prossimo a manifestarsi!”
004:
“ Cyborgs, dobbiamo recarci là al più presto! Ivan, puoi trasportarci lì?
Sono già le 7.13, non faremmo in tempo, in caso contrario!”
001:
“Posso trasportarvi nelle vicinanze del Salone, per non dare nell’occhio;
prendete qualche bagaglio; ma non credo vi sarà facile entrare, c’è l a
sorveglianza, e non fa entrare chiunque; e considerate che, col fuso orario,
le 8 per noi sono le 10 di Tver: a quell’ora vi sarà il pericolo!”
“Troveremo
il modo; avanti 001, trasportaci!” replica 009 con decisione, mentre
Geronimo e Chan portano i bagagli, già pronti per le emergenze .
“Bene!”
dice 001, trasportandoli, e restando solo in compagnia di Gilmour.
“Di
che conferenza di poesia si tratta, nel dettaglio? E che genere di pericolo
dovranno prepararsi ad affrontare? Ivan? Ivan?!!”
Ma
il piccolo, stremato per lo sforzo, è già addormentato, e il dottor Gilmour
deve rassegnarsi. Intanto attiva il collegamento con 009: “tutto bene, laggiù?”
“Si;
siamo atterrati in una zona poco rumorosa della città, ora ci troviamo in un
parco, direi. Dobbiamo uscire al più presto ed arrivare al Salone; abbiamo
poco più che mezz’ora di tempo. Ivan può darci indicazioni sulla
strada?”
“Purtroppo
001 è addormentato, ora..” risponde Gilmour.
“Darò
un’occhiata qui intorno! Vieni con me, 007?” fa 002; “si, Jet, ti seguo
sottoforma di avvoltoio, fammi strada”.
“Molto
bene; anch’io farò un giro qui intorno, con l’aiuto del mio acceleratore
molecolare. Voi, ragazzi, state uniti e uscite dal parco. Datevi da fare anche
voi, è meglio se tutti collaboriamo e ci diamo una mano a vicenda” dice
Joe, con aria decisa; “bene. Io cercherò anche di captare eventuali segnali
minacciosi” risponde Françoise; “molto bene; avanti, andiamo!” fa Joe,
che, attivato l’acceleratore, è ormai invisibile ai compagni.
Intanto
Jet e Bretagna scrutano la città dall’alto. Jet: “un avvoltoio, eh?
Tipico uccello russo! Certo non passerai inosservato!”
“Sarà;
ma l’avvoltoio ha una vista ecellente: è come se avesse una lente di
ingrandimento, nella fovea dei suoi occhi!”
“Mah..
speriamo che ci sia d’aiuto!” osserva il compagno.
“Il
problema è: avremo preso la direzione giusta?” fa Bretagna; Jet: “già,
me lo chiedo anch’io, il tempo è poco”.
Joe
si dà da fare più che può, ma le strade cittadine sono affollate, e gli
edifici gli sembrano tutti uguali. Ad un tratto si imbatte in un vicolo cieco.
<Maledizione..> pensa; “Françoise, come procedono le vostre
ricerche?” dice via radio all’amica; “Non bene, Joe.. siamo usciti dal
parco con non poca difficoltà, ma non sapendo il russo, non possiamo nemmeno
chiedere ai passanti. Stiamo cercando di comunicare in inglese, francese e
tedesco, ma finora abbiamo avuto poca fortuna. Non avverto alcun segnale
sospetto, per ora; comunque il Salone deve essere nei paraggi, Ivan non ci avrà
collocati troppo lontano!” dice Françoise; “è vero; buona fortuna,
amici; io continuo a perlustrare la zona!”.
Improvvisamente,
in cielo, un rapace scuote le sue grandi ali: “ecco, ci siamo!”
Jet:
“dove?”
“Credo
sia quell’edificio grigio laggiù! E’ abbastanza grande e serio per
ospitare una conferenza, e vedo delle guardie, là sotto. Dobbiamo cercare di
entrare dall’alto, senza essere notati” fa 007; “Io non posso..
trasformati in una farfalla e vai tu: ci dirai come vanno le cose, per ora; io
avverto gli altri!” dice 002.
“Molto
bene: ecco.. “ Bretagna diviene una piccola, anonima, farfallina bianca, e
si infila nello spiraglio di una finestra socchiusa.
Questo
è lo spettacolo che si presenta ai suoi occhi di insetto: la platea ospita
circa 600 persone, sedute su comode poltroncine rosse in stile moderno.
Nessuno fiata, nel pubblico. Tutti gli sguardi sono rivolti al palco, dove un
uomo vestito di nero, in smoking, si presta ad annunciare degli ospiti con
queste parole (in russo):
“Gentili
signore e signori, abbiamo oggi il piacere di presentarVi alcuni tra i
migliori artisti del nostro secolo: poeti che hanno scrutato la realtà
dell’occulto come nessun altro; poeti che hanno saputo rendere arte il
grottesco, che hanno illuminato le paure umane più nascoste; che hanno aperto
un varco tra il noto e l’ignoto, il bisogno di quiete e la tensione verso il
caos: abbiamo l’onore di presentarVi qui i migliori capolavori della poesia
macabra/ grottesca. Apprezzate, ad uno ad uno, i 13 artisti, e potrete votare
chi di loro, secondo voi, è il migliore nel suo campo, permettendoGli di
avvalersi di un premio speciale alla carriera. Signori, Vi raccomando il
massimo silenzio, nell’ascolto delle opere in successione. Ed ora, il primo,
grande autore: la poetessa russa Tara Nazyvajev..!!”.
Tra
gli applausi, ad un tratto, un boato fa scuotere il suolo,
e una strana esplosione provoca una fitta nebbia in tutta la sala. 007,
che non aveva capito nulla del discorso d’apertura, stava cercando
d’interpretare l’evento, e il boato lo fa sobbalzare. “Presto, cyborgs!
Qui dentro c’è stata una esplosione!” -dice via radio- “dovete
controllare l’esterno dell’edificio! Io intanto cerco di capire bene cosa
è successo qui... ma...” Il gas, purtroppo, è un potente sonnifero: la
delicata farfalla-007 si accascia sul davanzale all’istante.
“007?!?
che succede? mi senti?” dice 005, agitato; 008: “corriamo alla sede!
presto, Jet, guidaci tu!”
Jet
era appena arrivato dai compagni,ed era anche riuscito a far convoglire 009 al
gruppo; quando raggiungono la sede, dopo circa 5 minuti, notano delle nubi di
gas fuoriuscire dall’edificio: gli agenti erano svenuti, e la gente,
allarmata, si teneva lontana.
003:
“C’è un gas nocivo, spero non sia un veleno tossico; siamo arrivati
tardi, e 007 deve essere in pericolo, come anche le persone là dentro!”
“non
possiamo entrare, ora; dobbiamo attendere che il gas si disperda” fa 008
009:
“ maledizione.. la nostra missione è fallita, un nostro compagno è nei
guai, e queste persone stanno male, forse sono morte!”
Amareggiati,
i cyborgs attendono fuori dall’edificio, mentre 006 cerca, con le sue
fiamme, di disperdere e mutare il gas.
Dopo
30 minuti, il gas è disperso, e finalmente i cyborgs possono entrare. Subito
Jet riconosce 007, che ormai si stà riprendendo, come così le altre persone
svenute. “Come stai, amico?” gli sussurra Albert. 007 riprende le sue
sembianze: “stò bene, sono solo stordito; è stato spruzzato un potente
sonnifero, immediatamente dopo all’esplosione di un ordigno. Non riesco a
capire il perchè di questa faccenda!”
“Tara...
Tara..!!” una ragazza, ancora sdraiata, inizia ad urlare, mentre si
risolleva, tra i corpi delle persone stordite e le poltroncine rosse,
rovinate.
“Che
c’è, laggiù?” grida istintivamente Joe, in giapponese, a questa ragazza.
Ella lo osserva, si alza, si avvicina al gruppo dei cyborgs. E’ una ragazza
snella, all’apparenza fragile, con i capelli biondo cenere che le arrivano
ai fianchi, e due lunghe braccia, avvolte sul ventre. Si avvicina con passo
lento, quasi come se facesse difficoltà a camminare. I suoi occhi chiarissimi
scrutano prima Joe, poi i suoi compagni.
“Sono svenuta, mi devo essere fatta male cadendo dalla poltroncina, ho
dolori all’addome... stò cercando mia sorella; voi siete turisti,
immagino... siete critici d’arte?”
<La
ragazza parla in giapponese!> Notano subito gli 8 amici. “Più o meno”
-risponde Françoise- “tua sorella era là con te?” “no, mia sorella è
Tara Nazyvajav, la poetessa. Avrebbe dovuto iniziare lei a recitare la sua
poesia. La conoscete, vero? E’ bravissima, è un genio!!”.
“Ehm...
ah, quindi era là sul palco?” fa 002
“stava
salendoci, l’istante prima dell’esplosione, giusto?” dice 007;
“esatto;” -fa lei- “non la vedo più, sono preoccupata!” .
Intanto
la gente intorno è ormai in piedi. La polizia si riunisce sul palco, ed un
poliziotto esclama, in russo, poi in inglese, munito di microfono: “signore
e signori, siamo stati tutti sotto l’effetto di un sonnifero; siamo
spiacenti di comunicarvi che i 13 artisti di questa giornata dell’arte sono
tutti improvvisamente scomparsi; pensiamo si tratti di un rapimento; se siete
stati vittime di qualche furto, fareste meglio ad avvisarci. Sono spariti i
manoscritti dei poeti, e, che noi sapiamo, nient’altro, perora. Tornate nei
vostri alloggi, dobbiamo perlustrare l’edificio e la zona circostante, in
cerca di tracce e dettagli rilevanti”.
“Nooo!!!”
-mentre la gente, impaurita, lascia l’edificio, alcune persone, molto poche,
sembrano particolarmente spaventate. Tra queste, la ragazza che ha da poco
instaurato una conversazione coi cyborgs - “Non è possibile!”- continua,
urlando- “è come temevo! l’hanno rapita, è in pericolo!”
“Calmati,
ora” -sussurra Punma, poggiandole una mano sulla spalla- “ti aiuteremo
noi”.
“Potete
aiutarmi? Come?” “Noi non conosciamo il russo, ma possiamo darci da fare
per liberare quelle persone, se realmente sono state rapite, come si teme;
intanto, tu ci farai da interprete, nel caso ciò ci possa servire;
d’accordo?” continua Punma.
“Bè,
va bene.. ma posso fidarmi, di voi? Potreste essere voi stessi, i rapitori!”
“Non
saremmo qui, adesso”-sorride Françoise,- “non avrebbe alcun senso, non
credi?”
“mmmh...”
pensa la fanciulla.
009:
“potremmo iniziare le ricerche ora stesso, giusto? Sarà meglio non perdere
troppo tempo; dividiamoci in tre gruppi: Geronimo, Chan: andate a cercare una
locanda dove potremmo alloggiare tutti; non credo riuciremo a risolvere il
caso in una giornata. Mettetevi poi in comunicazione col dott. Gilmour e
spiegategli l’accaduto; se sveglio, Ivan potrebbe forse aiutarci; poi fatemi
sapere” “molto bene” dicono insieme 005 e 006.
009:
“Punma, Bretagna! Dte un’occhiata qui
in giro, intorno all’edificio. Potreste raccogliere informazioni
utili dalla polizia. Noi altri, invece, faremo un giro qui intorno, in cerca
di tracce, e faremo anche una chiacchierata con la ragazza, nel frattempo”.
“Bene”
gli fa eco il gruppo, all’unisono.
003,
009, 002 e 004 si incamminano, dunque, insieme alla ragazza, scegliendo una
strada secondaria, ma abbastanza animata. 003: “puoi dirci qualcosa di te,
di tua sorella, della conferenza... ?”
“Bene;
mi chiamo Mihajva Nazyvajev; io e mia sorella siamo di Mosca, ma conosco bene
la città di Tver, è molto bella ed accogliente; qui si tengono spesso
conferenze, festivals ed altre attività, diciamo, “alternative” “
“Cosa
vuoi dire con questo termine?” fa Jet, prontamente
“Bè,
la poesia di tipo macabro/ grottesco, ad esempio, lo è; qui si apprezzano
anche forme d’arte che in altri luoghi sono mal viste, o rinnegate. Qui vi
è una mentalità più propensa ad esplorare ogni angolo della creatività
umana, senza trascurarne o misconoscerne alcuno. Dopotutto, la poesia di mia
sorella, è soltanto innocuo pensiero.. è solo un captare altre facce della
realtà, un curiosare senza alcun fine, se non quello della contemplazione
artistica”
“sua
sorella scrive poesie grottesche!” sussurra Albert, all’orecchio di Joe,
che è affascinato dal discorso, e non lo ascolta;
“Tutti
i partecipanti a questa rappresentazione erano dei poeti..” inizia Françoise
“..del grottesco, già.. . Tutti e 13;”-riprende Mihajva- “mi sembrate
un po’ poco informati, per essere dei critici”
“Bè,
abbiamo saputo della conferenza all’ultimo momento, e ci hanno informati ben
poco, devi scusarci” riprende Joe, cercando di rassicurare la ragazza, per
non renderla sospettosa, e riuscendoci abbastanza bene. Lei riprende a
parlare: “ Io e Tara siamo orfane; lei scrive, ed io lavoro part-time.
Nonostante la sua recente fama, non abbiamo soldi per pagare un riscatto..”
inizia a demoralizzarsi; 003: “non buttarti giù, si risolverà tutto,
tranquilla! Come mai sai la nostra lingua?” “Ho fatto un corso per
interprete. Le lingue sono la mia passione primaria”
Joe le sorride, mentre dà un’occhiata intorno.
Le
ricerche proseguono fino a mattina inoltrata. Verso le 14, ora di Tver, un
segnale radio arriva all’orecchio di 003: “Sono Geronimo, abbiamo trovato
una locanda confortevole nel centro della città; 001 è ancora addormentato,
e Gilmour preferisce seguire le ricerche senza spostarsi dalla base, almeno
finché 001 non si svegli. Al momento del risveglio di Ivan, comincerà a
discutere con lui dell’accaduto, e ci farà sapere”
“Bene,
Geronimo; noi ora stiamo continuando le ricerche, ma senza risultato... dacci
l’indirizzo della locanda, vi raggiungiamo là. Intanto, informa anche 008 e
007: dobbiamo riunirci per adottare un piano più costruttivo: temo che ormai
i criminali siano lontano da qui” riprende 003, cercando con lo sguardo
consenso tra i suoi compagni, che annuiscono. Geronimo fa come richiesto dalla
ragazza, e, circa 45 minuti dopo, gli 8 cyborgs più Mihajva sono
all’ingresso della locanda, per decidere il da farsi. “E’ bene mangiare
qualcosa, adesso, per parlare con più calma e lucidità. Con lo stomaco vuoto
non si ragiona!” cerca di sdrammatizzare 006; “molto bene: ordiniamo
qualcosa qui stesso” consiglia Joe.
La
locanda, rosa pesca all’esterno ed interno, è di medie dimensioni; su 3
piani, può ospitare una ventina di persone all’incirca; il piano terra è
adibito a reception e zona pasti; vi è anche un piccolo bancone bar, cucina
interna e cortiletto sul retro, ed una specie di salottino
d’intrattenimento, con tavolini, divanetti, caminetto e TV. Ai piani
superiori, stanze da 1, 2 o 3
letti l’una, e bagni.
“E’
un peccato non poterci godere una vacanza tranquilla, di tanto in tanto..
questa locandina mi piace proprio” commenta 007, nostalgico. “Prima o poi,
avremo un attimo di respiro; ora dobbiamo occuparci di questo caso” dice
Punma.
“Ah..
Il dottor Gilmour sta tenendo sotto controllo le TV locali ed internazionali,
per rilevare eventuali richieste di riscatto, documentate da polizia e
giornalisti” -precisa 005- “in tal caso sapremmo almeno che tipo di
strategia dovremo adottare” “giusto; non può che essere un rapimento per
riscatto; l’importante è conoscere condizioni e fini di chi lo ha messo in
atto, ed, eventualmente, individuarne subito identità e sede” ribatte Jet.
“C’è
qualcosa che non capisco, però; sono spariti anche i manoscritti; perché?”
riflette a voce alta 003
“Potrebbe
essere casuale; oppure un modo per confondere le idee alla polizia; oppure,
potrebbe esserci stato un furto in aggiunta ad un rapimento, magari da due
organizzazioni complementari, ma connesse” sospetta Punma.; Albert: “già,
ma chi ruberebbe delle poesie, di valore puramente spirituale, e comunque
duplicabili? Solo un folle, un appassionato che non pensa troppo, prima di
agire!”
003:
“Mihajva, hai notato individui sospetti, nella platea, con te?”
“C’erano
giornalisti, critici. Solo qualche parente degli artisti, come me, che poi
sono le persone che hanno, ovviamente, sofferto di più per la scomparsa dei
poeti”
“Cosa
sai, dei poeti?” fa Punma
“Sono
13, come sapete; 7 donne, 6 uomini, credo tutti intorno alla trentina. Li ho
visti in altre apparizioni, più o meno tutti, ma non so quasi nulla sulle
loro vite personali. Non sono tutti russi, c’è qualche rappresentante
dell’Europa occidentale, credo.”
“Che
conoscenze aveva, Tara, tua sorella? Sai di qualcuno che potrebbe avercela con
lei, col gruppo, col genere letterario in questione, che a quanto pare, sembra
piuttosto insolito, e raro?” fa 009
“Non
saprei... vorrei solo che il mio cellulare squillasse. Tara ha solo me, solo
me.. e non si è ancora fatta sentire.. io ho provato a chiamarla, ma sembra
il suo cellulare sia spento; d’altronde, aveva una conferenza, è suo uso
spegnerlo, in tali situazioni... ho paura per lei, tanta paura!!” cerca di
trattenere le lacrime, mentre abbassa lo sguardo, e prende posto nella lunga
tavolata prescelta dal gruppo.
“Calma,
amica” -fa 003, poggiandole una mano sulla spalla, e spostandole i lunghi
capelli dal lato destro del viso- “chiama la polizia, adesso; devi dare loro
il tuo numero, di modo che possano rintracciarti se scoprono qualcosa.
Intanto, noi guardiamo il menu e chiamiamo il cameriere, ok?” Françoise
riesce a distogliere la giovane donna da quei pensieri orribili, e le si siede
accanto.
Dopo
alcuni minuti, il cameriere, arrivato, inizia a prendere le ordinazioni,
compresa quella di Mihajva.
“Quanti
anni hai, Mihajva?” le chiede Joe
“28.
Sono più piccola di Tara, che ne ha 31” risponde
“Spero
che tu ci abbia consigliato bene sulle pietanze” -sorride lui- “anche
perché qui fa freddo, e, gusto a parte, dobbiamo tenerci in forza, con cibi
caldi e sostanziosi”
“Tranquillo”
ammicca lei;
Françoise
maneggia nervosamente le sue posate, poi osserva, con aria autoritaria:
“dopo pranzo, dobbiamo assolutamente metterci in moto e spremere le meningi
più che possiamo”
“Infatti;
intanto ora ne parliamo, no? Dobbiamo trovare una strategia tutti insieme,
siamo riuniti qui per questo, ricordi?” le replica 002.
Lei
abbassa lo sguardo, e annuisce; poggia le mani chiare sul suo cappotto di
velluto nero, che ha ancora addosso dalla mattina, e che le riscalda il corpo.
“Hai preso molto a cuore questa situazione: lo vedo.... sei tesa..”- dice
Mihajva, in parte fraintendendo le emozioni di Françoise- “.. e siete tutti
molto agitati, molto presi dalla situazione. Siete semplicemente degli amici,
dei religiosi, o siete dell’FBI, o cose simili?” continua Mihajva,
lasciando tutti di stucco.
“Eh
eh..” -ribatte Jet, in tono scherzoso, per buttarla sul comico- “noi in
Giappone siamo un po’ tutto, siamo abituati a cavarcela in varie situazioni
e abbiamo una buona cultura generale, oltre ad un forte senso altruistico!
Comunque, si, se la cosa può tranquillizzarti, qualcuno di noi se ne intende
di investigazione. Con noi, puoi star tranquilla: ti proteggeremo, e faremo di
tutto per trovare tua sorella e gli altri”.
“Mi
fido di voi; sento di potermi fidare. Vi prego, posso alloggiare anch’io qui
con voi? Non abito lontano, ma, almeno per stanotte, non vorrei stare sola, nè
allarmare qualche amica”
“E’
ovvio, che puoi” le sorride 003, addolcita.
“Ah,
ecco i nostri piatti caldi!” si rallegra 006; “bè, buon appetito,
gente!” fa eco 007.
Sono
ormai le 17: nessuna notizia dalla polizia. La soluzione del caso sembra
ancora più complessa del previsto, ed il gruppetto è ancora al tavolo,
sempre più sfiduciato e nervoso, in attesa di un messaggio di Gilmour, o
della organizzazione dedita alla sicurezza, cioè la polizia locale.
“Chiamiamo Gilmour” propone Albert. “Cosa vuoi dirgli? Che stiamo qui a
guardarci negli occhi?” ribatte Joe, visibilmente nervoso
“Rilassati,
Joe; voglio solo consultarmi con lui, e vedere se ha notizie, o se Ivan è
sveglio” dice 004
“Fa’
come vuoi” replica Joe, mentre riduce a pezzetti il suo quinto tovagliolo di
carta, ormai simbolico, dato che il pasto è stato consumato già da 2 ore.
“Gilmour.. hai novità? Qui non sappiamo come comportarci; riteniamo che
perlustrare la zona sia ormai inutile, e siamo a corto di inputs sul caso.
Cosa dice Ivan, cosa dice la TV internazionale?”
“La
TV ha dichiarato ufficialmente la scomparsa dei 13 artisti e dei rispettivi
manoscritti, ognuno contenente un poema in tema macabro/ grottesco di propria
produzione, e candidati ad un premio. La polizia si stà informando su tutto
il personale e gli ospiti presenti alla conferenza, compresa
l’organizzazione. Di sicuro comunicherà anche con la vostra amica, o si
informerà su di lei tramite archivi. Non c’è ancora stata alcuna richiesta
di riscatto, o perlomeno non è pervenuta; forse la si tiene nascosta” dice
Gilmour; “Questo è probabile; ma noi non possiamo stare con le mani in
mano, dobbiamo intervenire, accidenti!” commenta Albert, alzandosi in piedi,
e battendo una mano sul tavolo.
Punma,
a Gilmour: ”Ivan è sveglio?”
“Purtroppo
dorme ancora; era prevedibile” -risponde il dottore, perplesso- “non so
cosa dirvi, ragazzi, se non suggerirvi di sparpagliarvi e tenere d’occhio le
vie più periferiche di Tver: i rapitori potrebbero aver contattato in segreto
uno dei parenti dei poeti, e scelto un luogo poco visibile per riscuotere il
riscatto”
“Li
chiamerebbero uno ad uno, col contagocce?” fa Jet, scettico
“Non
so che dire; ma certo, come dice Albert, non servirà a nulla star fermi a
parlare; non sappiamo cosa c’è nella mente di chi ha compiuto questo gesto;
non sappiamo quante persone siano implicate nel fatto, anche se direi che ve
ne è almeno una dozzina, dato che sono state trascinate via 13 persone; e,
soprattutto, non sappiamo il perché; dovete tener d’occhio la città,
specie ora che, immagino, lì stia per calare la notte” osserva Gilmour.
“Bene,
dottore, faremo così; dividiamoci, avanti” consiglia 003
“D’accordo;
006, 007, 008: andate nella zona est, oltre il ponte. 002, osserva il parco
dall’alto: è un posto isolato, di notte; 004, 005: dirigetevi ad ovest,
verso i campi coltivati che si intravedono da qui; io, 003 e Mihajva daremo
un’occhiata a queste stradine del centro: Mihajva conosce la zona, 003 può...
ehm, lo sapete; a dopo; tenetevi in contatto” “D’accordo” fanno gli
altri.
I
gruppetti, ormai formati, intraprendono le loro strade.
“Com’è
qui l’ambiente?” chiede 003 ad una Mihajva pensierosa, mentre scruta
attenta la zona
“In
che senso?” fa la ragazza
“Voglio
dire... è sicura, di notte, questa città?”
“Abbastanza,
direi. Né tanto, né poco. Bè, io comunque non giro mai a notte fonda. A
quest’ora, in genere, è tranquilla: non sono nemmeno le sei, ancora”.
“Non
vedo molta gente in giro” dice Joe
“La
sera per lo più si sta in casa, o nei locali. I negozi chiudono presto, e la
gente passeggia, fa compere o lavora principalmente nella prima parte della
giornata”.
“Tu
stai bene, qui?” fa 003
“Sì,
direi di sì, non mi lamento. Mosca è più caotica” sorride la ragazza.
D’un
tratto, delle urla raccapriccianti ed improvvise fanno sobbalzare i tre: sono
due bambini, a provocarle, ed hanno si e no 5 anni ciascuno. Corrono, con i
loro volti invasi dal terrore, verso Joe e le ragazze. “Che succede,
fermi!” fa Joe, aprendo le braccia, per evitare che fuggano oltre.
“Aiuto,
signori, aiuto! C’è un morto!”
“come?
dov’è?” risponde Mihajva, che è l’unica a capirli
“un
morto, un uomo, un cadavere- zombie, dietro quel vicolo!” singhiozza uno dei
due bimbi.
“Dicono
che c’è un cadavere lì dietro! Oh mio Dio... sarà vero??”
“Andiamo
subito a controllare!” ribatte 003; Joe, nervoso, si lascia sfuggire i
bambini, che sono presi dal panico e corrono nella direzione intrapresa prima
dell’incontro coi 2 cyborgs e la ragazza.
Arrivati
nel punto indicato dai bimbi, Mihajva lancia un urlo, indietreggia bruscamente
e si mette le mani alla bocca.
E’
vero, vi è un corpo.
003
apre meglio gli occhi, e si avvicina titubante, mentre 009, immobile, osserva
a circa 20 cm dal corpo senza vita.
Non
è solo un corpo; non è un semplice corpo.
E’
un corpo scuoiato; ed è privo di occhi.
L’imbrunire
consente ai tre, e non solo a Françoise, di rendersi pienamente conto delle
condizioni del cadavere, grazie ad un lampione acceso lì dinnanzi.
“Oh
mio Dio.. cosa gli hanno fatto... cos’ha... cos’ha negli occhi!!” urla
lei
“Stai
calma, ora. Ha due pietre, o qualcosa del genere, al posto degli occhi. Ed ha
un ciondolo al collo. Sembra ovvio che gli sono stati messi, dopo la tortura
che ha subito, e dai suoi stessi persecutori” dice Joe
“Oggi
è un giorno di disgrazia, allora! Non sarei mai dovuta venire qui, in questa
città, che appena poco fa adulavo... è terribile!” piange Mihajva, ormai
profondamente ferita, e stremata da un dolore misto ad angoscia, paura e
terrore. “Cosa saranno?” Joe raccoglie il ciondolo e le due pietre, tutti
di color marrone scuro.
“Dobbiamo
esaminarli un attimo; dalli a me” dice 003, che li prende in mano e li
osserva meglio, grazie ai suoi poteri: “hanno uno strano odore, al di là
del sangue... sembra terra umida; e infatti ne sono in parte ricoperti. E
hanno anche qualcosa, intagliato.... sembra un disegno”
“Oh
mio Dio... li conosco!!!!! Io li conosco!!! Erano nel museo dei reperti, a
Mosca! O comunque, sono molto simili!”
dice
Mihajva, agitatissima
“E
cosa sono?” fa Joe
“Sono
appartenuti a civiltà antiche; sembrano oggetti decorativi, non so, magari
religiosi. Se non sbaglio, erano decorativi, sì... forse.. oddio!!! sono
pieni di sangue!” sussulta Mihajva
“Dobbiamo
far sapere alla polizia e agli altri di questo terribile imprevisto” dice
Joe. Mihajva avverte la polizia locale, mentre Françoise chiama prima Jet,
poi 006, poi 005, e li convoglia sul luogo del delitto, dando indicazioni
precise sulla localizzazione di questo. Intanto, Joe cerca di calmare Mihajva,
che, profondamente scossa, sta
perdendo i sensi.
Radunato
il gruppo, ormai da un po’ anche la polizia è sul posto, e allontana i
ragazzi con fare autoritario, dopo averli interrogati singolarmente, con non
poche difficoltà, in lingua inglese; il gruppo si incammina verso la locanda;
Geronimo porta la ragazza, svenuta, sulle spalle. E’ notte.
Ad
un tratto, un segnale proveniente dal dottor Gilmour convoglia l’attenzione
dei ragazzi: “mi sentite? Ivan è sveglio! Non so come, ma è già
sveglio!”
“Molto
bene, dottore. Chieda ad Ivan se sa qualcosa del museo di Mosca; abbiamo
alcuni sospetti, sono stati ritrovati dei monili su un cadavere, molto simili
a quelli del museo archeologico di Mosca, a quanto pare”
001:
“sono in ascolto, 009: il museo d’archeologia di Mosca è al momento in
subbuglio: ci sono stati dei furti di portata rilevante, la settimana scorsa,
e sono andati persi diversi reperti, tra cui utensili, libri, vesti, monili;
non escludo ci sia connessione tra questo furto e quello dei documenti di
poesia: si tratta d’arte e cultura in ambo i casi”
“001,
cosa sai dirci del rapimento dei poeti?” dice Joe
“Uno
di loro è morto, ed il suo corpo è lì, a Tver: credo sia proprio quello di
cui mi parli, 009. Tutti i poeti sono in pericolo di vita, ormai, e moriranno
uno dopo l’altro, presumibilmente ogni notte. Sento che la sede
dell’organizzazione di questa strage è a Mosca, ed quest’ultima è attiva
in questo momento. Posso portarvi nella zona, cyborgs, dove questa
organizzazione ha sede”.
“Perfetto,
siamo pronti” irrompe 002
“Bene,
cyborgs. Io però stò con Mihajva alla locanda” fa 008.
Così,
ancora una volta, 001 trasporta tramite telecinesi il gruppo a Mosca, mentre
Punma resta in collegamento e veglia su Mihajva, che riposa in una delle loro
stanze della locanda, ansioso di vederla riprendersi al più presto.
“Eccoci
sul posto; qui vicino ci dovrebbe essere il museo” fa Albert
“E’
sicuramente quello” risponde 003, che, con la sua vista potenziata, l’ha
adocchiato, nonostante seminascosto dalla vegetazione circostante e dagli
edifici, e nonostante la distanza.
“Sento
odore di incenso” continua lei
“Qui
la terra è smossa!” fa 005
“Apri
un passaggio, 006!” consiglia 002
“Molto
bene!” con una fiammata, 006 apre un varco nel terreno. Non ci vuole molto,
perché presto una frana li fa precipitare.
Dopo
una caduta da un’altezza di circa 3 metri, il gruppo si ricompone, in suolo
straniero.
Questo
suolo è fatto di terra, ed antiche piastrelle di pietra, ormai levigate dal
tempo.
Il
buio costringe 006 a tenere acceso il fuoco. Non vi è nulla, nelle pareti,
fuorché roccia. Anche nel pavimento primordiale non vi sono oggetti,
tantomeno mobilia di alcun tipo. Vi è solo un forte odore di
incenso, tinto di buio.
“Attenti!
Vi faccio strada” propone 003, decisa, scrutando la zona, del tutto simile
ad una grotta, o ad un tunnel sotterraneo.
“Fermatevi,
silenzio!” dice lei, all’improvviso. Delle voci, accompagnate dal suono di
un’arpa, iniziano ad echeggiare. “Che succede? Chi sarà?” bisbiglia 002
“Shhhh....”
fa Albert, poggiando una mano sul petto dell’amico, che vede a mala pena, e
per lo più grazie a Chan.
Il
suono si fa ritmico e monotono, e si sente una cantilena, ad accompagnarlo. La
voce è roca, bassa, maschile. E la lingua è certamente il russo.
“Ivan!”
pensa Joe, e decide di chiamarlo; ma risponde Gilmour: “dorme ancora,
purtroppo. Il teletrasporto di tutti voi lo stanca, e considerate lo sforzo
per le altre informazioni; ha di certo fatto il possibile; in più, si era
svegliato dopo solo poche ore dal sonno precedente... ; Joe, state attenti”.
Il
sussurrare di Joe e la voce elettronica di Gilmour fanno voltare 003, che
ammonisce 009 con lo sguardo. Poi lei, lentamente, inizia ad avanzare, fino a
fermarsi nuovamente; cammina in modo sempre più silenzioso, imitata dal resto
del gruppo.
Quindi,
con la massima attenzione, fa capolino con la fronte e gli occhi, per
osservare cosa avviene nella stanza principale, da dove provengono suoni e
odori.
La
musica si interrompe di botto: 003 incrocia lo sguardo di un uomo alto,
grosso, coi capelli bianchi corti, un grosso mantello blu sulle spalle ed un
paio di pantaloni marrone scuro, quasi nero.
Nient’altro,
o quasi. Scalzo, porta al collo un ciondolo. Gli occhi di ghiaccio si
spalancano alla vista di Françoise. Getta a terra il libro che ha in mano, ed
urla.
003
si volta: “scappate” dice agli altri; ma un proiettile le si conficca
sulla gamba destra.
L’urlo
dell’uomo era in realtà una ferma richiesta d’intervento, o meglio, un
ordine di sparare all’intrusa. Il rumore fa percepire agli uomini che la
ragazza non è sola; 007 cerca di aiutarla, e i due cyborg vengono subito
catturati.
“Lasciateci,
insomma!” protesta Bretagna, mentre viene legato. “Inutile, non ti
capiscono, e noi non capiamo loro. E comunque non ci lasceranno, 007”
-risponde lei, combattendo il dolore alla gamba- “ci aiuteranno gli altri;
lascia che studino la situazione” cerca di rincuorarlo.
007
la guarda un attimo, sconsolato; poi riprende coraggio, ed osserva la
situazione.
E’
un salone non troppo ampio. Un uomo suona l’arpa; un altro sta alla porta,
con la pistola ancora calda.
Il
terzo uomo, quello col mantello, è il più minaccioso, sebbene non armato. Ha
un libro in mano, e sta leggendo qualcosa. E’ quasi alla fine del libro; 003
nota tutto ciò, ed osserva il materiale del libro: sembra piuttosto antico,
ingiallito, con copertina grossa, in pelle marrone. Non vede il titolo, poiché
la copertina è nascosta dalle mani dell’uomo, che sostengono il libro.
L’incenso brucia su una canna, disposta su un vecchio, lungo, vaso
nero.
L’uomo
col mantello termina di leggere, con profonda enfasi, ciò che aveva iniziato,
calcando molto sulle parole. Sembra trasportato dalla cosa, ma non nasconde di
essere teso e indispettito per l’imprevisto. Poggia una penna stilografica
nera e lucente sopra al libro, aperto alla pagina che egli ha appena finito di
leggere, a mo’ di segnalibro. Il libro viene poggiato così, aperto, con la
penna in mezzo, sul vecchio tavolo di legno nero, rettangolare ma deforme,
alto all’incirca un metro, e largo circa un metro x 55 cm.
“Avverto
qualcosa... c’è qualcun altro, ci dev’essere qualche passaggio segreto là
di fronte, perché sento respirare, sento un respiro affannoso” sussurra 003
al suo amico Bretagna, che è stato legato stranamente piuttosto vicino a lei.
L’uomo
col mantello sente il bisbiglio e lancia un urlo, guardandola negli occhi. Poi
ammicca all’altro collaboratore, quello armato, mentre il suonatore ha
smesso di sfiorare le corde, ed osserva in silenzio.
L’uomo
armato, che non si era evidentemente accorto della presenza di altri intrusi
(i cyborgs avevano silenziosamente retrocesso, dopo l’ordine di Françoise),
si dirige verso i due prigionieri, puntando l’arma ad altezza delle loro
teste. Ridacchia qualcosa. Ivan avrebbe forse capito presto che quella frase
in russo vuol dire “Ne prendo due con un colpo”. Ma dormiva. Un sonno
agitato; ma comunque un sonno.
007
pensa: <E’ finita, per noi>
003
non pensa a nulla. Lo guarda, impietrita; forse i cyborgs non faranno in
tempo, ad aiutarli.
O
forse sì: Geronimo interviene all’improvviso, con una prontezza di riflessi
inimmaginabile,, e colpisce l’uomo armato con un pugno in testa, che
ovviamente basta a tramortirlo, e a metterlo del tutto K.O.
Gli prende la pistola.
Ormai
i cyborgs non sono più silenziosi: Jet e Chan bloccano il suonatore, che
nemmeno si alza dalla sedia, e continua a tenere in mano l’arpa, con sguardo
aggressivo. D’un tratto si volta verso l’uomo col mantello.
Questi
è frenato da Albert, che lo minaccia, tenendo tesa la sua mano micidiale
contro di lui, pronto a far fuoco.
Joe,
servitosi del suo acceleratore, è giunto immediatamente dai compagni, e li ha
slegati altrettanto rapidamente. 003 gli dice: “ oh, Joe... è bello vederti
adesso!” “eh eh” -sorride lui- “hai notato qualcosa di interessante,
qui?”-facendosi serio; “Credo ci sia un passaggio segreto là di fronte,
nella parete; ho captato dei respiri umani” “Chan! Dai un’occhiata laggiù,
ma fa attenzione” dice 009. Nel frattempo, Jet apre il collegamento con
Punma, che aveva interrotto dopo il colpo di proiettile contro 003: “Punma,
sveglia la ragazza! Dobbiamo capire il russo, ora che siamo in presenza di una
strana banda armata, che riteniamo essere criminale o comunque altamente
pericolosa, sebbene composta da tre soli individui, o, almeno, questo è
quanto sappiamo ora”
Punma:
“è semisveglia, ora; ecco, te la passo” “lasciala in ascolto con te”-
prosegue 002- “in attesa di informazioni”; 008: “d’accordo” “Si,
vi sento, amici.. sono qui” dice Mihajva, con voce flebile, proprio come se
si fosse appena svegliata.
Chan:
“Ci sono dei prigionieri!!!! Ci sono dei prigionieri avvolti in un sacco
ciascuno, e con dei numeri!!” “Come?!!?” fa 009; “ogni sacco ha un
numero, da 2 a 13!”-continua Chan. “Liberali!” fa 009.
Geronimo
si avvicina all’uomo col mantello, che non apre bocca. Scorge il libro, e lo
prende in mano.
Improvvisamente,
l’uomo lancia un urlo, come se quel gesto fosse peccato mortale.
“Che
ha detto, Mihajva?” le chiede 002
“Dice:
<<non toccare, miscredente!!!! Non sai quello che fai!!!!” subito
traduce lei.
I
prigionieri vengono intanto liberati ad uno ad uno; Chan li priva pure
dell’adesivo che avevano in bocca, ed essi iniziano a piangere, e sospirare;
parlano tanto, si lamentano.
“Sento
Tara!!!! Tara è lì?” grida Mihajva, tramite il collegamento
“Questi
sono i poeti!!” dice 003, mentre Joe cerca di fasciarle la gamba come può,
e lei sembra non accorgersene, presa com’è dalla faccenda.
Geronimo
non ha lasciato cadere il libro, intanto. Incurante del divieto, lo sta
osservando. E’ scritto a mano. L’uomo alza le braccia in modo minaccioso,
mentre 004 lo ammonisce con un “ehi!” universale, ed uno sguardo di
ghiaccio, tenendosi pronto a farlo fuori.
Il
suonatore d’arpa non apre bocca, probabilmente è muto, o forse solo
intimorito. E’ immobile. Jet non ha problemi a tenerlo d’occhio e
contemporaneamente comunicare con Mihajva: “Se sei sicura che lei sia Tara,
tua sorella è salva, con altri 11 prigionieri!”
La
ragazza in comunicazione radio piange di gioia, a quelle parole. “Ti
passiamo quella ragazza che tu hai identificato, chiedile qualcosa!” fa Jet.
Mihajva
può finalmente parlare con la sorella. I cyborgs capiscono subito che le due
si sono riconosciute, avendo notato anche la precedente reazione di Tara nel
sentire codesto nome da Jet.
Geronimo
visualizza, dentro al libro, alcuni fogli, ed i prigionieri sembrano molto
interessati a questi.
007
avverte la polizia ed il dottor Gilmour: “Tutti i prigionieri sono salvi,
tranne quello ritrovato a Tver.
Ben presto, la polizia riesce a trovare la sede e scovare l’intera banda, che conta 22 persone, organizzate gerarchicamente.
Il
pomeriggio seguente, tutti i cyborgs tranne 001 si trovano a Tver, nella
locanda. La banda dei rapitori è stata catturata, e Mihajva e Tara sono con
loro; Gilmour è in collegamento, mentre 001, accanto a lui, sembra in
procinto di svegliarsi, là alla base cyborg.
“Non
so come ringraziarvi, amici! Avete dato conforto a Mihajva e avete liberato
noi prigionieri!” dice Mihajva, traducendo la frase di Tara. 008:
“Dovere.”; Geronimo: “siamo riusciti a tenere il libro con noi; speriamo
che nessun altro se ne serva mai, per fini così assurdi!”
“Già”-
dice 009- “ora dobbiamo solo provare rammarico per quella vittima, e sperare
che in futuro la sorveglianza sia più Efficente in certi contesti; e sperare
che 001 si svegli presto, cosicché ci riporti alla base e consenta al dottore
di curare la ferita di 003”... Sbadatamente, Joe ha parlato a voce alta.
“Lo
dubitavo........ voi siete dei cyborgs;” -dice Mihajva- “eppure, il
termine “umani” si addice più a voi che non a quei criminali, o a tante
altre persone” prosegue.
003
sorride. Gli altri stanno zitti, sono senza parole.
“Tante
grazie, amica” fa 009, porgendole una mano in segno di amicizia. “Di
nulla. Buona fortuna!”. Mihajva e Tara lasciano la locanda. 009, insieme
agli altri, le guarda allontanarsi dal vetro della stanza.
“Un
libro di poesie per invocare il demonio”- commenta Albert- “che assurdità!”
Joe:
“Non credo che avrebbe avuto l’esito ricercato; per quello, dunque, poco
male. Ma sono i sacrifici degli stessi poeti, a farmi rabbrividire di più.
Uno per notte, prima di trascrivere la poesia da egli stesso prodotta” dice
003.
“Queste
sono credenze antiche; guardate l’introduzione: “(--)
questo libro, una volta completo di 66 poemi invocanti il demonio,
consentirà a Questi di presentarsi sulla Terra, tramite un ulteriore rito
sacrificale.. (--)” .
Ora:
ci sono 53 poemi antichi in russo arcaico, qui, uno per ogni pagina, ognuno
scritto da un autore differente, di 400 o più anni fa. E questo, questo
54’esimo, è stato scritto ieri da quell’uomo, quel pazzo col mantello, e
corrisponde al poema dell’uomo morto a Tver, quel giovane poeta russo
scuoiato. Abbiamo la penna stilografica nera, da cui proviene
quell’inchiostro, e abbiamo dato un’occhiata ai poemi, in quei fogli
sparsi, che abbiamo reso ai rispettivi proprietari. Ne doveva copiare uno ogni
sera, dopo l’imbrunire, e dopo aver compiuto il sacrificio.”
“Non
credo che la conferenza si ripeterà: Tara era molto spaventata, come pure gli
altri. E uno dei poeti è morto” dice 003.
“Un
libro come chiave per l’occulto... l’uomo può essere davvero assurdo,
talvolta” dice 008.
Improvvisamente,
Gilmour, via radio: “ragazzi, 001 può trasportarvi qui”
In
coro: “Bene”.
Ripresi
i bagagli e pagato il conto, i cyborgs tornano alla loro base, dopo una
avventura che lascerà in loro un segno profondo.
Il
sole è ancora alto, nel cielo; il profumo del mare, il rumore delle onde che
si increspano sullo scoglio li fa sentire nuovamente a casa.
F I N E
Note aggiuntive
Il
poema di Tara Nazyvajev (tradotto dal russo; ipotetica pagina 61 del “Libro
Dell’Occulto”):
Nuotando.\Ansimando
tra i grumi di sangue.\ Avvinghiata alla roccia,\soffocata dalle grida,\scuoto
il mio io,\e il fragore si alimenta.\Fango e fumo nero; scorrendo,\allentando
la presa,\poi stringendo,\colpendo la terra.\Ombra dal cammino a
scolpire,\ansimando, urlando, spingendo;\nuotando nel sangue.
Il
poema di Jaronsk Votkìn, poeta sacrificato (tradotto dal russo; pagina
54 del “Libro Dell’Occulto”):
E
dunque vai tu,\con artigli di fuoco,\scompenso
delle umide viscere terrestri,\ambiguità del male,\pressione
dell’impero.\Abbassa
i
capi all’Altare,\oh simbolo di tentazione,\lieve respiro d’Inferno;\ ora e
sempre, muti alle membra,\ i tuoi compagni bramano.\Al
cospetto
della polvere,\tra le macchie del caos,\noi ti accogliamo.