di Pia
Le
parole di quell’uomo avevano destato una forte avversione nel dott. Gilmore,
egli credeva fermamente che la corsa agli armamenti non avrebbe portato a
nient’altro se non alla distruzione dell’intero pianeta. Aveva appena
sentito il comandante dell’esercito dell’Unità delle Nazioni esprimere un
parere favorevole all’armamento durante il congresso al quale partecipavano
tutti i maggiori esponenti politici, scientifici e militari dell’Unità
delle Nazioni. Era fuori di sé, ma quando si voltò verso 003 che l’aveva
accompagnato, si accorse che la ragazza era completamente assente.
“
Tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!” le chiese.
003
trasalì.
Il
dott. Gilmore continuò
visibilmente alterato: “Ma hai sentito le assurdità
che ha detto quell’uomo? Sai chi sia?”.
Françoise
rispose distrattamente: “ …ehm… si…il suo nome è Delano Dickens, è
il comandante dell’esercito dell’Unità delle Nazioni, un uomo molto
severo… già… severo…”.
Il
dott. Gilmore si chiedeva da cosa Françoise
fosse distratta, non era da lei: 003
si teneva sempre informata sulle sue missioni, era per questo che l’aveva
eletta sua assistente in più di un’occasione, era la più “affidabile”
dei Cyborg. Nel frattempo Bretagna, Joe, Jet ed Albert erano in diversi punti
della sala conferenze per badare che tutto andasse per il meglio.
Alla
fine della prima giornata di quel congresso il dott. Gilmore e Françoise
raggiunsero gli altri Cyborg nella hall. Avevano ascoltato la dichiarazione
del colonnello Dickens e la commentavano mentre uscivano, solo Françoise non
partecipava alla discussione, sembrava essere ancora distratta.
Ad
un tratto “Françoise!” urlò una voce.
Tutti
si voltarono per vedere a chi appartenesse quella voce mentre Françoise era
ancora di schiena: l’aveva riconosciuta immediatamente e sentirsi chiamare
da quella voce le era sembrata una frustata al cuore. Si bloccò
immediatamente.
“Sei
tu, Françoise?”
Le
corse incontro un giovane militare, non fece in tempo a voltarsi che lui era
già di fronte a lei. Prima ancora che Françoise potesse proferire parola, la
strinse forte a sé e la baciò. I Cyborg e il dott. Gilmore erano rimasti
sbigottiti. Bretagna restò con la bocca spalancata per qualche minuto. Albert
irruppe in quella situazione di imbarazzo con un finto colpo di tosse.
A
quel punto Françoise si sentì costretta alle presentazioni: “Jérôme,
questo è il dott. Gilmore e questi sono i miei amici Bretagna, Joe, Jet ed
Albert, lui è Jérôme… noi eravamo compagni di scuola…”
“
…e fidanzati!” continuò Jérôme, ”… sono il tenente Jérôme Chety,
ho ascoltato il suo intervento, dott. Gilmore e non ho potuto fare a meno di
notare Françoise seduta al suo fianco. Le sarò eternamente grato per averci
fatto rincontrare!”.
Il
dott. Gilmore restò senza parole, travolto da quelle del giovane; riuscì a
malapena a stringergli la mano. Jérôme Chety era stato il primo amore di
Françoise ed ora, dopo tanto tempo, l’aveva rivisto proprio durante quella
conferenza.
“Tenente
Chety!” urlò una voce.
“Devo
andare, ma ci rivediamo stasera a cena al Café Doux, non sparire…
stavolta!”
“Fidanzati!?
Cos’è questa storia? Non sapevamo che tu avessi avuto un fidanzato! Da dove
è saltato fuori quel bellimbusto?” disse Jet mentre
con una mano chiudeva la bocca a Bretagna ancora sbigottito per il bacio.
“Jérôme
ed io stavamo insieme quando sono stata rapita dai Fantasmi Neri… il resto
lo conoscete…”
Albert:
“Vuoi dire che sono stati i Fantasmi Neri ad interrompere la vostra
storia?”
Jet
: ”Ovviamente questo lui non lo sa, avrà pensato che tu l’abbia
abbandonato…”
Bretagna:
”Ma ora che intenzioni hai? Non vorrai rivederlo, spero!”.
Dott.
Gilmore: “Questa decisione
spetta solo a Françoise e poi
potrebbe tornarci utile questa conoscenza: Jérôme è un ufficiale
dell’esercito del col Dickens, chissà … magari può darci qualche
informazione sul suo conto. Tu cosa ne pensi Joe?”
Joe
non rispose, si limitò a scrollare le spalle come per dimostrare la sua
indifferenza alla cosa, si sentì addirittura irritato da quella domanda: Françoise
poteva fare ciò che voleva senza dovergli chiedere il permesso, poteva anche
tornare con lui e lasciare i Cyborg, se voleva…
“Joe!
Ehi, ci sei? È da quando siamo usciti dal palazzo dei congressi che sei così
pensieroso… Ho capito: stai pensando a Françoise! Ma non mi preoccuperei
fossi in te…” concluse Bretagna piuttosto ironico.
“Cosa
vuoi dire? Sei il solito buffone! Stavo pensando al discorso del col Dickens,
quell’uomo può essere pericoloso, dovremmo tenerlo sott’occhio!”
“Sarà!
Comunque il dott. Gilmore ci ha chiesto di tenere sott’occhio 003 per questa
sera, non si fida di quel tenente come non si fida del col Dickens”.
Nel
frattempo arrivò Françoise.
Punma:
“Wow, sei davvero uno schianto stasera!”
Geronimo:
“ Quel ragazzo è davvero fortunato!”
Françoise
: “Grazie”.
Chang:
“Non posso credere di essermi perso la scena del bacio! Avrei proprio voluto
vedere la faccia di una certa persona…”.
La
certa persona sembrò non accusare le parole maliziose di Chang,
continuò a guardare fuori la finestra senza fare alcun cenno. Françoise si
sentiva ferita da tanta indifferenza, ma non aveva nessuna intenzione di farsi
rovinare la serata da Joe.
“004,
ti occupi tu di 001?”
“Non
preoccuparti 001 dorme da un po’, tu goditi la serata. Andate al Café Doux,
è un posto molto elegante! È la prima volta che ti vedo in abito da sera,
stai molto bene. A dire il vero mi sento un po’ un fratello geloso!”.
Françoise
sorrise ed arrossì: non era abituata a ricevere tanti complimenti.
Jet,
ridacchiando: “Già siamo tutti un po’ gelosi, eh Joe?...”
Jet
e Albert sgomitavano e sghignazzavano. Joe si voltò. Quasi non la riconosceva
con quell’abito elegante e con i capelli raccolti. La vide felice come mai
prima.
“Ti
auguro una bella serata” disse sinceramente.
“La
gelosia ti sta rodendo, eh?”.
“Ma
cosa dici? Il dott. Gilmore ha detto che dovevo tener d’occhio Jérôme e
sono qui per questo. Tu piuttosto non potevi mettere un vestito migliore?!”.
“
Per Jérôme, vero? E allora perché fissi lei anziché lui? E poi cos’ha
questo vestito che non va?”.
“Ci
stai coprendo entrambi di ridicolo!”
Ad
un altro tavolo dello stesso ristorante Jérôme e Françoise cenavano in
intimità.
“Sei
bellissima, è come se il tempo per te non fosse mai passato.”
”Ti
ringrazio, anche tu sei sempre affascinante come quando ti ho conosciuto”
“Se
ero così affascinante perché mi hai lasciato senza dirmi una parola?”
“È
una lunga storia e non mi va di parlarne adesso… tu, piuttosto come mai sei
diventato un ufficiale, se non sbaglio volevi diventare un avvocato come tuo
padre?”
“Anche
questa è una lunga storia…balliamo?”.
Si
alzarono dal tavolo per ballare. Joe li seguì con lo sguardo.
“Ma
che fa quello!? Guarda come la stringe! E Françoise? Perché glielo
permette!?”
“Smettila
di agitarti, Bretagna, ci stanno guardando tutti!”
Nel
frattempo Jérôme: “Ora che ti ho ritrovata non ti permetterò di scappare
di nuovo!”
“Jérôme…
io…”.
Jérôme
la interruppe cercando di baciarla di nuovo ma Françoise si voltò, la scena
agitò Bretagna al punto da attirare l’attenzione di Jérôme.
“Quello
non è il tuo amico? Credo si chiami Joe, non è così?”
“Dove?”
“Lì
al tavolo con quella brunetta con quel buffo vestito. Chiediamogli di unirsi a
noi.”
Si
diresse spedito verso di loro e in men che non si dica si ritrovarono tutti e
quattro allo stesso tavolo.
“Serata
romantica anche per voi, vedo. Sono incantato, signorina…?”
“Ania!
Si, Joe ed io ceniamo qui tutte le sere! Eh eh eh!”
Joe
si sentì tremendamente in imbarazzo e portò la mano alla fronte.
“Ah
meno male! Devo confessare che quando stamattina ho incontrato Françoise ho
avuto paura che uno di voi quattro fosse stato il suo ragazzo e che mi avesse
mollato un pugno dopo averla baciata!”.
Joe
guardò Françoise nello stesso
istante in cui lei lo guardò. Joe allora distolse lo sguardo rapidamente. Ad
Ania andò la cena di traverso e cominciò a tossire.
“Non
ti senti bene, cara? Ti accompagno alla toilette!” disse stizzita mentre
l’afferrava per un braccio e la trascinava via.
“Cos’è
questa storia?!”
“Senti
bella, Joe ed io siamo fidanzati e se questo ti dà fastidio…”
“Bretagna,
sei ridicolo!”
Bretagna
riprese la sua voce: “Ah mi hai riconosciuto, vero? Dimenticavo la tua super
vista…eh eh eh”
Bretagna
aveva preso le sembianze di una ragazza bruna ma il travestimento non era
certo tra i suoi più riusciti.
“Che
diavolo ci fate qui voi due?”
“Non
scaldarti tanto, è stata un’idea del dott. Gilmore: non si fida di quello lì!”
Nel
frattempo Joe e Jérôme allo stesso tavolo si studiavano a vicenda.
“È
da molto che vi conoscete tu e Françoise? Ho notato degli strani sguardi tra
voi prima.”
Joe
rispose direttamente alla domanda implicita: “Françoise ed io siamo solo
buoni amici.”
“Meglio
così! Questa volta non ho nessuna intenzione di lasciarla andare!”.
Joe
fu indispettito da quella risposta e volle provocarlo: “Il col Dickens ha
una posizione piuttosto particolare riguardo gli armamenti nucleari, ma
d’altra parte è nell’interesse dei militari che ci siano guerre!”
Jérôme,
non raccolse la provocazione: “Ti assicuro, Joe, che una guerra non è
nell’interesse di nessuno, specie di chi ci rischia la vita! Tuttavia devo
dire che il col Dickens ha ragione quando dice che non possiamo farci trovare
impreparati di fronte al nemico.”
“Già,
tutto sta a capire chi sia il nemico e di chi!”.
Françoise
e Bretagna/Ania tornarono al
tavolo ma subito dopo il telefonino di Jérôme squillò.
“Mi
dispiace di dover interrompere la nostra serata ma devo tornare alla base.
Françoise, ci vediamo domattina. Joe, ti dispiace riaccompagnarla tu?
Arrivederci, Ania, è stato un piacere”
Fuori
dal locale Bretagna riprese le sue sembianze.
“Beh,
io faccio due passi a piedi: l’auto ha solo due posti e poi non vorrei
essere di troppo…”
Joe
e Françoise rimasero in silenzio a lungo mentre raggiungevano a piedi
l’auto. Era stata parcheggiata lontano dal ristorante per non essere notati.
Françoise
si fermò poco prima di salire nella biposto giallo-rossa di Joe: “Perché
sospettate di Jérôme?”
“È
una sensazione del dott. Gilmore, non gli piace il col Dickens e Jérôme è
un suo stretto collaboratore. Inoltre il suo ruolo nell’esercito è coperto
da segreto militare, non sappiamo nulla di lui. A te ha detto qualcosa a
riguardo?”
“No,
…abbiamo parlato d’altro.”
Non
gli disse che Jérôme aveva evitato l’argomento di proposito.
“Già,
anche con me è stato vago, ma su una cosa è stato chiaro: non ha alcuna
intenzione di lasciarti andare stavolta. Mi ha anche chiesto di noi…
(sussurrando) come se ci fosse un noi…”
La
conversazione fu interrotta da un forte boato. I due corsero dietro l’angolo
e videro il ristorante da cui provenivano in fiamme. Anche Bretagna era
tornato indietro. Era esplosa una bomba e la gente usciva di corsa dal locale.
009 attivò il suo acceleratore molecolare e si gettò tra le fiamme. 007
trasformatosi in agente di pubblica sicurezza aiutava la gente ad uscire
mentre 003 cercava di soccorrere i feriti.
Ad
un tratto i super sensi di 003 percepirono qualcosa: “C’è un’altra
bomba!”.
Dentro
il ristorante era tutto in fiamme, Joe aveva trovato davanti a sé uno
spettacolo raccapricciante e sembrava che non ci fossero superstiti quando la
voce di un uomo attirò la sua attenzione. Joe prese sulle spalle l’uomo
ferito ma il fumo ormai denso non gli permetteva di vedere l’uscita.
Improvvisamente si sentì afferrare per un braccio.
“Dobbiamo
andare via: c’è un’altra bomba!”era Françoise che era entrata in
quell’inferno per guidarlo fuori.
La
seconda bomba esplose un istante dopo essere usciti facendo crollare tutto. I
tre cyborg increduli assistettero alla scena. I Fantasmi neri avevano lanciato
loro una nuova sfida.
Poco
più tardi seppero dalla tv che un deputato dell’Unità delle Nazioni era
morto in quel ristorante.
La
mattina seguente Françoise fu accolta da un enorme mazzo di fiori.
“Volevo
farmi perdonare per ieri sera, per essere andato via così di fretta…”
“Hai
sentito dell’incidente?”.
“Si.
È stata una vera fortuna dopotutto essere andati via così presto,
l’abbiamo scampata bella!”
“Già,
come se avessero aspettato che uscissimo…” non le sembrò vero aver detto
quelle parole, di che cosa lo stava accusando? Jérôme
non poteva sapere cosa sarebbe successo in quel ristorante!
Jérôme
disse ironico: “Beh… è possibile che qualcuno mi avesse notato ed avesse
deciso che era meglio tenersi alla larga da un ufficiale dell’esercito.”
Le
sorrise, Jérôme aveva un sorriso così sincero e disarmante che Françoise
non potette fare a meno di cancellare qualunque dubbio dal suo volto e di
sorridergli a sua volta.
“Si,
può essere…”.
Risero
entrambi. Passeggiando incontrarono Jet.
“Ciao,
Françoise! Jérôme…”
“Ciao,
Jet. Dove vai di bello?”
“Al
parco c’è un concerto per la pace, interverranno anche alcuni scienziati.
Che fate, vi unite a me?”
“Mi
piacerebbe…ti va, Jérôme?”
“Non
vorrai portarmi ad un noiosissimo comizio pacifista? E poi non mi piacciono i
posti molto affollati. Dai, passeggiamo ancora!”
“Va
bene, ma…”
“Suvvia,
Françoise, non ti va di stare un po’ da soli, dopo tanto tempo?”
Jet
fu visibilmente irritato dall’atteggiamento saccente di Jérôme: “Beh io
vado, voi fate un po’ come vi pare”.
^Non
riesco a capire proprio cosa ci trovi in uno spaccone del genere! Gli avrei
volentieri spaccato la faccia!^ pensò Jet tra sé e sé.
“♪♫…Exit
light, enter
night, take my
hand,
off to
never
never
land…♫♪♪”.
Al
concerto Jet si stava lasciando andare al ritmo scatenato di un gruppo rock.
Ad un tratto si accorse di alcuni strani movimenti intorno al palco. Con molta
difficoltà si fece largo tra la folla ed arrivò sul retro del palco proprio
quando degli uomini in divisa militare si stavano allontanando. Cercò
dapprima di seguirli ma questi salirono su delle Jeep e partirono senza
nemmeno accorgersi che Jet li aveva seguiti. Tornò allora al palco del
concerto per dare un’occhiata.
“♪♫…you
labelled me, I'll label you so I dub the unforgiven♫♪♪
…grazie, ma ora ascoltiamo il prof. Yukawa e ricordate: make love not
war!”.
Sembrava
tutto a posto ma proprio quando stava per allontanarsi, si accorse che una
bomba era stata piazzata proprio sotto l’impalcatura del palco. Il timer era
stato azionato e mancavano pochi secondi all’esplosione, non c’era tempo
per evacuare la zona. Jet allora afferrò la bomba e si levò in volo, la
lanciò in aria ma esplose a pochi metri da lui ferendolo.
Poco
più tardi, all’albergo dove i cyborg alloggiavano, erano tutti riuniti
intorno a 002. Jet era ferito ma almeno questa volta non c’erano state
vittime.
“Aaahi,
non toccarmi!”
“Dai,
Jet, non fare il bambino, hai bisogno di essere medicato!”
“Sei
stato davvero in gamba, Jet, sei riuscito a salvare il prof. Yukawa e tutta
quella gente!”
“Per
fortuna mi sono accorto in tempo di quello che stava accadendo, ma vi assicuro
che me la sono vista brutta! Aaah!”
Jet
era ferito ma i suoi compagni lo rincuoravano e gli facevano i complimenti per
il sangue freddo dimostrato.
“Se
Jet è in queste condizioni è colpa tua: tutto questo non sarebbe successo se
tu fossi andata con lui!” intervenne Joe rivolgendosi a Françoise.
Lo
stupore fu generale.
“Sei
ingiusto, come puoi dire una cosa simile?”
“È
la verità: se fossi stata con lui avresti potuto individuare la bomba
facilmente con i tuoi poteri, invece hai perso la testa per quel tipo ed hai
dimenticato quali sono i tuoi doveri!”.
“Come
puoi parlare così, proprio tu che perdi la testa per ogni ragazza che
incontri?! Forse non ricordi quante volte ti sei trovato nei guai per colpa di
una ragazza!”
“Oh
no… mi basta averti davanti per ricordarlo!...”
Françoise
gli mollò un fragoroso ceffone, che parve non smuoverlo affatto.
Joe
fece il sarcastico: “…io almeno non ho mai perso la testa per un nostro
nemico!”
Françoise
gli rispose con gli occhi lucidi: “Jérôme non è un nostro nemico!”
“Ah
no? E guarda caso sparisce poco prima dell’esplosione delle bombe!”
Jet,
che fino a quel momento aveva assistito alla scena stupefatto, intervenne
pacatamente per smorzare il tono della discussione.
“Ammetterai,
Françoise, che il suo comportamento di stamattina è stato quantomeno strano.
Sembrava ti volesse tenere lontana dal concerto.”
Puma:
“E poi c’è il particolare delle divise usate da quegli uomini visti da
002. Erano identiche a quella del tenente Chety, come se appartenessero alla
stessa squadra!”
Françoise
non voleva ammettere a sé stessa ciò che ai suoi compagni era evidente:
“Non potete accusare Jérôme solo in base ai vostri pregiudizi, vi assicuro
che non sarebbe capace di azioni simili…e poi …lui mi ama…”
Joe
divenne furibondo: “Ma apri gli occhi! 003, ricorda che tu sei un cyborg e
non puoi lasciarti andare a certi sentimentalismi! Se non riesci ad accettare
la realtà, sarebbe meglio che tu abbandonassi la missione e lasciassi la
squadra!”.
Mai,
mai Joe era stato così duro con lei. È incredibile come le persone che più
amiamo siano proprio quelle che ci feriscono di più. Françoise scappò via
in lacrime mentre quelle parole le giravano ancora in testa:
“…sarebbe
meglio che tu lasciassi la squadra … sarebbe meglio… meglio…”
Albert
non potè fare a meno di intervenire: “Ma che ti prende, Joe? Come ti è
saltato in mente di dirle quelle cose!”
Jet
lo prense per la camicia: “Razza di idiota, hai perso la ragione? Valle
subito a chiedere scusa!”
“Smettetela!
Basta! Sono stufo dei vostri rimproveri come anche delle vostre stupide
frecciatine! È ora che la piantate una buona volta!”e detto ciò andò via
anche lui.
Poco
lontano dal loro albergo Françoise vagava ancora in lacrime. Poi intravide Jérôme
su una Jeep. D’istinto saltò a bordo di un taxi e decise di seguirlo.
Françoise
seguì Jérôme fino al palazzo delle conferenze. Jérôme scese nei
sotterranei ed entrò in un piccolo stanzino. Françoise guardò attraverso la
porta con i suoi superpoteri: Jérôme trafficava con una bomba. Si sentì
morire dentro e fu presa da un tale sconforto che dovette appoggiarsi al muro
per sostenersi.
“Françoise…”,
Joe l’aveva vista salire sul taxi e aveva deciso di seguirla, “Scusami,
Françoise, non avevo alcun diritto di dirti quelle cose. Non volevo
ferirti… o forse si… era proprio quello che volevo fare… puoi
perdonarmi?”
“No,
Joe, siete voi che dovete perdonarmi, sono stata una vera stupida! In questa
stanza Jérôme sta piazzando una bomba. Credo che sia meglio che io mi faccia
da parte…”
“No,
003, dobbiamo fermarlo! Aiutami: io e te abbiamo affrontato insieme tanti
pericoli e ci siamo sempre aiutati a vicenda!”
Françoise
si sentì risollevata da quelle parole, non le sembrava vero che quello che
aveva di fronte fosse lo stesso ragazzo che l’aveva trattata con tanta
severità poco prima, ma non era certo la prima volta che subiva
l’incomprensibile alternarsi degli umori di Joe.
“Mi
dispiace di averti colpito, t’assicuro che ha fatto più male a me che a
te!”
“Non
ci pensare: me lo sono meritato e poi ora abbiamo cose più importanti da
fare”.
^Non
lo capirò mai, sto’ benedetto ragazzo!^ pensò tra sé e sé Françoise
mentre gli sorrideva.
“Fermo!”
gli ordinarono i due cyborg irrompendo nello stanzino.
“Françoise, Joe, che ci fate qui? Andate
via, è pericoloso!”
“Ti
abbiamo colto con le mani nel sacco!”
“Non
toccare quella bomba!”
“
Ma chi siete voi? Cosa volete fare?”
“
Siamo dei cyborg e ti impediremo di compiere il tuo sporco lavoro!”
Jérôme
estrasse una pistola: “Mi dispiace, Françoise, non permetterò neanche a te
di impedirmi di disinnescare questa bomba!”
Joe
e Françoise dissero in coro:
“DISINNESCARE?!”
“
Noi pensavamo che tu la stessi piazzando”
“Piazzando?
Io sono un artificiere!”
“Allora
perché sei andato via dal ristorante prima dello scoppio della bomba?”
“Avevo
ricevuto dal comando l’ordine di rientrare, c’era stata una falsa
soffiata, probabilmente era un tentativo di depistarci”
“Ma
allora perché mi hai tenuta lontana dal concerto? E perché i tuoi uomini
sono stati visti vicino il palco prima dello scoppio della bomba?”
“Dopo
l’attentato al ristorante ci aspettavamo che potesse succedere qualcosa al
concerto, volevo solo tenerti al sicuro; gli uomini che sono stati visti erano
stati inviati lì per questo e sono riusciti a disinnescare una bomba, ma non
si aspettavano che ce ne fosse un’altra!”
Françoise
disse con attenzione: “Pensandoci, anche al ristorante sono esplose due
bombe.”
Joe
trasse le conclusioni: “ Ma allora se questa è la loro prassi…”
“…vuol
dire che c’è un’altra bomba in quest’edificio!” proseguì Jérôme
“003,
riesci a trovarla?”
003
spalancò i suoi occhini celesti e si concentrò.
“L’ho
trovata, è proprio sotto la sala convegni, non è ancora stata azionata e ci
sono molti uomini…”
“È
meglio chiamare rinforzi, Jérôme, tu resta qui, noi ci occuperemo
dell’altra bomba!”
In
pochi minuti anche gli altri cyborg raggiunsero 009 e 003. Corsero nella
stanza dove c’era la bomba e vi trovarono il Col. Dickens in persona con gli
uomini del Fantasma Nero.
“
Immaginavo che voi foste un nuovo comandante del fantasma nero, ma ora vi
abbiamo in pugno, arrendetevi!”
“Tu
credi, 009? Abbiamo appena azionato la bomba. Non sfuggirete al vostro
destino! Uomini, prendeteli!”
I
cyborg furono attaccati da un gran numero di soldati del Fantasma Nero e
diedero inizio ad un’altra battaglia. 004 colpiva i nemici con i suoi
missili e la sua micidiale mano. 006 usava il suo fuoco per arrostirli mentre
002, in volo, li colpiva con la sua pistola laser.
Joe:
“003, pensa alla bomba, io ti copro”.
“Bene!”.
Joe
colpì a morte il col Dickens mentre Françoise si diresse verso la bomba. I
fantasmi neri capitolavano, ma appena
Françoise fu vicina alla bomba si bloccò di colpo poiché si era accorta di
ciò che stava accadendo. Era caduta nella loro trappola.
“Ah
ah ah! Stupidi Cyborg, ormai siete in trappola, la vostra amica ha appena
azionato la vera bomba!”
“Che
stai dicendo? Parla, maledetto!” il col Dickens rise ancora e morì con
un’espressione di soddisfazione.
“La
vera bomba è sotto il pavimento proprio dove sono io. Ha un sensore speciale
che la innesca appena qualcuno le si avvicina e la fa esplodere quando questi
le si allontana… se non me ne fossi accorta e non mi fossi bloccata, a
quest’ora saremmo tutti morti! La bomba esploderà appena mi allontanerò
distruggendo tutto il palazzo”disse Françoise.
Bretagna,
col suo fare lamentoso: “Ma allora questo vuol dire che 003 è spacciata! Oh
no, poveretta, come faremo senza di te?”
Jet:
“Maledetto, ci ha giocati!”
Puma:
“Non facciamoci prendere dal panico: avete detto che Jérôme è un
artificiere, potrebbe aiutarci!”
Chang:
“Puma, sei un genio!”
Joe:
“Ben detto, 008! 002, portalo qui. Voi altri fate evacuare l’edificio, sarà
meglio. Non ti preoccupare, 003,
ti tireremo fuori da questo pasticcio!”
006
scavò un buco nel pavimento affianco alla bomba e Jérôme vi si calò dentro
per dare un’occhiata all’ordigno.
“Mio
Dio… non è possibile…”
“Che
succede, Jérôme?”
“È
impossibile disinnescare questa bomba: esploderebbe non appena qualcuno la
tocchi… Françoise…non posso aiutarti…”
Jérôme
la guardò disperato.
“Non
preoccuparti , Jérôme, hai fatto del tuo meglio!”
Chang:
“Non ci resta che aspettare che 001 si risvegli, con il suo teletrasporto
003 sarà fuori di qui in men che non si dica e la bomba non se ne accorgerà
nemmeno!”
Bretagna:
“Giusto! A volte ti sottovaluto Chang, amico mio!”
Albert:
“State scherzando: ci potrebbero volere giorni prima che 001 si risvegli!
003 non può restare tanto tempo immobile!”
Bretagna:
“Ma cosa dici, Chang, sei uno stupido!”
“Andate
via di qui, per me non c’è più nulla da fare, ma voi mettevi in salvo!”
le lacrime le inondarono il viso. La tristezza scese copiosa sui volti dei
Cyborg.
“Io
resto qui con te!”
“COOOOSA?!”
“Si,
avete capito bene: io resto qui con te, non posso lasciarti da sola! Non mi
interessa se sei un cyborg, io ti amo e resto qui! Non riuscirete a farmi
cambiare idea.”
“…Jérôme…”
Françoise era commossa da tanta
devozione, poi scambiò uno sguardo d’intesa con
Jet che lo colpì facendogli perdere i sensi. “Portatelo via e andate
anche voi, non è prudente che restiate qui!”
“Ti
porterò io via di qui!” disse Joe con estrema determinazione.
Bretagna:
“Eccone un altro, mi sa che dovrai dare una botta in testa anche a lui,
Jet!”
“Che
dici, Joe? Non è possibile! Neanche con la tua supervelocità riusciremmo a
uscire di qui in tempo! L’esplosione è immediata!”
“Devo
tentare comunque! È l’unica cosa che ci resta da fare!”
Jet:
“Ma Joe…”
“Provaci,
amico, noi facciamo il tifo per te!” disse Geronimo strizzandogli
l’occhio.
I
cyborg andarono via e lasciarono i due da soli.
“Sicuro
di volerlo fare?”
Joe
annuì.
“Prima
di andare però c’è una cosa che voglio dirti… ecco, io… voglio dirti
quanto mi dispiace per quello che ti ho detto, avevi ragione tu su Jérôme,
è in gamba ed è una brava persona … credo di capire perché tu sia
innamorata di lui…”
“Joe,
Jérôme appartiene al mio passato e credo che ne amerò per sempre il ricordo
ma… il passato non può competere con il presente …”
Joe
non comprese appieno il senso di quelle parole ma ne era contento. Azionò la
sua supervelocità e afferrata 003 si allontanò. Come 003 aveva anticipato,
l’esplosione fu immediata. I due non furono colpiti direttamente ma il
crollo del palazzo stava bloccandogli la fuga. Nel culmine della loro
difficoltà un varco nello spazio-tempo li portò fuori. 001 era sveglio.
“Dott.
Gilmore, grazie a lei e ai suoi cyborg siamo riusciti a sconfiggere chi
cercava di creare un clima di terrore in questa importantissima conferenza.
Ora i lavori per il disarmo mondiale possono continuare in un clima di
pace.”
“Ti
ringrazio, Jérôme, ma il merito
non è solo nostro, e a questo proposito devo chiederti scusa per non essermi
fidato di te e di aver fatto seguire te e Françoise, l’altra sera…
chiedo scusa ad entrambi, non dovevo intromettermi…”
“Non
ci pensi dottore, ma se ci scusa ora Françoise ed io avremmo delle cose da
dirci”
“Certo…
certo… eh Françoise…”
“Si,
dottore?”
“No,
niente, va pure…”
Bretagna,
guardando 003 e Jérôme parlare in disparte: “Mi sa che dovremo dire addio
alla nostra Françoise…”
Jet:
“Sfido io! Dopo una dichiarazione del genere…”
Voleva
aggiungere qualche frecciatina per Joe ma se ne guardò.
Albert:
“Beh dopotutto aveva ragione lei su Jérôme…” anche lui voleva dire
qualcosa a Joe, avrebbe voluto che lui le chiedesse di restare con loro, ma si
accorse che Joe pensava ad altro. “A cosa pensi, Joe?”
Joe:
“…il passato non può competere con il presente …”
Albert
non capì e stava per chiedergli spiegazioni.
“Beh
che sono quelle facce? Dopotutto è andato tutto per il meglio, no?”
Bretagna:
“003 non sei andata via con lui? Ma allora gli stavi dicendo addio?”
“Eh
no, una cosa ho imparato da questa avventura: non vi racconterò più i fatti
miei! La vostra gelosia ha rasentato il ridicolo!”
Jet:
“A chi ti riferisci?”
“Non
a chi pensi tu, mi riferisco a quelli che hanno accusato Jérôme senza avere
uno stralcio di prova, a colui che si è ridicolmente travestito per seguirmi
al ristorante, a colui che mi ha fatto seguire al mio appuntamento e anche a
quello che ha fatto finta di dormire tutto il tempo!!!”
“Cosa?!”
“Eh
eh eh! È vero! Avevo paura che mi avresti lasciato per stare con quel tipo e
non avresti più avuto cura di me!”
“Non
temere piccolino, non ti lascerò mai!” disse Françoise abbracciandolo.
Quella
sera Joe era sulla spiaggia di fronte il loro albergo, scagliava sassi
facendoli rimbalzare sull’acqua. Gli sarebbe piaciuto che lei fosse lì con
lui a chiacchierare un po’. Il suo desiderio si materializzò.
“A
me non è mai riuscito di far rimbalzare i sassi sull’acqua!”
“È
questione di polso”
Françoise
lanciò un sasso ma cadde miseramente in acqua senza fare alcun rimbalzo.
“Sei
proprio una frana!”
Françoise
gli fece la linguaccia e ci riprovò ma fallì di nuovo.
“Se
ti insegno mi dici che significa il presente non può competere con il
passato?”
Françoise
si mise a ridere.
“Cosa
c’è da ridere?”
“Certo
che anche tu sei di coccio!”
“E
così ti prendi gioco di me? Ora te la faccio vedere io!”
Cominciarono
a rincorrersi sulla spiaggia ridendo e prendendosi in giro. Spensierati,
sentivano entrambi di stare bene l’uno con l’altra.
F I N E
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